65° Festival di Berlino. I premi della giuria
Quest'anno la giuria internazionale della Berlinale ha assegnato l'Orso d'oro a Taxi, film manifesto di Jafar Panahi, nel quale lo stesso regista iraniano sale alla guida di un taxi per raccontare, con ironia, il suo paese. Panahi, incarcerato in patria per la sua militanza artistica, ritenuta sovversiva, ha girato il film illegalmente (su di lui grava il divieto ventennale di girare film, imposto dal regime). Il premio alla pellicola, vero e proprio grido di libertà dell'autore, ha dunque una forte connotazione politica. Alla cerimonia, assente il regista (a cui non è concesso di oltrepassare i confini del proprio paese né di rilasciare interviste), a salire sul palco è stata la nipote Hanna Saeidi, giovanissima protagonista del film, accolta con commozione dal direttore della kermesse Dieter Kosslick.
Una scena di Taxi di Jafar Panahi
Se il massimo riconoscimento è andato a un film dichiaratamente di denuncia, il secondo classificato, El Club di Pablo Larrain, che ha ottenuto il Grand Jury Prize, può rientrare benissimo nella stessa categoria. Il film cileno, amatissimo dalla critica e favorito per la vittoria finale alla vigilia della premiazione, mette in scena una piccola comunità di preti allontanati dal sacerdozio con pesanti accuse, tra le quali quella di pedofilia. Al di là del tema scottante, il regista di film pluripremiati come Tony Manero, Post Mortem e No si distingue per la ricerca stilistica e per una raggiunta maturità espressiva. È cileno anche Patricio Guzmán, Orso d'argento alla sceneggiatura per il documentario El boton de nacar, sul tema dei desaparecidos, soggetto ricorrente nella filmografia del regista, da sempre sensibile alla riflessione sulle conseguenze della dittatura di Pinochet. I due premi vogliono essere un riconoscimento alla vitalità della cinematografia del paese sudamericano, tra le più interessanti degli ultimi anni.
L'Orso d'argento per l'interpretazione è andato ai due interpreti di 45 Years di Andrew Haigh, Charlotte Rampling e Tom Courtenay, una coppia sposata da quarantacinque anni la cui routine sarà modificata per sempre da un evento inatteso.
Due gli ex aequo. L'Orso d'argento alla regia è stato assegnato a Aferim! di Radu Jude (Romania) e a Body di Malgorzata Szumowska (Polonia). Il premio per il miglior contributo artistico se lo sono diviso i direttori della fotografia del tedesco Victoria di Sebastian Schipper e del russo Under Electric Clouds di Alexey German jr. L'Alfred Bauer Prize è andato al guatemalteco Ixcanul di Jayro Bustamante. Miglior opera prima 600 Millas del messicano Gabriel Ripstein. Sul fronte Italia, nessun premio per il molto apprezzato Vergine giurata di Laura Bispuri e per l'acclamata protagonista Alba Rohrwacher. Ma la consolazione per i colori nazionali è arrivata con il prestigioso Fipresci (l'associazione dei critici internazionali), assegnato all'ottimo lavoro sulle immagini e sul tempo realizzato da Francesco Clerici in Il gesto delle mani, che ha vinto la sezione Forum.
Ecco i premi:
Orso d'oro per il miglior film
Taxi
di Jafar Panahi
Orso d'argento Grand Jury Prize
El Club (The Club)
di Pablo Larraín
Orso d'argento Alfred Bauer Prize
Ixcanul (Ixcanul Volcano)
di Jayro Bustamante
Orso d'argento per il miglior regista
(ex aequo)
Radu Jude per
Aferim
e
Malgorzata Szumowska per
Body
Orso d'argento per la miglior attrice
Charlotte Rampling in
45 Years
Orso d'argento per il miglior attore
Tom Courtenay in
45 Years
Orso d'argento per la miglior sceneggiatura
Patricio Guzmán per
El Bóton de Nacár
Orso d'argento per il miglior contributo tecnico
(ex aequo)
Sturla Brandth Grøvlen per la fotografia di
Victoria
Evgeniy Privin and Sergey Mikhalchuk per la fotografia di
Pod electricheskimi oblakami (Under Electric Clouds)