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Vespal sex

di Roberto Fedi
  Bruno Vespa - Monica Lewinsky
Data di pubblicazione su web 19/12/2002  
Sulla scena ci sono vari personaggi. Nel mezzo Bruno Vespa, sempre prelatizio. Si parla di donne e potere, e della signorina Monica Lewinsky in particolare. Sullo schermo alle spalle del Vespa il cartellone con su scritto "La donna che fece tremare la Casa Bianca", con foto della Lewinsky e Bill Clinton. Secondo Andy Warhol ognuno ha diritto a 15 minuti di notorietà. Alla signorina Lewinsky per averla ne sono bastati sicuramente meno (il posto era imbarazzante, e la posizione si presume scomoda). Tutto avvenne, sembra, nello Studio Ovale della Casa Bianca, da allora universalmente ribattezzato Studio Orale (pardon).

Sulle poltroncine a latere alcuni esperti, non chiedeteci di cosa: un signore più largo che lungo, Cesare Lanza, co-autore di Domenica In; Anna Kanakis (chi è costei?); Irene Pivetti, in versione sadomaso; Alessandra Graziosin (se non abbiamo capito male: comunque definita dal Vespa "profonda conoscitrice del mondo giovanile"); Silvana Giacobini (direttrice di "Chi", il settimanale "che racconta in anteprima relazioni in cui quante volte il calcolo è più profondo dell'amore?": parola, sgrammaticata, del Vespa - no comment). In collegamento esterno Vittorio Sgarbi, uno che "delle donne con il potere ha una certa esperienza" (Vespa dixit). Insomma, scienziati espertissimi. Premi Nobel o quasi.

La chiacchierata è da salottino di Seconda Repubblica: cioè provinciale, senza qualità, da gente che si vuol mettere in mostra e che ridacchia sorniona. Vespa è più insinuante del solito. C'è anche un prete, ci mancherebbe: don Antonio Mazzi, giustamente invitato in tanto consesso, e altrettanto giustamente partecipante, non si capisce se in quanto esperto di donne o di potere (questo il tema). La scena - ce ne eravamo dimenticati - si è svolta a Rai1, nel corso di Porta a porta.

Il bello è che la signorina Lewinsky non c'era. Se ne era andata, incavolata nera, non volendo rispondere a domande imbarazzanti. Non per questo aveva rinunciato ai 25.000 dollari di ingaggio. I giornali hanno riferito che la signorina avrebbe dovuto essere ospite anche da Mara Venier, la domenica precedente, su Rai Uno (e ridài). Insomma, uno scoop doppio. Ma c'erano state proteste (i bambini, la presenza in trasmissione di preti e pretonzoli vari …). Il direttore della Rai però aveva testualmente detto che era giusto invitare la signorina, che è "una testimone del tempo" (stupore: l'avevamo sentito chiamare in tanti modi, ma mai così).

Le bianche poltroncine del Vespa ne hanno viste e sentite di tutti i colori. Vi si sono accomodati i glutei - spesso indecorosi, talvolta strepitosi - di politici e politiche, attrici e attricette, donnone e donnette, uomini e ometti, attori e attorucoli, nani & ballerine. Si sono raccontate, su quei cuscini, cose orrende, menzogne da sbellicarsi dal ridere. Nessun moralista, finora, aveva mai avuto niente da ridire.

La signorina Lewinsky, attualmente, svolge una professione incerta (vende borsette su Internet). Anche assente, non ci è sembrata la peggio in quel contesto. Anzi.

Nota
Il lettore penserà che la trasmissione si sia svolta cinque anni fa, quando appunto scoppiò lo scandaletto denominato dai giornali Sexgate. Infatti anche noi, accendendo la Tv, abbiamo avuto una specie di choc spazio-temporale: perché ci sembrava, in tutta onestà, di essere sì a lunedì 16 dicembre, ma 2002. Un'occhiata all'agenda ci ha convinto che eravamo veramente al 2002, e che il 1997 era passato da un lustro. Càspita che scoop, e che anteprima. Ma sinceramente abbiamo applaudito: a Vespa, agli ospiti, e anche alla Rai. Ci hanno fatto il regalo di Natale, e ci hanno fatto sentire di cinque anni più giovani. Quella sera, abbiamo fatto faville.



Porta a porta

cast cast & credits
 

tom welling

Monica Lewinsky sulla copertina di The New Yorker dell'8 febbraio 1999
 
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