I
migliori lavori di Spike Jonze (Essere
John Malkovich), Michel Gondry (Se mi lasci ti cancello) e anche George Clooney (Confessioni di una mente pericolosa) si devono alla fantasia delle
sceneggiature di Charles Kaufman e
alla sua ossessione di indagare la complessità della psiche umana. Gli abissi e
le pieghe della mente rappresentano la Monument Valley della sua scrittura: le
sue sceneggiature, le sue pièces teatrali e anche il suo cinema tendono
a riprodurre la complessità spesso illogica delle pulsioni, delle sensazioni,
dei sentimenti e spingono lo spettatore ad abbandonarsi allimprevedibilità dei
loro percorsi. Forse per questo Kaufman non è un autore bulimico, ma essendo
consapevole che le sue sceneggiature sono solo un testo di passaggio, concede
le sue opere solo a chi gli permetta di continuare a seguire la realizzazione
del “suo” progetto. Ovvio che questa sua volontà di controllo labbia portato a
sperimentare la regia cinematografica (Synecdoche, New York). Altrettanto ovvio che abbia
deciso di mettere in scena un tipo di testo in cui questa possibilità sia
davvero totale come nellanimazione. Svincolato dagli obblighi delle case di
produzione grazie al crowdfunding e
aiutato della competenza di Duke Johnson,
Kaufman presenta in concorso a Venezia Anomalisa,
un piccolo gioiello di animazione in stop-motion.
Una scena del film Siamo
nel 2005, come ci suggerisce limmagine di un vecchio Ipod in apertura, e Anomalisa è la storia di Michael Stone,
grande comunicatore, autore di bestsellers di auto aiuto e inventore di
strategie industriali, chiamato a Cincinnati per una conferenza-evento.
Arrivato in hotel cerca di riprendere le fila di un rapporto interrotto
improvvisamente (e traumaticamente) undici anni prima, ma la sua ex conserva
ancora un forte rancore verso chi le ha rovinato la vita sentimentale e non
solo. Quando torna nella sua stanza Michael sente, fuori dalla sua porta, una
voce diversa da tutte le altre. È quella di Lisa, una sua devota lettrice anche
lei a Cincinnati per ascoltare la conferenza. Questa voce è per Michael una
folgorazione. Esce di corsa dalla stanza e fa di tutto per conoscerla. Poco
importa se la ragazza è bassa, grassoccia e ha una brutta cicatrice sulla
faccia («niente di solenne», direbbe Barthes). Lei è più che unica: è
“lunica”. È un“anomalisa”, diversa da tutti gli altri e le altre che hanno facce
e voci uguali. I due finiscono inevitabilmente a letto e lui inizia addirittura
a fantasticare di lasciare la famiglia e cominciare una nuova vita con lei. Le
convinzioni di Michael si inceppano, come si inceppa anche il suo intervento
alla conferenza, dove si sente costretto alla sincerità e si lascia sfuggire
pesanti considerazioni sulla politica e più in generale su tutto il sistema
americano, che la platea ovviamente disapprova, perché non dimentichiamo che
siamo nel 2005 e lAmerica ha appena riconfermato Bush Jr. alla sua presidenza.
Esempio
di completa libertà creativa, Anomalisa
è sicuramente uno dei migliori film visti questanno al Lido. Ben scritto e ben
girato, dopo pochi minuti fa dimenticare che si stanno guardando dei pupazzi
animati e appassiona ed emoziona come e forse più di un film in live action. Un delicato insieme di
virtuosi piano sequenza, di precisi dettagli, di coinvolgenti dialoghi mai
banali compone un viaggio allinterno delle pulsioni, delle sensazioni e dei
sentimenti del protagonista, dove non si risparmiano nudi integrali (maschili e
femminili), scene di sesso esplicito (in cui la macchina da presa si allontana
pudicamente zoomando molto lentamente allindietro) ed anche un sexy shop
con i suoi enormi vibratori. Confrontarsi con un genere “senza mercato” come
quello dellanimazione per adulti ha fatto molto bene a Kaufman che, forse per
la prima volta, non ha sentito la necessità di dover complicare e
intellettualizzare troppo i suoi nevrotici percorsi narrativi, ma ha finalmente
semplificato la sua scrittura senza depotenziarla. Guardando Anomalisa si ha limpressione trovarsi
di fronte a un atto di completa libertà creativa, insomma a qualcosa di unico,
come una dolce follia.
|
|