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Il cittadino si ribella

di Nicola Stefani
  Citizenfour
Data di pubblicazione su web 28/04/2015  

Citizenfour racconta, con dovizia di particolari, l’incontro (avvenuto nel giugno del 2013) tra la regista di documentari Laura Poitras e Edward Snowden, ex dipendente della CIA e tecnico della NSA, l’Agenzia per la Sicurezza Nazionale statunitense. L’intervista della regista a Snowden, condotta alla presenza dei giornalisti Glenn Greenwald e Ewen MacAskill, contiene scottanti rivelazioni sui programmi di sorveglianza dell’Agenzia ai danni di cittadini e istituzioni governative. Si apprende che la rete di intercettazioni e gli abusi di potere si sono intensificati nel corso degli ultimi anni, sfruttando l’alibi del terrorismo e la paura del post 11 settembre. Il titolo della pellicola riprende lo pseudonimo con il quale lo stesso Snowden si è messo in contatto con la regista tramite mails crittografate.

Secondo Poitras, il film sigla la conclusione di una ideale trilogia sul potere americano iniziata nel 2006 con My Country, My Country, sulla guerra in Iraq (documentario per il quale l’autrice è stata inserita nella lista segreta delle agenzie di intelligence) e proseguita con The Oath (2010), su Guantanamo e le politiche repressive degli Stati Uniti.



Un momento del film

Il film si spinge oltre la cronaca documentaria e la denuncia. Lo spettatore viene catapultato nella vita da fuggiasco di Snowden costretto a nascondersi a Hong Kong per le conseguenze che stanno per innescare le sue dichiarazioni. Ne risulta un complesso ritratto di un giovane ingegnere cresciuto in ambiente militare, animato da sentimento patriottico, che decide di “spifferare”  ̶  il termine tecnico usato nel film è whistleblowing  ̶  i più importanti segreti della sicurezza nazionale.

Il nucleo principale della narrazione è l’incontro nella camera d’albergo dove Snowden è rimasto chiuso per otto giorni. Questa traccia drammaturgica è cadenzata da filmati di repertorio con le notizie sulle rivelazioni trasmesse dai principali telegiornali statunitensi e britannici, selezionate accuratamente via via da Greenwald e MacAskill. Alla fine i due giornalisti rivelano al mondo il nome della loro fonte. Da quel momento, Snowden diventa un bersaglio per chi lo considera un traditore della nazione. Contemporaneamente, egli diventa il paladino da chi vuole ribellarsi al potere repressivo. Il suo giovane volto, dopo aver campeggiato sui maxischermi della metropoli orientale, diviene un’icona per i contestatori delle politiche repressive, suscitando l’interesse di Julian Assange, fondatore di Wikileaks.



Un momento del film

Ma Citizenfour non è solo questo. Il film, più che portare alla luce i documenti che hanno scatenato lo scandalo e che hanno minato i rapporti diplomatici tra nazioni (si fanno i nomi di Obama e della Merkel), pone l’attenzione sulla strategia adottata dai giornalisti per spettacolarizzare la notizia. La scelta di centellinare le informazioni, alonando di suspense la figura della “gola profonda”, premia Greenwald e MacAskill. La reazione degli organi di stampa è una escalation di suggestioni e di intrighi appesi al fascino del mistero, al romanzo di spionaggio alla le Carré. I riferimenti ai più famosi casi, come il Watergate di Nixon, alimentano i discorsi dei commentatori e si diffondono tra l’opinione pubblica. È qui che il film fa propri gli stilemi del thriller politico degli anni Settanta, attualizzandolo con il senso di persecuzione tipico della nostra epoca. La musica industriale dei Nine Inch Nails di Trent Reznor e Atticus Ross amplifica la sensazione di minaccia invisibile e virtuale. 

Ma il film dà anche spazio al ritratto di Snowden, un giovane preoccupato per l’incolumità sua e della propria ragazza. Una paura alimentata dalla paranoia diffusasi dopo l’attentato del World Trade Center. Si pensi almeno alla sequenza in cui l’allarme antincendio dell’albergo viene azionato per una dimostrazione, provocando l’eccessiva reazione del protagonista, oppure alla scena in cui la macchina da presa sottolinea l’asciugamano rosso sul PC che isola visivamente l’ambiente durante l’accesso al database dell’agenzia di sicurezza. La Poitras segue il giovane tecnico in ogni suo spostamento, dal bagno alla camera da letto, cercando di carpire ogni minima emozione ed espressione del suo volto.

Il film è dedicato a chi si sacrifica per la verità. Una dedica che si addice bene al protagonista della pellicola, ma anche a chi ha voluto fortemente quest’opera: la regista, forte dell’aiuto produttivo di Steven Soderbergh e della HBO Documentary Films. Il coraggio e la determinazione hanno premiato gli artefici di questo progetto. Citizenfour è stato insignito dell’Oscar 2015 per il miglior documentario. Infine, grazie alle inchieste di Poitras, Greenwald e MacAskill, il «Washington Post» e il «Guardian» hanno ricevuto il premio Pulitzer.




Citizenfour
cast cast & credits
 


La locandina del film


 
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