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El Clan

di Sara Mamone
  El Clan
Data di pubblicazione su web 05/09/2015  

Tra documentari espliciti, docufilm, film ispirati alla Storia e storie vere, quest’anno a Venezia la realtà domina incontrastata, non si capisce se per mancanza di fantasia e ispirazione o perché la diffusa sensazione di una generale perdita del senso della Storia allarma e fa correre ai ripari il cinema che riacquista così formidabili opportunità creative. Oppure perché certe storie sono raccontabili solo se sostenute dal loro inveramento nel reale tanto sono lontane dal verisimile. O troppo ripugnerebbero al comune sentire se non fossero la registrazione di eventi effettivamente accaduti. Il film El Clan, ad esempio, dell’argentino Pablo Trapero potrebbe essere catalogato come un ottimo gansters movie, forse con qualche sbavatura di sceneggiatura ma soprattutto con un impianto generale assai poco credibile se non fosse la registrazione di una serie di eventi che colpirono l’Argentina sul finire della dittatura. Come credere infatti alla storia del clan Puccio, dominata dal padre-padrone Arquimedes, fiancheggiatore di Videla e poi imprenditore in proprio di rapimenti dopo il rodaggio fatto sotto la dittatura? 

Una scena del film.
Una scena del film

Eppure alla fine degli anni Ottanta la tranquilla villetta del quartiere di San Isidro ospitava al pianterreno e al primo piano un affiatato nucleo familiare preso dalle normali attività domestiche e di educazione dei figli: il padre autoritario ma assai affettuoso, la madre premurosa e ottima cuoca,  le figlie minori alla prese con i piccoli contrasti quotidiani, il figlio minore ancora troppo piccolo per ruoli definiti. Insomma tutto assai normale, salvo forse per l’allontanamento volontario di un altro figlio e per il rilievo del maggiore Alejandro quasi una star del rugby, giocatore della leggendaria squadra dei Pumas. Al piano di sopra, o a quello di sotto, a seconda della disponibilità logistica, entravano passando per il giardino, neppure troppo incappucciate, le vittime dei loro sequestri: il padre era la mente ma nessuno era innocente, ancor meno Alejandro, preda di un totale ottundimento della coscienza che gli faceva individuare le vittime tra gli amici del club e gli permetteva contemporaneamente sia di comportarsi da campione, sia di organizzare un futuro di solidi valori con la fidanzata ignara. Il meccanismo del sequestro era semplice, e invariato: rapimento, richiesta di riscatto, uccisione della vittima, ritiro del riscatto. Tutto gestito con gelida abilità dal padre, ma con complicità morali ben più ampie.



Una scena del film

Con un distacco che non impone alcun giudizio morale (ma portando con maestria lo spettatore al limite di sopportazione) il regista Paolo Trapero riesce però a far emergere tutto l’orrore di una vicenda trattata come materiale per un film di genere che però a poco a poco rivela la profondità dello smarrimento di ogni parametro di riferimento. E ottiene il doppio risultato di un’opera bifronte, grazie anche alla felicissima scelta degli interpreti che non appartengono al cinema d’élite ma a quello popular: lo straordinario Guillermo Francella comico e popolarissimo interprete televisivo, e il giovane Peter Lanzani, idolo televisivo, protagonista di telenovelas e fidanzato intermittente di Martina Stoessel (la Violetta, che spopola presso le teenagers di tutto il mondo, per chi non lo sapesse).



El Clan
cast cast & credits
 




La locandina del film.
La locandina del film



 
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