Ultimo film italiano e anche ultimo film
in concorso alla 72ª Mostra del Cinema di Venezia, Per amor vostro segna il ritorno al cosiddetto film di “finzione”
del documentarista Giuseppe Gaudino,
a diciotto anni di distanza dal coraggioso Giro
di lune tra terra e mare. È ancora inevitabilmente Napoli a fare da sfondo
alla storia di Anna, una donna di quarantanni con tre figli adolescenti (di
cui uno sordomuto), un marito “manovale” della camorra e un turbine di ricordi,
fantasmi e paure che spesso le attraversa la mente e che la rende così diversa
dalla bambina coraggiosa, quasi strafottente, che appare nei flashback, quando le
suore la utilizzavano come angelo in discesa dal campanile nella festa della
Madonna. Cosè successo ad Anna? Cosè che lha resa così insicura da non
fidarsi delle sue stesse capacità, neanche quando viene assunta come gobbista
in una società di produzioni televisive? Perché tutti sembrano improvvisamente
interessarsi a lei, a partire dallattore della soap in cui lavora?
In Per
amor vostro Gaudino crea una delle più interessanti figure femminili del
cinema italiano degli ultimi anni, quello che per unattrice si potrebbe
definire il ruolo della vita e che Valeria
Golino sfrutta al meglio con la sua migliore interpretazione di sempre e
con la conseguente e ineccepibile vittoria della sua seconda Coppa Volpi. Il
film è un viaggio dentro e intorno ad Anna, sempre in scena dalla prima allultima
inquadratura, tanto che lo spettatore ne condivide le sensazioni, i turbamenti,
le angosce e spesso anche lo sguardo, allinterno di una storia che si rivela
molto più articolata del previsto e che alla fine diventa un giallo visto attraverso
gli occhi della vittima.
Una scena del film
Abbandonati i manierismi alla Carmelo Bene del primo film, qui Gaudino
cerca un suo più personale approccio al mezzo cinematografico. Senza rinunciare
alla macchina a mano sceglie di girare il film in un bianco e nero molto
luminoso, coerente rappresentazione dello stato danimo della protagonista,
sprofondata in un mondo senza più colori ma non per questo privo di luce. I
colori ci sono, ma sono relegati alla sfera intima di Anna: i suoi ricordi, le
sue visioni, le sue allucinazioni, insomma ciò che Elena Ferrante chiama “la frantumaglia” («La frantumaglia è un
paesaggio instabile, una massa aerea o acquatica di rottami allinfinito che si
mostra allio, brutalmente come sua vera e unica interiorità»). Ed è proprio
nella messinscena di questa “frantumaglia” che si trova il limite più evidente
del film: i giochetti grafici e le elementari animazioni post-produttive si
rivelano quasi scontati nella loro evidenza simbolica, sortendo leffetto di
chiudere il senso del film invece di aprirlo come sarebbe logico aspettarsi dal
mare intensamente azzurro, ma inutilmente tempestoso, che dalla finestra di
casa invade la mente di Anna. In questo senso funziona molto meglio
laccostamento di riferimenti alti appena accennati (come Dante o la tragedia greca di cui Gaudino torna a usare struttura e
coro) e bassi molto più esibiti (come la canzone neomelodica del coro o le
parodie del Quartetto Cetra), così come è efficace luso epifanico e pop delliconografia
dei santi, che nasce in modo inaspettato da un fermo immagine per farsi titolo degli
atti del film.
Quella di Per amor vostro è una Napoli che rinuncia ai suoi colori ma non
alla sua stratificazione: le catacombe, il mare, i vicoli, i tetti, il Vesuvio sono
luoghi dove Gaudino conduce Anna facendole inevitabilmente incrociare i posti
cari alla memoria rosselliniana di Viaggio
in Italia (il cimitero delle Fontanelle, le solfatare), fino a farle
provare lo stesso senso di spaesamento di Katherine. Anche Anna finisce per
sentirsi estranea a ciò che la circonda e prova finalmente a reagire a quella
“retorica del niente” che da troppo tempo avvolge la città in una sorta di
fatalismo dellinevitabile: così ogni cosa che accade “non è niente”, oppure
“non possiamo farci niente” o, peggio ancora, “io non sono niente”. Una
retorica tanto pericolosa quanto difficile da contrastare in una Napoli in cui
anche i giovani già si sentono “niente” e solo ribellarsi può portare al
miracolo che fa tornare il colore.
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Per amor vostro
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La locandina del film
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