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Villa Faust

di Renzo Ricchi
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Data di pubblicazione su web 02/12/2015  

Drammaturgo, poeta e narratore, già giornalista della Rai, Renzo Ricchi (1936) ha affrontato la prova del palcoscenico per la prima volta nel 1975, con Toscana libera, testo messo in scena al Teatro Metastasio di Prato per la regia di Giovanni Folli ed edito nello stesso anno da Guaraldi. Da allora, la vena teatrale dell’Autore si è rinvigorita, traendo alimento dal continuo esercizio poetico, spesso trasferito in musica e in voce, e da una scrittura anche critica. Mentre è in corso di pubblicazione il suo teatro per Genesi di Torino, si propone qui di seguito Villa Faust, dramma in tre atti scritto fra il 2001 e il 2002 e uscito per la prima volta su «Sipario» nel 2002 (n. 633, con introduzione di Francesco Tei). Il testo è stato sottoposto a revisione dall’autore in vista di un progetto di messinscena di Pierluigi Pieralli al Teatro della Pergola di Firenze. (Teresa Megale)



VILLA FAUST
Dramma in tre atti


Ogni epoca ha il suo Faust.
(Soren Kierkegaard)

 

Personaggi

Vecchio

Rodolfo / Angelo

Padre

Madre

Dott. Paulus

Segretario

Elsa (infermiera, estetista, massaggiatrice)

Hercules

Milica

Giornalaio (fuori scena), un cameriere, due operai, un motociclista, una donna-windsurf, pattinatori, una donna-tennis, un uomo-tennis

                                                                

Primo atto

Scena piuttosto buia. S’intravedono libri dappertutto (eventualmente usare anche proiezioni). Sul fondo, ad angolo a destra, una scrivania anch’essa coperta di libri con un paralume che illumina il volto di un uomo molto anziano, con radi capelli bianchi, assorto nell’esame di un volume. Indossa un abito scuro sotto la cui giacca porta una cravatta e un golf.

 

VECCHIO   (alzando la testa dal libro) Siamo come uomini neri che, in una stanza nera, cercano un cappello nero che potrebbe non esserci. Karl Popper, vecchio saggio! Non è già abbastanza se riusciamo a non impazzire? E allora, perché continuiamo a parlare di ciò di cui non si potrebbe parlare? A pensare l’inafferrabile? Davanti a tanti misteri, a tante assurdità, l’unica risposta dignitosa sarebbe il silenzio! Ma il silenzio non dà pace, non ci affranca da questa inquietudine e da questa angoscia che ci tormentano… Allora ci interroghiamo… Perché? Perché speriamo. E più si fanno deboli le certezze, più speriamo, speriamo… Che cosa? Non sappiamo rassegnarci a un mondo senza significato… Essere, poi scomparire: è terribile! Anche l’uomo più cinico non cerca che una ragione plausibile per (sottolineando) credere. In fondo all’uomo più indifferente e superficiale c’è un desiderio palpitante di eternità… La speranza trova sempre un sentiero, sia pure stretto stretto, nel cuore dell’uomo. E la speranza delle speranze è che esista Dio. Dio!... Siamo tutti un po’ divorati da Dio! Oh, fossi diventato santo! Avessi imparato a starmene assorto nel pensiero di Dio… Avessi saputo conquistare la soavità della contemplazione, realizzare l’antico sogno del rapimento mistico della mente e per questa via, di ombra in ombra, raggiungere la Verità! Entrare in quella oscurità inaccessibile che nondimeno splende! Ma chi ci riesce? Chi riesce a evitare le tribolazioni del dubbio? Vivere senza una fede è un continuo strazio e morire senza una fede… Non equivale ad avere vissuto senza paradossi, cioè banalmente? (Si alza e fa qualche passo).

Luce al centro del palcoscenico. Entra un uomo di età indefinibile.

RODOLFO   (sorridendo malinconicamente) Un tempo dubbi non ne avevi.

VECCHIO   (guardandolo) Rodolfo!...

Il Vecchio lentamente lo raggiunge.

RODOLFO   La notte ci sdraiavamo sull’asfalto, guardavamo la volta del cielo sfavillante di stelle, e parlavamo, parlavamo… Ci sembrava che sarebbe bastato allungare un braccio e avremmo toccato la veste del Creatore… (Si sdraia in terra).

VECCHIO   Com’era bello, Rodolfo! Che gioia profonda provavo! (Ripete a memoria, citando il Catechismo, come un bambino) «Dio è l’Essere perfettissimo, Creatore del cielo e della terra»… (Anche lui si sdraia accanto all’amico).

RODOLFO   A volte sui boschi splendeva la luna, attorno a noi il paese dormiva tranquillo…

VECCHIO   Nel cuore avevamo la calma certezza che là, in una di quelle case, tutti quelli che amavamo e ci amavano ci aspettavano, adagiati nel sonno dei giusti… E appena rientravo e m’infilavo nel letto gelido, subito prendevo sonno, un’allegrezza serena nell’anima… Eravamo buoni, Rodolfo.

RODOLFO   Non essere modesto: eravamo angeli.

VECCHIO   Poi ci è toccato diventare uomini. (Pausa) Una mattina, qualche giorno prima di Pasqua, entrai nella chiesa. Le suore stavano facendo le pulizie in vista delle liturgie pasquali. Avevano rimosso dall’altare maggiore il Crocifisso, lo avevano spolverato e lo avevano deposto sul pavimento. Arrivarono tre bambine sui cinque anni accompagnate da una donna, lo videro, si chinarono, lo osservarono per un po’ in silenzio, poi lo baciarono sulla fronte, sotto la corona di spine, come avrebbero fatto con un fratello o un compagno malato, e passarono le dita delle mani sulla ferita del costato, un’espressione di compassione sul volto. Una si voltò verso la donna e mormorò: «Ma poi risorge»… con un tono che cercava conferma. «Certo», rispose la donna, «poi risorge, risorge». E le bimbe risero, contente.

RODOLFO   La lunga, disperata speranza degli uomini che Dio esista e li attenda: non basta questo perché meritino di non essere delusi?

VECCHIO   No, non basta.

RODOLFO   Gesù dice agli apostoli: «Ogni cosa che domanderete con fede, l’otterrete».

VECCHIO   Gesù, il più tenero, il più generoso degli idealisti…

RODOLFO   Senza religione non c’è conciliazione tra Dio e il mondo, tra l’Essere e il Nulla…

VECCHIO   Non è detto. E poi… Sei sicuro che ci sia proprio un dissidio?

RODOLFO   Senza fede, non c’è pace.

VECCHIO   Che bello: sei rimasto un ragazzo. (Rialzandosi a fatica) Comunque, la nostra sorte si decide qui. Continuare a guardare con gli occhi dell’innamorato il palpito delle stelle non risolve… Può illudere, come ogni innamoramento… L’uomo inventa le sue fiabe e a volte finisce col credere che siano vere…

RODOLFO   Per amore.

VECCHIO   Sì, per amore di se stesso e della vita.

RODOLFO   (sedendosi sul pavimento) Per bisogno di certezze.

VECCHIO   Le uniche certezze sono questo tempo limitato che abbiamo e questo corpo che degrada. Tra queste due uniche verità dobbiamo riuscire a trovare un po’ di felicità.

RODOLFO   Tu l’hai trovata?

VECCHIO   (allontanandosi verso il tavolo, pensoso) No. Ma ho cercato a lungo l’Assoluto. Io annaspavo, e il tempo fuggiva, sardonico. Il tempo è l’istrione del mondo…

RODOLFO   Perdere la fede dev’essere come rimanere in balia del mare in tempesta…

VECCHIO   Ma tu, dimmi, come hai fatto a mantenere la tua?

RODOLFO   La fede è un dono, nient’altro. L’aveva ricevuto mia nonna – una fede perseverante a prova di tutto – e lei, inconsapevolmente, lo trasmise a me. Nello specchio della sua fede ho scoperto che c’ero anch’io, a volte con slancio, altre volte irrequieto e perfino recalcitrante, ma sempre in quel suo specchio, come un bimbo tenuto per mano…

VECCHIO   Un dono, dici. Sì, forse… Molte cose possono essere un dono… La salute, l’amore, il successo, la bellezza… Ma perché qualcuno, questi doni, li riceve, e qualcun altro no? A me hanno regalato il mare in tempesta.

RODOLFO   L’intelligenza, quella tua particolare intelligenza, che ti ha spinto a indagare, interrogare…

VECCHIO   A dannarmi la mente.

RODOLFO   Dai, la mente ti ha dato anche gioia…

VECCHIO   È vero, immergersi in certi libri, in certe riflessioni, nel pensiero di certi uomini, collegarli a volte con la musica, la poesia, lo spettacolo del mondo…  

RODOLFO   (ridendo) È piacere, no?

VECCHIO   Sì, ci sono momenti di un piacere profondo. Ma poi resti sempre nudo davanti a una porta…

RODOLFO   La mente deve accettare il mistero con umiltà. Veniamo da un enigma e procediamo verso molti enigmi. Ma restiamo sempre nel grembo materno dell’universo. Nell’immensa, straordinaria  intelligenza del cosmo… Miliardi di costellazioni di miliardi di stelle, leggi e regole esatte, complicate ma semplici… L’essenza ultima delle cose è percepibile solo al sentimento religioso…

VECCHIO   Religione: sogno e angoscia dell’uomo che prende coscienza della solitudine, della morte, della sua impotenza…

Rodolfo esce di scena ma il Vecchio non se ne accorge. Tutto torna in penombra. Il Vecchio siede nuovamente al suo tavolo.

VECCHIO   Inutile tormentarsi. Non ci sono approdi per la nostra mente. C’è veramente un confine tra la materia e lo spirito? Il mondo è una gigantesca macchina o un gigantesco pensiero? Proveniamo da una nube rovente di idrogeno e da stelle arse ed esplose miliardi di anni fa… (Afferra un libro, l’osserva) Un tempo le molecole che oggi formano questo oggetto fluttuavano nel vuoto, un pugnetto di quella nube… Veniamo da tenebre assolute e temperature inconcepibili, da un universo intriso di radiazioni e di un plasma di gas vorticoso… Da fiumi di calore… Da una fornace ardente… Gigantesca eiaculazione di Dio? Ovunque un inesausto vorticare di particelle… E noi qui, a tentoni… «Cercate la verità, cercate la verità», dicevo ai miei studenti e così li condannavo al disastro. Chissà quanto mi odiano quelli che mi hanno dato retta. (Sferra un pugno sul tavolo) Non esiste la Verità! Non c’è che il tempo che passa rapido e indifferente e ci porta alla morte. Il tempo è la vera tragedia umana perché è inafferrabile e inarrestabile e fa sì che tutto si trasformi, continuamente, in eternità, sì, ma eternità del passato… Forse ha ragione Heidegger: non appena giunge alla vita, un uomo è già vecchio abbastanza per morire… Ho sprecato invano la mia vita… Ho riempito di niente la mia solitudine… Ho lavorato, sognato, amato invano…

Luce nell’angolo opposto alla scrivania, sul proscenio. Un uomo giovane sta spaccando dei ceppi di legna. Ha l’aria vigorosa, indossa una maglia di lana con le maniche arrotolate fino al gomito.  Entra, poco dopo, la moglie, in abiti modesti, col grembiule.

MADRE   (rivolta al marito) Con questo freddo, ti prenderai una polmonite.

PADRE   Mai avuto freddo in vita mia. (Dopo una breve pausa) Lui dov’è?

MADRE   Studia. Studia sempre, quel ragazzo…

VECCHIO   (con voce limpida, giovanile) Rosa rosae rosae, rosam rosa rosa…

MADRE   Speriamo non si stanchi troppo.

PADRE   Smetti di preoccuparti sempre per lui, è un uomo.

MADRE   È un ragazzo. Ed è così fragile…

Il Vecchio si alza e lentamente si muove verso il centro della scena.

MADRE   Vado a portargli un bicchiere di latte caldo col miele. Gli piace tanto… (Fa per uscire)

VECCHIO   No, no, mamma, ti prego, resta lì…

PADRE   (guardandolo) Hai terminato le lezioni?

MADRE   Lascialo stare: ha il diritto di riposarsi, ogni tanto. (Al Vecchio-figlio) Piano piano si fa tutto, vedrai. Non preoccuparti.

VECCHIO   Mamma, papà, perché mi avete amato tanto? La vostra tenerezza mi ha rovinato…

MADRE   E che abbiamo fatto di così straordinario, figlio?

VECCHIO   Da bambino mi sentivo il centro del mondo… Tu, mamma, non facevi che dire che ero bello, intelligente, buono, mi coprivi di attenzioni, di carezze. E tu, papà…

PADRE   (fingendo un tono severo) Io ero un uomo duro, un po’ rustico, lo so…

VECCHIO   (sorridendo) Non ricordo di avere avuto una sola punizione, da te… Quando esageravo in qualche capriccio facevi gli occhiacci: «Ora ti aggiusto io!», dicevi. E mi “aggiustavi”, sì, mi “aggiustavi” proprio! Mi sollevavi tra le braccia e mi facevi volare in aria. Com’eri forte, papà! Se urtavo in qualche mobile mentre correvo, o cadevo, mi mettevo subito a frignare, anche se non mi ero fatto niente, e volevo che tu lo picchiassi, quello spigolo del tavolo, quel pavimento, rei di avere sfiorato il mio corpo… Il mio corpo sacro… E tu li picchiavi! Poi, per lenire il mio dolore, prendevi la mia mano, o la mia testa, o la mia gamba, tra le tue grandi mani e sul punto offeso davi tre piccoli baci. E il mio male passava come per un incantesimo…

PADRE   Sciocchezze che fanno tutti i genitori…

VECCHIO   La domenica mattina era una festa saltare e giocare sul vostro lettone. E la sera, prima di cena, ce ne stavamo in quel nostro piccolo tinello e io ne facevo di tutte, al centro della stanza: ballavo, piroette, mi nascondevo sotto il tavolo e voi dovevate venire a stanarmi. E poi i nostri duelli, papà: ricordi? Vincevo sempre io, non c’erano spadaccini più bravi di me… Eravate il mio pubblico e i miei compagni di giochi, mi beavo della vostra pazienza, dei vostri sorrisi, dell’ammirazione con cui mi osservavate… Se rompevo qualcosa e vi guardavo preoccupato… «Non fa niente», questa era la vostra punizione. Non fa niente, piano piano…

MADRE   Tutti i genitori amano i propri figli…

VECCHIO   Forse. Ma il vostro amore era speciale. Noi tre, eravamo speciali. Tu, mamma, cantavi sempre. Accudivi la casa e cantavi… Cucinavi, sentivo il profumo delle melanzane alla parmigiana, e tu cantavi, cantavi… Mi facevi assaggiare la tua salsa di pomodoro fresco… Al mattino amavo l’orzo, e tu mi preparavi l’orzo, magari con dei pezzetti di ricotta dentro… A merenda amavo pane burro e zucchero e tu mi davi pane burro e zucchero… A Natale facevo il poeta e inventavo stupide filastrocche e voi, lì, beati, a battermi le mani… Dio, come mi avete viziato!

MADRE   «Che naso, che bocca, che peli alle orecchie! Son proprio bello! Mi levo il cappello e son Fortunello!».

PADRE   (con gioia infantile) «Mi levo il cappello e son Fortunello!». Sì, diceva proprio così! Quanto ci facevi ridere!

VECCHIO   E ogni pretesto era buono per farmi un regalo, una sorpresa…

MADRE   Chi ama ha voglia di fare regali. Ti eravamo così riconoscenti per essere nato...

PADRE   Vediamo, qual è il regalo che ti è rimasto più in mente?

VECCHIO   Quando conseguii la licenza elementare, papà, mi portasti a Roma. Io e te soli. Tutto il giorno giravamo dandoci la mano fra quei grandi monumenti, tutti quei giardini, quelle fontane, e io trotterellavo, trotterellavo, a volte mi sentivo svenire dalla stanchezza ma non te lo dicevo perché ero troppo felice. Stavamo in una pensioncina del centro, faceva caldo. Il pomeriggio ci buttavamo sul letto per riposare un po’ ma prima di assopirci cantavamo a squarciagola, mi raccontavi persino barzellette spinte. Sì, sì, papà, le prime barzellette spinte me le raccontasti in quella occasione!

PADRE   Ormai eri grandicello. Già ti piacevano le ragazze. Quando ne incontravamo una particolarmente attraente ci lanciavamo uno sguardo d’intesa e tu ridacchiavi sotto i baffi, malizioso. Avevamo gli stessi gusti.

MADRE   Che mascalzoni!

VECCHIO   Sai cosa mi piaceva molto di te, papà?

PADRE   (con curiosità infantile) Cosa? Cosa?

VECCHIO   L’odore di tabacco che usciva sempre dalle tasche delle tue giacche.

MADRE   (col tono di sgridarlo ) Avevi quel viziaccio di tenere le sigarette sciolte nelle tasche…

VECCHIO   Eri un vero uomo, papà.

MADRE   Anche troppo!

PADRE   (imbarazzato) Ero un uomo semplice. Amavo la mia famiglia e il mio lavoro…

VECCHIO   Poi lasciammo il paese e andammo nella grande città…

PADRE   Dovevamo portarti dove avresti potuto avere un futuro…

VECCHIO   (con autoironia) Infatti trovai la mia strada, come si dice… Ma voi ve ne andaste… Tornaste al paese… Come poteste farmi questo? Perché?

MADRE   Ci mancava il nostro piccolo mondo. Eravamo gente alla buona…

PADRE   Volevamo tornare all’innocenza di quando eravamo giovani, e tu eri piccolo… In città non c’era innocenza…

MADRE   E volevamo morire nella nostra terra, tra la nostra gente…

PADRE   Non immagini quanto ci sei mancato. Ma tu ormai ti eri sposato, lavoravi, avevi una famiglia…

MADRE   Non potevamo immaginare che il tuo matrimonio sarebbe fallito…

VECCHIO   Dopo tanto amore… Sprofondai nella solitudine… A volte avevo voglia di fare una partita a scopa con te, papà… Ma non c’eravate più. Dovermi accontentare delle vostre voci al telefono mi riempiva di rabbia e di tristezza.

MADRE   Anche noi siamo stati malati di nostalgia. I ricordi erano la mia compagnia e la mia croce… Andavo su e giù per la casa e ricordavo, ricordavo… Soprattutto di quando tornavi da scuola, da bambino ma anche quando eri già grandicello, e a primavera mi portavi sempre un mazzolino di margherite bianche… Arrivavi col braccino dietro la schiena, mi guardavi raggiante e mi tendevi quel piccolo tesoro che io mettevo subito in un bicchiere d’acqua perché non appassissero… A volte c’erano mazzolini in ogni angolo della casa… 

Il Vecchio abbassa la testa, fa per voltarsi come volesse tornare alla scrivania. È incerto.

MADRE   Che succede, figlio mio?

VECCHIO   Quando stavi per morire… Non facevi che ripetermi: «Non dimenticarmi mai, non dimenticarmi mai»…  E come avrei potuto dimenticarti, mamma?

MADRE   In quei momenti…

VECCHIO   ( di scatto, con rabbia) Per tutta la vita ho pagato con la solitudine l’amore di quel pugno d’anni, mamma! Per tutta la vita ho sofferto di solitudine per quell’abbandono…

PADRE   Non rivolgerti così a tua madre!

MADRE   No, non trattarlo male, poverino… È il destino degli uomini, figlio mio. Perdere i genitori, perdere i figli…

Lentamente la scena torna in penombra. La Madre e il Padre escono. Il Vecchio si porta al centro del palcoscenico.

VECCHIO   Per anni la cultura mi è sembrata l’unica medicina che potesse dare dignità e serenità alla mia vita… Forse, pensavo, posso riempire i giorni e le ore col pensiero, la musica, l’arte… Le note di una sinfonia, le parole di un poeta, le riflessioni di un filosofo, i colori di un quadro… E intanto invecchiavo, invecchiavo… Come ha corso il tempo! Per la natura non valiamo più d’una formica, d’una foglia… La solitudine vera, quella che bussa perenne al cuore dell’uomo come un incubo, è colpa dell’universo… È nell’universo che ci siamo perduti… Io, e tutt’intorno il vuoto, il silenzio… Il Nulla, o il Tutto: cosa cambia? Il rapporto con noi è smisurato… E questa maledetta vecchiaia! Che umiliazione! Poter tornare nel fremito senza pace della vita, nel turbinio degli eventi! Ritrovare la febbre del vivere e del desiderio! Ribellarsi alla sconfitta della normalità! Gioire e soffrire ma vivere, vivere, perdio! Non pensare, non studiare, non ascoltare: vivere! L’azione per il piacere dell’azione, abbandonarsi agli impulsi puri, animaleschi, rifiutando i limiti impostici dal buonsenso e dalla morale… Ormai so che la felicità non ha niente a che spartire con lo spirito, né con la ragione… Che l’unica cosa che conta è la passione, il fuoco delle possibilità… Oh, tornassi giovane! Spezzerei tutte le catene, divorerei le giornate a morsi, ne succhierei ogni nettare! Vorrei naufragarci dentro fino alla mia ultima molecola!

Pausa. Suonano alla porta. Il Vecchio sussulta, resta per un po’ attonito, poi va a d aprire.

GIORNALAIO FUORI SCENA   (con voce ironica e un po’ nasale) Le ho portato i giornali, professore. Auguri!

VECCHIO   (sgarbato) Auguri di che?

GIORNALAIO FUORI SCENA   (stesso tono di voce) Legga, legga! Qualcuno, in città, ha vinto la super lotteria. Lei l’ha comprato il biglietto, professore?

VECCHIO   (improvvisamente allegro) Certo, che l’ho comprato. Anzi, precisiamo: la barista, col caffè, me l’ha rifilato!

GIORNALAIO FUORI SCENA   Allora controlli: magari ha vinto lei…

VECCHIO   Figurarsi! E poi che me ne farei, ormai, di tutti quei miliardi?

GIORNALAIO FUORI SCENA   Semmai li regali a me…

VECCHIO   (divertito) D’accordo. (Richiude la porta, distende il giornale sulla scrivania) Vediamo un po’ se sono diventato ricco… Sarebbe proprio buffo… (Cerca sul tavolo la ricevuta della lotteria, la trova, si aggiusta gli occhiali e controlla. Qualche istante di silenzio. Improvvisamente, con un movimento brusco che rovescia la sedia) Mio Dio!

 

Secondo atto

La scena riproduce la suite lussuosa di un “beauty center” personalizzato: è un po’ salotto, un po’ camera da letto e un po’ palestra. Sul fondo a sinistra un ombrellone e due sdraio nelle quali siedono due uomini che sorseggiano una bevanda: uno, il più anziano, indossa il camice bianco; l’altro è vestito con giacca e cravatta. Accanto a una delle due sdraio, un piccolo tavolo con sopra il telefono e un registro. Nell’angolo opposto un letto con baldacchino con accanto, al posto del comodino, un mappamondo molto grande. Sempre sul fondo, al centro, un televisore gigante su cui ogni tanto scorrono giochi da Play Station. Qua e là morbidi cuscini e fiori. Strumenti e attrezzi disposti sul palcoscenico: un letto da visita coperto da un telo bianco; un apparecchio per l’abbronzatura integrale; una cyclette; una struttura per il sollevamento pesi; una pedana scorrevole elettronica per il footing. Altri attrezzi da ginnastica più piccoli sono disposti su un ripiano (manubrio con ruzzole, un elettrostimolatore per pancia e fianchi, un estensore, racchette da tennis, eccetera). Il palcoscenico è attraversato in diagonale da una rotaia, ad un terminale della quale è appoggiata una tavola da wind-surf con la vela già montata (serve per le esercitazioni simulate). Dall’esterno giungono le note di una musica moderna, aggressiva e sensuale. Appena si apre il sipario uno dei due uomini seduti, quello col camice bianco, si alza e scoppia in una risata.

 

DOTT. PAULUS   (con la voce del giornalaio) «Voglio rinascere nel segno del piacere, ritrovare l’efficienza fisica della giovinezza, fare le esperienze più stimolanti ed estreme!». (Rivolto all’altro uomo) Imbecille! Ha un piede nella fossa e crede, perché è pieno di soldi, di poter sovvertire le leggi della natura. Vuol fare il giovincello, il professore! La liposuzione per asportare i rotoli di grasso e di pelle sulla pancia, il lifting delle cosce e della faccia, la mesoterapia, l’idrolipoclasia ultrasonica… E poi le creme, la ginnastica, i massaggi, i profumi, la mondanità, il gioco, i viaggi in terre esotiche… Ora vorrebbe addirittura prendere il brevetto di pilota! Figuriamoci se lo danno a lui, rincoglionito e guercio com’è. Ma a noi tutto questo conviene, vero, amico mio? Da quando è nostro ospite, le finanze vanno a gonfie vele!

SEGRETARIO   Col vento in poppa! (Squilla il telefono. Il Segretario risponde senza alzarsi, con gentilezza affettata) Qui Villa Faust, beauty center. Con chi parlo, prego? (Pausa) Buongiorno, signora. Mi dica… (Pausa) No, no, no! Non vogliamo che sia triste e malinconica! E perché, poi? (Pausa) Ma questi, per noi, non sono problemi, signora! Qui non si viene soltanto per dimagrire ma anche per disintossicarsi, per ritrovare l’equilibrio psicofisico… Il nostro slogan è: benessere, salute, bellezza, piacere, felicità! Qualche giorno qui e ritroverà la linea, la tonicità, il fascino e l’allegria: glielo garantisco, signora… (Pausa) Ma certo! Noi usiamo tecniche di medicina naturale, un’alimentazione semplice e gustosa nel rispetto della migliore tradizione mediterranea… (Pausa) Quindi arriverebbe la prossima settimana? Benissimo: la prenoto subito. (Prende il registro dal tavolinetto, scrive) Mi dica gentilmente il suo nome…, indirizzo postale e telematico…, il numero della sua carta di credito… Posso permettermi di chiederle l’età, signora?... Lei è ancora una fanciulla, cara signora! E quando uscirà di qui sarà una liceale! Allora l’aspettiamo. Vedrà, il nostro ambiente è raffinato e raccolto, immerso nel verde, a seicento metri di altezza, con un panorama che spazia fino al mare. A presto, signora. E grazie. (Riattacca il telefono; al Dott. Paulus, strofinando le mani) Sessantenne depressa cerca elisir di giovinezza…   

DOTT. PAULUS   E noi la faremo ringiovanire.

SEGRETARIO   Come il professore.

DOTT. PAULUS   (ridacchiando) Lo abbiamo tirato a lucido, eh? Persino l’abbronzatura integrale, e i capelli “nuovi”… Ora dov’è il cretino?

SEGRETARIO   A lezione di danza. Vuole imparare i balli moderni.

DOTT. PAULUS   Speriamo che non ci resti secco. Hai detto all’insegnante di trattarlo con cautela? Dobbiamo farlo durare, il pollo…

SEGRETARIO   È stata istruita a dovere.

DOTT. PAULUES   Hai pagato la puttanella?

SEGRETARIO   Ha avuto il suo. Ha detto che… c’è voluto un po’ di tempo ma ci è riuscito.

DOTT. PAULUS   Lo credo: l’avevamo imbottito dei più… giovanili ritrovati!

SEGRETARIO   Gli è costata cara!

DOTT. PAULUS   Il bello è che ha creduto che lei fosse una turista di passaggio…

SEGRETARIO   Quello ha scopato poco, nella vita.

DOTT. PAULUS   Ha fatto sesso coi libri… (Scoppiano a ridere) Proseguono le lezioni di wind-surf?

SEGRETARIO   Diamine! Anche oggi potrà veleggiare. Il maestro arriva tra poco.

DOTT. PAULUS   Sarà soddisfatto, il mentecatto! Qui ha tutto. A proposito, quando arriva il gommone per il rafting?

SEGRETARIO   Da un momento all’altro.

DOTT. PAULUS   Hai ordinato anche le attrezzature? Non deve succedergli niente, mi raccomando. È la nostra gallina dalle uova d'oro.

SEGRETARIO   Le marche più care e più sicure. Ormai gli manca solo il costume da Batman.

DOTT.PAULUS   Lasciamo stare: costa troppo poco.

Squilla il telefono.

SEGRETARIO   Pronto, chi parla? Mi dica, signora. (Pausa) Certo, facciamo anche interventi di chirurgia estetica. (Pausa. Strizzando l’occhio al Dott. Paulus) Liposcultura a zone, lipoaspirazione con modellamento della silhouette, modellamento dei glutei, mammoplastica riduttiva e additiva, plastica addominale, mini-lifting o lifting totale, blefaroplastica, profiloplastica, rinoplastica… Tutto facciamo, signora. (Pausa) Certo, anche interventi di depilazione definitiva dell’inguine, delle braccia, del torace, dei baffetti, delle ascelle, dei glutei, della schiena… (Pausa) Vorrebbe venire venerdì? (Sfogliando il registro) Le dico subito se c’è posto, signora… Sì, c’è una bella camera vista giardino… D’accordo. Mi dà le sue generalità, per favore? La sua carta di credito?.... A presto, allora, e grazie di aver pensato a noi. (Riattacca il telefono. La musica, all’esterno, cessa)

DOTT. PAULUS   Eccolo, arriva il ballerino.

Qualche secondo di attesa ed entra in scena il Vecchio, a passi di danza. È quasi irriconoscibile. Porta una parrucca bionda, il suo volto è abbronzatissimo e abbronzate sono anche le parti del corpo che s’intravedono. Indossa una tuta molto appariscente, scarpe da ginnastica. Il suo ingresso deve suscitare ilarità. Il Dott. Paulus e il Segretario gli vanno incontro.

VECCHIO   Ballare, ballare, com’è eccitante!

DOTT. PAULUS   È brava, l’insegnante?

VECCHIO   Brava e seducente. Quando si muove, fa venire i brividi!

SEGRETARIO   Professore, lei è un donnaiolo impenitente!

VECCHIO   Le donne! Le donne!

DOTT. PAULUS   Adesso ci vuole un bel massaggio.

VECCHIO   Dottore, lei è un santo. Sì, faccia venire la bella Elsa.

Il Vecchio si toglie la casacca sotto la quale indossa una canottiera blu sportiva, attillata e molto sbracciata. Il Segretario esce e rientra con Elsa, una giovane donna molto sexy, vestita succintamente.

ELSA   Dov’è il mio giovanotto? Eccomi a sua disposizione, come sempre, professore!

VECCHIO   Che Dio la benedica. Senta: lei sa ballare?

ELSA   (Dopo un attimo di esitazione e uno sguardo d’intesa col Dott. Paulus) No. Non ho orecchio, io, per la musica. (Comincia a massaggiarlo)

VECCHIO   (mugolando) Non sa cosa si perde. Più in giù, Elsa, sì. Proprio lì… Meraviglioso!... Che sciocchezza fece Platone quando divise l’uomo in anima e corpo – e come c’è cascato, il cristianesimo! (Con un gemito di piacere) Oh! Elsa, non c’è che il corpo, creda a me… Cosa abbiamo di più sicuro? Cosa di più importante?... Oltre alla giovinezza e alla bellezza, naturalmente: sono i valori più rari, questi, che ingentiliscono il mondo perché sono vivi… L’estetica, dicono, ha preso il posto dell’etica. E non è giusto così? La Creazione, non è una vistosa esibizione di estetica? Cioè di bellezza e di armonia? Essere brutti non è spiacevole quanto essere malvagi? E poi: forse che i brutti non sono anche loro cattivi, a volte? Allora, tanto vale essere belli. Certo, quando il proprio corpo invecchia, imbruttisce, viene voglia di odiarlo… Molti s’inaspriscono vedendo la propria decadenza… E odiano la natura…

DOTT. PAULUS   Bisogna opporsi con forza a questo degrado. E oggi, il corpo possiamo persino cambiarlo. Persino migliorarlo. Grazie alla scienza e alla tecnica. La tecnologia e la scienza sono strumenti inventati dall’uomo per difendersi dall’angoscia della realtà e del divenire. La chimica e la tecnica al servizio della felicità…

VECCHIO   Ma si può, con la chimica e col bisturi, cancellare dal corpo i segni lasciatici dalle infinite tempeste della vita? Potremo mai vincere veramente la sfida del tempo che passa?

DOTT. PAULUS   Bisogna avere una fiducia totale nella tecnica e nella chimica, professore. Non c’è altro in cui sperare. Del resto, professore, lei è la prova vivente che queste moderne forme di magia possono ottenere risultati eccezionali. Tutto, ormai, nel mondo, procede così. Cos’è l’agricoltura? Solo industria motorizzata dell’alimentazione più ingegneria genetica. E l’universo cos’è? Un flusso e riflusso di energia e di maestria, chimica più leggi meccaniche…

VECCHIO   Lasci stare l’universo, dottor Paulus…

DOTT. PAULUS   Lei è un sognatore, professore. Miliardi di galassie ruotano lassù ma ruotano nella desolazione dello spazio. Non ci sono promesse nel cosmo, né serenità: solo disperazione e inferno. Un inferno dominato dalla fisica e dalla chimica. Ammiriamo il cielo e magari ci commuoviamo guardando le stelle sfavillare ma se fossimo lassù, saremmo solo terrorizzati, annientati… C’è una feroce guerra di atomi e di corpi, lassù.

VECCHIO   (che non geme più, con voce triste) Purtroppo temo che lei abbia ragione, caro dottor Paulus. Per un po’ gli uomini hanno sperato che la scienza facesse loro conquistare la certezza della verità. Invece abbiamo capito che essa non può rispondere a tutte le nostre domande. Questi limiti della scienza veramente aprirebbero uno spazio nuovo all’invocazione, alla fede… Ma il disincanto della ragione ha emarginato Dio, almeno per ora, e ci ha rassegnati alla rinuncia della verità… Il mistero è sostituito dalle stupende immagini dell’universo che ci vengono dai documentari scientifici… Che fondamentalmente dicono che un giorno tutto finirà… L’espandersi della comunicazione trasforma ogni frammento di verità in una banale opinione, senza pretese assolute… Cancellate i dubbi, non fate entrare la disperazione: conquistate la grande tranquillità dell’indifferenza…

DOTT. PAULUS   Ma non dica queste cose con rammarico, professore: il progresso ci ha liberato da molti fantasmi, ci ha dimostrato che i fenomeni che ci terrorizzavano non erano generati da potenze misteriose…

ELSA   (che gradualmente ha rallentato le sue manipolazioni) Ma insomma, ora basta! Lei pensa troppo, professore, e lei, dottor Paulus, lo stuzzica… Invita la lepre a correre, come si dice. (Fingendo di piagnucolare) Non si fa così. Lei preferisce le chiacchiere alle mie mani, professore…

VECCHIO   Per carità, piccola mia, per carità! (Al Dott. Paulus) Elsa ha ragione: basta con queste elucubrazioni. Su, mi dia l’estasi…

ELSA   (riprendendo con più energia) Così va bene?

VECCHIO   Celestiale.

DOTT. PAULUS   (al Segretario) È in piena crisi: è nostro.

SEGRETARIO   Lei è diabolico, dottore.

VOCE DALL’ESTERNO   Si può?

SEGRETARIO   (alla massaggiatrice) È l’allenatore. (All’allenatore) Prego, entri pure, Hercules!

Entra Hercules. È un culturista. Sui trent’anni, alto, cranio liscio, pantaloni corti e maglietta attillata che mostra la muscolatura, ogni parte visibile del corpo coperta da tatuaggi. Espressione ebete.

DOTT. PAULUS   Il professore la stava aspettando.

VECCHIO   (scendendo, aiutato dalla massaggiatrice, dal lettino e dopo aver fatto una carezza a Elsa: con ansia puerile) Oggi andiamo in wind-surf, vero?

HERCULES   (sarcastico) Eccome no? Oggi attraversiamo l’oceano. Ma prima un po’ di ginnastica, per scaldare i muscoli.

VECCHIO   (con tono umile) Ai suoi ordini, maestro.

Entra il cameriere con un vassoio e porge al Vecchio una tazza da cui egli beve.

VECCHIO   (al cameriere) Grazie.

CAMERIERE   (con un inchino) Dovere, signore.

VECCHIO   (a Hercules) Sono a sua disposizione.

HERCULES   (con tono sgarbato e rozzo) Cominciamo con la farfalla, che aumenta la mobilità articolare della parte superiore della schiena. Se la ricorda?

VECCHIO   Dunque, la farfalla, la farfalla…

HERCULES   In piedi, gambe divaricate alla stessa distanza dalle spalle… (Il Professore esegue maldestramente) Inspiri, pieghi le braccia e sposti i gomiti all’indietro stringendo le scapole… Ora stenda gli avambracci all’indietro e verso il basso… Così… Mentre inspira, torni alla posizione di partenza e rilasci le braccia lungo il corpo… Bene, ripeta dieci volte…

Hercules si allontana, raggiunge l’ombrellone e subito Elsa gli versa da bere dalla caraffa. I due si scambiano sguardi maliziosi. Accanto a loro il Dott. Paulus e il Segretario scimmiottano il Vecchio, che prosegue a fatica l’esercizio con molte esitazioni. A un certo momento Elsa esce correndo, soffocando a stento una risata.

VECCHIO   (affannato) Va bene così?

HERCULES   (senza guardarlo) Benissimo.

VECCHIO   Ho terminato.

HERCULES   Adesso dieci canguri. Lo ricorda, il canguro?

VECCHIO   È quello delle gambe?HERCULES   (nervosamente) In piedi, gambe unite e mani sui fianchi. Inspiri, poi si pieghi sulle ginocchia. (Il Vecchio arranca molto nell’eseguire i movimenti) Espirando, faccia tre salti verso l’alto uno di seguito all’altro. (Nell’eseguire questo movimento il Vecchio cade due volte; Hercules, stizzito) Se oggi non ha voglia, se ne vada a dormire! Non ho tempo da perdere, io! Su, da capo. (Il Vecchio fa del suo meglio) Cerchi di restare sul posto… Ripeta l’esercizio qualche volta e cerchi di mantenere la schiena dritta e di toccare terra prima con la punta del piede e poi con il tallone. Non vuole rassodare gambe e glutei? E allora, coraggio, e impegno!

Di nuovo Hercules va a sedersi, disinteressato, sotto l’ombrellone. Elsa rientra e lo raggiunge. Flirtano. Il Dott. Paulus e il Segretario invece ridono alle spalle del Vecchio, facendogli il verso.

VECCHIO   (affannato) Ancora?

Il Dott. Paulus fa cenno ad Hercules d’interrompere gli esercizi.

HERCULES   No, basta così. Molto bene.

SEGRETARIO   (battendo le mani) Complimenti, professore, lei ha un fisico veramente atletico!

ELSA   (raggiungendo il Vecchio e facendo la svenevole) Lei… Mi creda, sono affascinata dalla sua vitalità… (Lo aiuta a infilarsi l’accappatoio)

VECCHIO   (con voce rotta dall’affanno e dando l’impressione di non averla sentita, come parlando a se stesso) Com’è possibile che una combinazione accidentale di molecole nel brodo primordiale abbia potuto produrre i duemila enzimi necessari al funzionamento del mio corpo?

ELSA   Ha detto che vuole un brodo, stasera, professore?

DOTT. PAULUS   (facendole segno di tagliare corto) Un altro massaggio al professore, Elsa. Si sdrai, professore. Le mani di Elsa la rilasseranno.

ELSA   (maliziosamente) Sì, professore, si abbandoni alle mie mani...

Barcollando il Vecchio raggiunge il lettino e si sdraia. Elsa comincia a spalmarlo di creme e a massaggiarlo.

HERCULES   Lo viziate troppo, quest’uomo. Faccia presto, Elsa: dobbiamo fare le esercitazioni di wind-surf!

ELSA   Non voglio che me lo stanchi troppo, oggi, capito?

VECCHIO   (improvvisamente eccitato, sedendosi sul bordo del lettino) Lasci stare, lasci stare, Elsa. La ringrazio… Ma il wind-surf… Il wind-surf… Lei neanche immagina quanto ho invidiato, per anni, i giovani che lo sanno fare… Andavo al mare e restavo inchiodato sulla spiaggia, estasiato, a guardarli… Ad ammirarli… Veri guerrieri del mare! O ballerini? Frecce, bandiere della vita al vento!

ELSA   Lei vuole fare troppe cose, professore, e in modo disordinato.

VECCHIO   (facendole una carezza) Elsa, Elsa! Le reti dei sistemi dei fiumi, i rami delle piante, la superficie interna di un polmone, le circonvoluzioni del cervello si presentano con tutte le caratteristiche anomale del disordine! Anche il ritmo normale di un cuore umano è leggermente caotico. Eppure questo grande disordine che è attorno a noi è regolato da un ordine particolare con leggi precise, anche se spesso ci sono ignote.

ELSA   Quante cose sa, lei, professore!

SEGRETARIO   (con ironia) Il professore insegnava all’Università, cara mia.

ELSA   Se ci penso, non ho più il coraggio di toccarla, professore.

VECCHIO   (non rendendosi minimamente conto che lo stanno prendendo in giro) E l’uomo, Elsa, l’uomo! Pensi: tra due settimane il fosforo presente nel nostro cervello sarà cambiato. Ogni due settimane gli atomi del cervello vengono sostituiti da altri…

ELSA   Dio, che impressione mi fanno questi discorsi!

DOTT. PAULUS   Chimica, chimica, chimica…

VECCHIO   Ma cos’è la mente? Perché i nuovi atomi (sillabando) ricordano? Come possono ricordare quello che ho fatto mesi, anni fa? Eppure la mia mente, Elsa, non è più quella di allora.

SEGRETARIO   Fosse solo questione della mente…

VECCHIO   Dunque? Da dove vengono questi atomi coscienti? Gli atomi, nel nostro cervello, si rinnovano in continuazione ma non cambia il comportamento della nostra mente e quelli nuovi continuano ciò che avevano iniziato quelli precedenti. Non è fantastico, Elsa?

ELSA   (accondiscendente con un velo d’ironia) Fantastico, professore, fantastico.

HERCULES   Ora basta con queste chiacchiere e con tutte queste moine. Coraggio, professore, indossi la muta.

VECCHIO   (scuotendosi e scendendo dal lettino, sempre rivolto a Elsa) Ha ragione: lei mi coccola troppo, Elsa.

Il Vecchio si porta al centro del palcoscenico e, aiutato da Hercules e da Elsa, compie il rito della vestizione: la muta da wind-surf è multicolore, a gamba lunga e manica staccabile; indosserà anche le scarpette, i guanti (senza dita), un caschetto di plastica per la protezione della testa, il salvagente.

VECCHIO   (mentre si veste) Che emozione! Dio, che emozione! Dottor Paulus, un po’ di musica per favore.

DOTT. PAULUS   (al Segretario) Subito della musica stimolante per il professore. Ha delle preferenze, professore? Penso desideri un ritmo moderno…

VECCHIO   No, no, grazie. Nessuna musica mi fa sentire più forte, più virile di quella di Beethoven… La quinta, se l’avete… E poi, un evento come questo ha bisogno di qualcosa di solenne…

DOTT. PAULUS   (al Segretario) Beethoven, bene. L’abbiamo Beethoven? La quinta?

SEGRETARIO   (aggeggiando con l’Ipod) Certo, la troviamo subito… (Parte la “Quinta” di Beethoven)

VECCHIO   (a Elsa) Sa, Elsa? Qualcuno s’è chiesto quanto cammino ha dovuto compiere uno spermatozoo per approdare a queste note…[1]

ELSA   Bello sporcaccione!

VECCHIO   (ha terminato di vestirsi e arranca, incerto, come imprigionato nella muta, verso la tavola) Ho sete di onde fresche, di venti sferzanti… La gioia della vita libera, il profumo della salsedine…

HERCULES   (applicando una corda alla prua della tavola, per trainarla sulla rotaia) È proprio vero che i pazzi non stanno solo in manicomio…

VECCHIO   Baie, calette, alti faraglioni a picco sul mare… (Se possibile, proiezione di immagini)

HERCULES   Allora, professore. L’altra volta abbiamo detto che innanzitutto bisogna imparare come tirare su la vela con la cima, e le ho fatto vedere la posizione della schiena e del corpo in andatura…

VECCHIO   Certo, la posizione della schiena e del corpo in andatura…

HERCULES   Naturalmente molte cose s’imparano cadendo in acqua decine di volte ma questa, si sa, è solo una simulazione…

VECCHIO   (mentre la musica si dissolve lentamente) Niente vale più dell’esperienza ma a volte bisogna accontentarsi dell’imitazione…

HERCULES   E i venti? Li ricorda i venti?

VECCHIO   Certo, che li ricordo! Il maestrale, con le solite nuvole a batuffolo… La tramontana, che ruota le onde… Il libeccio, vento umido di sud-ovest che soffia dalla regione libica… Lo scirocco, caldo e secco, che viene dall’Africa… Il grecale, il levante…

HERCULES   Bene, bene. Ora venga qua.

VECCHIO   Eccomi.

HERCULES   Come vede, abbiamo cambiato tavola. Questa è una Hifly in polietilene da vento forte con poppa a panettone e due pinnette, deriva basculante, cinghie e puntapiedi…

VECCHIO   (eccitatissimo) Bella, bellissima. Voglio una vera collezione di tavole, capito?

DOTT. PAULUS   Può contarci, l’avrà!

HERCULES   Ripassiamo un po’ di teoria. La tavola a vela è composta da due parti, e cioè?

VECCHIO   Lo scafo e il rig.

HERCULES   Cos’è il rig?

VECCHIO   L’insieme dell’albero, il boma e la vela.

HERCULES   Bravo. Come si chiama la parte anteriore dello scafo?

VECCHIO   Prua.

HERCULES   E quella posteriore?

VECCHIO   Poppa.

HERCULES   La parte superiore?

VECCHIO   Coperta.

HERCULES   Cos’ha di particolare?

VECCHIO   (soddisfatto della propria preparazione) È ricoperta di materiale antiscivolo.

HERCULES   Bene. E cosa sono la pinna e la deriva?

VECCHIO   La pinna serve a stabilizzare la direzione della tavola, la deriva ad evitare lo scarroccio.

HERCULES   (a bruciapelo) E cos’è lo scarroccio?

VECCHIO   (dopo un attimo di esitazione) Uno spostamento laterale della tavola in marcia.

HERCULES   Perciò?...

VECCHIO   La deriva serve a rendere la tavola più stabile sull’asse…

HERCULES   … sull’asse?...

VECCHIO   … sull’asse…

HERCULES   Sull’asse longitudinale! (Sgarbato) Longitudinale, professore!

VECCHIO   Ah, già. Scusi, sono mortificato.

HERCULES   Il rig, abbiamo detto, è composto da un albero, un boma e una vela. Qual è il boma?

VECCHIO   (toccandolo) Questo. È questo.

HERCULES   Quale dev’essere la prima preoccupazione di un surfista?

VECCHIO   Quella della sicurezza del ritorno.

HERCULES   Cosa bisogna evitare?

VECCHIO   Di navigare con vento che soffia da terra.

HERCULES   Perché?

VECCHIO   Perché il vento e le onde al largo crescono e potrei avere difficoltà a rientrare.

HERCULES   A cos’altro si deve stare attenti?

VECCHIO   Agli scogli e alle maree.

HERCULES   Cos’altro si deve evitare?

VECCHIO   I canali, le uscite dei porti, le zone militari… Inoltre bisogna sempre avvisare qualcuno in spiaggia quando si esce.

HERCULES   Ora stia attento, eh? (Dopo una breve pausa) Cosa significa orzare?

VECCHIO   Inclinando la vela verso prua…

HERCULES   (inviperito) No, verso poppa…

VECCHIO   Ah già, verso poppa… Con l’albero…

HERCULES   (in un crescendo isterico) Con la bugna! La bugna, professore, la bugna! La bugna verso?...

VECCHIO   (confuso) … verso… verso…

HERCULES   Verso l’acqua, perdio! Verso l’acqua! Inclinando la vela verso poppa con la bugna verso l’acqua la superficie velica e il centro velico si spostano a poppa. Ciò determina uno spostamento laterale della poppa verso sottovento e la prua gira di conseguenza verso il vento. Questo cambio di direzione si chiama orzare. Cosa c’è di tanto difficile, professore?

VECCHIO   Effettivamente… Ma è che…

DOTT. PAULUS   Professore, cerchi di concentrarsi e di stare più attento.

ELSA   (a Hercules) Suvvia, poverino, non sia troppo esigente. È stato bravo fino ad ora…

DOTT. PAULUS   Elsa, non s’immischi!

VECCHIO   (improvvisamente, con tono autoritario) Silenzio, dottor Paulus! Anche lei, Elsa, la smetta! Andate via, presto! Mi distraete!

DOTT. PAULUS   (subito accondiscendente, facendo agli altri un segno come per dire che il Vecchio è un po’ matto) D’accordo, professore, d’accordo. Ce ne andiamo. (Al Segretario e ad Elsa) Via, usciamo. Lasciamo tranquillo il professore. A più tardi…

SEGRETARIO   Se ha bisogno di noi, professore, basterà un cenno…

VECCHIO   Va bene, va bene. Ma ora fuori, sciò. (A Hercules, con decisione) Andiamo avanti.

Il Professore asseconderà, sempre mostrando difficoltà e poca scioltezza, i movimenti conseguenti alla lezione di wind-surf del maestro.

HERCULES   (con soggezione) Salga sulla tavola, Professore. Stia attento… Controlli l’altezza del boma: dev’essere tra la spalla e il petto… All’inizio è bene fare pratica con poco vento, in acqua piatta e dove si tocca, per maggiore sicurezza. Quindi, fingiamo che ci sia poco vento. Ora tenga la schiena diritta e impugni l’albero con la sinistra, i piedi a sinistra e a destra del piede dell’albero. (Comincia a tirare la tavola) Mano anteriore sul boma… Adesso cerchi di portare la vela verso prua e verso poppa alternativamente. Portando la vela in avanti, la tavola tende a girare via col vento; portandola indietro, invece, a girare contro vento. Ricordi: posizione di base, la vela sventola a novanta gradi con la tavola. La tavola si posiziona automaticamente in senso perpendicolare rispetto al vento sull’andatura del traverso… Solo quando si è in grado di governare la tavola si può provare la partenza. Piegando le ginocchia, l’equilibrio sarà maggiore. Attenzione, attenzione: sempre eretto con la schiena… Ginocchia morbide… Così, bravo… Il suo piede anteriore è rivolto, come il bacino, nella direzione dell’andatura; la potenza della vela la deve dosare con la mano posteriore… Troppa pressione, distenda il braccio… Ora troppa poca pressione, chiuda maggiormente la vela… Bene… Immagini che il vento venga da sinistra… Tenga sempre presente: se porta la vela in avanti con la superficie rivolta al vento, la tavola gira via col vento, cioè poggia; se invece porta il terminale del boma verso l’acqua, la tavola gira fino a disporsi contro il vento, cioè orza… Stia attento: le mani si devono muovere sempre lungo il boma… Ricorda cosa le ho detto l’altra volta? Le manovre importanti sono due: la virata, che è una curva contro vento; e la strambata, che è la curva eseguita discendendo il vento. La strambata è la manovra più importante in andatura…

VECCHIO   (eccitatissimo, come se si trovasse veramente in mare) È bellissimo, bellissimo… Vado bene, eh?

HERCULES   Benissimo. Vedrà, presto la partenza dall’acqua non le creerà più problemi, sarà pronto per le tavole da slalom più piccole

VECCHIO   Voglio imparare tutto, tutto!

HERCULES   Dovrà imparare la tecnica funboard, per l’andatura veloce… La velocità è tutto, nel wind-surf.

VECCHIO   (con gioia infantile) Voglio andare come una freccia!

Improvvisamente entra in scena una donna sui sessant’anni, il viso chiaramente restaurato dal lifting, lunghi capelli biondi ondulati, tuta color fucsia. Porta una tavola da wind-surf sotto un braccio e cerca di muoversi con aria atletica. Davanti al Vecchio si ferma.

DONNA WIND-SURF   Anche lei ama il wind-surf? (Senza attendere la risposta del Vecchio che la guarda come paralizzato) Ah, io non potrei vivere senza! Vero, Hercules? Per me, il wind-surf è tutto, tutto! Non potrei concepire la vita, ormai, senza! La prossima estate spopolerò, vedrà! Spopolerò. Ma come sono carini, qui, vero? (Di nuovo rivolta a Hercules, che le risponde con un sorriso forzato) Angeli, siete degli angeli, giuro. (Lentamente si è avvicinato a lei il Dott. Paulus che, con maniere garbate, la prende per un braccio e l’accompagna fuori, dalla parte opposta).

VECCHIO   (a Hercules) È più brava di me?

HERCULES   Vuole scherzare? A confronto, lei è un campione! Ma torniamo alla nostra lezione… Dunque dicevamo…

VECCHIO   Che voglio imparare ad andare come una freccia.

HERCULES   Ah, già… Dovrà imparare la tecnica delle straps e della strambata da vento forte…

VECCHIO   Vento forte, fortissimo!

HERCULES   Poi le insegnerò la speed jibe… Imparerà a curvare a tutta velocità, vedrà…

VECCHIO   I salti, voglio fare i salti!

HERCULES   Li farà, li farà. La duckjibe e la slamjibe… e poi le manovre sinker: trecentosessanta gradi, virata sinker, aerial-jibe, duck-tack, body-drag, looping… Vedrà, professore, la farò entrare nel magico mondo del surf radicale!

VECCHIO   Fantastico! Quando? Quando? (Salta giù dalla tavola) Hercules, lei è grande. Le aumenterò la paga. Questa è vita, questa è vita! (Chiama) Dottor Paulus! (Il Dott. Paulus si precipita dentro) Aumenti la paga a Hercules, okay? Un terzo in più.

DOTT. PAULUS   Va bene, professore.

VECCHIO   Hercules, acquisti altre tavole, più spinte. E grandi vele, mi raccomando, grandi vele! Voglio tutte quelle che esistono.

HERCULES   D’accordo, professore.

VECCHIO   Elsa, Elsa! Ma dov’è, Elsa?

ELSA   (entrando di corsa) Sono qua, sono qua professore.

VECCHIO   Su, mi spogli, Elsa. Massaggi e creme.

Elsa lo aiuta a spogliarsi. Entra il Cameriere con un vassoio. Il Vecchio assaggia vivande e bevande. Esultante entra anche il Segretario.SEGRETARIO   Professore, professore!

VECCHIO   Che c’è?

SEGRETARIO   È arrivato, è arrivato!

VECCHIO   (saltando di gioia) Finalmente! Presto, lo faccia portare qui!

SEGRETARIO   Eccolo, eccolo!

Due operai portano in scena un enorme gommone nero e lo depositano al centro del palcoscenico. Quindi escono e subito rientrano con una pagaia e con le altre attrezzature necessarie. Il Vecchio, Hercules, il Dott. Paulus e il Segretario girano attorno al gommone stupiti.

VECCHIO   Elsa, finisca di spogliarmi!

Appena spogliato della muta, il Vecchio afferra gli indumenti da indossare per il rafting (una tenuta da sub gialla, un casco, una giacca ad acqua, un salvagente, calzari) e li esamina estasiato. Poi, rivolto di nuovo a Elsa.

VECCHIO   E adesso mi aiuti a indossare questa roba.

Il Vecchio indossa tutto in preda a una grande agitazione e salta dentro il gommone (non senza difficoltà).

VECCHIO   Che sballo! (Simulando di remare con la pagaia) Scivolerò nella corrente che ribolle tra gli spuntoni di roccia che affiorano… Più sarà rapida, più sarà eccitante… (A Hercules) La corrente, devi al contempo assecondarla e controllarla, capisce? … Con decisione, altrimenti sei sconfitto, finisci in acqua! Capisce?

HERCULES   (sarcastico) Capisco, capisco.

VECCHIO   (con allegria infantile) Scivolare lungo un fiume ricco di mulinelli, di rapide, di cascate… Sentire ribollire intorno a te l’acqua impetuosa e tortuosa… Come volare su una bolla d’aria, o remare dentro il cestello di una lavatrice… Prima dentro un vortice, poi in acque placide… Quindi di nuovo in balia di acque turbolente, che ti portano a precipizio nella gola profonda delle montagne… Il rischio è che il gommone si rovesci e si finisca in acqua: c’è da rimetterci la vita! Ma chi se ne importa? L’ebbrezza vale qualunque pericolo! Che emozione attraversare fiumi vergini, mai percorsi da esseri umani… Sfidare corsi d’acqua inesplorati… E se ti trovi intrappolato in un canyon? Guai seri, caro mio! Ma è lì che si vede l’intraprendenza di un uomo, il suo vigore, la saldezza dei suoi nervi… Alla fine del giorno ritrovarsi in un’ansa tranquilla dove l’acqua evapora… Chiusi tra pareti di granito color ebano alte diecine di metri… Poi di nuovo sballottato dalle onde e dalle spume… A un tratto il lontano boato di un’enorme cascata, la paura che ti pulsa nel cuore e nel sangue… Remare furiosamente (mima le situazioni che sta vivendo nella fantasia) controcorrente per non naufragare, grugnendo e sbuffando affondare i remi… Mentre precipiti la parte anteriore dell’imbarcazione viene inghiottita, e tu anche… Si riemerge come tappi di sughero al termine delle rapide… Ecco, un uomo cade nella schiuma turbinosa… Vediamo l’elmetto che sobbalza, i suoi occhi spalancati dal terrore, le mani tese in cerca di un appiglio… Si è aggrappato al gommone, ce l’ha fatta… È sera, siamo in un angolo tranquillo. Mangiamo sulla riva, poi dormiamo come macigni nei sacchi a pelo o nelle tende sul greto del fiume… (Si accascia, stremato)

DOTT. PAULUS   (preoccupato per lo stato di esaltazione in cui il Vecchio si è trovato) Professore, per carità, ora si calmi! Sono contento di vederla così motivato però adesso scenda. Deve rilassarsi.

VECCHIO   (come tornando da un altro mondo) Sì, certo… Veramente io… l’acqua… il freddo…

Il Vecchio scende barcollando dal gommone mentre tutti cercano di aiutarlo. Hercules trasporta il gommone sul fondo e lo appoggia alla parete.

ELSA   Venga, professore. Ora ha proprio bisogno di altri massaggi. (Lo aiuta a sdraiarsi sul lettino, dopo avergli tolto casco e tuta; passa degli asciugamani sul suo corpo sudato, quindi comincia a massaggiarlo) Quest’uomo, quest’uomo! Ma dove vorrà arrivare? Vuole impossessarsi del mondo intero?

VECCHIO   (con un fil di voce) Per fortuna il mondo resta infinito, e quindi inafferrabile, perché non è definibile e interpretabile una volta per tutte come vorrebbero certa scienza, certa meccanica, certa razionalità…

ELSA   (scherzando) E allora cosa vuole, professore?

VECCHIO   Sentirmi vivo, Elsa, avvertire senza pause questo mio continuo, inesorabile scorrere attraverso il tempo, il mio Io che dura fin quando durerà… Tentare di afferrare l’Assoluto in cui mi muovo attraverso le cose e l’esperienza invece che attraverso i libri…

ELSA   Io sono una ragazza semplice, professore. Lei parla troppo difficile per me.

VECCHIO   Cos’è, Elsa, che fa vivere ciò che vive? Cos’è che mantiene viva la materia, che evita che si disgreghi? Cos’è questa forza di vita che tutto genera e tutto attraversa? Cos’è questo zampillo segreto?

ELSA   Professore…

VECCHIO   (sedendosi sul bordo del lettino) Da secoli gli uomini oscillano tra l’affermazione di verità assolute – Dio esiste! Ci ha creati! Ci aspetta! – e il dubbio su queste verità – non esiste niente, il mondo è stato generato dal caso, tutto svanirà nel nulla! La verità vera, Elsa, ci sfugge sempre… Perché noi non ci accontentiamo di essere soltanto una verità parziale, che duri il tempo della nostra vita, ma aspiriamo ad essere eterni… E a volte, presi da questi pensieri, non ci accorgiamo che il tempo vola e cercando l’eternità perdiamo il tempo che ci è stato dato… Quello delle piccole cose, e anche di quelle grandi come il wind-surf, il rafting… Che ti fanno sentire vivo… Ti fanno felice come sono felici i cani quando possono correre liberi in un campo…

ELSA   Questo lo capisco, professore… La vecchiaia… Per questo io cerco d’essere felice… Gli amici, l’amore, il mare…

VECCHIO   Proprio così, Elsa. Ecco perché io… Pensando alle grandi cose, quasi non ho vissuto, Elsa, capisci?

ELSA   Ma era felice pensando quelle cose, no?

VECCHIO   Sì, lo ero, o credevo d’esserlo. Ma me ne stavo tutto accartocciato attorno alla mia mente, Elsa… Forse non era giusto. Bisogna onorare l’amore, gli amici, il mare…

ELSA   Allora io non sbaglio? Perché a volte penso di vivere come una stupida…

VECCHIO   No, non sbagli, Elsa. Vivere non è mai stupido.

DOTT. PAULUS   (che finora è rimasto in disparte e in silenzio, origliando) A che punto è, Elsa?

ELSA   (facendo al professore il segno di sdraiarsi e passandogli uno spray sulla schiena) Sto per finire, dottore. (Massaggia il professore)

DOTT. PAULUS   (avvicinandosi) Dopo, professore, ha voglia di fare una partita a carte?

VECCHIO   Perché no? Anche se perdo sempre, il poker mi mette allegria. Mi dà una scossa…

DOTT. PAULUS   Sfortunato nel gioco…

ELSA   … fortunato in amore!

VECCHIO   (scendendo dal lettino) Il tempo di fare una doccia e di vestirmi…  (Esce, seguito dalla ragazza)

DOTT. PAULUS   (al Segretario)  Non bisogna farlo parlare troppo… Elsa è imprudente… Quello non deve pensare…

SEGRETARIO   Elsa è un’ingenua…

DOTT. PAULUS   È sempre un professore, ci vuol poco che…

SEGRETARIO   Lo dirò alla ragazza… Lei deve limitarsi a fare il suo lavoro, non assecondare la voglia di quello di chiacchierare…

DOTT. PAULUS   Di più: deve farlo sentire okay, capito? Meno pensa, più incassiamo…

SEGRETARIO   Non è facile…  (Ridacchiando) Quello non ha fatto altro tutta la vita…

DOTT. PAULUS   Per questo è qui: perché s’era stancato di masturbarsi il cervello. Aiutiamolo a proseguire su questa strada…

SEGRETARIO   (accennando un saluto militare) Sarà fatto, signore.

DOTT. PAULUS   (con un sorriso cinico) E ora alleggeriamolo di un po’ di quattrini al tavolo verde… Diamogli una scossa.

Rientra il Vecchio. È molto elegante, con una cravatta sgargiante. Entra anche il cameriere con un vassoio, gli porge un piatto con delle tartine e il Vecchio mangia; quindi gli porge un bicchiere e il Vecchio beve. Hercules porta un tavolo da gioco rotondo e quattro sedie. Il Dott. Paulus, il Segretario ed Hercules siedono attorno al tavolo e preparano la partita: scelgono le carte, le mischiano, dividono le fiches in quattro mucchietti scambiandosi sguardi d’intesa. Infine il Vecchio li raggiunge.

VECCHIO   (sedendosi) Eccomi. Stasera mi sento in forma.

DOTT. PAULUS   (distribuendo le carte) La solita cassa?

Gli altri annuiscono. All’improvviso entrano in scena un uomo e una donna in tenuta da tennis. Sono due persone di mezza età, piuttosto grassocce. Racchetta in mano. Fatti pochi passi si fermano, imbarazzati.

TENNISTA UOMO   Oh, scusate, abbiamo sbagliato strada…

TENNISTA DONNA   Stiamo andando al campo per la lezione…

TENNISTA UOMO   Non siamo molto pratici della villa…

TENNISTA DONNA   Ci auguriamo di non avervi disturbato troppo…

SEGRETARIO   (si alza, va loro incontro con aria cordiale e li accompagna all’uscita) Nessun disturbo, per carità… Di là, dovete andare di là… (Torna a sedersi e prende in mano le carte) Apro di piatto.

HERCULES   Piatto.

HERCULES   Ci sto.

 VECCHIO   Anch’io.

DOTT. PAULUS   Tre volte.

SEGRETARIO   Sì.

VECCHIO   Vada per le tre volte.

DOTT. PAULUS   (al Segretario) Quante carte?

SEGRETARIO   Due.

HERCULES   A me una.

VECCHIO   Tre a me.

DOTT. PAULUS   (lo serve guardando le carte che gli dà; quindi, cambiando le proprie carte con altre che estrae da un mazzo che ha sulle gambe) Io sono servito.

SEGRETARIO   Piatto.

HERCULES   Tre volte.

VECCHIO   (che non sa celare una certa allegria) Vedo.

DOTT. PAULUS   Altre tre volte.

SEGRETARIO   Okay.

HERCULES   Piatto ricco…

VECCHIO   Anch’io.

Tutti scoprono le carte.

DOTT. PAULUS   Poker d’assi. (Prende le fiches dal piatto e se le mette davanti)

VECCHIO   Accidenti, avevo una scala!

HERCULES   E io un fool!

SEGRETARIO   Io bluffavo…

DOTT. PAULUS   (al Vecchio) Un drink?

VECCHIO   Perché no?

DOTT. PAULUS   (ad alta voce) Cameriere!

CAMERIERE   (entrando) Dica, signore.

DOTT. PAULUS   Ci porti del buon whisky.

CAMERIERE   Subito. (Esce)

HERCULES   Giochiamo alla carta più alta?

DOTT. PAULUS   Sì, però… (scherzando) il mazzo lo tengo io: non mi fido di voi…

SEGRETARIO   Quanto giochiamo a colpo?

DOTT. PAULUS   La solita posta.

HERCULES   Va bene.

VECCHIO   Anche per me.

Il Dott. Paulus dà una carta a testa; quindi ciascuno scopre la propria.

VECCHIO   (tutto giulivo) Vinco io! Vinco io!

SEGRETARIO   Bel colpo, professore.

HERCULES   Un altro giro…

DOTT. PAULUS   (al Vecchio) Vince lei un’altra volta! È la sua serata, questa.

Entra il cameriere col vassoio delle bevande, distribuisce i bicchieri mentre il Dott. Paulus armeggia con le carte sotto il tavolo.

SEGRETARIO   Alziamo la posta?

DOTT. PAULUS   Almeno il professore ci fa fallire...

HERCULES   Dai, facciamo un colpo da cinque. Ci sta, professore?

VECCHIO   Facciamo da dieci.

DOTT. PAULUS   Professore, lei ama troppo il rischio!

VECCHIO   Cosa c’è di più eccitante?

SEGRETARIO   Ho un po’ di paura comunque va bene… Dieci volte.

HERCULES   Tentiamo!

Il Dott. Paulus distribuisce le carte, barando palesemente. Ognuno scopre la propria.

VECCHIO   Stavolta ho perso. (Al Segretario) Vince lei: complimenti!

SEGRETARIO   (strizzando l’occhio al Dott. Paulus) La fortuna è bendata…

VECCHIO   Io disprezzo il denaro.

DOTT. PAULUS   Lei è un uomo saggio.

In quel momento esplode il rombo di un motore. Un attimo dopo entra in scena una moto rossa di grossa cilindrata guidata da un uomo che scende e la mette sul cavalletto senza spegnere il motore. Poi esce. Entra Elsa, elettrizzata, con un casco in mano. Il Vecchio si è alzato e per un po’ resta immobile, come paralizzato per l’emozione. Alla fine corre verso la moto, sale in sella e comincia a dare forti accelerazioni. Sembra impazzito. Elsa gli tende il casco e lui se lo infila. Il Dott. Paulus, il Segretario e Hercules lo incitano e battono le mani.

VECCHIO   Finalmente! Quanto l’ho desiderata, senza avere mai il coraggio di comprarla! Ma perché, perché ho rimosso sempre le mie passioni? Perché le ho soffocate?

DOTT. PAULUS   Perché non conosceva me, professore.

VECCHIO   (si sdraia sul serbatoio, accarezza la moto, continua a sgassare; Elsa sale dietro di lui, in piedi sul predellino, anche lei eccitata) Dove vuole andare, Elsa? Sul lungomare? In capo al mondo?

ELSA   Sì, sì, professore, mi porti in capo al mondo! Le moto mi fanno impazzire!

HERCULES   Forza, professore, ci dia dentro! La faccia divertire, quella puttana!

SEGRETARIO   Più forte, più forte!

ELSA   (con voce sensuale) Più forte, più forte!

Improvvisamente squilla il telefono, il Segretario corre a rispondere. L’azione prosegue tra le accelerazioni del Vecchio, le grida di piacere di Elsa e la voce del Segretario al telefono.

SEGRETARIO   (gridando per superare gli altri rumori) Al mattino fitness, un percorso nei boschi, poi palestra, piscina riscaldata, idromassaggio, sauna finlandese… Il pomeriggio trattamento del corpo: fanghi, alghe con fitoterapia, massaggio manuale a scelta tra linfodrenaggio, riflessogeno-plantare, antistress, tonificante… E inoltre trattamenti strumentali a scelta tra elettro-osmosi, drenante-biostimolante, onda H, body complex, rigenerante-eutrofico, correnti di Kotz…

Riattacca frettolosamente. Il Vecchio e Elsa stanno simulando una volata a tutta velocità con curva.

HERCULES   Piegatevi, piegatevi quando siete in curva! Bisogna assecondare la strada.

ELSA   (gridando) No, no, più piano professore, ho paura, ho paura!

VECCHIO   Si tenga stretta a me: affronteremo quel tornante a duecento l’ora!

ELSA   (molto sensuale) Professore, lei mi fa morire!

Squilla di nuovo il telefono. Il Segretario risponde, a scatti, meccanicamente, urlando.

SEGRETARIO   Trattamento del viso con acido glicolico, anti age chimico, fitocosmesi personalizzata, consulenza medico-estetica specialistica, tisane depurative e disintossicanti… (Riattacca)

DOTT. PAULUS   (al Segretario) Perché non hai parlato della Bic?...

SEGRETARIO   La Bic?...

DOTT. PAULUS   L’analisi strumentale della composizione della massa corporea!

SEGRETARIO   Ah, già! Mi perdoni, direttore, me ne ero dimenticato.

DOTT. PAULUS   Ha dimenticato anche il test psicosomatico, l’analisi energetica dei singoli organi e apparati, l’iridodiagnosi, i test kinesiologici, il cytotest! Sono quattrini, sa? Si tenga sempre a portata di mano la nostra lista!

SEGRETARIO   Ha ragione, direttore. Starò più attento, glielo prometto.

Improvvisamente, con un urlo rauco, il Vecchio spegne il motore della moto e rotola giù, seguito da Elsa che gli cade quasi addosso, evidentemente eccitata. Il Vecchio si stende sul pavimento, ansimante. Qualche secondo di silenzio.

DOTT. PAULUS   Elsa, si ricomponga e riprenda il suo posto.

ELSA   (alzandosi e riassestandosi) Subito, dottor Paulus, mi perdoni. È stato un momento di follia.

SEGRETARIO   (aiutando il Vecchio a rialzarsi) Ora deve fare un bel riposino, professore, altrimenti sarà troppo stanco quando inizia la festa.

VECCHIO   (stentando a muoversi, appoggiandosi a lui) Ah, già, la festa… Dottor Paulus…

DOTT. PAULUS   Sì?

VECCHIO   Ricordi che voglio divertirmi.

DOTT. PAULUS   Non si preoccupi, professore, si divertirà. Elsa, aiuti il professore addormentarsi. Un pisolino gli farà bene.

ELSA   Certo, direttore. (Al Vecchio, prendendolo per mano) Venga sul suo bel lettone, professore…

Il Vecchio siede sul bordo del letto e con una mano accarezza il mappamondo, lì vicino, poi lo fa girare.

VECCHIO   Elsa, ho un impulso così  forte verso le lontananze che mi fa palpitare… Non riesco a pensare ad altro che agli spazi illimitati… Aspiro ad ogni distanza, ad ogni altitudine…

Il Cameriere gli porta una bevanda e delle pillole. Il Vecchio resta per un po’ in contemplazione del mappamondo quindi si sdraia. Elsa lo copre con un plaid. Le luci si abbassano. Il Dott. Paulus, il Segretario ed Hercules escono. Elsa culla il Vecchio e gli canta una nenia. Poco dopo egli si addormenta. Anche Elsa esce. Qualche secondo di silenzio. Poi il Vecchio comincia a parlare nel sonno. Durante il sogno che segue ogni tanto attraverseranno la scena uomini e donne in tuta nera su pattini roller blade (andatura incerta).

VECCHIO   (agitandosi nel sonno) Trimmare, trimmare la vela! Planare, planare! Là, quella spiaggia dorata… Cazzare la bugna… Lascare, lascare! Applicare la scotta del boma… Ah, questo vento rafficato che mi sferza e mi dà i brividi! Non ti mollo, vita che guizzi tra le onde scintillanti! Acqua verde e trasparente come la giovinezza… Via, via queste rughe, via queste macchie dalla pelle!... Il sole cancella tutto! (Lentamente scende dal letto, sale sulla cyclette e pedala; scende, si muove come un sonnambulo, accenna esercizi ginnici meccanici) In piedi, gambe divaricate alla stessa distanza dalle spalle, piegarsi verso il basso, rimanere col busto leggermente in avanti, la schiena diritta e le braccia tese all’indietro per dare uno slancio maggiore… (Entra il suo amico Rodolfo nelle sembianze di un angelo) Inspirare, saltare, distendere la colonna vertebrale portando le braccia in alto… (Voltandosi di scatto) Chi è che ringhia alle mie spalle? Il Nulla ha osato venire anche qui, nei luoghi dove si ricomincia a vivere? Dottor Paulus, perché non gliel’ha impedito? Io pago, voglio che si faccia tutto in funzione della mia felicità. Essere e Nulla, Essere o Nulla: fratelli siamesi o sanguinari nemici?...

ANGELO-RODOLFO   (in un sussurro) Perché non assecondi quel tuo segreto desiderio di fiducia?

VECCHIO   Fiducia? Tutti gli orizzonti sprofondano nell’abisso, la nostra storia è un continuo naufragio… Fiducia?

ANGELO-RODOLFO   Noi, diamo un senso al mondo. La nostra fiducia.

VECCHIO   Noi diamo un senso alla morte. Negazione e scomparsa del nostro esserci.

ANGELO-RODOLFO   Tutto ciò che esiste, un tempo era una minuscola entità, una scintilla nel vuoto. Ogni cosa che esiste – fiore, albero, uccellino – racchiude tutto il mistero del nostro lungo cammino… La morte, la metamorfosi, c’è sempre stata, ma non mi sembra che abbia fatto scomparire niente… Anzi, tutto sopravvive in una forma migliore, più evoluta… Più grande e più bella, in fondo.

VECCHIO   Tutto è così oscuro… Così complicato…

ANGELO-RODOLFO   Mica tanto… Complicato? Il moto planetario è così semplice, ordinato come un orologio… Il fiocco di neve che si adagia sull’abete è unico e contiene tutte le leggi atmosferiche che ha incontrato scendendo dalle nubi: al suo interno tutto è perfetto, equilibrato…

VECCHIO   L’uomo è più cattivo del fiocco di neve. Compie azioni malvagie, crudeli…

ANGELO-RODOLFO   Potrebbe il male ferirci tanto se non offendesse il nostro profondo senso del bene?

VECCHIO   Guarda la storia, guardati attorno: il male ha imperversato, il male colpisce ovunque. Impera nel tempo e fa soffrire gli uomini…

ANGELO-RODOLFO   Il male non impera: non si dà mai per vinto. Ma gli errori dei singoli e dei popoli vengono sempre sconfitti dal bene. Non per sempre, è vero. Ma tutto torna sempre all’uomo, alla sua libertà di decidere, di volta in volta, di generazione in generazione, di epoca in epoca… Contra malum cum Deo et in Deo… Dobbiamo liberarci tutti i giorni dal male che vuole prevalere. Solo la fiducia può aiutarci. Credere che un giorno il bene vincerà.

VECCHIO   E il dolore delle vittime? La sofferenza degli innocenti?

ANGELO-RODOLFO   Ogni lacrima sarà riscattata.

VECCHIO   A volte il mondo sembra soltanto una finzione matematica. Forse ha ragione Paulus: tutto è soltanto chimica ben assembrata.

ANGELO-RODOLFO   Forse dentro la chimica agisce un vasto pensiero… Ma tu non tormentarti oltre… Ammira e taci. Usa la mente per contemplare. Tutto è simmetria, regola, precisione… Un piccolo errore e le stelle non si sarebbero mai accese, né si sarebbe mai illuminata la coscienza… La materia e l’energia si sarebbero disperse nel vuoto inutilmente… Invece… Il fiume è sgorgato e ha creato il suo percorso… E la bellezza è fiorita ovunque…

VECCHIO   (alzando il tono della voce) Voglio essere eterno, immortale…

ANGELO-RODOLFO   Abbi fede…

Lentamente il Vecchio torna sul letto e si rimette a dormire. L’Angelo-Rodolfo esce di scena. Qualche secondo: all’improvviso la scena s’illumina ed entra Elsa.

ELSA   (allegramente) Sveglia, professore! Bisogna prepararsi per la grande festa!

VECCHIO   (svegliandosi di soprassalto si guarda attorno attonito) Festa? Che festa? Dov’è l’angelo?

ELSA   Sono io, l’angelo, professore? Su, indossi l’elettrostimolatore (glielo tende) per ridare tono e compattezza al suo pancino e ai suoi fianchi. Venga qui, che la massaggio un po’. Voglio che sia in forma, stasera. Dev’essere affascinante e irresistibile.

Il Vecchio barcollando scende dal letto, si spoglia fino a restare in mutande, lascia che la ragazza gli applichi l’elettrostimolatore ai fianchi e va a sdraiarsi sul lettino delle visite. Entra il Cameriere che gli dà delle pillole e un bicchiere d’acqua. Il Vecchio le ingoia. Elsa ha portato con sé un carrellino con le ruote. Sul piano alto c’è un piccolo bacile; accanto, spugne e asciugamani. Gli altri piani sono ingombri di flaconi, bottiglie colorate, vasetti e altri prodotti cosmetici e medicinali.

ELSA   (cominciando a passare la spugna su tutto il corpo del Vecchio) Si rilassi, professore… Così… Prima di tutto bisogna rinfrescare la pelle delicatamente… Professore, sono orgogliosa di me stessa: lei è irriconoscibile, da quando ha cominciato a frequentarci… (Ogni tanto, ad un segno di Elsa, il Vecchio cambia posizione)

VECCHIO   Ah, sì? In che senso?

ELSA   Aveva l’aria… Come dire?... Flaccida. Sì, sembrava malaticcio. Non si offende, vero? E poi era grassottello e… rigido, professore, era troppo rigido… Un vecchio, insomma.

VECCHIO   E adesso, invece?

ELSA   Ha perso metà dei suoi anni. Intanto ha buttato giù un sacco di chili…

VECCHIO   Questo è vero.

ELSA   (palpandolo) Ora la sua pelle è soda, tesa. Ha un bel colorito. Con questa abbronzatura, poi…

VECCHIO   Si nota, sì?...

ELSA   L’abbronzatura? Caspita, se si nota! E diciamo la verità: l’abbronzatura è tutto, in una persona. Lei, qui, professore, ha scoperto il piacere di spogliarsi, immergersi, affidarsi, nutrirsi ogni giorno di nuove energie… Non è così? Siamo bravi, vero? (Asciuga il corpo del Vecchio con degli asciugamani, poi comincia a spalmargli una crema sulla pelle) Idratare, nutrire, levigare, normalizzare: queste sono le quattro esigenze fondamentali della pelle.

VECCHIO   Cosa sta facendo?

ELSA   La sto idratando. (Mostrandogli il flacone) Questo è un estratto d’alga che, grazie alla sua particolare composizione, consente il mantenimento di umidità ottimale della cute. L’effetto è una idratazione immediata che si stabilizza e dura nel tempo.

VECCHIO   Ha un buon profumo. Di pulito.

ELSA   (prendendo un altro flacone e mostrandoglielo) Inoltre la pelle ha bisogno di essere nutrita. (Comincia a spalmarlo con il nuovo prodotto) Proteine del latte, nutrienti ed emollienti; proteine di riso e di grano, per proteggere. Qui dentro ci sono anche vitamina A per il rinnovamento cellulare e vitamina E anti-età… Tutto per ottenere compattezza ed elasticità cutanea…

VECCHIO   (con un sospiro di piacere) Lei ha le mani di una fata…

ELSA   Allora mi preferisce al suo angelo?...

VECCHIO   Sicuramente! Gli angeli veri, quelli con le ali, vorrebbero idratare e nutrire la nostra anima. Sono degli ottimisti, loro… Dei giocherelloni…

ELSA   L’anima non invecchia, non fa le rughe…

VECCHIO   Invecchia, invecchia…

ELSA   Balle.

VECCHIO   Spero che la sua resti sempre giovane…

ELSA   Grazie! (Prendendo un altro flacone) Pelle spenta, segni del tempo che si fanno giorno dopo giorno più evidenti… (Mostrandogli il nuovo flacone e cominciando ad usarlo) Vede, professore, alla base di questa emulsione fluida c’è un mix di acidi fruttati (mirtillo, arancia, canna da zucchero, eccetera) che, in sinergia con l’acido glicolico, danno una ventata di giovinezza alla pelle esfoliandola con dolcezza. Inoltre contiene altre preziose sostanze – il pantenolo, la vitamina E, proteine di soia e aloe – che ne fanno un preparato particolarmente adatto per le pelli sensibili…

VECCHIO   Dovrebbero darti una laurea, Elsa, in cosmetica! E a che serve tutto questo ben di Dio sulla mia pelle?

ELSA   (sillabando) A levigare. La pelle si fa più compatta e le rughe superficiali si distendono…

VECCHIO   Le rughe si distendono: che bello! Anche dentro?

ELSA   Dove, professore?

VECCHIO   Niente, scherzavo.

ELSA   Adesso occorre che la sua pelle venga normalizzata. (Afferra un altro vasetto) In questa pomata soffice e setosa c’è un fungo che le giapponesi, pensi, usavano tanto tempo fa per diminuire la produzione di sebo. Lo sapeva che la produzione di sebo è più spiccata nelle donne orientali?

VECCHIO   No, questo proprio non lo sapevo.

ELSA   Questo ingrediente restringe i pori e normalizza le secrezioni. Ma assieme al fungo, professore, qui dentro ci sono biossido di titanio e caolino che schiariscono la pelle e assorbono l’eccesso di grasso. Poi c’è acido ialuronico e urea che ripristinano il tasso di idratazione cutaneo…

VECCHIO   … acido ialuronico e urea… Puah! Che schifo, Elsa!

ELSA   Schifo, professore? Ma ha idea di quanto costi un prodotto così? E ha idea di quante centinaia, migliaia di chimici, biologi, fisiologi lavorano, giorno e notte, nei laboratori per ottenere questi prodotti e ridare un po’ di gioia alla gente?

VECCHIO   Veri benefattori dell’umanità.

ELSA   Bene: col corpo ho terminato. Pensiamo al viso. Gliel’ho detto: stasera dev’essere charmant. (Nel corso della fase successiva il corpo di Elisa nasconderà sempre la faccia del Vecchio che si vedrà solo a trucco ultimato) Lei stia fermo, mi raccomando… Si affidi completamente a me. Tenga chiusi gli occhi… Così, bravo. Il mio professore è proprio un bravo bambino… Se ne sta buono buono mentre la sua Elsa lo fa diventare bello, sempre più bello… Chissà quanto piacerà, alle ragazze! Ne sono quasi gelosa… Io, qui, sola soletta e lui se ne va in giro a conquistare la sua principessa… Ecco, professore, ho terminato… (Elsa fa un passo indietro per valutare i risultati, sempre coprendo il Vecchio) Adesso può aprire gli occhi, professore, e sedersi. (Il Vecchio siede sul bordo del lettino, sempre coperto dalla figura della ragazza). Fermo… Così… Magnifico! Ho compiuto un vero capolavoro! Diavolo, come sono brava! (Con lentezza si sposta in modo che il pubblico possa vedere il volto del Vecchio: una maschera quasi grottesca. Tutti i tratti del suo viso sono fortemente alterati, irriconoscibili, nell’intento di dargli l’espressione di un uomo di trent’anni. Elsa gli tende uno specchio) Vuole guardarsi, professore? (Il Vecchio si guarda nello specchio, interdetto) Si piace? Dica: si piace? Giovanile e maschio, dolce e insieme volitivo…

VECCHIO   Anche  troppo…

ELSA   (togliendogli lo specchio) Troppo? Ognuno espone quello che ha. Non pecchi di modestia, professore.

VECCHIO   L’esibizionismo non mi è mai piaciuto.

ELSA   Macché esibizionismo! E poi bisogna tener conto che in questo momento lei è spogliato: l’effetto definitivo si vedrà quando sarà vestito.

VECCHIO   Ah, già, debbo ancora vestirmi. Cosa mi metto?

ELSA   Non ha che l’imbarazzo della scelta. (Corre fuori, torna con un carrello porta abiti a ruote al quale sono appesi numerosi vestiti) Ammiri che guardaroba ha!

VECCHIO   (con orgoglio infantile) Ne ho di roba bella, eh?

ELSA   E che qualità! Tutte cose firmate o tagliate e cucite appositamente per lei. Che damerino!

VECCHIO   Dicono che l’abito non fa il monaco…

ELSA   Lo fa, lo fa, eccome! Su di lei, poi, gli abiti fanno un figurone. Ha sempre un aspetto così raffinato e signorile… Le ci vuole poco per essere elegante.

VECCHIO   Come mi consiglia di vestirmi, stasera, Elsa?

ELSA   Dipende dal suo stato d’animo…  E… (maliziosa) dai suoi progetti…

VECCHIO   Vorrei dimenticare tutto ed essere felice… E soprattutto rivedere quella ragazza, la turista… Una creatura deliziosa…

ELSA   Ci sarà, ci sarà. (Prendendo uno dei vestiti) Stiamo sul classico? Doppio petto blu con camicia azzurra e foulard ciclamino?

VECCHIO   No, troppo sobrio…

ELSA   (prendendone un altro) Questo bellissimo completo grigio?

VECCHIO   Anche questo troppo serio…

ELSA   (per prenderlo in giro) Lo smoking?

VECCHIO   Elsa, Elsa, non faccia la birichina…

ELSA   Qualcosa di moderno, allora?

VECCHIO   Sì. Ma non troppo frivolo, non eccentrico…

ELSA   Professore, lo sa: nell’abbigliamento il confine tra il maschile e il femminile non conta più molto…

VECCHIO   Io sono tradizionalista.

ELSA   Vuole giocare ma con serietà: ho capito bene?

VECCHIO   Ha capito benissimo.

ELSA   Questa giacca di broccato ricamata?… (Il Vecchio fa un gesto di disapprovazione con la mano) Casacca e pantaloni sovradimensionati?... Pantaloni di serpente, camicia in tulle incrostata di fili di lamé e paillettes… No. Peccato: le avrebbe dato un’aria sottilmente perversa… E questa giacca corta con ricami di filo da pesca?...

VECCHIO   Robaccia, robaccia!

ELSA   È roba molto sofisticata, non la disprezzi! La prego, dimentichi di essere un serio professore! (Continua a cercare tra gli abiti rimasti. Alla fine ne estrae uno con un piccolo grido) Stavolta ci siamo! Non mi dica che questa mise non le piace perché non la stimerei più! Guardi: giacca nera monopetto a un bottone con ricamo trasversale in rilievo. Dio, com’è bello, questo motivo arabescato! Pantaloni scuri a vita bassa stretti… Camicia anch’essa nera, di seta, con disegnato un drago in rilievo argentato con gli strass… Cintura con fibbia importante argentata… Scarpe nere sfilate… Mica male, vero?

VECCHIO   Sì, Elsa, non è male. Eccentrico ma fine… Non sembrerò un po’ gay?

ELSA   Professore! Si vede lontano un miglio che lei è tutto maschio!

VECCHIO   D’accordo, vada per la camicia col drago.

ELSA   (battendo le mani) Evviva!

Con l’aiuto di Elsa il Vecchio si veste. Quando è pronto, la ragazza fa qualche passo indietro per esaminarlo meglio.

ELSA   Professore, è un figurino!

VECCHIO   Sì, debbo dire che mi sento a mio agio…

ELSA   Che bell’uomo! Vuole proprio andare alla festa senza di me?

VECCHIO   Non mi prenda in giro, Elsa. Comunque… Che male c’è a cercare perennemente la fontana della giovinezza?

ELSA   Ha ragione, professore. (Cambiando tono) Un momento, manca qualcosa di importante.

VECCHIO   Ancora?

ELSA   (corre al carrello del maquillage e torna con una bottiglia di profumo: glielo spruzza sui risvolti della giacca) Se una donna sente questo odore le cade tra le braccia.

VECCHIO   (con l’aria di crederci) Elsa, non faccia le cose così facili… Comunque quella ragazza è stata molto carina con me…

ELSA   Aspetti: un altro ritocco. (Di nuovo va al carrello, appoggia la bottiglia di profumo e prende un flaconcino, quindi torna dal Vecchio) Chiuda gli occhi.

VECCHIO   (ridendo, divertito) Ma che mi fa?

ELSA   (spruzzandolo sul viso) Questo è un attivatore dell’abbronzatura, ricco di preziosi oli vegetali.

VECCHIO   Elsa, Elsa!

ELSA   Voglio che la vedano, professore. (Alzando la voce) Dottor Paulus, venga qua!

Entrano il Dott. Paulus, il Segretario e Hercules. In un primo momento, guardando il Vecchio, restano perplessi, senza parole. Dopo qualche istante.

DOTT. PAULUS   Mio Dio! Se l’avessi incontrato fuori, professore, non l’avrei riconosciuto! (A Elsa) Elsa, lei è una maga!

ELSA   Grazie, direttore.

SEGRETARIO   (lanciando sguardi ironici agli altri e soffocando a stento una risata) Davvero, professore: lei è un colpo d’occhio!

HERCULES   (per canzonarlo) Stia eretto con le spalle, mi raccomando. Petto in fuori, pancia in dentro.

VECCHIO   Vi ringrazio, amici. Allora… Posso andare?

DOTT. PAULUS   Stasera lei è cupido, professore. Un momento, però. (Fa un cenno verso le quinte. Entra il Cameriere. Sul vassoio porta delle scatole e una caraffa d’acqua. Il Dott. Paulus esamina le scatole, ne sceglie una) Stasera ci vuole qualcosa di particolarmente energetico… Ecco, prenda questa capsula… È infallibile… Questo è un trattamento sicuro per una pronta ricarica di energie e di vitalità. Una vera e propria polverina di giovinezza. Mi creda, professore. E inoltre contiene preziosi principi anti-invecchiamento… (Il Vecchio inghiottisce) Buona serata, professore.

ELSA   (sfiorandolo con un bacio) Buon divertimento e… ricordi, come dice sempre lei: il limite è il cielo!

Il Vecchio li guarda imbarazzato ed emozionato, fa dei gesti impacciati che vorrebbero essere di gratitudine. Infine si volta ed esce. Da dietro le quinte giungono le note di una musica da discoteca. Il Dott. Paulus fa cenno agli altri di seguirlo. Tutti si siedono nelle poltroncine sotto l’ombrellone.

DOTT. PAULUS   Orgoglio grigio è andato alla conquista del mondo. Speriamo non tiri le cuoia. (Al Segretario) Lei non lo perda d’occhio ma non si faccia vedere, mi raccomando. E se notasse qualche sintomo di collasso sa quello che deve fare…

SEGRETARIO   Stia tranquillo, dottor Paulus. Credo abbia perso completamente la testa…

DOTT. PAULUS   Per quella mignottella?

SEGRETARIO   Appunto.

DOTT.PAULUS   Meglio così. L’amore può fruttare molto…

HERCULES   (a Elsa) Lei lo ha veramente in pugno: è diabolica!

ELSA   (celiando) Diabolica io? Faccio solo con diligenza il mio lavoro...

DOTT. PAULUS   Questo è fondamentale: che ciascuno faccia il proprio dovere. (Di nuovo al Segretario) La festa, di là, è organizzata bene?

SEGRETARIO   Nei minimi particolari. C’è un bel gruppo di puttane per gli orgogli grigi e qualche torello da monta per le irrequiete donzelle fuori corso.

DOTT. PAULUS   Bene. (A Hercules) Hercules, il professore vuole una ricca scuderia di tavole da wind-surf: ha provveduto a ordinarle?

HERCULES   Certo: le migliori e le più care. Con percentuale per noi.

DOTT. PAULUS   Arricchisca anche gli equipaggiamenti. E non badi a spese, capito? Ho carta bianca.

HERCULES   Può contarci, direttore.

DOTT. PAULUS   (a Elsa) Tenga sempre ben fornita la dispensa dei prodotti energetici e di bellezza. Creme, tante creme!

ELSA   Ho tanta di quella roba che potrei aprire un supermercato e una farmacia.

DOTT. PAULUS   (al Cameriere) D’ora in avanti, usi bicchieri e piatti più raffinati. Il professore è un esteta, ama le cose belle. E mi raccomando: le posate, sempre d’argento.

CAMERIERE   Va bene, direttore.

DOTT. PAULUS   (al Segretario) Sta organizzando quel viaggio a New York?

SEGRETARIO   Domani l’agenzia dovrebbe darmi il programma.

DOTT. PAULUS   Top class in aereo, alberghi di lusso… Sul posto, vuole una limousine nera a sua disposizione.

SEGRETARIO   Conosco bene le istruzioni, direttore.

DOTT. PAULUS   Terminato questo viaggio, lo facciamo star fermo per un po’. I suoi soldi non devono finire tutti all’estero: per amor di patria, no?

SEGRETARIO   (ridendo) Certo: viva l’Italia!

Il Dott. Paulus si alza e, seguito dai suoi collaboratori, cammina verso le quinte di destra. Fa il gesto di osservare il locale in cui si svolge la festa. Musica, rumore di bottiglie di champagne stappate, di bicchieri e di stoviglie, risate.

DOTT. PAULUS   Ripugnante. Giovinezza: ornamento caduco che tutti, oggi, vogliono trattenere e sfoggiare fino all’ultimo respiro! Nessuno vuole diventare vecchio: tutt’al più guardano alla vecchiaia come a un incidente imprevisto. Nessuno si rassegna a declinare, anzi tutti si comportano come se fossero sempre degli studentelli. (Retrocede. Ai suoi collaboratori) Questa è la nostra fortuna, signori. Assecondiamoli al giusto prezzo! (Al Segretario) Lei vada dentro e controlli, okay?

Il Segretario fa un cenno d’assenso con la testa ed esce. Gli altri indugiano ancora per qualche secondo, quindi escono anche loro dalla parte opposta.

 

 

Terzo atto

 

Al centro del palcoscenico, unica parte illuminata, il Dott. Paulus e il Mezzano. Quest’ultimo è un uomo tozzo, dall’espressione volgare, vestito di scuro.

 

DOTT. PAULUS   (tendendogli una grossa mazzetta di banconote che l’altro afferra avidamente e infila rapidamente dentro il giubbotto) Ecco la grana. Ha istruito bene la ragazza? Che non si metta a fare i capricci.

MEZZANO   Qualche ceffone gliel’abbiamo dato, perché capisse chi comanda e che se crea problemi le può accadere di peggio. Purtroppo è molto giovane e non ha esperienza. Se avessi potuto fornire una più navigata…

DOTT. PAULUS   La vuole così. D’altronde, con quella cifra… (Abbassando il tono della voce) Siamo sicuri che è vergine?

MEZZANO   È arrivata da poco da laggiù. Viveva con la famiglia. Contadini e analfabeti… Conosce solo la miseria. E qui a lavorare ancora non ce l’avevamo mandata…

DOTT. PAULUS   Speriamo non sia aggressiva… Lui si aspetta un angelo disceso dal cielo…

MEZZANO   Queste stronzate a me non interessano. Per me, è merce. Se qualcosa non funziona, mi avverta. Comunque…  Potete intervenire anche voi…

DOTT. PAULUS   D’accordo. Adesso vada, vada…

Il Mezzano esce. La luce ora illumina un salottino, sulla destra. Su una poltrona è seduta Milica. È una ragazza giovanissima, esile e carina. Indossa un abitino leggero, rosso, scollato. Si guarda attorno attonita e intimidita.

DOTT. PAULUS   (che si è nascosto tra le quinte di sinistra, osservandola da lontano) Ecco la nostra verginella. Voglio vedere come farà, orgoglio grigio… Gli daremo una bella bomba…

Luce sulla parte alta destra del palcoscenico. Appare una vela rossa da parapendio da cui lentamente cala il Vecchio, in completo assetto di volo, seduto nell’imbrago, le mani attaccate alle corde. Ha il casco, sotto cui porta occhiali a specchio colorati. Alle mani, guanti da volo. Indossa una salopette anch’essa di colore vivace e ai piedi ha scarponcini con rinforzi laterali. Attaccati al petto, vari strumenti. Quando la ragazza lo vede s’alza in piedi con uno scatto, impaurita. Il Vecchio si sgancia e scende dalla selletta. Un po’ impacciato, fa due passi verso la ragazza con un braccio alzato, come per tranquillizzarla. Poi, senza togliersi il casco, torna indietro e le mostra l’imbrago. Quando parlerà, la ragazza mostrerà difficoltà nel comprendere ciò che dice; lui si aiuterà con i gesti per farsi capire più facilmente.

VECCHIO   (balbettando) Imbrago e parapendio devono lavorare bene insieme… L’imbrago è importante soprattutto nel caso di un incidente… C’è anche un sistema di airbag, qui, ecco… Questo cuscino invece serve per la schiena… (Si sfila i guanti, glieli mostra) Questi sono guanti molto caldi, per l’inverno, ma abbastanza leggeri da poter essere portati tutto l’anno… Il palmo, vedi, è di cuoio naturale, per evitare che la mano scivoli dai comandi… (Porgendoglieli) Vuoi provarli? (La ragazza scuote il capo. Il Vecchio si sfila il casco) Il casco, si sa, serve a proteggere la testa… (Si toglie anche gli occhiali e glieli tende) Questi sono bellissimi, non trovi? Se ti piacciono te li regalo… Le lenti sono in policarbonato… La montatura è di un materiale termoplastico, totalmente atossico, elastico, resistente, con proprietà antigraffio… (La ragazza lo guarda e lo ascolta come istupidita, senza reazioni, il che mette ancora più in imbarazzo il Vecchio, che ora si sfila dal petto uno degli apparecchi e glielo mostra) Questo è un GPS… Si chiama così… È una macchinetta magica, sai… Permette di comporre, in modo semplice, rotte anche molto complesse… In volo è sufficiente per mantenere il controllo della traccia del proprio percorso rispetto alla cartografia mostrata dal display, questo specchietto qui, vedi, per realizzare una navigazione estremamente accurata… Calcola, secondo per secondo, i tempi di arrivo ai singoli way-point… E poi in volo bisogna utilizzare una radio, questa (stacca un altro strumento dal petto e glielo mostra)… È una radio rice-trasmittente con l’auricolare… (Fa qualche passo indietro e, da sotto il seggiolino, estrae una valigetta: torna verso la ragazza e la apre) Questo è un set da viaggio… Contiene strumenti che possono servire durante i voli e le spedizioni… (Le si accosta e la ragazza retrocede) Sai, penso che ogni volo sia come una scarica di adrenalina pura… Io sto ancora imparando, naturalmente… Quando sarò bravo insegnerò anche a te… Ci chiamano uomini-vela… Pensa che bello essere liberi e soli nel cielo immenso, in balia del vento… Lassù, a tremila metri, al di sopra delle nuvole, lontano da questa terra cattiva e rumorosa… In paradiso… (Alla parola “paradiso” la ragazza sorride e fa dei cenni di assenso con la testa per fargli capire che ha capito. Allora il Vecchio le si accosta, stavolta lei non retrocede, ma subito lui torna sui suoi passi. Poi si allontana, va verso il centro del palcoscenico. A se stesso) Dio, com’è giovane, e bella! È l’immagine dell’innocenza… L’innocenza di una donna: ormai tutti ci ridono su. Ma cosa c’è di più sublime? «L’uomo perduto sia amato da una ragazza innocente e sarà salvo»: come faceva a sapere una cosa così un uomo come Kierkegaard? Quando una fanciulla ti ha dato il suo tesoro, ti ha dato tutto…  Ma io, io cosa posso darle? Cosa puoi dare agli altri se hai il cuore vuoto? E se sei vecchio: perché io sono vecchio!... Sono pieno di smarrimento e di nostalgia… Quale amore potrebbe ormai colmare la voragine del mio rimpianto? Ma chissà, forse ancora anch’io… In lei vorrei amare tutto ciò che ho perduto e sto per perdere e vorrei che anche lei amasse tutto questo in me… Ma come può capire, lei? Come può accettare che un suo bacio sia per me la ricompensa, o la restituzione, di tutto ciò che non ho avuto, che ho perduto e non avrò mai più?… L’amore, dicono, può restituirci a noi stessi: quando non è troppo tardi, forse… Comunque ci fa solo misurare la nostra infelicità… 

DOTT. PAULUS   (uscendo dall’ombra e andando verso il Vecchio) Tutto bene, professore? Non è il tipo di ragazza che desiderava?

VECCHIO   (trasalendo) Ah, dottor Paulus… Sì, certo, la ragazza…

DOTT. PAULUS   Ricordi: oggi lei, anche grazie a noi, può dare più di un punto a un giovanottino… E mi raccomando: non pensi troppo: le fa male! Per la sua intera esistenza lei non ha fatto altro che pensare, pensare… E rinviare. Sì, rinviare di vivere veramente, le gioie che ci offre la realtà… «Di attesa in attesa, consumiamo la nostra vita e moriamo tutti in travaglio»: l’ha detto un grande filosofo che lei certamente conosce…

VECCHIO   Vecchio Epicuro… Per essere felici bisognerebbe liberarsi dai bisogni e dalla paura, specie quella del dolore e degli dei che si disinteressano completamente di noi…

DOTT. PAULUS   Che fiorellino le ha mandato il destino… Che bocconcino, eh?

VECCHIO   (tra sé) Ma Epicuro consigliava di sopprimere del tutto il desiderio e dominare le passioni… A non odiare la vita, né la morte, né la povertà… Sapere essere impassibili, imperturbabili… 

DOTT. PAULUS   Non è immorale desiderare la felicità, non è immorale desiderare il piacere. Il desiderio è sano, vitale. Ma la guardi, professore! È vergine, capisce? Vergine! Se ne rende conto? Lei sarà il primo uomo a farle… a farle fare… quello che vorrà. Che bocconcino, eh? Queste ragazze di oggi: mettono in mostra il loro corpo come una merce… E merce sia! Loro vogliono essere comprate, usate…

VECCHIO   (tormentato) Riuscire davvero a sopprimere del tutto il desiderio e a dominare le passioni… Che libertà, sarebbe…

DOTT. PAULUS   Basta coi rimorsi, con i crucci della coscienza! Pensi a star bene. Un buio abisso eterno ci attende… Si succhi quella caramella che la sorte le ha offerto… Perché rinunciare ai nostri desideri quando possiamo soddisfarli senza fatica? Per fare un piacere a chi? Se non se la gode lei, quella ragazza, se la godrà un altro, senza tanti complimenti. Per lei il problema è il medesimo: aprire le gambe.

VECCHIO   Appena crollano i fondamenti morali tutto diventa lecito, empio, libertinaggio…

DOTT. PAULUS   Quella ragazza lei può averla, capisce? Ma sia cauto e furbo, prenda e non dia… Arraffi senza restituire… Su questa terra la riconoscenza non esiste, lo sa…

VECCHIO   Cauto, furbo… Certo… Sì, per una volta essere egoista, pensare solo a me stesso…

DOTT. PAULUS   Sia dolce, romantico, sognante: ci cascano sempre tutte, è il loro alibi… E sia generoso, se ne vale la pena, soltanto (strofinando l’indice col pollice, alludendo al denaro) con questo… Però non dimentichi mai quello che vuole. Le accarezzi teneramente i capelli ma passi presto ai suoi seni… Le sfiori il viso con un casto bacio, ma pensi al ventre liscio. Non perda troppo tempo con i sentimenti: pensi al suo corpo, solo a quello. Tanto anche lei pensa la stessa cosa. (Il Dott. Paulus gli si avvicina e gli porge una pillola) Mandi giù questa, l’aiuterà.

Il Dott. Paulus esce. In un guizzo entra in scena Elsa che gli dà una rosa rossa dal lungo stelo. Esce di corsa, ridendo. Il Vecchio si avvicina lentamente alla ragazza, che si è seduta sul divano. Le siede accanto e le offre la rosa.

MILICA   (stupita, prendendo la rosa) Oh grazie, tu gentile…

VECCHIO   Sei molto bella, Milica…

MILICA   (con un sorriso timido) Grazie, signore…

VECCHIO   Sei triste?

MILICA   Sì, io triste.

VECCHIO   Nostalgia del tuo paese?

MILICA   Mio paese tanta fame, tanti morti…

VECCHIO   Ti piace stare qui?

MILICA   (animandosi) Case belle, donne eleganti, automobili…

Scoppia un fragoroso temporale.

VECCHIO   Non hai la macchina, tu?

MILICA   Macchina? Niente soldi per macchina!

VECCHIO   Ti regalerò una macchina. Di che colore ti piacerebbe?

MILICA   (batte le mani felice come una bambina) Rossa.

VECCHIO   Avrai una macchina rossa.

MILICA   Troppo per me.

VECCHIO   Ti regalerò anche dei bei vestitini… Tanti vestitini… E soldi, tanti soldi…

MILICA   Grazie, signore. Ma io cosa dare a  te?

Il temporale cresce. Vento, tuoni, fulmini.

VECCHIO   Puoi regalarmi una carezza.

MILICA   (accarezzandolo) Io accarezzo te senza macchina rossa perché tu buono…

VECCHIO   … e un bacio…

MILICA   Se tu vuoi baciare me, tu puoi.

VECCHIO   (dopo averla baciata) Dove vivi, Milica?

MILICA   Brutta casa, ragazze sole, uomini cattivi, picchiare…

VECCHIO   Comprerò una casa per te e le tue amiche. Basta uomini cattivi.

A un tratto una serie di lampi e di tuoni molto forti scuotono l’aria e illuminano – nell’angolo opposto – il gommone appoggiato alla parete.

MILICA   (alzandosi in piedi di scatto terrorizzata, un braccio davanti agli occhi, con un grido) Ah!

VECCHIO   Che succede, Milica?

MILICA   Aiuto! Aiuto! (Sussultando tra i singhiozzi si rifugia tra le braccia del Vecchio) Mama, papà, fratellino, sorellina… Guerra, violenza, mare, tempesta, buio…

VECCHIO   (stringendola a sé) Stai tra le mie braccia, piccola. Qui sei al sicuro.

Il temporale si allontana. I lampi cessano.

MILICA   (sempre singhiozzando) Tu buono. Tu aiuti Milica.

VECCHIO   (con cinismo camuffato) Certo che ti aiuterò. Ma tu… (Le infila una mano sotto il vestito, tra le gambe. La ragazza si divincola) Anche tu devi essere buona con me: (Le tocca il seno. La ragazza cerca di opporsi) Ti farò diventare ricca, Milica. Vestiti, scarpe, catenine e braccialetti d’oro, tanta roba da mangiare… Un po’ di soldi alla tua famiglia… (Diventa sempre più aggressivo) Spogliati, Milica. Voglio vederti nuda… (Gridando) Spogliati, ti ho detto! (A un movimento brusco della ragazza, perde l’equilibrio e cade in terra. Milica si alza in piedi, cerca di sistemarsi i vestiti e si guarda intorno come per cercare una via di fuga. Il Vecchio, urlando) Perdio, Milica! (L’afferra per le gambe e fa cadere anche lei. Subito le piomba addosso e cerca di violentarla. La ragazza si divincola, riuscendo ad alzarsi, tenta di fuggire. Il Vecchio, con un urlo roco) Vieni qua, Milica, ti ho detto vieni qua.

Alle grida della ragazza e del Vecchio accorrono il Dott. Paulus, il Segretario, Elsa ed Hercules.

DOTT. PAULUS   Che succede, professore?

VECCHIO   (alzandosi a fatica, farfugliando) Questa scioccherella… Fa la preziosa…

ELSA   Venga un momento con me, professore. Ha bisogno di una rinfrescata… (Escono)

Il Dott. Paulus, il Segretario ed Hercules raggiungono la ragazza.

HERCULES   (allungandole un violento ceffone che la fa quasi cadere) Vuoi che informiamo subito… il tuo padrone? Vuoi che glielo diciamo di venirti a riprendere perché non sai fare niente? (Dandole un altro ceffone) Allora?

SEGRETARIO   (afferrandola per un braccio e scaraventandola sul divano) Cretina, cosa ti era stato ordinato? Di non fare i capricci, no? Qui mica siamo a casa tua, e nemmeno all’asilo infantile. (L’afferra per i capelli) Tu devi fare quello che ti viene detto di fare!

DOTT. PAULUS   (avvicinandosi ed estraendo dal camice una siringa) La nostra santarella ha bisogno di un aiuto per farsi coraggio. Su, tenetemela ferma.

Il Segretario ed Hercules vanno verso la ragazza che si raggomitola sul divano come per nascondersi. Il Dott. Paulus si avvcina. Si sente un urlo di Milica seguito da singhiozzi interrotti soltanto da una parola.

MILICA   Mama! Mama!

Mentre il Vecchio rientra, buio totale. Qualche secondo, un urlo lacerante di Milica. Ancora buio. Poi si sente il rombo di una moto. Quando la scena s’illumina di nuovo il Dott. Paulus, il Segretario e Hercules sono al centro del palcoscenico, attorno alla moto del Vecchio col motore acceso.

DOTT. PAULUS   È pazzo! È pazzo! Non ce la può fare!

HERCULES   Stia tranquillo, direttore. L’ho istruito io. Andrà piano piano, nel vialetto qua attorno…

SEGRETARIO   Io dico che è una follia. La moto è troppo pesante per lui.

HERCULES   Gli ho insegnato come deve fare per stare in equilibrio. Ha fatto un paio di giri con me: non ha guidato male. L’essenziale è che proceda lentamente.

Entrano il Vecchio e Milica. La ragazza è completamente cambiata. Molto truccata, tacchi alti, una minigonna di pelle nera cortissima e una camicetta quasi del tutto aperta sul davanti che fa intravedere i seni. Si muove ancheggiando, mastica un chewing-gum. Il Vecchio porta una tuta di pelle nera da motociclista, stivaletti, grandi occhiali. In mano ha il casco.

MILICA   (con una risata sguaiata, guardando la moto) Uau! Il bolide, il bolide! (Al Vecchio, tirandolo per il colletto) Dai, su, facciamogli vedere chi siamo, a questi stronzi! (Ai presenti, con tono volgare) Vi facciamo un (fa il gesto con le mani) culo così!

VECCHIO   (cercando faticosamente di salire sulla moto) Aspetta, aspetta, Milica, diavolo di una ragazza…

HERCULES   (lo solleva quasi di peso e lo mette in sella) Stia attento, professore. Questo giocattolo pesa molti quintali.

MILICA   (a Hercules) Togliti dai coglioni, tu, maiale. Guidassi io, ti schiaccerei come un topo schifoso.  

HERCULES   (facendo il gesto di darle uno schiaffo) Fai, fai la spiritosa. Ma appena mi capiti sotto…

VECCHIO   Hercules, stia calmo se no la faccio licenziare. (La ragazza gli fa un gesto volgare col braccio) Piuttosto, mi aiuti a posizionarmi bene…

HERCULES   D’accordo. Ma lei è troppo buono con questa…

MILICA   Ce l’ha con me perché non gliela do.

DOTT. PAULUS   Hercules, per favore: non le dia spago…

MILICA   Ecco, bravo Paulettos. Tutti calmi altrimenti si cambia residenza e allora addio quattrini…

VECCHIO   Milica, adesso basta. Sali, coraggio.

MILICA   (per salire dietro di lui si tira su completamente la minigonna, mostrando le mutandine) Eccomi, eccomi, amore mio, mio porcone…

 VECCHIO   (a Hercules) Mi faccia scendere dal cavalletto.

 HERCULES   (eseguendo) Frizione… Ingrani la marcia… Parta lentamente e proceda senza accelerare troppo…

VECCHIO   (innestando la prima) È da quando ero giovane che desidero fare una volata in moto con una ragazza…  Milica, tieniti forte! Si parte!

MILICA   Evviva!

A strattoni ma lentamente la moto si muove. Esce dal fondo di sinistra. Appena è scomparsa si odono delle accelerazioni irregolari sempre più forti e grida eccitate di Milica.

MILICA   (in lontananza) Più forte, più forte! Sballiamo! Sballiamo!

Il fragore della moto si fa sempre più forte finché, a un tratto, si sente uno schianto e un grido di donna. Il Dott. Paulus, il Segretario, Hercules ed Elsa sussultano, si guardano l’un l’altro, si precipitano fuori scena. Buio. Quando torna la luce il Vecchio è disteso sul divano. È in maniche di camicia, tremante, e si è tolto la parrucca. Qualche secondo di silenzio poi entrano il Dott. Paulus, Hercules, il Segretario. Il Vecchio si alza e va loro incontro, traballante.

VECCHIO   (con voce affannata) Ebbene?

DOTT. PAULUS   (scuotendo la testa) Niente da fare. 

VECCHIO   Milica… (Il Dott. Paulus fa un cenno affermativo con la testa) Mio Dio! (Barcollando torna verso il divano, si accascia; si copre il volto con un braccio) Cosa ho fatto!

SEGRETARIO   Professore, non dica così. Non è stata colpa sua. È stato un incidente.

HERCULES  Un incidente, un incidente…

VECCHIO   Un incidente! La mia intelligenza è un incidente. L’incidente di un miserabile omicida…

DOTT. PAULUS   Professore, non voglio sentirla parlare così. Di incidenti come questo ne accadono centinaia al giorno… Forse è stato un po’ imprudente ma non si accolli colpe che non ha. Se non fosse stato istigato… E poi, fuori di qui non deve trapelare niente… Lei non ha la patente e alla sua età…

VECCHIO   Logica conclusione di tutti i miei errori…

DOTT. PAULUS   Quando si vuole essere padroni del proprio destino, sottrarsi alle regole, alla maledizione delle regole, si rischia di più. Ma si vive, anche, di più.

VECCHIO   Infrangere le regole spesso significa andare contro natura, ignorare la morale cioè il bene. Sono stato un folle. La mia superbia non cercava la giovinezza – e già sarebbe stato demenziale – ma il piacere, la rivalsa, la vendetta. Non ci si può vendicare della propria vita e della propria sorte. La superbia viene sempre umiliata e la vendetta fa solo vittime innocenti.

DOTT. PAULUS   Non dica sciocchezze! In lei hanno agito le sue legittime, naturali pulsioni di vita!

VECCHIO   In me ha agito un’insana aspirazione al vizio.

DOTT. PAULUS   E se anche fosse? È proprio convinto che l’egoismo e il vizio siano del tutto negativi? Pensi: sull’intelligenza hanno persino una funzione di stimolo...

VECCHIO   Verso l’abiezione e la colpa.  L’egoismo.

DOTT. PAULUS   Sono pur sempre stimoli vitali. Producendo la colpa, introducono nella cosiddetta coscienza il principio di giustizia e di punizione, mostrano quanto sia migliore la virtù, quanto il male faccia soffrire sia chi lo subisce, sia chi lo commette…

VECCHIO   Lei è solo un cinico. Il cinismo è la vera matrice del male.

DOTT. PAULUS   Smetta di fare il moralista! (In falsetto) Il senso del dovere e della giustizia, servire piuttosto che asservire, rispettare invece di approfittare, l’umiltà al posto della prepotenza, dedizione al mondo, all’uomo, ai sacri principi… Che belle parole! Ma quando ci si accorge d’invecchiare e ci si rende conto che ci resta poco tempo da vivere… Non è legittimo il desiderio di ribellarsi contro questo destino deciso senza il nostro parere, godersi gli ultimi tempi con qualunque mezzo, a qualunque costo? Nessuno conosce i veri motivi per cui il nostro corpo invecchia, invecchiamo senza una vera ragione. Così, per una dispotica decisione della natura! Decisione inappellabile! La chimica detta le proprie leggi, senza porsi interrogativi morali. Tutto quello che accade nella nostra vita e nella nostra mente è opera della chimica delle cellule nervose. Cos’è la sua infelicità di questo momento? Il risultato dell’azione di una miriade di cellule nervose e delle molecole che esse posseggono. Lei è solo la vittima dello strapotere di un pacchetto di neuroni! Chi sono io? Sono l’aggregazione e il risultato di una popolazione di neuroni. Io non esiste: sono solo loro, quei miliardi di neuroni che operano nel mio corpo in tempo reale e non fanno altro che ricevere e trasmettere segnali, ad esistere. Ciascuno di loro riceve impulsi elettrici (cioè informazioni) da altri neuroni, li elabora e a sua volta li spedisce. Hanno postini, ferrovie, jet supersonici. Migliaia di processi chimici ed elettrochimici interagiscono tra loro dentro di noi! Su e giù lungo le fibre nervose del nostro corpo c’è un continuo movimento di cellule. Non esiste alcun Io, capisce? Alcun Io separato dai suoi neuroni, dalla sua chimica. Vale dunque la pena di farsi domande, di porsi problemi?

VECCHIO   Vade retro, vade retro, dottor Paulus! La mia coscienza…

DOTT. PAULUS   (scoppiando in una fragorosa risata) La materia e la mente non sono due cose diverse. Gli eventi mentali sono opera delle cellule nervose. E quando moriamo: splash, una grande frittata. Anzi, una grande cacata!

VECCHIO   (guardandolo con disprezzo) Automi, insomma, non siamo che sofisticati robot…

DOTT. PAULUS   Sì, professore. E c’è poco da essere ironici, o risentiti. Pensiamo perché siamo aggregati di miliardi di macchine macromolecolari magnificamente connesse. Siamo costituiti da miliardi di piccoli robot connessi tra loro.

VECCHIO   Le nostre azioni solo manifestazioni chimiche: una bella scappatoia per la coscienza.

DOTT. PAULUS   La vita non è un enigma metafisico ma una gigantesca operazione biologica. Siamo fantocci meccanici, un sogno chimico!

VECCHIO   (allontanandosi) Milica, Milica! Non eri che un grazioso fantoccio meccanico che si è schiantato sul selciato di un castello fatato dove i vecchi tornano giovani e i giovani sono gli zimbelli dei vecchi… Un pupazzo parlante, che soffriva, piangeva, sperava… Per questo ho potuto usarti per il mio piacere, per il mio capriccio… Una manciata di soldi per strapazzare a mio piacimento, favorito dalla tua miseria, un mucchietto di scorie chimiche… (Ha un sussulto di pianto) A Roma la speranza era venerata come dea, aveva parecchi templi e il primo di agosto se ne celebrava la festa… Oggi la speranza è senza templi e senza anniversari… Vaga di frontiera in frontiera, in balia di imbarcazioni precarie, del mare in tempesta, per un sogno di tregua e un tozzo di pane… Chiunque può sputarle in faccia… E la nostra coscienza cristiana è irrisa dai neuroni… Ma chi grida “pietà” nei nostri cuori? Quali molecole ancora chiedono giustizia? (Guardando verso il Dott. Paulus che confabula col Segretario e con Hercules) Robot chimici! Farabutti! Quale chimica potrà mai giustificarmi e assolvermi?...

Entra Elsa trafelata e va verso il Dott. Paulus.

ELSA   (con voce mozzata dall’emozione) Era incinta.

Il Dott. Paulus le fa cenno di tacere; ma il Vecchio ha sentito, corre verso di loro.

VECCHIO   Cosa ha detto, Elsa? (Afferrandola e scuotendola) Cosa ha detto?

ELSA   Niente, dicevo…

VECCHIO   Milica era incinta: è così? È così?

ELSA   (dopo un attimo di esitazione, abbassando la testa) Sì.

Il Vecchio resta come paralizzato. Tenta di parlare ma non ci riesce, dalla sua bocca escono solo suoni soffocati. Finalmente riesce a muoversi, zoppicando e sempre più curvo cammina sul proscenio. È scosso dal tremito.   

VECCHIO   Quanti modi terribili ha, la giustizia divina, per punirci… Potevo avere un bambino… Un piccolo, meraviglioso sogno chimico! Alla fine della mia vita, in cambio della mia tracotanza e della mia superbia, il destino, o la Provvidenza, mi aveva offerto un dono regale: un figlio mio, nato dal grembo amaro di una giovane madre infelice e disperata, che attraverso me e lui poteva avere un futuro migliore… Perché io avrei pensato generosamente al loro futuro… Un bambino, anche lui spazzato via da una accelerata eccessiva, frutto della mia vanità, dal gesto idiota dettato da un orgoglio maschile fuori tempo… Che vergogna! (Con la bocca e con le mani mima i gesti di un motociclista) Brun, brun, brun! Schiacciati dal mostro d’acciaio… Uno dei tanti mostri sulla strada di quella povera creatura… Chi muore? Loro, naturalmente, cioè quelli che avevano più diritto di vivere… Anzi, gli unici che avevano il diritto di vivere… (Si passa una mano sulla faccia) Emulsioni idratanti… Trattamento anti-invecchiamento per pelli stanche… Sieri concentrati di vitamine… Gel, fluidi protettivi, profumi, pillole… Buffone, sono stato uno squallido buffone… Un buffone criminale… Chissà quanto hanno riso di me, questi scaltri mercanti, e giustamente… (Suona una campana; il Vecchio sobbalza) Richiamo del tempo che passa… Le antiche società senza tempo… Le giornate misurate con la lunghezza delle ombre… È quasi l’alba… È sempre l’universo a dare un senso ai nostri giorni, a scandirli… (Cammina, claudicante, in su e in giù) Ringiovanire: che follia! Quando i rimpianti e i ricordi soffocano le attese e i sogni, il tempo è terminato… L’avventura deve concludersi… Solo così posso ritrovare la mia dignità calpestata… Un lungo sonno dopo tante insonnie… Sì, questo è il momento giusto. Se lascio passare un po’ di tempo potrei assuefarmi al dolore, al rimorso, alla vergogna e l’assuefazione è madre dell’indifferenza… Non ho più futuro… Non ho più un futuro dignitoso… Quando la diagnosi è infausta, perché prolungare l’agonia? Perché prolungare la sofferenza? Il malato – dicono – ha il diritto d’essere considerato una persona fino all’ultimo. Giusto. Ma come? Facendolo partecipare alle decisioni che lo riguardano, se può: non c’è altra strada… La vita è un dono, quindi non dev’essere un’imposizione… Semmai, a chi sta per morire facciamo un regalo: aiutiamolo a fare in fretta… Sì, basta, basta! Un po’ di pace, prego… E forse una nuova speranza… (Si mette davanti al gommone, forma nera e minacciosa che lo sovrasta, lo guarda dal basso verso l’alto) Abbiamo tutti paura della morte eppure è il momento della suprema autenticità e della verità… Uscire dalla storia di questo piccolo pianeta ed entrare in quella del mondo… Rientrare nel gioco dei vènti, della luce e delle tenebre, nel gran respiro dell’Essere… Un pacchetto di molecole nuovamente fluttuanti… Senza avere più sulle spalle questo peso del tempo… Forse, finalmente, la spiegazione… O il silenzio e la stasi eterni… D’altronde, anche l’infelicità, quando è grande, è una malattia, e la mia è un’infelicità terminale… Chissà, magari mi congiungo a quelle due anime che ora potrebbero essere giulive e che certo, se esistono, non ce l’avranno con me… Chi è innocente non porta rancore… (Voltandosi, a voce alta) Dottor Paulus!

DOTT. PAULUS   Sì?

VECCHIO   Debbo proporle un affare. A lei piacciono gli affari, no?

DOTT. PAULUS   (ridendo allegramente) Arrivo! (Ai suoi collaboratori) Spero sia conveniente per noi.

VECCHIO   È un affare che conviene a tutt’e due. E senza oneri, per lei.

Il Dott. Paulus lo raggiunge. Il Vecchio lo prende a braccetto e lo conduce verso il proscenio.

DOTT. PAULUS   (ostentando buon umore) Coraggio, mi dica di che si tratta: io sono un uomo molto curioso…

VECCHIO   Dottor Paulus, debbo riconoscerlo: lei ha fatto di tutto per assecondare i miei desideri e le mie… diciamo… velleità.

DOTT. PAULUS   (schernendosi) Ho fatto solo il mio dovere: sono un professionista, io.

VECCHIO   Non c’è dubbio, non c’è dubbio… Lei è veramente un professionista.

DOTT. PAULUS  (con malizia) Del resto, lei è stato un buon cliente. Ha chiesto molto ma è stato anche generoso, comprensivo.

VECCHIO   Una mano lava l’altra…, come si dice?

DOTT. PAULUS   Allora, in cos’altro posso accontentarla? Cosa vuole propormi? Una partita a poker molto audace? …

VECCHIO   La posta è molto alta, sì. Ma non si tratta di una partita a carte anche se potremmo dire che si tratta pur sempre di un gioco…

DOTT. PAULUS   Suvvia, non mi tenga sulle spine: di che si tratta?

VECCHIO   Della mia vita. Anzi, le chiedo scusa: della mia morte.

DOTT. PAULUS   Sta scherzando, vero, professore? Oppure vuole spaventarmi? O prendermi in giro?

VECCHIO   (ironico) Non mi permetterei mai! Conosco le regole: con i veri professionisti non si scherza. Si tratta… (Strofina l’indice e il pollice della mano destra)

DOTT. PAULUS   Ma lei si rende conto di quello che chiede? Io…

VECCHIO   Dottor Paulus, quello che io voglio rientra nel vostro normale servizio, mi creda. Non sono mosso da ribellione o rancore verso qualcuno o qualcosa ma dal desiderio di una vita nuova, di una nuova avventura… Capisce? Non per nichilismo o autolesionismo ma per un’incrollabile fiducia nella possibilità di un rinnovamento totale, di una rinascita. Sia pure nel segno della chimica, come intende lei… Ho voglia di un mutamento profondo, di una metamorfosi, capisce? Di un lifting veramente totale, ancestrale. Di un’avventura cosmica…

DOTT. PAULUS   Professore, non si scherza con queste cose… Nel nostro Paese, come sa, la  legislazione non prevede…

VECCHIO   So tutto, so tutto. Ma la sua clinica è in grado di sopperire… di accontentare qualunque clientela… e qualsiasi richiesta…

DOTT. PAULUS   (abbozzando un sorriso) Che noi si cerchi di andare incontro ai desideri dei nostri clienti non c’è dubbio…

VECCHIO   Appunto. I desideri dei clienti innanzitutto…

DOTT. PAULUS   Nel rispetto della legge…

VECCHIO   (alzando il tono della voce e afferrandolo per un braccio) Dottor Paulus, lasciamo stare la legge… Qui parliamo di affari… E poi, confessiamolo: sarebbe anche un modo (sottolineando) sicuro di chiudere… con il recente passato…

DOTT. PAULUS   (facendo cenno ai suoi collaboratori, rimasti in disparte, di avvicinarsi) Comunque, se lei fosse più esplicito…

VECCHIO   Intanto mi tolga una curiosità: lei è un medico?

DOTT. PAULUS   No ma mi mancavano pochi esami… E poi, lo sa, a volte l’esperienza vale più…

VECCHIO   Non c’è dubbio. Sono sicuro che lei certe cose le sa benissimo.

DOTT. PAULUS   (che sta sulle spine) Per esempio?

VECCHIO   Quali sono i metodi più idonei per un’eutanasia dolce e indolore…

DOTT. PAULUS   Lei mi prende alla sprovvista, professore…

VECCHIO   (ironico) Mi scusi, non volevo metterla in imbarazzo né urtare la sua sensibilità…

DOTT. PAULUS   C’è il cianuro… o l’iniezione di un’overdose di morfina che garantisce un sonno totalmente indolore…

VECCHIO   Ero sicuro che un po’ se ne intendesse… Il prezzo?

DOTT. PAULUS   Professore, ma di cosa mi fa parlare… Si sa, sono operazioni rischiose… Lei capisce… Comunque…

VECCHIO   (fissandolo minacciosamente ed estraendo un assegno dal portafogli) Ha una penna?

DOTT. PAULUS   Certo, eccola.

VECCHIO   Si volti.

Il Dott. Paulus si volta e il Vecchio appoggia sulla sua schiena l’assegno e lo riempie. Poi, di nuovo rivolto al Dott. Paulus e tendendogli l’assegno.

VECCHIO   Va bene così?

DOTT. PAULUS   (prendendo l’assegno e guardandolo) L’ho sempre detto: lei è un vero signore.

VECCHIO   (urlando) Basta?...

DOTT. PAULUS   (sobbalzando) È più che sufficiente.

VECCHIO   Vorrei si facesse rapidamente.

DOTT. PAULUS   Mi dia il tempo…

VECCHIO   (sbrigativo) Quando è pronto, mi avverta. Io aspetto qui.

Il Vecchio va a sedersi in una poltrona e si prende la testa fra le mani. Il Dott. Paulus e i suoi collaboratori si appartano e confabulano. A un tratto squilla il cellulare del Segretario.

SEGRETARIO   Sì? A sua disposizione, signora. (Pausa) Qui facciamo tutto, signora. Sì, anche l’autotrapianto per capelli… Protesi dello zigomo, liposcultura dell’addome, correzione ginecomastia… Si può fare l’impianto dei polpacci e la blefaroplastica completa… Correggiamo anche le orecchie e il mento… Il lifting del collo e del braccio è facilissimo, le assicuro, un gioco da ragazzi… Le gambe diventano lisce e piatte dopo una liposcultura a cosce e ginocchia… Lei abbia fiducia in noi. E venga senz’altro lunedì. A presto.

Il Dott. Paulus, Hercules, Elsa e il Segretario escono.

VECCHIO   La luce palpita… Basta tacere e il canto segreto arriva fino a noi… (Cinguettii di uccelli) Fremono le ali della vita… Che giornata favolosa, mi attende: anticipo solo di un pugno di tempo il compimento… Chissà se sarà un ritorno alla casa d’origine: vorremmo tutti tornare dove è iniziato il viaggio… Un po’ di riposo nel Creatore, come sperava Agostino… Certo, potrebbe essere un abisso smemorato e silenzioso, un vuoto senza apparizioni, una notte eterna… Ma comunque, una notte tranquilla… (Riflette) Il mio amico angelo ha ragione: bisogna avere fiducia… Sarò come il bruco che esce dal bozzolo e diventa farfalla… (Sorridendo) Mia madre generò un bambino e riavrà una farfalla. Sarà contenta: le piacevano tanto… Quanta gente da rivedere… Con i link di Dio…

Rientra il Dott. Paulus in camice verde da chirurgo: accanto a lui c’è Elsa, in camice rosa.

VECCHIO   (osservandoli, con un fischio di ammirazione) C’è poco da fare: la classe è classe.

ELSA   Così, senza nessuno accanto che le voglia bene?

VECCHIO   A vivere troppo a lungo si resta soli. L’umiltà suprema è accettare di vivere e morire senza consolazione… E poi, io ho lei.

Qualche istante di esitazione e di silenzio.

VECCHIO   Ah, scusate, dimenticavo… Vado un momento in giardino. (Esce)

ELSA   Mi fa pena…

DOTT. PAULUS   Ha idea dei guai che potrebbe farci passare?

Il Vecchio rientra con un mazzolino di margherite bianche in mano.

VECCHIO   A volte, basta il pensiero… Sono pronto, signori. Andiamo a vedere il grande forse.

ELSA   (allegramente) Sveglia, professore! Bisogna prepararsi per la grande festa!

VECCHIO   (svegliandosi di soprassalto si guarda attorno attonito) Festa? Che festa? Dov’è l’angelo?

ELSA   Sono io, l’angelo, professore? Su, indossi l’elettrostimolatore (glielo tende) per ridare tono e compattezza al suo pancino e ai suoi fianchi. Venga qui, che la massaggio un po’. Voglio che sia in forma, stasera. Dev’essere affascinante e irresistibile.

Il Vecchio barcollando scende dal letto, si spoglia fino a restare in mutande, lascia che la ragazza gli applichi l’elettrostimolatore ai fianchi e va a sdraiarsi sul lettino delle visite. Entra il Cameriere che gli dà delle pillole e un bicchiere d’acqua. Il Vecchio le ingoia. Elsa ha portato con sé un carrellino con le ruote. Sul piano alto c’è un piccolo bacile; accanto, spugne e asciugamani. Gli altri piani sono ingombri di flaconi, bottiglie colorate, vasetti e altri prodotti cosmetici e medicinali.

ELSA   (cominciando a passare la spugna su tutto il corpo del Vecchio) Si rilassi, professore… Così… Prima di tutto bisogna rinfrescare la pelle delicatamente… Professore, sono orgogliosa di me stessa: lei è irriconoscibile, da quando ha cominciato a frequentarci… (Ogni tanto, ad un segno di Elsa, il Vecchio cambia posizione)

VECCHIO   Ah, sì? In che senso?

ELSA   Aveva l’aria… Come dire?... Flaccida. Sì, sembrava malaticcio. Non si offende, vero? E poi era grassottello e… rigido, professore, era troppo rigido… Un vecchio, insomma.

VECCHIO   E adesso, invece?

ELSA   Ha perso metà dei suoi anni. Intanto ha buttato giù un sacco di chili…

VECCHIO   Questo è vero.

ELSA   (palpandolo) Ora la sua pelle è soda, tesa. Ha un bel colorito. Con questa abbronzatura, poi…

VECCHIO   Si nota, sì?...

ELSA   L’abbronzatura? Caspita, se si nota! E diciamo la verità: l’abbronzatura è tutto, in una persona. Lei, qui, professore, ha scoperto il piacere di spogliarsi, immergersi, affidarsi, nutrirsi ogni giorno di nuove energie… Non è così? Siamo bravi, vero? (Asciuga il corpo del Vecchio con degli asciugamani, poi comincia a spalmargli una crema sulla pelle) Idratare, nutrire, levigare, normalizzare: queste sono le quattro esigenze fondamentali della pelle.

VECCHIO   Cosa sta facendo?

ELSA   La sto idratando. (Mostrandogli il flacone) Questo è un estratto d’alga che, grazie alla sua particolare composizione, consente il mantenimento di umidità ottimale della cute. L’effetto è una idratazione immediata che si stabilizza e dura nel tempo.

VECCHIO   Ha un buon profumo. Di pulito.

ELSA   (prendendo un altro flacone e mostrandoglielo) Inoltre la pelle ha bisogno di essere nutrita. (Comincia a spalmarlo con il nuovo prodotto) Proteine del latte, nutrienti ed emollienti; proteine di riso e di grano, per proteggere. Qui dentro ci sono anche vitamina A per il rinnovamento cellulare e vitamina E anti-età… Tutto per ottenere compattezza ed elasticità cutanea…

VECCHIO   (con un sospiro di piacere) Lei ha le mani di una fata…

ELSA   Allora mi preferisce al suo angelo?...

VECCHIO   Sicuramente! Gli angeli veri, quelli con le ali, vorrebbero idratare e nutrire la nostra anima. Sono degli ottimisti, loro… Dei giocherelloni…

ELSA   L’anima non invecchia, non fa le rughe…

VECCHIO   Invecchia, invecchia…

ELSA   Balle.

VECCHIO   Spero che la sua resti sempre giovane…

ELSA   Grazie! (Prendendo un altro flacone) Pelle spenta, segni del tempo che si fanno giorno dopo giorno più evidenti… (Mostrandogli il nuovo flacone e cominciando ad usarlo) Vede, professore, alla base di questa emulsione fluida c’è un mix di acidi fruttati (mirtillo, arancia, canna da zucchero, eccetera) che, in sinergia con l’acido glicolico, danno una ventata di giovinezza alla pelle esfoliandola con dolcezza. Inoltre contiene altre preziose sostanze – il pantenolo, la vitamina E, proteine di soia e aloe – che ne fanno un preparato particolarmente adatto per le pelli sensibili…

VECCHIO   Dovrebbero darti una laurea, Elsa, in cosmetica! E a che serve tutto questo ben di Dio sulla mia pelle?

ELSA   (sillabando) A levigare. La pelle si fa più compatta e le rughe superficiali si distendono…

VECCHIO   Le rughe si distendono: che bello! Anche dentro?

ELSA   Dove, professore?

VECCHIO   Niente, scherzavo.

ELSA   Adesso occorre che la sua pelle venga normalizzata. (Afferra un altro vasetto) In questa pomata soffice e setosa c’è un fungo che le giapponesi, pensi, usavano tanto tempo fa per diminuire la produzione di sebo. Lo sapeva che la produzione di sebo è più spiccata nelle donne orientali?

VECCHIO   No, questo proprio non lo sapevo.

ELSA   Questo ingrediente restringe i pori e normalizza le secrezioni. Ma assieme al fungo, professore, qui dentro ci sono biossido di titanio e caolino che schiariscono la pelle e assorbono l’eccesso di grasso. Poi c’è acido ialuronico e urea che ripristinano il tasso di idratazione cutaneo…

VECCHIO   … acido ialuronico e urea… Puah! Che schifo, Elsa!

ELSA   Schifo, professore? Ma ha idea di quanto costi un prodotto così? E ha idea di quante centinaia, migliaia di chimici, biologi, fisiologi lavorano, giorno e notte, nei laboratori per ottenere questi prodotti e ridare un po’ di gioia alla gente?

VECCHIO   Veri benefattori dell’umanità.

ELSA   Bene: col corpo ho terminato. Pensiamo al viso. Gliel’ho detto: stasera dev’essere charmant. (Nel corso della fase successiva il corpo di Elisa nasconderà sempre la faccia del Vecchio che si vedrà solo a trucco ultimato) Lei stia fermo, mi raccomando… Si affidi completamente a me. Tenga chiusi gli occhi… Così, bravo. Il mio professore è proprio un bravo bambino… Se ne sta buono buono mentre la sua Elsa lo fa diventare bello, sempre più bello… Chissà quanto piacerà, alle ragazze! Ne sono quasi gelosa… Io, qui, sola soletta e lui se ne va in giro a conquistare la sua principessa… Ecco, professore, ho terminato… (Elsa fa un passo indietro per valutare i risultati, sempre coprendo il Vecchio) Adesso può aprire gli occhi, professore, e sedersi. (Il Vecchio siede sul bordo del lettino, sempre coperto dalla figura della ragazza). Fermo… Così… Magnifico! Ho compiuto un vero capolavoro! Diavolo, come sono brava! (Con lentezza si sposta in modo che il pubblico possa vedere il volto del Vecchio: una maschera quasi grottesca. Tutti i tratti del suo viso sono fortemente alterati, irriconoscibili, nell’intento di dargli l’espressione di un uomo di trent’anni. Elsa gli tende uno specchio) Vuole guardarsi, professore? (Il Vecchio si guarda nello specchio, interdetto) Si piace? Dica: si piace? Giovanile e maschio, dolce e insieme volitivo…

VECCHIO   Anche  troppo…

ELSA   (togliendogli lo specchio) Troppo? Ognuno espone quello che ha. Non pecchi di modestia, professore.

VECCHIO   L’esibizionismo non mi è mai piaciuto.

ELSA   Macché esibizionismo! E poi bisogna tener conto che in questo momento lei è spogliato: l’effetto definitivo si vedrà quando sarà vestito.

VECCHIO   Ah, già, debbo ancora vestirmi. Cosa mi metto?

ELSA   Non ha che l’imbarazzo della scelta. (Corre fuori, torna con un carrello porta abiti a ruote al quale sono appesi numerosi vestiti) Ammiri che guardaroba ha!

VECCHIO   (con orgoglio infantile) Ne ho di roba bella, eh?

ELSA   E che qualità! Tutte cose firmate o tagliate e cucite appositamente per lei. Che damerino!

VECCHIO   Dicono che l’abito non fa il monaco…

ELSA   Lo fa, lo fa, eccome! Su di lei, poi, gli abiti fanno un figurone. Ha sempre un aspetto così raffinato e signorile… Le ci vuole poco per essere elegante.

VECCHIO   Come mi consiglia di vestirmi, stasera, Elsa?

ELSA   Dipende dal suo stato d’animo…  E… (maliziosa) dai suoi progetti…

VECCHIO   Vorrei dimenticare tutto ed essere felice… E soprattutto rivedere quella ragazza, la turista… Una creatura deliziosa…

ELSA   Ci sarà, ci sarà. (Prendendo uno dei vestiti) Stiamo sul classico? Doppio petto blu con camicia azzurra e foulard ciclamino?

VECCHIO   No, troppo sobrio…

ELSA   (prendendone un altro) Questo bellissimo completo grigio?

VECCHIO   Anche questo troppo serio…

ELSA   (per prenderlo in giro) Lo smoking?

VECCHIO   Elsa, Elsa, non faccia la birichina…

ELSA   Qualcosa di moderno, allora?

VECCHIO   Sì. Ma non troppo frivolo, non eccentrico…

ELSA   Professore, lo sa: nell’abbigliamento il confine tra il maschile e il femminile non conta più molto…

VECCHIO   Io sono tradizionalista.

ELSA   Vuole giocare ma con serietà: ho capito bene?

VECCHIO   Ha capito benissimo.

ELSA   Questa giacca di broccato ricamata?… (Il Vecchio fa un gesto di disapprovazione con la mano) Casacca e pantaloni sovradimensionati?... Pantaloni di serpente, camicia in tulle incrostata di fili di lamé e paillettes… No. Peccato: le avrebbe dato un’aria sottilmente perversa… E questa giacca corta con ricami di filo da pesca?...

VECCHIO   Robaccia, robaccia!

ELSA   È roba molto sofisticata, non la disprezzi! La prego, dimentichi di essere un serio professore! (Continua a cercare tra gli abiti rimasti. Alla fine ne estrae uno con un piccolo grido) Stavolta ci siamo! Non mi dica che questa mise non le piace perché non la stimerei più! Guardi: giacca nera monopetto a un bottone con ricamo trasversale in rilievo. Dio, com’è bello, questo motivo arabescato! Pantaloni scuri a vita bassa stretti… Camicia anch’essa nera, di seta, con disegnato un drago in rilievo argentato con gli strass… Cintura con fibbia importante argentata… Scarpe nere sfilate… Mica male, vero?

VECCHIO   Sì, Elsa, non è male. Eccentrico ma fine… Non sembrerò un po’ gay?

ELSA   Professore! Si vede lontano un miglio che lei è tutto maschio!

VECCHIO   D’accordo, vada per la camicia col drago.

ELSA   (battendo le mani) Evviva!

Con l’aiuto di Elsa il Vecchio si veste. Quando è pronto, la ragazza fa qualche passo indietro per esaminarlo meglio.

ELSA   Professore, è un figurino!

VECCHIO   Sì, debbo dire che mi sento a mio agio…

ELSA   Che bell’uomo! Vuole proprio andare alla festa senza di me?

VECCHIO   Non mi prenda in giro, Elsa. Comunque… Che male c’è a cercare perennemente la fontana della giovinezza?

ELSA   Ha ragione, professore. (Cambiando tono) Un momento, manca qualcosa di importante.

VECCHIO   Ancora?

ELSA   (corre al carrello del maquillage e torna con una bottiglia di profumo: glielo spruzza sui risvolti della giacca) Se una donna sente questo odore le cade tra le braccia.

VECCHIO   (con l’aria di crederci) Elsa, non faccia le cose così facili… Comunque quella ragazza è stata molto carina con me…

ELSA   Aspetti: un altro ritocco. (Di nuovo va al carrello, appoggia la bottiglia di profumo e prende un flaconcino, quindi torna dal Vecchio) Chiuda gli occhi.

VECCHIO   (ridendo, divertito) Ma che mi fa?

ELSA   (spruzzandolo sul viso) Questo è un attivatore dell’abbronzatura, ricco di preziosi oli vegetali.

VECCHIO   Elsa, Elsa!

ELSA   Voglio che la vedano, professore. (Alzando la voce) Dottor Paulus, venga qua!

Entrano il Dott. Paulus, il Segretario e Hercules. In un primo momento, guardando il Vecchio, restano perplessi, senza parole. Dopo qualche istante.

DOTT. PAULUS   Mio Dio! Se l’avessi incontrato fuori, professore, non l’avrei riconosciuto! (A Elsa) Elsa, lei è una maga!

ELSA   Grazie, direttore.

SEGRETARIO   (lanciando sguardi ironici agli altri e soffocando a stento una risata) Davvero, professore: lei è un colpo d’occhio!

HERCULES   (per canzonarlo) Stia eretto con le spalle, mi raccomando. Petto in fuori, pancia in dentro.

VECCHIO   Vi ringrazio, amici. Allora… Posso andare?

DOTT. PAULUS   Stasera lei è cupido, professore. Un momento, però. (Fa un cenno verso le quinte. Entra il Cameriere. Sul vassoio porta delle scatole e una caraffa d’acqua. Il Dott. Paulus esamina le scatole, ne sceglie una) Stasera ci vuole qualcosa di particolarmente energetico… Ecco, prenda questa capsula… È infallibile… Questo è un trattamento sicuro per una pronta ricarica di energie e di vitalità. Una vera e propria polverina di giovinezza. Mi creda, professore. E inoltre contiene preziosi principi anti-invecchiamento… (Il Vecchio inghiottisce) Buona serata, professore.

ELSA   (sfiorandolo con un bacio) Buon divertimento e… ricordi, come dice sempre lei: il limite è il cielo!

Il Vecchio li guarda imbarazzato ed emozionato, fa dei gesti impacciati che vorrebbero essere di gratitudine. Infine si volta ed esce. Da dietro le quinte giungono le note di una musica da discoteca. Il Dott. Paulus fa cenno agli altri di seguirlo. Tutti si siedono nelle poltroncine sotto l’ombrellone.

DOTT. PAULUS   Orgoglio grigio è andato alla conquista del mondo. Speriamo non tiri le cuoia. (Al Segretario) Lei non lo perda d’occhio ma non si faccia vedere, mi raccomando. E se notasse qualche sintomo di collasso sa quello che deve fare…

SEGRETARIO   Stia tranquillo, dottor Paulus. Credo abbia perso completamente la testa…

DOTT. PAULUS   Per quella mignottella?

SEGRETARIO   Appunto.

DOTT.PAULUS   Meglio così. L’amore può fruttare molto…

HERCULES   (a Elsa) Lei lo ha veramente in pugno: è diabolica!

ELSA   (celiando) Diabolica io? Faccio solo con diligenza il mio lavoro...

DOTT. PAULUS   Questo è fondamentale: che ciascuno faccia il proprio dovere. (Di nuovo al Segretario) La festa, di là, è organizzata bene?

SEGRETARIO   Nei minimi particolari. C’è un bel gruppo di puttane per gli orgogli grigi e qualche torello da monta per le irrequiete donzelle fuori corso.

DOTT. PAULUS   Bene. (A Hercules) Hercules, il professore vuole una ricca scuderia di tavole da wind-surf: ha provveduto a ordinarle?

HERCULES   Certo: le migliori e le più care. Con percentuale per noi.

DOTT. PAULUS   Arricchisca anche gli equipaggiamenti. E non badi a spese, capito? Ho carta bianca.

HERCULES   Può contarci, direttore.

DOTT. PAULUS   (a Elsa) Tenga sempre ben fornita la dispensa dei prodotti energetici e di bellezza. Creme, tante creme!

ELSA   Ho tanta di quella roba che potrei aprire un supermercato e una farmacia.

DOTT. PAULUS   (al Cameriere) D’ora in avanti, usi bicchieri e piatti più raffinati. Il professore è un esteta, ama le cose belle. E mi raccomando: le posate, sempre d’argento.

CAMERIERE   Va bene, direttore.

DOTT. PAULUS   (al Segretario) Sta organizzando quel viaggio a New York?

SEGRETARIO   Domani l’agenzia dovrebbe darmi il programma.

DOTT. PAULUS   Top class in aereo, alberghi di lusso… Sul posto, vuole una limousine nera a sua disposizione.

SEGRETARIO   Conosco bene le istruzioni, direttore.

DOTT. PAULUS   Terminato questo viaggio, lo facciamo star fermo per un po’. I suoi soldi non devono finire tutti all’estero: per amor di patria, no?

SEGRETARIO   (ridendo) Certo: viva l’Italia!

Il Dott. Paulus si alza e, seguito dai suoi collaboratori, cammina verso le quinte di destra. Fa il gesto di osservare il locale in cui si svolge la festa. Musica, rumore di bottiglie di champagne stappate, di bicchieri e di stoviglie, risate.

DOTT. PAULUS   Ripugnante. Giovinezza: ornamento caduco che tutti, oggi, vogliono trattenere e sfoggiare fino all’ultimo respiro! Nessuno vuole diventare vecchio: tutt’al più guardano alla vecchiaia come a un incidente imprevisto. Nessuno si rassegna a declinare, anzi tutti si comportano come se fossero sempre degli studentelli. (Retrocede. Ai suoi collaboratori) Questa è la nostra fortuna, signori. Assecondiamoli al giusto prezzo! (Al Segretario) Lei vada dentro e controlli, okay?

Il Segretario fa un cenno d’assenso con la testa ed esce. Gli altri indugiano ancora per qualche secondo, quindi escono anche loro dalla parte opposta.

 

 

Terzo atto

 

Al centro del palcoscenico, unica parte illuminata, il Dott. Paulus e il Mezzano. Quest’ultimo è un uomo tozzo, dall’espressione volgare, vestito di scuro.

 

DOTT. PAULUS   (tendendogli una grossa mazzetta di banconote che l’altro afferra avidamente e infila rapidamente dentro il giubbotto) Ecco la grana. Ha istruito bene la ragazza? Che non si metta a fare i capricci.

MEZZANO   Qualche ceffone gliel’abbiamo dato, perché capisse chi comanda e che se crea problemi le può accadere di peggio. Purtroppo è molto giovane e non ha esperienza. Se avessi potuto fornire una più navigata…

DOTT. PAULUS   La vuole così. D’altronde, con quella cifra… (Abbassando il tono della voce) Siamo sicuri che è vergine?

MEZZANO   È arrivata da poco da laggiù. Viveva con la famiglia. Contadini e analfabeti… Conosce solo la miseria. E qui a lavorare ancora non ce l’avevamo mandata…

DOTT. PAULUS   Speriamo non sia aggressiva… Lui si aspetta un angelo disceso dal cielo…

MEZZANO   Queste stronzate a me non interessano. Per me, è merce. Se qualcosa non funziona, mi avverta. Comunque…  Potete intervenire anche voi…

DOTT. PAULUS   D’accordo. Adesso vada, vada…

mezzano esce. La luce ora illumina un salottino, sulla destra. Su una poltrona è seduta Milica. È una ragazza giovanissima, esile e carina. Indossa un abitino leggero, rosso, scollato. Si guarda attorno attonita e intimidita.

DOTT. PAULUS   (che si è nascosto tra le quinte di sinistra, osservandola da lontano) Ecco la nostra verginella. Voglio vedere come farà, orgoglio grigio… Gli daremo una bella bomba…

Luce sulla parte alta destra del palcoscenico. Appare una vela rossa da parapendio da cui lentamente cala il Vecchio, in completo assetto di volo, seduto nell’imbrago, le mani attaccate alle corde. Ha il casco, sotto cui porta occhiali a specchio colorati. Alle mani, guanti da volo. Indossa una salopette anch’essa di colore vivace e ai piedi ha scarponcini con rinforzi laterali. Attaccati al petto, vari strumenti. Quando la ragazza lo vede s’alza in piedi con uno scatto, impaurita. Il Vecchio si sgancia e scende dalla selletta. Un po’ impacciato, fa due passi verso la ragazza con un braccio alzato, come per tranquillizzarla. Poi, senza togliersi il casco, torna indietro e le mostra l’imbrago. Quando parlerà, la ragazza mostrerà difficoltà nel comprendere ciò che dice; lui si aiuterà con i gesti per farsi capire più facilmente.

VECCHIO   (balbettando) Imbrago e parapendio devono lavorare bene insieme… L’imbrago è importante soprattutto nel caso di un incidente… C’è anche un sistema di airbag, qui, ecco… Questo cuscino invece serve per la schiena… (Si sfila i guanti, glieli mostra) Questi sono guanti molto caldi, per l’inverno, ma abbastanza leggeri da poter essere portati tutto l’anno… Il palmo, vedi, è di cuoio naturale, per evitare che la mano scivoli dai comandi… (Porgendoglieli) Vuoi provarli? (La ragazza scuote il capo. Il Vecchio si sfila il casco) Il casco, si sa, serve a proteggere la testa… (Si toglie anche gli occhiali e glieli tende) Questi sono bellissimi, non trovi? Se ti piacciono te li regalo… Le lenti sono in policarbonato… La montatura è di un materiale termoplastico, totalmente atossico, elastico, resistente, con proprietà antigraffio… (La ragazza lo guarda e lo ascolta come istupidita, senza reazioni, il che mette ancora più in imbarazzo il Vecchio, che ora si sfila dal petto uno degli apparecchi e glielo mostra) Questo è un GPS… Si chiama così… È una macchinetta magica, sai… Permette di comporre, in modo semplice, rotte anche molto complesse… In volo è sufficiente per mantenere il controllo della traccia del proprio percorso rispetto alla cartografia mostrata dal display, questo specchietto qui, vedi, per realizzare una navigazione estremamente accurata… Calcola, secondo per secondo, i tempi di arrivo ai singoli way-point… E poi in volo bisogna utilizzare una radio, questa (stacca un altro strumento dal petto e glielo mostra)… È una radio rice-trasmittente con l’auricolare… (Fa qualche passo indietro e, da sotto il seggiolino, estrae una valigetta: torna verso la ragazza e la apre) Questo è un set da viaggio… Contiene strumenti che possono servire durante i voli e le spedizioni… (Le si accosta e la ragazza retrocede) Sai, penso che ogni volo sia come una scarica di adrenalina pura… Io sto ancora imparando, naturalmente… Quando sarò bravo insegnerò anche a te… Ci chiamano uomini-vela… Pensa che bello essere liberi e soli nel cielo immenso, in balia del vento… Lassù, a tremila metri, al di sopra delle nuvole, lontano da questa terra cattiva e rumorosa… In paradiso… (Alla parola “paradiso” la ragazza sorride e fa dei cenni di assenso con la testa per fargli capire che ha capito. Allora il Vecchio le si accosta, stavolta lei non retrocede, ma subito lui torna sui suoi passi. Poi si allontana, va verso il centro del palcoscenico. A se stesso) Dio, com’è giovane, e bella! È l’immagine dell’innocenza… L’innocenza di una donna: ormai tutti ci ridono su. Ma cosa c’è di più sublime? «L’uomo perduto sia amato da una ragazza innocente e sarà salvo»: come faceva a sapere una cosa così un uomo come Kierkegaard? Quando una fanciulla ti ha dato il suo tesoro, ti ha dato tutto…  Ma io, io cosa posso darle? Cosa puoi dare agli altri se hai il cuore vuoto? E se sei vecchio: perché io sono vecchio!... Sono pieno di smarrimento e di nostalgia… Quale amore potrebbe ormai colmare la voragine del mio rimpianto? Ma chissà, forse ancora anch’io… In lei vorrei amare tutto ciò che ho perduto e sto per perdere e vorrei che anche lei amasse tutto questo in me… Ma come può capire, lei? Come può accettare che un suo bacio sia per me la ricompensa, o la restituzione, di tutto ciò che non ho avuto, che ho perduto e non avrò mai più?… L’amore, dicono, può restituirci a noi stessi: quando non è troppo tardi, forse… Comunque ci fa solo misurare la nostra infelicità… 

DOTT. PAULUS   (uscendo dall’ombra e andando verso il Vecchio) Tutto bene, professore? Non è il tipo di ragazza che desiderava?

VECCHIO   (trasalendo) Ah, dottor Paulus… Sì, certo, la ragazza…

DOTT. PAULUS   Ricordi: oggi lei, anche grazie a noi, può dare più di un punto a un giovanottino… E mi raccomando: non pensi troppo: le fa male! Per la sua intera esistenza lei non ha fatto altro che pensare, pensare… E rinviare. Sì, rinviare di vivere veramente, le gioie che ci offre la realtà… «Di attesa in attesa, consumiamo la nostra vita e moriamo tutti in travaglio»: l’ha detto un grande filosofo che lei certamente conosce…

VECCHIO   Vecchio Epicuro… Per essere felici bisognerebbe liberarsi dai bisogni e dalla paura, specie quella del dolore e degli dei che si disinteressano completamente di noi…

DOTT. PAULUS   Che fiorellino le ha mandato il destino… Che bocconcino, eh?

VECCHIO   (tra sé) Ma Epicuro consigliava di sopprimere del tutto il desiderio e dominare le passioni… A non odiare la vita, né la morte, né la povertà… Sapere essere impassibili, imperturbabili… 

DOTT. PAULUS   Non è immorale desiderare la felicità, non è immorale desiderare il piacere. Il desiderio è sano, vitale. Ma la guardi, professore! È vergine, capisce? Vergine! Se ne rende conto? Lei sarà il primo uomo a farle… a farle fare… quello che vorrà. Che bocconcino, eh? Queste ragazze di oggi: mettono in mostra il loro corpo come una merce… E merce sia! Loro vogliono essere comprate, usate…

VECCHIO   (tormentato) Riuscire davvero a sopprimere del tutto il desiderio e a dominare le passioni… Che libertà, sarebbe…

DOTT. PAULUS   Basta coi rimorsi, con i crucci della coscienza! Pensi a star bene. Un buio abisso eterno ci attende… Si succhi quella caramella che la sorte le ha offerto… Perché rinunciare ai nostri desideri quando possiamo soddisfarli senza fatica? Per fare un piacere a chi? Se non se la gode lei, quella ragazza, se la godrà un altro, senza tanti complimenti. Per lei il problema è il medesimo: aprire le gambe.

VECCHIO   Appena crollano i fondamenti morali tutto diventa lecito, empio, libertinaggio…

DOTT. PAULUS   Quella ragazza lei può averla, capisce? Ma sia cauto e furbo, prenda e non dia… Arraffi senza restituire… Su questa terra la riconoscenza non esiste, lo sa…

VECCHIO   Cauto, furbo… Certo… Sì, per una volta essere egoista, pensare solo a me stesso…

DOTT. PAULUS   Sia dolce, romantico, sognante: ci cascano sempre tutte, è il loro alibi… E sia generoso, se ne vale la pena, soltanto (strofinando l’indice col pollice, alludendo al denaro) con questo… Però non dimentichi mai quello che vuole. Le accarezzi teneramente i capelli ma passi presto ai suoi seni… Le sfiori il viso con un casto bacio, ma pensi al ventre liscio. Non perda troppo tempo con i sentimenti: pensi al suo corpo, solo a quello. Tanto anche lei pensa la stessa cosa. (Il Dott. Paulus gli si avvicina e gli porge una pillola) Mandi giù questa, l’aiuterà.

Il Dott. Paulus esce. In un guizzo entra in scena Elsa che gli dà una rosa rossa dal lungo stelo. Esce di corsa, ridendo. Il Vecchio si avvicina lentamente alla ragazza, che si è seduta sul divano. Le siede accanto e le offre la rosa.

MILICA   (stupita, prendendo la rosa) Oh grazie, tu gentile…

VECCHIO   Sei molto bella, Milica…

MILICA   (con un sorriso timido) Grazie, signore…

VECCHIO   Sei triste?

MILICA   Sì, io triste.

VECCHIO   Nostalgia del tuo paese?

MILICA   Mio paese tanta fame, tanti morti…

VECCHIO   Ti piace stare qui?

MILICA   (animandosi) Case belle, donne eleganti, automobili…

Scoppia un fragoroso temporale.

VECCHIO   Non hai la macchina, tu?

MILICA   Macchina? Niente soldi per macchina!

VECCHIO   Ti regalerò una macchina. Di che colore ti piacerebbe?

MILICA   (batte le mani felice come una bambina) Rossa.

VECCHIO   Avrai una macchina rossa.

MILICA   Troppo per me.

VECCHIO   Ti regalerò anche dei bei vestitini… Tanti vestitini… E soldi, tanti soldi…

MILICA   Grazie, signore. Ma io cosa dare a  te?

Il temporale cresce. Vento, tuoni, fulmini. 

VECCHIO   Puoi regalarmi una carezza.

MILICA   (accarezzandolo) Io accarezzo te senza macchina rossa perché tu buono…

VECCHIO   … e un bacio…

MILICA   Se tu vuoi baciare me, tu puoi.

VECCHIO   (dopo averla baciata) Dove vivi, Milica?

MILICA   Brutta casa, ragazze sole, uomini cattivi, picchiare…

VECCHIO   Comprerò una casa per te e le tue amiche. Basta uomini cattivi.

A un tratto una serie di lampi e di tuoni molto forti scuotono l’aria e illuminano – nell’angolo opposto – il gommone appoggiato alla parete.

MILICA   (alzandosi in piedi di scatto terrorizzata, un braccio davanti agli occhi, con un grido) Ah!

VECCHIO   Che succede, Milica?

MILICA   Aiuto! Aiuto! (Sussultando tra i singhiozzi si rifugia tra le braccia del Vecchio) Mama, papà, fratellino, sorellina… Guerra, violenza, mare, tempesta, buio…

VECCHIO   (stringendola a sé) Stai tra le mie braccia, piccola. Qui sei al sicuro.

Il temporale si allontana. I lampi cessano.

MILICA   (sempre singhiozzando) Tu buono. Tu aiuti Milica.

VECCHIO   (con cinismo camuffato) Certo che ti aiuterò. Ma tu… (Le infila una mano sotto il vestito, tra le gambe. La ragazza si divincola) Anche tu devi essere buona con me: (Le tocca il seno. La ragazza cerca di opporsi) Ti farò diventare ricca, Milica. Vestiti, scarpe, catenine e braccialetti d’oro, tanta roba da mangiare… Un po’ di soldi alla tua famiglia… (Diventa sempre più aggressivo) Spogliati, Milica. Voglio vederti nuda… (Gridando) Spogliati, ti ho detto! (A un movimento brusco della ragazza, perde l’equilibrio e cade in terra. Milica si alza in piedi, cerca di sistemarsi i vestiti e si guarda intorno come per cercare una via di fuga. Il Vecchio, urlando) Perdio, Milica! (L’afferra per le gambe e fa cadere anche lei. Subito le piomba addosso e cerca di violentarla. La ragazza si divincola, riuscendo ad alzarsi, tenta di fuggire. Il Vecchio, con un urlo roco) Vieni qua, Milica, ti ho detto vieni qua.

Alle grida della ragazza e del Vecchio accorrono il Dott. Paulus, il Segretario, Elsa ed Hercules.

DOTT. PAULUS   Che succede, professore?

VECCHIO   (alzandosi a fatica, farfugliando) Questa scioccherella… Fa la preziosa…

ELSA   Venga un momento con me, professore. Ha bisogno di una rinfrescata… (Escono)

Il Dott. Paulus, il Segretario ed Hercules raggiungono la ragazza.

HERCULES   (allungandole un violento ceffone che la fa quasi cadere) Vuoi che informiamo subito… il tuo padrone? Vuoi che glielo diciamo di venirti a riprendere perché non sai fare niente? (Dandole un altro ceffone) Allora?

SEGRETARIO   (afferrandola per un braccio e scaraventandola sul divano) Cretina, cosa ti era stato ordinato? Di non fare i capricci, no? Qui mica siamo a casa tua, e nemmeno all’asilo infantile. (L’afferra per i capelli) Tu devi fare quello che ti viene detto di fare!

DOTT. PAULUS   (avvicinandosi ed estraendo dal camice una siringa) La nostra santarella ha bisogno di un aiuto per farsi coraggio. Su, tenetemela ferma.

Il Segretario ed Hercules vanno verso la ragazza che si raggomitola sul divano come per nascondersi. Il Dott. Paulus si avvcina. Si sente un urlo di Milica seguito da singhiozzi interrotti soltanto da una parola.

MILICA   Mama! Mama!

Mentre il Vecchio rientra, buio totale. Qualche secondo, un urlo lacerante di Milica. Ancora buio. Poi si sente il rombo di una moto. Quando la scena s’illumina di nuovo il Dott. Paulus, il Segretario e Hercules sono al centro del palcoscenico, attorno alla moto del Vecchio col motore acceso.

DOTT. PAULUS   È pazzo! È pazzo! Non ce la può fare!

HERCULES   Stia tranquillo, direttore. L’ho istruito io. Andrà piano piano, nel vialetto qua attorno…

SEGRETARIO   Io dico che è una follia. La moto è troppo pesante per lui.

HERCULES   Gli ho insegnato come deve fare per stare in equilibrio. Ha fatto un paio di giri con me: non ha guidato male. L’essenziale è che proceda lentamente.

Entrano il Vecchio e Milica. La ragazza è completamente cambiata. Molto truccata, tacchi alti, una minigonna di pelle nera cortissima e una camicetta quasi del tutto aperta sul davanti che fa intravedere i seni. Si muove ancheggiando, mastica un chewing-gum. Il Vecchio porta una tuta di pelle nera da motociclista, stivaletti, grandi occhiali. In mano ha il casco.

MILICA   (con una risata sguaiata, guardando la moto) Uau! Il bolide, il bolide! (Al Vecchio, tirandolo per il colletto) Dai, su, facciamogli vedere chi siamo, a questi stronzi! (Ai presenti, con tono volgare) Vi facciamo un (fa il gesto con le mani) culo così!

VECCHIO   (cercando faticosamente di salire sulla moto) Aspetta, aspetta, Milica, diavolo di una ragazza…

HERCULES   (lo solleva quasi di peso e lo mette in sella) Stia attento, professore. Questo giocattolo pesa molti quintali.

MILICA   (a Hercules) Togliti dai coglioni, tu, maiale. Guidassi io, ti schiaccerei come un topo schifoso.  

HERCULES   (facendo il gesto di darle uno schiaffo) Fai, fai la spiritosa. Ma appena mi capiti sotto…

VECCHIO   Hercules, stia calmo se no la faccio licenziare. (La ragazza gli fa un gesto volgare col braccio) Piuttosto, mi aiuti a posizionarmi bene…

HERCULES   D’accordo. Ma lei è troppo buono con questa…

MILICA   Ce l’ha con me perché non gliela do.

DOTT. PAULUS   Hercules, per favore: non le dia spago…

MILICA   Ecco, bravo Paulettos. Tutti calmi altrimenti si cambia residenza e allora addio quattrini…

VECCHIO   Milica, adesso basta. Sali, coraggio.

MILICA   (per salire dietro di lui si tira su completamente la minigonna, mostrando le mutandine) Eccomi, eccomi, amore mio, mio porcone…

VECCHIO   (a Hercules) Mi faccia scendere dal cavalletto.

HERCULES   (eseguendo) Frizione… Ingrani la marcia… Parta lentamente e proceda senza accelerare troppo…

VECCHIO   (innestando la prima) È da quando ero giovane che desidero fare una volata in moto con una ragazza…  Milica, tieniti forte! Si parte!

MILICA   Evviva!

A strattoni ma lentamente la moto si muove. Esce dal fondo di sinistra. Appena è scomparsa si odono delle accelerazioni irregolari sempre più forti e grida eccitate di Milica.

MILICA   (in lontananza) Più forte, più forte! Sballiamo! Sballiamo!

Il fragore della moto si fa sempre più forte finché, a un tratto, si sente uno schianto e un grido di donna. Il Dott. Paulus, il Segretario, Hercules ed Elsa sussultano, si guardano l’un l’altro, si precipitano fuori scena. Buio. Quando torna la luce il Vecchio è disteso sul divano. È in maniche di camicia, tremante, e si è tolto la parrucca. Qualche secondo di silenzio poi entrano il Dott. Paulus, Hercules, il Segretario. Il Vecchio si alza e va loro incontro, traballante.

VECCHIO   (con voce affannata) Ebbene?

DOTT. PAULUS   (scuotendo la testa) Niente da fare.

VECCHIO   Milica… (Il Dott. Paulus fa un cenno affermativo con la testa) Mio Dio! (Barcollando torna verso il divano, si accascia; si copre il volto con un braccio) Cosa ho fatto!

SEGRETARIO   Professore, non dica così. Non è stata colpa sua. È stato un incidente.

HERCULES  Un incidente, un incidente…

VECCHIO   Un incidente! La mia intelligenza è un incidente. L’incidente di un miserabile omicida…

DOTT. PAULUS   Professore, non voglio sentirla parlare così. Di incidenti come questo ne accadono centinaia al giorno… Forse è stato un po’ imprudente ma non si accolli colpe che non ha. Se non fosse stato istigato… E poi, fuori di qui non deve trapelare niente… Lei non ha la patente e alla sua età…

VECCHIO   Logica conclusione di tutti i miei errori…

DOTT. PAULUS   Quando si vuole essere padroni del proprio destino, sottrarsi alle regole, alla maledizione delle regole, si rischia di più. Ma si vive, anche, di più.

VECCHIO   Infrangere le regole spesso significa andare contro natura, ignorare la morale cioè il bene. Sono stato un folle. La mia superbia non cercava la giovinezza – e già sarebbe stato demenziale – ma il piacere, la rivalsa, la vendetta. Non ci si può vendicare della propria vita e della propria sorte. La superbia viene sempre umiliata e la vendetta fa solo vittime innocenti.

DOTT. PAULUS   Non dica sciocchezze! In lei hanno agito le sue legittime, naturali pulsioni di vita!

VECCHIO   In me ha agito un’insana aspirazione al vizio.

DOTT. PAULUS   E se anche fosse? È proprio convinto che l’egoismo e il vizio siano del tutto negativi? Pensi: sull’intelligenza hanno persino una funzione di stimolo...

VECCHIO   Verso l’abiezione e la colpa.  L’egoismo.

DOTT. PAULUS   Sono pur sempre stimoli vitali. Producendo la colpa, introducono nella cosiddetta coscienza il principio di giustizia e di punizione, mostrano quanto sia migliore la virtù, quanto il male faccia soffrire sia chi lo subisce, sia chi lo commette…

VECCHIO   Lei è solo un cinico. Il cinismo è la vera matrice del male.

DOTT. PAULUS   Smetta di fare il moralista! (In falsetto) Il senso del dovere e della giustizia, servire piuttosto che asservire, rispettare invece di approfittare, l’umiltà al posto della prepotenza, dedizione al mondo, all’uomo, ai sacri principi… Che belle parole! Ma quando ci si accorge d’invecchiare e ci si rende conto che ci resta poco tempo da vivere… Non è legittimo il desiderio di ribellarsi contro questo destino deciso senza il nostro parere, godersi gli ultimi tempi con qualunque mezzo, a qualunque costo? Nessuno conosce i veri motivi per cui il nostro corpo invecchia, invecchiamo senza una vera ragione. Così, per una dispotica decisione della natura! Decisione inappellabile! La chimica detta le proprie leggi, senza porsi interrogativi morali. Tutto quello che accade nella nostra vita e nella nostra mente è opera della chimica delle cellule nervose. Cos’è la sua infelicità di questo momento? Il risultato dell’azione di una miriade di cellule nervose e delle molecole che esse posseggono. Lei è solo la vittima dello strapotere di un pacchetto di neuroni! Chi sono io? Sono l’aggregazione e il risultato di una popolazione di neuroni. Io non esiste: sono solo loro, quei miliardi di neuroni che operano nel mio corpo in tempo reale e non fanno altro che ricevere e trasmettere segnali, ad esistere. Ciascuno di loro riceve impulsi elettrici (cioè informazioni) da altri neuroni, li elabora e a sua volta li spedisce. Hanno postini, ferrovie, jet supersonici. Migliaia di processi chimici ed elettrochimici interagiscono tra loro dentro di noi! Su e giù lungo le fibre nervose del nostro corpo c’è un continuo movimento di cellule. Non esiste alcun Io, capisce? Alcun Io separato dai suoi neuroni, dalla sua chimica. Vale dunque la pena di farsi domande, di porsi problemi?

VECCHIO   Vade retro, vade retro, dottor Paulus! La mia coscienza…

DOTT. PAULUS   (scoppiando in una fragorosa risata) La materia e la mente non sono due cose diverse. Gli eventi mentali sono opera delle cellule nervose. E quando moriamo: splash, una grande frittata. Anzi, una grande cacata!

VECCHIO   (guardandolo con disprezzo) Automi, insomma, non siamo che sofisticati robot…

DOTT. PAULUS   Sì, professore. E c’è poco da essere ironici, o risentiti. Pensiamo perché siamo aggregati di miliardi di macchine macromolecolari magnificamente connesse. Siamo costituiti da miliardi di piccoli robot connessi tra loro.

VECCHIO   Le nostre azioni solo manifestazioni chimiche: una bella scappatoia per la coscienza.

DOTT. PAULUS   La vita non è un enigma metafisico ma una gigantesca operazione biologica. Siamo fantocci meccanici, un sogno chimico!

VECCHIO   (allontanandosi) Milica, Milica! Non eri che un grazioso fantoccio meccanico che si è schiantato sul selciato di un castello fatato dove i vecchi tornano giovani e i giovani sono gli zimbelli dei vecchi… Un pupazzo parlante, che soffriva, piangeva, sperava… Per questo ho potuto usarti per il mio piacere, per il mio capriccio… Una manciata di soldi per strapazzare a mio piacimento, favorito dalla tua miseria, un mucchietto di scorie chimiche… (Ha un sussulto di pianto) A Roma la speranza era venerata come dea, aveva parecchi templi e il primo di agosto se ne celebrava la festa… Oggi la speranza è senza templi e senza anniversari… Vaga di frontiera in frontiera, in balia di imbarcazioni precarie, del mare in tempesta, per un sogno di tregua e un tozzo di pane… Chiunque può sputarle in faccia… E la nostra coscienza cristiana è irrisa dai neuroni… Ma chi grida “pietà” nei nostri cuori? Quali molecole ancora chiedono giustizia? (Guardando verso il Dott. Paulus che confabula col Segretario e con Hercules) Robot chimici! Farabutti! Quale chimica potrà mai giustificarmi e assolvermi?...

Entra Elsa trafelata e va verso il Dott. Paulus.

ELSA   (con voce mozzata dall’emozione) Era incinta.

Il Dott. Paulus le fa cenno di tacere; ma il Vecchio ha sentito, corre verso di loro.

VECCHIO   Cosa ha detto, Elsa? (Afferrandola e scuotendola) Cosa ha detto?

ELSA   Niente, dicevo…

VECCHIO   Milica era incinta: è così? È così?

ELSA   (dopo un attimo di esitazione, abbassando la testa) Sì.

Il Vecchio resta come paralizzato. Tenta di parlare ma non ci riesce, dalla sua bocca escono solo suoni soffocati. Finalmente riesce a muoversi, zoppicando e sempre più curvo cammina sul proscenio. È scosso dal tremito.   

VECCHIO   Quanti modi terribili ha, la giustizia divina, per punirci… Potevo avere un bambino… Un piccolo, meraviglioso sogno chimico! Alla fine della mia vita, in cambio della mia tracotanza e della mia superbia, il destino, o la Provvidenza, mi aveva offerto un dono regale: un figlio mio, nato dal grembo amaro di una giovane madre infelice e disperata, che attraverso me e lui poteva avere un futuro migliore… Perché io avrei pensato generosamente al loro futuro… Un bambino, anche lui spazzato via da una accelerata eccessiva, frutto della mia vanità, dal gesto idiota dettato da un orgoglio maschile fuori tempo… Che vergogna! (Con la bocca e con le mani mima i gesti di un motociclista) Brun, brun, brun! Schiacciati dal mostro d’acciaio… Uno dei tanti mostri sulla strada di quella povera creatura… Chi muore? Loro, naturalmente, cioè quelli che avevano più diritto di vivere… Anzi, gli unici che avevano il diritto di vivere… (Si passa una mano sulla faccia) Emulsioni idratanti… Trattamento anti-invecchiamento per pelli stanche… Sieri concentrati di vitamine… Gel, fluidi protettivi, profumi, pillole… Buffone, sono stato uno squallido buffone… Un buffone criminale… Chissà quanto hanno riso di me, questi scaltri mercanti, e giustamente… (Suona una campana; il Vecchio sobbalza) Richiamo del tempo che passa… Le antiche società senza tempo… Le giornate misurate con la lunghezza delle ombre… È quasi l’alba… È sempre l’universo a dare un senso ai nostri giorni, a scandirli… (Cammina, claudicante, in su e in giù) Ringiovanire: che follia! Quando i rimpianti e i ricordi soffocano le attese e i sogni, il tempo è terminato… L’avventura deve concludersi… Solo così posso ritrovare la mia dignità calpestata… Un lungo sonno dopo tante insonnie… Sì, questo è il momento giusto. Se lascio passare un po’ di tempo potrei assuefarmi al dolore, al rimorso, alla vergogna e l’assuefazione è madre dell’indifferenza… Non ho più futuro… Non ho più un futuro dignitoso… Quando la diagnosi è infausta, perché prolungare l’agonia? Perché prolungare la sofferenza? Il malato – dicono – ha il diritto d’essere considerato una persona fino all’ultimo. Giusto. Ma come? Facendolo partecipare alle decisioni che lo riguardano, se può: non c’è altra strada… La vita è un dono, quindi non dev’essere un’imposizione… Semmai, a chi sta per morire facciamo un regalo: aiutiamolo a fare in fretta… Sì, basta, basta! Un po’ di pace, prego… E forse una nuova speranza… (Si mette davanti al gommone, forma nera e minacciosa che lo sovrasta, lo guarda dal basso verso l’alto) Abbiamo tutti paura della morte eppure è il momento della suprema autenticità e della verità… Uscire dalla storia di questo piccolo pianeta ed entrare in quella del mondo… Rientrare nel gioco dei vènti, della luce e delle tenebre, nel gran respiro dell’Essere… Un pacchetto di molecole nuovamente fluttuanti… Senza avere più sulle spalle questo peso del tempo… Forse, finalmente, la spiegazione… O il silenzio e la stasi eterni… D’altronde, anche l’infelicità, quando è grande, è una malattia, e la mia è un’infelicità terminale… Chissà, magari mi congiungo a quelle due anime che ora potrebbero essere giulive e che certo, se esistono, non ce l’avranno con me… Chi è innocente non porta rancore… (Voltandosi, a voce alta) Dottor Paulus!

DOTT. PAULUS   Sì?

VECCHIO   Debbo proporle un affare. A lei piacciono gli affari, no?

DOTT. PAULUS   (ridendo allegramente) Arrivo! (Ai suoi collaboratori) Spero sia conveniente per noi.

VECCHIO   È un affare che conviene a tutt’e due. E senza oneri, per lei.

Il Dott. Paulus lo raggiunge. Il Vecchio lo prende a braccetto e lo conduce verso il proscenio.

DOTT. PAULUS   (ostentando buon umore) Coraggio, mi dica di che si tratta: io sono un uomo molto curioso…

VECCHIO   Dottor Paulus, debbo riconoscerlo: lei ha fatto di tutto per assecondare i miei desideri e le mie… diciamo… velleità.

DOTT. PAULUS   (schernendosi) Ho fatto solo il mio dovere: sono un professionista, io.

VECCHIO Non c'è dubbio, non c'è dubbio. Lei è veramente un professionista.

DOTT. PAULUS  (con malizia) Del resto, lei è stato un buon cliente. Ha chiesto molto ma è stato anche generoso, comprensivo.

VECCHIO   Una mano lava l’altra…, come si dice?

DOTT. PAULUS   Allora, in cos’altro posso accontentarla? Cosa vuole propormi? Una partita a poker molto audace? …

VECCHIO   La posta è molto alta, sì. Ma non si tratta di una partita a carte anche se potremmo dire che si tratta pur sempre di un gioco…

DOTT. PAULUS   Suvvia, non mi tenga sulle spine: di che si tratta?

VECCHIO   Della mia vita. Anzi, le chiedo scusa: della mia morte.

DOTT. PAULUS   Sta scherzando, vero, professore? Oppure vuole spaventarmi? O prendermi in giro?

VECCHIO   (ironico) Non mi permetterei mai! Conosco le regole: con i veri professionisti non si scherza. Si tratta… (Strofina l’indice e il pollice della mano destra)

DOTT. PAULUS   Ma lei si rende conto di quello che chiede? Io…

VECCHIO   Dottor Paulus, quello che io voglio rientra nel vostro normale servizio, mi creda. Non sono mosso da ribellione o rancore verso qualcuno o qualcosa ma dal desiderio di una vita nuova, di una nuova avventura… Capisce? Non per nichilismo o autolesionismo ma per un’incrollabile fiducia nella possibilità di un rinnovamento totale, di una rinascita. Sia pure nel segno della chimica, come intende lei… Ho voglia di un mutamento profondo, di una metamorfosi, capisce? Di un lifting veramente totale, ancestrale. Di un’avventura cosmica…

DOTT. PAULUS   Professore, non si scherza con queste cose… Nel nostro Paese, come sa, la  legislazione non prevede…

VECCHIO   So tutto, so tutto. Ma la sua clinica è in grado di sopperire… di accontentare qualunque clientela… e qualsiasi richiesta…

DOTT. PAULUS   (abbozzando un sorriso) Che noi si cerchi di andare incontro ai desideri dei nostri clienti non c’è dubbio…

VECCHIO   Appunto. I desideri dei clienti innanzitutto…

DOTT. PAULUS   Nel rispetto della legge…

VECCHIO   (alzando il tono della voce e afferrandolo per un braccio) Dottor Paulus, lasciamo stare la legge… Qui parliamo di affari… E poi, confessiamolo: sarebbe anche un modo (sottolineando) sicuro di chiudere… con il recente passato…

DOTT. PAULUS   (facendo cenno ai suoi collaboratori, rimasti in disparte, di avvicinarsi) Comunque, se lei fosse più esplicito…

VECCHIO   Intanto mi tolga una curiosità: lei è un medico?

DOTT. PAULUS   No ma mi mancavano pochi esami… E poi, lo sa, a volte l’esperienza vale più…

VECCHIO   Non c’è dubbio. Sono sicuro che lei certe cose le sa benissimo.

DOTT. PAULUS   (che sta sulle spine) Per esempio?

VECCHIO   Quali sono i metodi più idonei per un’eutanasia dolce e indolore…

DOTT. PAULUS   Lei mi prende alla sprovvista, professore…

VECCHIO   (ironico) Mi scusi, non volevo metterla in imbarazzo né urtare la sua sensibilità…

DOTT. PAULUS   C’è il cianuro… o l’iniezione di un’overdose di morfina che garantisce un sonno totalmente indolore…

VECCHIO   Ero sicuro che un po’ se ne intendesse… Il prezzo?

DOTT. PAULUS   Professore, ma di cosa mi fa parlare… Si sa, sono operazioni rischiose… Lei capisce… Comunque…

VECCHIO   (fissandolo minacciosamente ed estraendo un assegno dal portafogli) Ha una penna?

DOTT. PAULUS   Certo, eccola.

VECCHIO   Si volti.

Il Dott. Paulus si volta e il Vecchio appoggia sulla sua schiena l’assegno e lo riempie. Poi, di nuovo rivolto al Dott. Paulus e tendendogli l’assegno.

VECCHIO   Va bene così?

DOTT. PAULUS   (prendendo l’assegno e guardandolo) L’ho sempre detto: lei è un vero signore.

VECCHIO   (urlando) Basta?...

DOTT. PAULUS   (sobbalzando) È più che sufficiente.

VECCHIO   Vorrei si facesse rapidamente.

DOTT. PAULUS   Mi dia il tempo…

VECCHIO   (sbrigativo) Quando è pronto, mi avverta. Io aspetto qui.

Il Vecchio va a sedersi in una poltrona e si prende la testa fra le mani. Il Dott. Paulus e i suoi collaboratori si appartano e confabulano. A un tratto squilla il cellulare del Segretario.

SEGRETARIO   Sì? A sua disposizione, signora. (Pausa) Qui facciamo tutto, signora. Sì, anche l’autotrapianto per capelli… Protesi dello zigomo, liposcultura dell’addome, correzione ginecomastia… Si può fare l’impianto dei polpacci e la blefaroplastica completa… Correggiamo anche le orecchie e il mento… Il lifting del collo e del braccio è facilissimo, le assicuro, un gioco da ragazzi… Le gambe diventano lisce e piatte dopo una liposcultura a cosce e ginocchia… Lei abbia fiducia in noi. E venga senz’altro lunedì. A presto.

Il Dott. Paulus, Hercules, Elsa e il Segretario escono.

VECCHIO   La luce palpita… Basta tacere e il canto segreto arriva fino a noi… (Cinguettii di uccelli) Fremono le ali della vita… Che giornata favolosa, mi attende: anticipo solo di un pugno di tempo il compimento… Chissà se sarà un ritorno alla casa d’origine: vorremmo tutti tornare dove è iniziato il viaggio… Un po’ di riposo nel Creatore, come sperava Agostino… Certo, potrebbe essere un abisso smemorato e silenzioso, un vuoto senza apparizioni, una notte eterna… Ma comunque, una notte tranquilla… (Riflette) Il mio amico angelo ha ragione: bisogna avere fiducia… Sarò come il bruco che esce dal bozzolo e diventa farfalla… (Sorridendo) Mia madre generò un bambino e riavrà una farfalla. Sarà contenta: le piacevano tanto… Quanta gente da rivedere… Con i link di Dio…

Rientra il Dott. Paulus in camice verde da chirurgo: accanto a lui c’è Elsa, in camice rosa.

VECCHIO   (osservandoli, con un fischio di ammirazione) C’è poco da fare: la classe è classe.

ELSA   Così, senza nessuno accanto che le voglia bene?

VECCHIO   A vivere troppo a lungo si resta soli. L’umiltà suprema è accettare di vivere e morire senza consolazione… E poi, io ho lei.

Qualche istante di esitazione e di silenzio.

VECCHIO   Ah, scusate, dimenticavo… Vado un momento in giardino. (Esce)

ELSA   Mi fa pena…

DOTT. PAULUS   Ha idea dei guai che potrebbe farci passare?

Il Vecchio rientra con un mazzolino di margherite bianche in mano.

VECCHIO   A volte, basta il pensiero… Sono pronto, signori. Andiamo a vedere il grande forse.

 

Sipario

 

(Prima stesura anni 2001-2002; seconda stesura 2014)






 
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