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Fantascienza e storie "adolescenziali":
una commistione possibile


di Fabio Tasso
  Smallville
Data di pubblicazione su web 19/12/2002  
Ogni supereroe ha un inizio. È questo il sottotitolo di Smallville, la serie televisiva americana andata in onda in prima visione l'11 dicembre su Italia 1, che racconta, infatti, l'adolescenza di Clark Kent, alias Superman, prima di diventare un giornalista e trasferirsi a Metropolis.

Prodotto dalla Warner Bros, la stessa casa di produzione che ha realizzato alcuni dei più seguiti telefilm degli ultimi dieci anni (tra gli altri Buffy e Streghe), Smallville ha ottenuto un ottimo successo di pubblico sia negli Stati Uniti (dove ha raggiunto, a sorpresa, una media di nove milioni di telespettatori a puntata) sia, a giudicare dai dati di ascolto e nonostante siano stati trasmessi soltanto i primi episodi, in Italia.

Smallville è una cittadina del Kansas che, un giorno del 1989, viene invasa da una pioggia di meteoriti. Insieme a esse cade anche una navicella spaziale con a bordo un bambino, che viene trovato e adottato dai coniugi Kent. Ma l'evento cambia per sempre la vita della piccola e tranquilla città, producendo strani e misteriosi fenomeni che sconvolgono le abitudini degli abitanti.

Ambientato ai giorni nostri, Smallville attua un'operazione ambiziosa: attualizzare il personaggio di Superman, inserendolo in un contesto diverso da quello che eravamo abituati a vedere (e che è parzialmente desunto dalla prima parte di Superman e dal terzo film della serie, Superman III). Clark Kent (l'esordiente Tom Welling) appare come un adolescente incerto e confuso, che oltre a essere alle prese con i problemi tipici della sua età (ragazze, rapporti con i compagni), deve anche controllare i propri eccezionali poteri, che si manifestano poco alla volta in maniera dirompente. Clark, puntata dopo puntata, deve confrontarsi con i bizzarri eventi che accadono a Smallville, salvare la vita alle persone che stanno intorno a lui e cercare, di fatto, il proprio posto e la propria "normalità".

I personaggi di contorno derivano tutti, in misura maggiore o minore a seconda delle scelte degli autori, dalla storia di Superman che noi conosciamo. C'è Lana Lang (personaggio che già compariva in Superman III e interpretata da una folgorante Kristin Kreuk), che la caduta di un meteorite sulla macchina dei genitori ha reso orfana; è colei che Clark vorrebbe diventasse la sua ragazza. C'è anche Lex Luthor (Michael Rosenbaum), diventato calvo dopo la pioggia di meteoriti, che scopriamo essere amico di vecchia data del futuro Superman, del quale diverrà l'acerrimo rivale. Ci sono poi i genitori di Clark, due attori ben noti: il padre è John Schneider (chi non ricorda il biondo Bo di Hazzard?), la madre è Annette O'Toole, non a caso nei panni di Lana Lang in Superman III.
John Schneider

Smallville ha tra i suoi meriti la capacità di mescolare efficacemente gli elementi del tipico telefilm adolescenziale (in questo è molto simile a un'altra serie di enorme successo, Dawson's Creek) con altri più strettamente legati alla fantascienza. Gli effetti speciali, soprattutto nella puntata pilota, sono di primissimo livello, ma anche il resto della serie presenta un livello spettacolare notevole. Il rischio è, naturalmente, quello di costruire storie scarsamente interessanti per un pubblico over 20 o per chi non è un fan di vecchia data del supereroe. E va detto, a onor del vero, che Smallville mostra i propri limiti proprio in certi luoghi comuni dai quali non riesce completamente a staccarsi: situazioni schematiche e già viste e dénouement elementari e poco convincenti (come accade anche in altre serie, il finale sembra prevedere un po' troppe volte l'intervento di un deus-ex-machina, che spesso è rappresentato proprio dai superpoteri di Clark).

Ma si tratta di limiti pienamente accettabili dal pubblico italiano, soprattutto se si considera che la produzione nostrana storicamente non è andata al di là di prodotti mediocri quali I ragazzi della 3C, I ragazzi del muretto e Via Zanardi 33. Ciò che può sorprendere è forse constatare come le avventure di Superman siano ancora oggi, a settant'anni di distanza dalla pubblicazione dei primi fumetti e a quasi venticinque dall'uscita del film con Christopher Reeve, un elemento di forte presa sul pubblico. E questo, forse, se da un lato dimostra che è ormai sempre più difficile creare storie originali e nuovi eroi per il grande e piccolo schermo, dall'altro esemplifica con chiarezza che un tema non è mai veramente saturo di interpretazioni, anche dopo, come nel caso di Superman, centinaia di strisce, quattro film, un cartone animato e un telefilm.

Smallville

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Tom Welling
 
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