L'aria di Bretagna che asfissia
![Robert Stévenin e Ludivine Sagnier](../recensioni/img/cat5/1103_petite_lili_01.jpg)
Proprietà di famiglia dei Marceaux all'Ile aux Moines, in Bretagna: Mado, attrice affermata, trascorre le vacanze estive in compagnia del fratello maggiore Simon, del figlio Julien e dell'amante Philippe Brice, regista dei suoi ultimi film. Julien, aspirante cineasta che mal sopporta la presenza di Philippe, propone alla bella brigata il suo primo film, un video digitale vagamente avanguardistico di cui è protagonista Lili, una giovane del luogo che sogna di diventare attrice. La bionda e procace ragazza è ben presto affascinata da Brice, che si mostra tutt'altro che insensibile al suo fascino. I due finiscono per fuggire insieme a Parigi. Cinque anni dopo, Lili è diventata un'attrice affermata: la futile relazione con Brice è solo un lontano ricordo; quando apprende che Julien sta per girare il suo primo lungometraggio, ispirato alle vicende occorse durante quell'estate, cerca di rimettersi in contatto con lui.
Quando si sceglie di ispirarsi ad un testo letterario o teatrale famoso (in questo caso Il gabbiano di Cechov), qualunque uso si decida di farne, è inevitabile esporsi al confronto con la fonte. Certo, la fedeltà (che, quando esiste, è sempre presunta, in quanto già il cambio di medium è sufficiente a obliterarla) non è l'unico né il miglior parametro per giudicare della riuscita di un adattamento, ma quando del testo di partenza si perde quasi tutto senza aggiungervi quasi niente, risulta difficile perfino parlare di tradimento: ci troviamo di fronte a un vero e proprio caso di amore non corrisposto.
![Nicole Garcia e Bernard Giraudeau](img/cat5/1103_petite_lili_02.jpg)
Con La petite Lili, Claude Miller ripropone la pièce di Cechov in versione riveduta e corretta, con l'aggiunta massiccia di "aggiornamenti" (come se si trattasse di un software o di un antivirus) e la riduzione della profondità dei personaggi alla superficie dello stereotipo. Si fatica un po' a capire quale reale necessità abbia spinto a trasformare il lavoro teatrale di Konstantin in un'opera di videoarte (che sembra un saggio di fine corso realizzato da un allievo nemmeno tanto dotato), così come a trovare una spiegazione per il finale, con i protagonisti che tornano a riunirsi sul set per interpretare la parte di se stessi nel film di Julien. La tensioni tra Julien e Philippe, che vorrebbero avere coloritura autobiografica, risultano sempre banalizzate; il confronto che ne risulta è privo di ogni riscontro doloroso. I due giovani, interpretati da Robert Stevénin e Ludivine Sagnier, sembrano usciti dalle pagine di "Vogue", e riesce davvero difficile attribuire una qualche funzione d'avanguardia a dei volti costantemente imbambolati, che la luce accarezza come superfici levigate prive di vita. Con questo film Claude Miller voleva forse realizzare il suo omaggio al cinema in forma autobiografica, una sorta di personale Effetto notte. Non pare esserci riuscito. Del resto tutto è nato da un equivoco: come lui stesso ha dichiarato, ha deciso di adattare Il gabbiano pensando di trovarvi una frase che poi ha scoperto provenire da Lo zio Vania. Capita a tutti di confondersi… redazione@drammaturgia.it
Quando si sceglie di ispirarsi ad un testo letterario o teatrale famoso (in questo caso Il gabbiano di Cechov), qualunque uso si decida di farne, è inevitabile esporsi al confronto con la fonte. Certo, la fedeltà (che, quando esiste, è sempre presunta, in quanto già il cambio di medium è sufficiente a obliterarla) non è l'unico né il miglior parametro per giudicare della riuscita di un adattamento, ma quando del testo di partenza si perde quasi tutto senza aggiungervi quasi niente, risulta difficile perfino parlare di tradimento: ci troviamo di fronte a un vero e proprio caso di amore non corrisposto.
![Nicole Garcia e Bernard Giraudeau](img/cat5/1103_petite_lili_02.jpg)
Con La petite Lili, Claude Miller ripropone la pièce di Cechov in versione riveduta e corretta, con l'aggiunta massiccia di "aggiornamenti" (come se si trattasse di un software o di un antivirus) e la riduzione della profondità dei personaggi alla superficie dello stereotipo. Si fatica un po' a capire quale reale necessità abbia spinto a trasformare il lavoro teatrale di Konstantin in un'opera di videoarte (che sembra un saggio di fine corso realizzato da un allievo nemmeno tanto dotato), così come a trovare una spiegazione per il finale, con i protagonisti che tornano a riunirsi sul set per interpretare la parte di se stessi nel film di Julien. La tensioni tra Julien e Philippe, che vorrebbero avere coloritura autobiografica, risultano sempre banalizzate; il confronto che ne risulta è privo di ogni riscontro doloroso. I due giovani, interpretati da Robert Stevénin e Ludivine Sagnier, sembrano usciti dalle pagine di "Vogue", e riesce davvero difficile attribuire una qualche funzione d'avanguardia a dei volti costantemente imbambolati, che la luce accarezza come superfici levigate prive di vita. Con questo film Claude Miller voleva forse realizzare il suo omaggio al cinema in forma autobiografica, una sorta di personale Effetto notte. Non pare esserci riuscito. Del resto tutto è nato da un equivoco: come lui stesso ha dichiarato, ha deciso di adattare Il gabbiano pensando di trovarvi una frase che poi ha scoperto provenire da Lo zio Vania. Capita a tutti di confondersi… redazione@drammaturgia.it
La petite Lili
La petite Lili![La locandina del film](img/cat5/1103_petite_lili_03.jpg)
Cast & credits
Titolo
La petite Lili |
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Origine
Francia, Canada |
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Anno
2003 |
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Durata
104' |
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Formato
35 mm |
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Colore | |
Regia
Claude Miller |
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Interpreti
Nicole Garcia (Mado) Bernard Giraudeau (Brice) Jean-Pierre Marielle (Simon) Ludivine Sagnier (Lili) Robinson Stévevnin (Julien) Julie Depardieu (Jeanne-Marie) Yves Jacques (Serge) Anne Le Ny (Léone) Marc Betton (Guy) |
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Produttori
Annie Miller |
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Produzione
Cinémaginaire Inc., France 3 Cinéma, Les Films Alain Sarde, Les Films de la Boissière, Production Lili Inc. |
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Costumi
Christel Birot |
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Sceneggiatura
Claude Miller |
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Montaggio
Véronique Lange |
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Fotografia
Gérard de Battista |
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Suono
Dolby SR |