Una
casetta di legno, gli interni ben visibili, illuminati da colori
caldi, si staglia isolata contro un paesaggio marino dominato dal blu
scuro, dove sabbia, cielo e acqua si confondono. Questa suggestiva
immagine, quasi magrittiana, campeggia sulla locandina del nuovo
allestimento di Casa di bambola di Henrik Ibsen –
adattamento e regia di Roberto Valerio –, al suo debutto
in prima nazionale al Teatro Manzoni di Pistoia.
Si
apre il sipario e sembra di essere allinterno della piccola
abitazione: sedie, poltrone, sofà e un enorme scaffale che ospita
cassetti, scomparti, un albero di Natale inserito a incastro, una
libreria dai volumi smaccatamente finti. Il grande mobile verticale,
con le sue tonalità anonimamente grigie, ricorda ironicamente le
soluzioni abitative Ikea, dando la sensazione di una moderna scatola
domestica efficiente, neutra, soffocante. Appoggiata allo scaffale,
la scaletta su cui si arrampica lo “scoiattolo-Nora” per
raggiungere il ripostiglio dove nasconde indistintamente i dolcetti
proibiti e le carte compromettenti. Ma il fondo della scena si
increspa dando luogo a forme tondeggianti e semicircolari creando
così «uno spazio onirico che trasfigura la realtà in miraggio,
delirio, allucinazione, incubo», secondo le parole del regista.
Decisamente più realistica la scena di Una casa di bambola,
regia di Andrée Ruth Shammah, allestita in contemporanea al
Teatro della Pergola: un elegante salotto dominato da tonalità rosa
pastello.
La
dimensione di sogno in cui Valerio avvolge la propria interpretazione
della pièce ibseniana è sottolineata da un efficace gioco di luci
(a cura di Emiliano Pona) e da alcuni effetti sonori: il
rumore delle onde che segna i passaggi più significativi evoca
immediatamente una possibile parentela tra Nora ed Ellida,
protagonista della Donna del mare. Il mare, dunque, come luogo
del mistero, spazio aperto sconosciuto e affascinante, irresistibile
richiamo di libertà. Meno convincente il ricorso alle voci
registrate che in due momenti dello spettacolo sembrano animare gli
incubi della signora Helmer popolati soprattutto dalle tre figure
maschili del dramma. Coerentemente con questa chiave di lettura, i
personaggi di Torvald, Krogstad e Rank appaiono talvolta come
fantasmi evocati dalla protagonista (idea suggestiva che però non
sempre riesce a trovare una piena realizzazione, forse penalizzata da
musiche “da thriller” più convenzionali che inquietanti). Come
osserva Roberto Alonge,
«non cè un accidente che irrompe, da fuori, su Nora. Il
dato esterno è assai meno importante di quanto possa sembrare a
prima vista» (Introduzione a Ibsen, Casa di bambola,
Mondadori 2011, p. 30).
Un momento dello spettacolo © Marco Caselli Nirmal
Linterpretazione
“psicanalitica” del dramma ibseniano mette in luce gli aspetti
più complessi e ambigui del testo: una donna-bambina intrappolata in
una perenne condizione di minorità da una società chiusa e crudele
e da un marito-padre tanto affettuoso quanto opprimente; limprovviso
crollo delle certezze fornite da questo impianto claustrofobico ma
allo stesso tempo rassicurante; la rinuncia al ruolo di bambola, da
parte di Nora, solo nel momento in cui Torvald, alla prova dei fatti,
si dimostra incapace di sostenere fino in fondo il ruolo delluomo
forte e protettivo tanto millantato a parole.
Molto
è stato scritto a proposito dellambivalenza della protagonista,
considerata da alcuni critici una “femminista di comodo”, che
segue la strada dellemancipazione solo quando si rende conto che
lo sposo-padrone non è in grado di difenderla (è questo il
“meraviglioso” che dovrebbe accadere per salvare il matrimonio).
Ma, a parere di chi scrive, tra le pieghe del testo cè qualcosa
di più: Nora vorrebbe, è vero, una forte presa di posizione da
parte del consorte, ma non sarebbe mai disposta ad accettarne il
sacrificio. Nel drammatico confronto finale si fa strada la sua
necessità di essere trattata, finalmente, come un «essere umano» e
di uscire dalla «stanza dei giochi» in cui lei stessa, fino a pochi
istanti prima, si era volentieri cullata. Emerge così una figura
sfuggente e sfaccettata, fragile e forte allo stesso tempo, di
sconvolgente modernità. Non a caso Eleonora Duse, nella sua
incessante ricerca, trovò in Casa di bambola e più in
generale nella drammaturgia ibseniana lo slancio necessario per
unulteriore innovazione della sua arte.
Valentina
Sperlì, chiamata a misurarsi con un personaggio tanto complesso,
si dimostra allaltezza dellarduo compito, con
uninterpretazione a tutto tondo in grado di cogliere ogni
sfumatura del testo. La vocalità spazia con naturalezza dai
“cinguettii” delle zuccherose scene coniugali ai toni suadenti
della scherzosa seduzione nei confronti del dottor Rank, dalle “note”
basse dei monologhi più introspettivi alla declamazione franta e
dolorosa dellultima scena. La fisicità agile e aggraziata
dellaffascinante mogliettina si spezza anchessa durante
lesecuzione della tarantella, forse il punto più alto dello
spettacolo (“gratificato” giustamente da un applauso a scena
aperta): Nora diventa un corpo inerte nelle mani del marito, che la
plasma a suo piacimento rendendola una marionetta dai movimenti
meccanici e disarticolati e dal sorriso stereotipato. Unidea
semplice, ma ricca di riferimenti culturali (dal mito di Pigmalione
alla Supermarionetta di Craig, accostamento che getta una luce
metateatrale sul rapporto tra Nora-attrice e Torvlad-regista),
vivificata, sul palcoscenico, dalla calibrata energia dei due
eccellenti interpreti.
Un momento dello spettacolo © Marco Caselli Nirmal
Danilo
Nigrelli offre un vivace ritratto di Torvald: più nevrotico che
paternalista, sembra un piccolo despota che non riesce fino in fondo
ad esercitare la propria autorità, assumendo nel finale tratti quasi
grotteschi. Fin troppo sulfureo il Krogstad di Roberto Valerio: se
nella sua scena iniziale lattore-regista riesce a dosare
perfettamente sottomissione e minaccia, nel prosieguo della
rappresentazione i tratti “demoniaci” tendono a prendere il
sopravvento. Il personaggio dello squallido ricattatore acquisisce
così un rilievo quasi protagonistico che non gli compete, reso più
forte da alcune controscene inserite a suo beneficio, ma riesce
infine a trovare una sua dimensione umana nel confronto con Kristine
(una Carlotta Viscovo più giovanile di quanto il ruolo
richieda). Ottimo Massimo Grigò, elegante e malinconico nei
panni di Rank.
Un
cast equilibrato e bene amalgamato, che sembra aderire pienamente
alle suggestioni registiche. Lo stesso non si può dire degli attori
coinvolti nellallestimento firmato Shammah il quale, offrendo
unoriginale interpretazione del rapporto tra i due protagonisti,
dovrebbe trovare la sua cifra distintiva proprio nellinterpretazione
femminile, e soprattutto in quella maschile. Qui Nora è lindiscusso
meneur de jeu, che mette continuamente in crisi le certezze
del marito e degli altri personaggi. La chiave di lettura offerta
dalla regista vuole che Torvald, Rank e Krogstad siano tutti
incarnati dallo stesso attore: una sfida che Filippo Timi
vince solo a metà. Limpegno profuso in unimpresa certo non
facile e la forza comunicativa dellinterprete non si discutono;
apprezzabile lintento di conferire spessore umano a Torvald e di
cercare unefficace caratterizzazione per il dottor Rank (che
sfocia però a tratti nel macchiettistico), ma in definitiva le tre
figure non sembrano molto ben differenziate, soprattutto sotto il
profilo vocale. Inoltre si può notare – almeno per quanto riguarda
lultima replica fiorentina dello spettacolo – come il divo a
volte prevalga sullinterprete, con atteggiamenti di eccessivo
gigionismo.
Soprattutto
nel finale il divertente gioco metateatrale dellalternanza nei
diversi ruoli, che innesca la complicità degli spettatori, rischia
di stemperare fin troppo la tensione che invece dovrebbe pervadere la
scena. E anche la scelta di rendere Torvald assoluto protagonista
della tarantella sembra andare nella direzione di esaltare la
simpatia dellattore, beniamino del pubblico: siamo lontani dalla
spietata analisi delle dinamiche di coppia che la regia di Valerio
svolge così bene attraverso la stessa danza. Dal canto suo, Marina
Rocco ha la presenza e la grazia necessarie per incarnare la Nora
fascinosa e determinata voluta da Shammah; manca però forse della
maturità richiesta dal ruolo e la sua interpretazione risulta troppo
spesso monocorde e priva di sfumature.
Un momento dello spettacolo © Marco Caselli Nirmal
Se
anche lallestimento visto al Teatro della Pergola si caratterizza
per una lettura intelligente e originale, quello pistoiese risulta
più equilibrato e convincente. Ladattamento di Valerio ha il
merito di sottolineare i punti nevralgici della drammaturgia
scegliendo unimpostazione essenziale, priva di orpelli. Ridotti al
minimo gli interventi dei personaggi di contorno, tagliata la scena
del gioco tra Nora e i bambini, che invece acquista uno spazio
considerevole (e un sapore un po bozzettistico) nello spettacolo
fiorentino. Le scene di Giorgio Gori e i costumi di Lucia
Mariani proiettano la vicenda in un passato che dialoga con la
contemporaneità.
A
parte qualche limite precedentemente segnalato, la messa in scena
pistoiese risulta efficace. La regia si caratterizza per lottima
direzione degli attori, per la capacità di cogliere anche gli
elementi comici sottesi al dramma e per alcune idee interessanti,
come la già citata scena della tarantella, levocazione di un vero
e proprio stupro consumato nel “nido” coniugale poco prima della
sua distruzione e lo spiazzante finale: Nora, rimasta sola in scena,
dice a sé stessa le sue ultime battute (straniante il momento in cui
restituisce lanello a un inesistente Torvald) e si toglie la
parrucca “sbarazzina” per assumere finalmente le sembianze di una
donna matura. Lo spettatore si aspetterebbe a questo punto la celebre
uscita di scena che destò tanto scandalo nel 1879. E invece la
protagonista torna sui suoi passi: muovendosi come spinta da una
forza estranea, finisce per accasciarsi, stanchissima, ai piedi del
sofà, elemento centrale del salotto borghese. Tuttavia latmosfera
onirica che avvolge lazione crea nuove ombre e incertezze: e se
fosse, anche questo, un altro incubo di Nora?
|
|