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The Full English

di Michele Manzotti
  The Full English
Data di pubblicazione su web 11/12/2014  

Tutto successe all'inizio del XX secolo. Il repertorio popolare inglese sarebbe scomparso se un signore di nome Cecil Sharp insieme ad altri collezionisti non si fosse messo a battere le campagne alla ricerca di testimonianze orali e scritte. Poi è intervenuto anche un musicista classico come Ralph Vaughan Williams a trascrivere i brani facendoli diventare inni della chiesa anglicana. Oggi la Cecil Sharp House nel quartiere londinese di Camden è un centro per lo studio e la valorizzazione della tradizione popolare inglese e britannica, e al suo interno c'è tutto il fondo lasciato da Vaughan Williams. Recentemente, grazie ai fondi della lotteria nazionale britannica, tutti i fogli e gli appunti dello stesso fondo e di altri collezionisti sono stati digitalizzati e resi così disponibili anche in rete. Fay Hield, cantante e ricercatrice dell'Università di Sheffield, ha rovistato in questo vasto archivio scegliendo alcuni brani e coinvolgendo sei musicisti della scena musicale folk. È nato così il progetto The Full English, concretizzatosi poi in un album della Topic Records che si è aggiudicato il Bbc Folk Award 2014 per il miglior disco.


The Full English, un momento del concerto
foto di Michele Manzotti

Il progetto fortunatamente è andato avanti nella sua proposta dal vivo, tanto che The Full English si sono riuniti per un breve tour in Inghilterra. Insieme a Fay Hield del gruppo fanno parte Nancy Kerr, Seth Lakeman, Martin Simpson, i componenti dei Remnant Kings Sam Sweeney (lo è anche dei Bellowhead) e Rob Harbron, Ben Nicholls. Tutti polistrumentisti e cantanti impegnati in diversi progetti che si sono riuniti nel recupero dei brani, spesso abbozzati su carta. Il concerto riprende in gran parte il repertorio del Cd. Una selezione che a un primo ascolto sembra porsi come un esercizio di stile più che un’operazione discografica fatta per piacere e per vendere. Anche la scelta di dark ballads piuttosto che di brani più allegri e ritmati e la mancanza di un batterista, ormai usuale nei gruppi folk, possono non conquistare il pubblico a un primo impatto. Eppure si tratta di un’operazione dal grande fascino, con antiche canzoni che rinascono in chiave moderna mantenendo intatto il loro spirito. Così è giunto, meritatamente, il successo, come dimostrato nel concerto alla Union Chapel di Londra.

Tornando ai brani Awake Awake, canto d’amore, è l’introduzione a cappella. William and Nancy è uno strumentale malinconico e suadente mentre Brigg Fair è eseguita sopra un’incisione d’epoca. Rounding the Horn è un brano marinaro e Man in the Moon (forse la più orecchiabile e proposta come festeggiatissimo bis) parla di un uomo diverso dagli altri tra fantasia e realtà. Bella anche la versione del canto nuziale Arthur O'Bradley, mentre Seth Lakeman propone il suo stile inconfondibile costruito sul canto bellico Stand by Your Gun. Altri pezzi  nuovi sono entrati in repertorio come The King of The Cannibal Island. Segno che The Full English andranno avanti e questo sarà un bene per la musica, non solo quella popolare.



The Full English



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