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A Friburgo un Festival di qualità

di Michele Manzotti
  Ecm Festival Forum Merzhausen di Friburgo
Data di pubblicazione su web 26/04/2016  

Assistere a un festival dell’etichetta Ecm è un’esperienza musicale unica. Per tanti motivi: innanzitutto per la qualità degli esecutori, condizione essenziale per entrare nel catalogo del marchio. Poi per la curiosità di ascoltare la resa dal vivo di un suono che su disco è sempre molto accurato. Infine per la voglia di vedere quanto interesse avrebbe avuto un pubblico di una città di medie dimensioni quale è Friburgo in Bresgovia, nel sud della Germania, in una rassegna di questo genere.

È capitato che il modernissimo Forum di Merzhausen, piccolo comune confinante con Friburgo, fosse sempre pieno per i cinque concerti proposti, oltre che in occasione dell’incontro con Manfred Eicher. Sempre presente durante la rassegna per essere vicino agli artisti che incidono per la sua etichetta (che ha sede a Monaco di Baviera) Eicher ha fatto ascoltare in anteprima alcuni brani di album in uscita oltre a raccontare per una buona ora il suo metodo di lavoro, incalzato dalle domande di un pubblico preparato.

L’inaugurazione è stata affidata al pianista svizzero Nik Bärtsch al suo quartetto Mobile, con il quale Bärtsch ha appena inciso Continuum. In questi caso il titolo è assolutamente in linea con il contenuto. Il lavoro dei musicisti infatti si svolge senza sosta trattando varie cellule sonore ripetute più volte: una prassi minimalista che però rientra in un ambito jazz. Per valorizzare queste frasi, Bärtsch impone uno stile percussivo che non riguarda solo i due percussionisti (Kaspar Rats e Nicolas Stocker), ma anche lo stesso pianoforte e i clarinetti basso e contrabbasso di Sha. 

Nik Bärtsch's Mobile
Nik Bärtsch's Mobile

Sempre nel segno del jazz è stato il secondo appuntamento con il trio di Marcin Wasilewski, che è giunto sulla scia dell’album Spark of life. Walilewski è un pianista classico nell’impostazione, con una grande vocazione alla melodia ma anche al ritmo. Un groove molto marcato che trasmette ai musicisti che lavorano con lui: il contrabbassista e in alcuni casi arrangiatore Slawomir Kurkiewicz e il batterista Mical Miskiewicz. Insieme a loro come ospite il sassofonista tenore svedese Joackim Milder, in un fortunato incontro tra le due rive del Baltico. La formazione ha affrontato con sicurezza i brani dell’album, con Walileswki impegnato in un virtuosismo pieno di inventiva a partire dalla traccia del titolo posta in apertura.

Meno di due ore dopo è stata la volta delle sonorità totalmente differenti della chitarra classica. Ma l’ungherese Zsófia Boros ha sfoderato un’arte sopraffina unita a personalità. Lo ha fatto grazie a una tecnica impeccabile e a una lettura delle pagine iberiche e latino americane (che formano gran parte del repertorio per chitarra) sfrondata da ogni elemento popolaresco e da forzature dinamiche. Leo Brouwer, Egberto Gismonti, Francisco Calleja, Vicente Amigo, inclusi con altri autori nel progetto En otra parte, si sono mostrati come autentici autori classici.

Zsófia Boros
Zsófia Boros

Domenica mattina è stata la volta dell’unica presenza italiana, quella del Duo Gazzana (Natascia al violino e Raffaella al pianoforte). Il repertorio scelto era ispirato alla danza, un termine che comunque evoca la leggerezza. Ma il duo ha presentato brani di grande impegno tecnico, tanto che ogni dubbio su un’eventuale facilità nell’approccio è stato subito fugato. Il programma classico in bilico tra XIX e XXI secolo ha compreso alcuni dei pezzi incisi nei loro due album per l’etichetta tedesca. A Bartók e Schnittke (l’affascinante Suite im alten Stil) si sono affiancati autori come Debussy e Sibelius, oltre a Kreisler e Paganini che hanno dedicato molta letteratura al violino. Quest’ultimo, affidato a Natascia Gazzana, ha mostrato grande fluidità nel fraseggio e una cantabilità elegante. Il pianoforte di Raffaella Gazzana si è mosso molto bene nelle parti contrappuntistiche e nel dialogo con il violino.

Duo Gazzana
Duo Gazzana

Il gran finale è stato affidato a un altro duo, formato dalla violoncellista Anja Lechner e dal pianista Franēois Couturier. Un incontro fortunato che ha dato vita a uno degli album più noti tra quelli del catalogo recente del marchio, Moderato cantabile. I percorsi che hanno avvicinato i due musicisti a questo progetto sono differenti. La Lechner è una musicista classica con un forte interesse per l’improvvisazione e Couturier è un musicista jazz che viaggia sempre più al di fuori di questi confini. Il repertorio di Moderato cantabile ha dei punti in comune con il lavoro che Anja Lechner aveva svolto sulla musica dell’armeno Georges Ivanovič Gurdjieff nel precedente Chants, Hymns and Dances (con Vassilis Tsabropoulos), mentre Couturier ha una lunga esperienza sulle composizioni dello spagnolo Federico Mompou. In più ci sono le composizioni dello stesso Couturier a completare un’offerta musicale raffinata e di grande fascino. L’esecuzione dal vivo ha mostrato inoltre la grande comunicativa dei due solisti, la cui eccellenza è nota da anni.



Ecm Festival Forum Merzhausen di Friburgo



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