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Paura e delirio a Wall Street

di Elisa Uffreduzzi
  The Wolf of Wall Street
Data di pubblicazione su web 05/02/2014  

 

Tratto dal libro Il lupo di Wall Street, autobiografia di Jordan Belfort, il film di Martin Scorsese traduce in immagini la parabola professionale e personale dell’autore, da aspirante broker a truffatore milionario, all’inevitabile arresto e declino.

 

The Wolf of Wall Street si trasforma ben presto in una giostra celebrativa del genio malin del protagonista che, in un’escalation edonistica fatta di alcol, sesso e droga, spiega – spesso interrompendo bruscamente la finzione con “a parte” esplicitamente diretti all’obiettivo – le astuzie che gli valsero milioni di dollari di introiti.
 



Tra ammirazione e moralismo latente, quest’ultimo per la verità scevro da eccessiva retorica e presente in misura minima, Scorsese racconta soprattutto un circo di aneddoti che francamente esaurisce ben presto il potenziale di interesse e stupore col quale esordisce. Il risultato è che la ricetta annoia rapidamente, annegando nel parossismo vizioso di Belfort l’interesse della vicenda umana in sé.

 

L’affastellamento di dissolutezze ricorda per certi versi l’andamento parimenti aneddotico di Paura e delirio a Las Vegas (Fear and Loathing in Las Vegas, Terry Gilliam, 1998), senza peraltro lo stesso portato di innovazione visiva. Non che la regia per questo difetti, ma se non altro in quel caso l’invenzione onirico-iconografica valeva da sola a giustificare l’intera operazione nonostante l’innegabile ripetitività che la caratterizzava. “A parte” e movimenti di macchina anche brevi che “scoprono” i personaggi nel profilmico, conditi con una fotografia (Rodrigo Prieto) brillante, “laccata” e patinata come la rutilante Wall Street che descrive, sono gli elementi che concorrono a una tecnica registica di per sé comunque ineccepibile, tuttavia al servizio di uno schema ripetitivo e per questo inconsistente.

 



Leonardo Di Caprio in una delle sue interpretazioni più convincenti è giustamente candidato all’Oscar: nel film trascolora senza soluzione di continuità dall’ingenua ammirazione del novellino di Wall Street all’esaltato leader-truffatore della Stratton Oakmont, la società di brokeraggio da lui fondata, agli spasmi sotto la dose massiccia dell’ennesimo tipo di droga, all’improbabile quiescenza del finale.

 

Nel cast anche Matthew McConaughey, perfettamente a suo agio nel ruolo dell’alligatore dell’alta finanza e Jean Dujardin, che calza a pennello i panni di un viscido banchiere svizzero che comunica “telepaticamente” con Belfort, unto come il gel che dà forma ai suoi capelli.

 

Dopo il meraviglioso affresco cinéphile di Hugo Cabret Scorsese, alla sua seconda produzione in digitale, delude dimostrando ad ogni modo di essere a suo agio con il nuovo formato.


The Wolf of Wall Street
cast cast & credits
 





La locandina del film

 
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