Tre
militanti ambientalisti organizzano unazione terroristica per
scuotere la coscienza comune, intorpidita dal consumismo. Decidono
così di far saltare in aria una diga
idroelettrica, nella quale riconoscono un simbolo di quel sistema.
Tutto sembra andare secondo i piani, quando un imprevisto sconvolge
il fragile equilibrio del gruppo e getta lombra del dubbio sulle
loro convinzioni.
Night
Moves
- il titolo deriva dal nome della barca utilizzata per mettere in
atto il piano - è una riflessione sullidealismo e i suoi limiti:
fino a che punto è ammissibile spingersi in nome di unideale, per
quanto condivisibile?
Girando
il film nellOregon del Sud, la regista americana Kelly
Reichardt conferma
anche in questo caso la sua fascinazione per il paesaggio dellOvest
degli Stati Uniti (es.: Meeks
Cutoff, 2010)
ed elude sesso e violenza in scena, cosicché sia il breve flirt di
Dena e Harmon, che la scena di strangolamento vengono solo suggerite
da un montaggio che dà prova del pudore iconico dellautrice.
Molto
convincente il modo in cui è narrata la storia, facendo emergere la
vicenda a poco a poco dai particolari anziché rivelare
immediatamente il progetto dei tre attivisti, di modo che i dettagli
si definiscono molto prima della visione dinsieme. Il film
disattende le aspettative più ovvie del pubblico anche grazie a una
narrazione lenta e sospesa, i dialoghi rarefatti, la recitazione
trattenuta che risalta nei primi piani, le lacrime sospese allangolo
di un occhio. Ottima a questo proposito linterpretazione sia dei
tre attori principali - alle prese con un intenso lavoro
introspettivo - sia dei comprimari. Ne risulta unimmedesimazione
spettatoriale a un livello più profondo. Del resto Night
Moves
è, prima ancora di ogni questione di etica, un film
sullambientalismo, che su quel tema vuole indirizzare lattenzione
del pubblico. In una delle prime scene Josh (Jesse
Eisenberg)
e Dena (Dakota
Fanning),
assistono alla proiezione di un film che tratta i temi che li
riguardano più da vicino. Nel dibattito a seguire, inevitabilmente,
i quesiti che si pongono, in una prospettiva metalinguistica, vengono
rivolti anche al pubblico.
La
regia non vanta soluzioni particolarmente ardite, tuttavia supporta
adeguatamente la narrazione e non manca qualche scelta gradevole come
il primo piano delle mani di Josh intente a dividere una coppia di
aghi di pino, che interviene subito dopo che ha scoperto che Dena è
andata a letto con Harmon (Peter
Sarsgaard):
linsistenza della macchina da presa sulle sue mani vuote - una
soggettiva del personaggio - ne sottolinea liricamente la sofferenza
emotiva e al tempo stesso sembra preconizzare i misfatti di cui
presto si macchierà. Ancora, notevole è il sorpasso in macchina di
Harmon che supera lauto con la quale Josh e Dena stanno trainando
la barca: il rapido carrello in avanti - soggettiva di Harmon dalla
macchina - precede linquadratura della sua auto, cosicché il
movimento di macchina sembra svincolato dal personaggio, rompendo
temporaneamente la finzione e dunque, di nuovo, stimolando la
riflessione del pubblico.
Fin
qui un buon film, ma la narrazione si interrompe senza un vero finale
e anche senza un non- finale: il finale aperto è una possibilità
che spesso al cinema si rivela feconda di ulteriori prospettive e
significati, ma nel caso di Night
Moves
è forte la sensazione che semplicemente manchi qualcosa. A segnare
la sottile ma sostanziale differenza tra un finale aperto è la
mancanza di un finale è in questo caso la coerenza narrativa: già
in molti allinterno della sua comunità sanno o intuiscono che
deve essersi messo nei guai, dunque verosimilmente la polizia si
metterà presto sulle sue tracce. Lepilogo è talmente imminente e
ovvio che non mostrarlo comunque non apre a nuove possibilità e
insieme non risolve quelle vecchie. Mancano insomma gli accordi
finali, la cadenza perfetta.
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