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Attore per caso

di Gianni Cicali
  Luca Zingaretti in Perlasca, un eroe italiano
Data di pubblicazione su web 31/01/2002  
Il punto di forza del tv-movie Perlasca, un eroe italiano risiede principalmente nella verità della storia, nel dato certo che un uomo (fascista disgustato dal regime, dalle leggi razziali, dall'alleanza con la Germania) potè salvare migliaia di ebrei ungheresi con la sola forza del coraggio e delle proprie geniali menzogne. Un grandissimo attore per caso che recitò la parte più difficile davanti al pubblico più crudele (i nazisti) per salvare la propria 'compagnia d'attori' (gli ebrei) con lettere di protezione false e indossando gli 'abiti di scena' di finto console spagnolo.

Il regista e gli sceneggiatori - con la collaborazione di Enrico Deaglio che scoprì la storia di Giorgio Perlasca - hanno scelto una struttura drammatica incentrata ovviamente sul personaggio principale, ma anche su una serie di caratteri di contorno più o meno deputati ad incarnare vecchie caratteristiche dei ruoli teatrali: l'avvocato Farkas (Jerome Anger) dell'ambasciata di Spagna sembra un "raissoneur", la contessa ungherese (Mathilda May) è una seconda donna che vive un momento di redenzione nel finale, un anziano ebreo (Franco Castellano) è quasi un padre nobile. A questa struttura si aggiungono due coppie di innamorati che vivono tragicamente i giorni conclusivi dell'occupazione tedesca e delle ferocie dei miliziani nazifascisti ungheresi (si ricordi Music Box, 1989, di Costa-Gavras). Uno di loro, l'ebreo osservante Daniel, è interpretato da Lorenzo Lavia, la cui somiglianza con il padre è impressionante. Intorno a tutti agisce lo straziante coro dei bambini seviziati, traumatizzati, deportati, orbati delle loro famiglie.

Luca Zingaretti in Perlasca, un eroe italiano

Gli autori hanno costruito un'umanità 'italica' per il personaggio interpretato dalla star tv Luca Zingaretti, che infonde nel suo ruolo tutta l'arte di arrangiarsi degli italiani (con un pizzico di montalbanismo), oltre ad essere, giustamente, l'entità drammaturgica principale. Nonostante le intenzioni e il calcare su immagini di poveri bambini strappati ai genitori, il film rimane una versione edulcorata della realtà, che fu ben peggiore, anche se la ricostruzione delle fucilazioni sulle sponde del Danubio fa intuire l'orrore di cui si macchiarono tedeschi, italiani, jugoslavi, ungheresi, polacchi e francesi (collaborazionisti) e tanti altri con modalità diverse e in luoghi diversi. Gli unici che ebbero le mani meno sporche del sangue di milioni di ebrei furono i bulgari. Insomma tutti complici, tranne poche, forti, eroiche e umanissime creature come Perlasca e gli spagnoli che lo aiutarono, o come l'ambasciatore svedese Wallenberg, che in un film di René Clément fu interpretato da Orson Welles (Parigi brucia?, 1967).

Forse il limite maggiore di questo tv-movie consiste nel non saper ricreare appieno quell'atmosfera mista di entusiasmo, panico, terrore ed eroismo degli ultimi giorni di una città europea che nel 1944 sta per cadere (nelle mani dei russi in questo caso), atmosfera che si respira invece nel neorealismo italiano o nel citato Parigi brucia?, forse ancora vicini ad un fresco sentimento epico e non vincolati dall'ossessione per il politically-correct. I nazisti, onnipresenti ma paradossalmente quasi sullo sfondo, sono rappresentati, pars pro toto, dal perfido capitano tedesco (Gyorgy Cserhalmi), lontano però dal terribile maggiore Bergman di Roma città aperta o dal nevrotico comandante di Schindler's list Ralph Phiennes, e da un caporale ungherese bello, stupido e crudelissimo.

I gerarchi magiari passano le serate ballando e bevendo champagne come sul Titanic (evocato da una battuta della contessa amica di Perlasca: "Siamo sul Titanic che affonda, ma noi ungheresi restiamo immobili convinti di essere l'iceberg"). Il micidiale Eichmann ("chi è quella faccia da morto", dice Perlasca) compare per un attimo e lascia che il finto console salvi due bambini: non andranno ad intaccare le sue precisissime statistiche di morte. Adolf Eichmann organizzava con zelo criminale i treni per la deportazione sottraendo veicoli anche alle truppe in ritirata dalla Russia pur di utilizzarli per mandare gli ebrei nelle camere a gas. Su Eichmann si ricorda il bellissimo film-documentario Un spécialiste (1999) di Eyal Sivan e Rony Brauman.

Perlasca, un eroe italiano è un prodotto ben confezionato, girato intelligentemente (e per ragioni economiche) a Budapest, e, soprattutto, ben interpretato da Zingaretti, da Franco Castellano, da una sempre efficace, credibile e brava Giuliana Lojodice (in un ruolo secondario) e da una eccellente pattuglia di attori 'minori' e di comparse. Un grande successo di pubblico che non deve tuttavia convincerci che i pregiudizi contro gli ebrei siano del tutto sradicati. Un'ultima notazione sulle musiche di Ennio Moricone. Quasi dimesse nelle prima puntata, hanno via via preso piede nella seconda senza riuscire, però, a trovare un vero motivo toccante.


Perlasca, un eroe italiano

cast cast & credits
 


Giorgio Perlasca
 

Giorgio Perlasca
sul web:
www.giorgioperlasca.it


www.jfr.org su coloro che salvarono gli ebrei dai nazisti







 
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