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Giselle di Eugenio Scigliano

di Gabriella Gori
  Giselle
Data di pubblicazione su web 12/12/2013  

 

Rivisitare le opere ritenute dei capolavori è sempre un rischio in quanto è facile cadere nella banalità e nell’immodestia. Giselle di Eugenio Scigliano è una tra le poche felici eccezioni per l’originalità della rilettura e la modestia con cui il coreografo calabrese si avvicina al balletto romantico per eccellenza prendendone ispirazione e al tempo stesso le distanze. Un approccio intelligente e acuto che ha nei giovanissimi danzatori dello Junior Balletto di Toscana degli interpreti altamente professionali e perfettamente rispondenti alla resa di una versione pensata per loro e accolta, in occasione del debutto al Teatro Comunale di Vicenza, da un caloroso e meritato successo.

 

Scigliano, musicalmente parlando, si muove nel rispetto della celebre partitura di Adolphe Adam del 1841 mantenendo le parti più conosciute del primo e secondo atto di Giselle e scegliendo di ritornare alla leggenda della Wilis – o Villi – di Heinrich Heine, che tanto colpì Theophile Gauthier nella stesura del libretto. Le fanciulle 'non morte' per amore, sorta di Erinni ed esseri mortiferi assimilati a demoni o vampiri, che tanta fortuna ebbero nella letteratura romantica e decadente rappresentando l’alter ego della donna salvifica. Due tipologie femminili antitetiche che si sommano nella stessa Giselle e che il coreografo mantiene trasferendole però in un angusto college per ragazzi e ragazze di età vittoriana, dove una delle educande, Giselle, si innamora del Precettore. Questi, a sua volta legato all’Istitutrice, trascinerà la fanciulla in un vortice di sentimenti e di sensi di colpa che porteranno la ragazza ad uccidersi e lui a comprendere troppo tardi il male fatto. Una consapevolezza che l’uomo espierà  quando lo assaliranno gli spiriti delle Villi e si salverà solo grazie alla pietas amorosa di Giselle. 

 

Un storia lineare quella proposta da Scigliano sostenuta da una chiara e leggibile drammaturgia, da un indubbio tocco registico e da una coreografia che, lungi dal richiamarsi a quella originale di Coralli e Perrot, sa ugualmente inserirsi nel tessuto drammatico esaltandone i passaggi e la psicologia dei protagonisti. Figure tratteggiate da precisi gesti e passi e da una riconoscibile modalità di esecuzione degli stessi. In particolare nel quadro collegiale Scigliano sceglie di far ballare femmine e maschi, in grembiuli e pantaloni grigi al ginocchio, con un danza esuberante e ‘comportamentale’ che rispecchia la loro insofferenza per le rigide regole della scuola. Così tra salti, slanci, sequenze corali, ballonés e ballottés eseguiti all’incontrario, questi giovani allievi esprimono il loro ribellismo, tenuto a bada con difficoltà dai due Educatori. Autorevoli e rigorosamente in nero i responsabili dell’istituto hanno un tipo di gestualità più controllata e matura specie quando l’Istitutrice, che ha capito cosa è successo tra il Precettore e Giselle, cerca di distoglierla da un amore che le procurerà solo dolore. Una sofferenza che non sembra preoccupare l’uomo, solleticato nel suo amor proprio dalle attenzioni di una fanciulla in fiore, e che la ragazza manifesta fisicamente in reiterate e violente cadute a terra con le braccia aperte come se fosse in croce.

 

In questa Giselle, presentata come atto unico, è in realtà chiaramente visibile una netta divisione tra la prima e la seconda parte contrassegnata dal suicidio della ragazza e dall’azione che si sposta in un’atmosfera notturna tra gli incubi del Precettore.

In una dimensione, onirica eppure profondamente umana e romantica, Scigliano rende possibile il contatto tra vivi e defunti con l’apparizione delle Villi che strisciano per terra e si agitano come dei morti viventi grazie ad una danza lenta e viscerale, resa ancora più suggestiva dagli splendidi e fruscianti abiti ottocenteschi color avorio. Altrettanto geniale e ricco di pathos è il duplice modo in cui avviene l’incontro tra il Precettore e Giselle. Il primo è nel momento in cui lui riesce a prendere il corpo della ragazza attraverso un fascio di luce che divide il palcoscenico e, separandoli dalle Villi, allude al superamento della barriera tra la vita e la morte; il secondo è nel suggestivo passo a due. In questa scena il Precettore balla con il cadavere di Giselle in un toccante duetto che sottolinea la potenza dell’amore ma anche l’impossibilità di realizzare quel fugace e desiderato incontro di anime, così caro alla tradizione ottocentesca. Scigliano si distacca infatti dalla visione romanticamente consolante di un possibile ricongiungimento spirituale per restare ancorato alla tragicità della condizione umana che non consente risarcimenti e ciò che si è perduto resta perso per sempre. Una perdita sottolineata dal parossismo con cui il Precettore manipola quel disgraziato corpo senza vita con una danza che, lungi dall’essere 'aérienne' come nella Giselle ottocentesca, è una danza materica, ancorata a terra e appesantita dalla gravità e dalla rapacità con cui le “non morte” riafferrano Giselle appena si avvicinerà alla zona d’ombra. All’uomo non resterà che la consapevolezza amara di aver giocato con la vita e con l’amore e di essere stato sconfitto.

 

Questa Giselle è un balletto davvero bello e intrigante che si avvale delle potenti luci di Carlo Cerri, degli eleganti costumi di Santi Rinciari, di interpreti che per la loro giovane età lasciano senza parole a cominciare da Laura Massetti, una vibrante Giselle, Mirko De Campi un maturo Precettore, Giovanna Pagone, un’intensa Istitutrice, e tutto il gruppo degli studenti e delle studentesse del college. Una menzione speciale merita però Eugenio Scigliano, il quarantacinquenne artista che, forte della sua esperienza come ballerino nel Balletto di Toscana, nell’Aterballetto, nell’English National Ballet, dal 2004 ha scelto di dedicarsi alla coreografia con risultati più che lusinghieri maturando una personale cifra stilistica. Cifra che rivisita con disinvoltura il linguaggio classico e contemporaneo, predilige la leggerezza dell’accadimento danzato, ricerca la teatralità, riesce ad arrivare al cuore dei ballerini, sa emozionare lo spettatore con una ‘discorso’ coreografico in cui ballare diventa narrare attraverso il corpo coinvolgendo la mente.

 

Giselle
cast cast & credits
 



foto di Salvatore Abrescia
 
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