drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

Premiata ditta Zingaretti & Montalbano

di Roberto Fedi
  Il commissario Montalbano
Data di pubblicazione su web 03/11/2002  
Càpita di rado, ma càpita. Era già successo alla Tv almeno una volta, in passato, che un personaggio si identificasse talmente nel suo interprete - o viceversa - da impedire anche la sola idea che in futuro ci potesse essere un altro attore in quel ruolo. Gino Cervi, così, divenne Maigret in una serie di sceneggiati (1965 il primo, e tutti diretti da Mario Landi) che, a ripensarci oggi, ci sembrano da premio Oscar rispetto alla produzione corrente: a tal punto che, si dice, lo stesso Simenon ne rimase soddisfatto - e sì che era uomo scorbutico come pochi. Quindi Cervi non fu, nelle puntate che seguirono la prima e che furono richieste quasi a furor di popolo, un attore che impersonava Maigret: "era" Maigret, punto e basta. Così, quando ci accadde di vedere Maigret con la faccia di Jean Gabin (lo aveva interpretato in tre film: 1958, '59, '63), quasi rimanemmo delusi.

La stessa cosa sta capitando con Luca Zingaretti e il commissario Salvo Montalbano (anche qui, guarda caso, un commissario, sia pure italianissimo, anzi siciliano). I film televisivi che sono ripresi da qualche giorno, anche questi quasi a richiesta universale, lo vedono sulle piste di delitti di paese, o almeno di ordinaria scelleratezza: anche in questo, Andrea Camilleri - che di Montalbano è il fortunatissimo creatore, e che guarda caso era uno dei produttori del Maigret televisivo - si rivela un abile inventore di storie. Come Maigret sulle sponde della Senna, o in qualche paese di provincia della Francia profonda, anche Montalbano non si trova mai, nella sua Vigàta, alle prese con devastanti problemi di ordine pubblico o di guerra di criminalità organizzata o mafiosa (siamo in Sicilia); bensì con omicidi "semplici", che però a saperli interpretare si legano con fili sottili a un'idea drammatica della vita, a storie private di banditi di provincia, a strazianti vicende umane e personali di gente piccola, travolta dalle cose. Il commissario che scioglie l'enigma, quindi, sa perfettamente che la soluzione non migliorerà il mondo: è solo un piccolo contributo alla verità, in una esperienza di vita che vuole, nonostante tutto, ancora essere identificata come morale.



il cast de Il commissario Montalbano

Ne esce un'immagine dolorosa e disincantata di quella sineddoche del mondo che può essere una cittadina della Sicilia profonda, popolata da killer dialettali ma non per questo meno feroci, e indagata da un investigatore che non è, come i detective classici, l'eroe a cui la società ha delegato la giustizia: piuttosto, come in Simenon o in Chandler, un uomo con le sue pene e le sue malinconie, nonostante tutto proteso verso una sua idea di moralità o di redenzione. In Camilleri, insomma, si registra spesso il percorso inverso che si manifesta in Sciascia: dove un omicidio apparentemente banale portava il detective a scoprire intrighi mafiosi e coinvolgimenti altissimi. Qui, l'omicidio per un po' sembrerebbe lasciar intravedere scenari impensabili e sovraregionali; ma poi, nel procedere delle indagini, appare sempre chiaro che la realtà è meno 'eroica', molto più quotidiana, e forse per questo ancora più triste e disperante.

Luca Zingaretti, che è un attore eccellente ma ormai 'identificato' nel ruolo (lo abbiamo visto in Perlasca, ovviamente bravo ma mai così convincente), interpreta gli episodi televisivi al meglio. E così la regia, attenta e quasi perfetta nella ricostruzione di un ambiente con intelligente uso degli sfondi di una Sicilia a tratti bellissima e quasi astratta, oppure degradata e realistica; e così la sceneggiatura, di ottimo livello e senza cedimenti (i dialoghi, che in questi casi sono spesso la parte più debole, sono azzeccatissimi e mai pittoreschi nella loro lingua moderatamente italo-siciliana); e così i personaggi di contorno, che quasi mai cedono alla pura funzione di coro o di 'colore locale'. Nel complesso siamo di fronte al meglio che la produzione Rai ci riserva da tempo, all'altezza delle grandi trasposizioni televisive del passato. Ne dobbiamo essere grati a Camilleri, all'interprete, e al regista: al quale si perdona volentieri anche qualche (rarissima) gaffe: nel primo episodio della nuova serie, Il senso del tatto (28 ottobre), in un cambio di scena Montalbano e il suo braccio destro escono dalla macchina in posizione inversa (chi è al volante e chi è accanto) da quella che avevano quando sono partiti. E, in un'altra scena, al momento di partire in macchina chi guida gira a destra, mentre nella scena seguente, in campo lungo, la macchina esce dal parcheggio girando a sinistra. Ma sono minuzie: nel supermiliardario Titanic, tanto per fare un esempio, di questi movie-mistakes (e anche peggio) ne hanno contati ben 150.



Il commissario Montalbano (nuova serie, 2002)

cast cast & credits
 
Luca Zingaretti

 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013