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Leo Nucci Re che vince se stesso

di Elena Abbado
  Nabucco
Data di pubblicazione su web 31/01/2014  

Erano ben 36 anni che al Teatro Comunale di Firenze non tornava Nabucco. Singolare assenza, soprattutto considerando che il capolavoro giovanile verdiano rappresenta per la storia dell'istituzione ben più di uno dei tanti titoli in repertorio. Fu infatti con quest'opera che nel 1933 Vittorio Gui scelse d'inaugurare la prima edizione del Maggio Musicale Fiorentino. Rimarchevole fu anche la storica produzione del 1977, l'ultima andata in scena, con il triumvirato della direzione di Riccardo Muti, l'allora contestata regia di Luca Ronconi, per le scene di Pier Luigi Pizzi.

Nabucco viene colpito dal fulmine (Atto I, Scena VIII). (C) Marco Borrelli
Nabucco viene colpito dal fulmine (Parte I, Scena VIII). (C) Marco Borrelli

Il confronto con i fasti passati poteva apparire forse una sfida e l'occasione per un ritorno ambizioso, ma in tempi di difficile gestione economica si è scelto di proporre la ripresa di una recente e dignitosa produzione del Teatro Lirico di Cagliari e dell'Ente Concerti Marialisa de Carolis di Sassari. Un Premio Abbiati alla regia nel 2012 nonostante un'elegante sobrietà spesso tendente all'anonimato. La grande affluenza di pubblico fin dalla prima delle sei recite ha confermato la buona scelta. Lo spettacolo si presenta debole nel primo atto, in un progressivo affiatamento nei tre successivi. Un risultato nel complesso buono, ma basato su pochi elementi di spicco.

Il più determinante di questi è sicuramente la presenza in scena di alcuni decisivi interpreti. Un nome come quello di Leo Nucci è di per sé garanzia. Presente solo alle repliche di domenica 26 e giovedì 30, in alternanza a Dalibor Jenis nel ruolo di Nabucco ha tenuto alta l'attenzione in ogni momento della sua performance. Nucci, oltre alla tutt'ora carismatica prova vocale, si conferma attore consapevole della profondità drammaturgica richiesta dal personaggio e dalla sua contorta nemesi, in specie nel terzo e quarto atto. Laddove nel perdere coscienza Nabucco dà sfogo alla sua insania, Nucci ci incanta con la naturalezza maturata in più di 200 interpretazioni, incarnandosi letteralmente nel ruolo.

Nabucco, un momento corale. (C) Marco Borrelli
Nabucco, un momento corale. (C) Marco Borrelli

Altro fulcro di solidità si riconferma Anna Pirozzi, una Abigaille appassionata, dalla tenuta vocale sicura e dal timbro pieno. Buone le prove senza particolare spicco di Annalisa Stroppa (Fenena) e l'Ismaele di Luciano Ganci, unico interprete a cantare a tutte le rappresentazioni e forse per questo in alcuni passaggi dei primi due atti apparso meno brillante. Lo stesso per il basso Riccardo Zanellato nei panni di Zaccaria che contemporaneamente alla preparazione delle esecuzioni fiorentine terminava d'interpretare lo stesso ruolo in una produzione allo Staatstheater di Stuttgart. La compagine vocale tutta di grande livello ed esperienza verdiana, appare appiattita dalla direzione.

La regia di Leo Muscato non è sembrata particolarmente incisiva. La staticità appare derivare da una lettura più che filologica, didascalica, ma nondimeno rispettosa dei propri confini d'azione in tempi in cui non è scontato che si lasci il giusto spazio all'aspetto musicale. Buone le luci di Giampaolo Merazzi, soprattutto nel primo atto in cui giocano un ruolo determinante dialogando con l'apparato scenico. Alla ricerca di una monumentalità castigata e minimalista le scenografie di Tiziano Santi. Nei costumi di Silvia Aymonino si riconferma un'unità d'intenti coerente con l'impostazione registica.

Il Teatro Comunale gremito per Nabucco. (C) Marco Borrelli
Il Teatro Comunale gremito per Nabucco. (C) Marco Borrelli

La direzione di Renato Palumbo, specializzata bacchetta verdiana e proprio con Nabucco presente a Parma e a Palermo per i festeggiamenti del Bicentenario, in questa prova lascia alcune perplessità di scelta di stile. I tempi risultano decisamente dilatati. L'esasperata gestualità, oltre ad essere inelegante, non è funzionale alla tenuta orchestrale, come testimoniano vari momenti di scollamento. I gratuiti effetti agogici sembrano volti solo a ricercare l'approvazione di un certo pubblico, come del resto il bis del Va' pensiero a metà rappresentazione. Il coro del Maggio Musicale conferma come sempre l'alto livello sotto la direzione di Lorenzo Fratini. In definitiva uno spettacolo di buon livello, che ha il pregio di aver finalmente riportato il primo vero successo verdiano al pubblico fiorentino.







Nabucco
Dramma lirico in quattro parti


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