Cosa di meglio,
in questi tempi di confuse identità, culturali, morali, sessuali, cosa di
meglio che raccontare la vita di Einar Wegener, pittore danese, vissuto
a Copenaghen, Parigi, Dresda e ivi morto come
Lili Elbe, il primo transessuale certificato della storia? Idea politicamente
molto corretta e artisticamente molto stimolante poiché gli anni della vicenda
sono i favolosi ruggenti tra la fine della belle
époque e i drammatici prodromi delle
dittature del secolo breve quando però la bella società danzava sullorlo
dellabisso tra rivoluzioni artistiche e trasgressioni individuali. Un soggetto
perfetto per la solidissima professionalità del londinese Tom Hooper,
suscitatore di emozioni psicologiche e ambientali con i pluripremiati The King Speech (da noi Il discorso del re) e Les miserables.
Una scena del film Capacità di
ambientazioni e arredamenti infallibile, ferma mano di concertatore nella
direzione degli attori, il regista si permette quindi di trattare la storia
come una storia e non come un manifesto politico. E allora succede che il
soggetto perde quasi completamente il suo valore dirompente e la storia diventa
una delle tante storie possibili in cui lassoluta eccezionalità della vicenda
perde i suoi tratti esemplari e diventa una tra le infinite combinazioni
possibili di uninvenzione.
Una scena del film Anche se è un
biopic con tutti gli elementi cronistici al loro posto il fascino discreto
del film sta dunque non nellasprezza del soggetto ma nella morbidezza del suo
trattamento. Il passaggio graduale dalla femminilità vissuta come un gioco alla
presa di coscienza di un desiderio profondo si configura quindi quasi come un Bildungsroman nel quale il protagonista
arriva alla coscienza di sé attraverso una maturazione sostenuta dallarte
maieutica di uneccezionale generosità amorosa: quella della moglie che lo
accompagna nel cammino che li separerà per sempre senza una recriminazione,
senza un rimprovero. Così che, alla fin fine, il personaggio più interessante
sarà proprio lei, Gerda Wegener anchessa pittrice che, nel progressivo cammino
di disvelamento della natura del compagno, troverà anche
la forza per una personale, sincera ispirazione artistica. Molto è merito del
fascino dellinterprete Alicia Vikander, perfetta nel passaggio
dallinfantilismo di una spensierata vita bohémienne alla coscienza
matura della vita e della sua complessità. Molto più convincente e commovente
del protagonista Eddi Redmayne, fresco di Oscar e qui al sommo di un
campionario di smorfiette e mossette che ci saremmo volentieri evitato. Dopo aver sfiorato Coppa Volpi e Golden Globe, Redmayne ci riprova ora con la nomination agli Oscar come attore protagonista. Anche per questo
l'opera resta un ottimo prodotto da salotto.
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