Una pura formalità è il racconto di un delitto commesso una notte durante un temporale. Un uomo viene fermato ed aggredisce i poliziotti senza un perché. E ubriaco? Non ha documenti e dice cose senza senso, è pazzo? Un mellifluo commissario lo sottopone ad interrogatorio presso una sperduta stazione di polizia.
Si chiama Onoff ed è scrittore di successo, lindomani avrà un appuntamento importante col ministro della cultura. Deve avvertire che farà tardi, ma le linee telefoniche sono interrotte e lì non si può neanche fumare. Alle domande Onoff risponde contraddicendosi. Non ricorda. Guarda lorologio alla parete, ma è senza lancette. Come può esistere un posto così assurdo? Si toglie la giacca e sulla manica della camicia vede macchie di sangue. Non capisce. Le domande si fanno sempre più incalzanti e lui cerca ansiosamente di ricordare. Ricordare cosa?
La vita è una fuga e qualcuno lha scritto sui muri scabri dello strano commissariato: una scatola grigia di cemento coi libri al soffitto ed illuminata da torce elettriche (scene di Giuliano Spinelli).
«Per non morire dangoscia e di vergogna, gli uomini sono condannati a dimenticare le cose sgradevoli della loro vita; e più sono sgradevoli più si affrettano a dimenticarle» scriveva Onoff in un suo romanzo. Ora non pubblica libri da sei anni: non trova in sé nulla da dire, non riesce a vivere. I giornalisti parlano di afasia, di misantropia; lui convive con linsonnia: «Ricordare… Ricordare è un po come morire». Davanti a una scatola di vecchie fotografie, guarda decine di facce dimenticate e cerca qualcosa che non ha mai trovato. Deve capire, deve aspettare.
Il procedere della storia fa nascere numerosi interrogativi anche nello spettatore e le domande valgono più delle risposte. Il racconto giallo si dipana fino allo sconvolgente epilogo, quando i pezzi lacerati della vita dello scrittore si compongono geometricamente in serenità inattesa; come in un teorema imparato a scuola, si potrà ammettere che i due protagonisti si incontreranno come rette parallele in un punto improprio, lontano nello spazio infinito.
Una pura formalità, tratto dallomonimo film di Giuseppe Tornatore del 1994, è un viaggio alla scoperta di sé, alla faticosa ricerca della verità e di un passato che si è voluto cancellare.
Glauco Mauri che cura ladattamento per il teatro, fa virare il thriller verso atmosfere rarefatte e sospese di lucida commozione. Del resto, tutta la storia artistica di questo grande protagonista della scena - classe 1930 e una vita spesa sul palcoscenico - è testimonianza traboccante di umana tenerezza e di poesia, nella ferma convinzione che il teatro contribuisca allarte più grande, larte di vivere.
Mauri attore disegna un Commissario maieutico più che inquisitorio, una sorta di Virgilio della coscienza nella selva dei suicidi. Roberto Sturno, in una prova dattore matura ed intensa, è Onoff: ritratto doloroso di un uomo fragile e pieno di contraddizioni. Con loro il bravo Giuseppe Nitti, candido Andrès, e Amedeo DAmico, Paolo Benvenuto Vezzoso, Marco Fiore. Gli inserti musicali, nel tappeto sonoro della pioggia costante, sono di Germano Mazzocchetti; i costumi di Irene Monti.
La tournée dello spettacolo:
Firenze - Teatro della Pergola - 28 gennaio / 2 febbraio 2014
Cagliari - Teatro Massimo – 5 / 9 febbraio
Sassari - Teatro Verdi - 10, 11 febbraio
Casale Monferrato - Teatro Comunale - 13, 14 febbraio
Ceva - Teatro Marenco - 15 febbraio
Legnago - Teatro Salieri - 5 marzo
L'Aquila - Teatro Comunale - 7 e 8 marzo
Palermo - Teatro Biondo - 11 / 16 marzo
Carrara - Sala Grande - 19, 20 marzo
Chieti - Teatro Marruccino - 22, 23 marzo
Grosseto - Teatro degli Industri - 25 marzo
Roma - Teatro Parioli - 27 marzo / 13 aprile
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