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Atti di Fede

di Roberto Fedi
  Emilio Fede
Data di pubblicazione su web 30/10/2002  
Absit iniuria verbis. A noi Emilio Fede piace. Sia chiaro che non c'entra l'assonanza dei cognomi, ovviamente casuale, e che non si parla qui di schieramenti politici, ideologici (o pseudo), amicizie, simpatie, frequentazioni o cose di questo genere. Ne siamo immuni. No, ci piace proprio come anchor-man di un Telegiornale (quello di Rete4) che sembra che chiuda un giorno sì e uno no, e che va avanti con una certa coerenza di tipo televisivo e - se si può dire attribuendolo a un Tg - drammaturgico.

È facile l'obiezione: il suo Tg è di parte. È anche più facile la replica: indicateci, per favore, un Tg imparziale. Che poi l'accusa arrivi, per esempio, dai fans del Tg3 è solo il segno del fatto che in questo paese le parole in libertà non sono finite coi futuristi (che almeno intendevano la faccenda in un'altra maniera). Fede ha capito, su tutti, una cosa fondamentale nei Tg di oggi: che lo spettatore ha il diritto inalienabile di sapere chi gli dà la notizia. Nei giornali di carta la cosa è più semplice: leggendo, io so che quelle informazioni sono avallate dalla responsabilità diretta di, mettiamo, Ferruccio De Bortoli o Ezio Mauro, la cui firma è a chiare lettere sotto la testata o nelle note editoriali; ma se guardo il Tg1 o il Tg2 o il Tg3 o il Tg di Italia1 o il Tg7 a chi le attribuisco? Il caso del Tg5 è un po' diverso: ma lo stile nevrotico, ansiogeno, non pacato di Mentana rende quell'eccellente Telegiornale qualche volta pesante.

Fede non fa "un" telegiornale. Fa il "suo" telegiornale: e in questo è perfetto. Non dà le notizie: recita le notizie. Quindi il suo Tg (parliamo di quello delle 19, naturalmente) è, di fatto, una scena quasi teatrale. In un ambiente a dir poco modesto se si confronta con quello degli altri Tg, Fede in primo piano dà le notizie del giorno, si collega con qualcuno al telefono, dialoga con un collaboratore (o con la collaboratrice: è il 'luogo' più teatrale), oppure presenta i servizi. Dà l'impressione di un qualcosa che "si fa" nel momento stesso in cui lo si vede, accentuandone sagacemente la spontaneità; in certi casi ammette anche la gaffe, non si sa quanto involontaria (Mike Bongiorno in questo era un maestro, e qualche volta Fede lo ricorda al meglio). Non di rado è polemico; sempre è parziale, ma in modi di una chiarezza quasi disarmante.

Per accentuare la recita, ha cambiato il modo di porgere le notizie. Ha puntato su ciò che per ogni altro speaker sarebbe una colpa. Ha ribaltato le regole, dimostrando un dominio assoluto del mezzo televisivo. Laddove gli altri speaker ostentano sobrietà e misura nei modi anche quando annunciano disgrazie da apocalisse, Fede partecipa, facendo partecipare così anche lo spettatore: come i grandi attori ha prontezza di riflessi, gli bastano un movimento delle labbra, un sorrisetto, una pausa, un'occhiata fuori dalla telecamera (si noti quante volte guarda fuori campo: è un 'segno', perché così facendo 'allarga' lo studio, 'fa entrare' gli spettatori), una falsa gaffe (è notevole quando finge di non ricordarsi il nome di qualcuno che gli è antipatico, e lo storpia: puro avanspettacolo), per mettere in moto un altro livello di comunicazione, più confidenziale, più complice, con chi lo sta guardando: e cioè il "suo" pubblico. Perché il Tg di Fede si guarda solo se si è della partita, se si fa parte della sua audience. Oppure per pura simpatia di tipo 'teatrale'. Lui non si rivolge a tutti. Per questo è diverso da tutti. In altre parole, Fede ha deliberatamente stravolto tutti i modi della normale comunicazione giornalistico-televisiva.

Il suo Tg è quindi ciò che si definisce, in teatro, un tipico one man show. Anche nella scenografia, essenziale. Perché Fede non è solo l'unico anchor man degno di questo nome: è anche l'unico che sa recitare col corpo. Ad esempio, è l'unico di tutti quelli che fanno i Tg che sa stare disinvoltamente in piedi, senza imbarazzo e senza dimostrare inequivocabilmente una dannata voglia di sedersi. Sa muovere le mani senza che sembrino inutili appendici. Ha - caso rarissimo - una mimica facciale da attore consumato. Il suo teatro è lo spazio limitato e da lui riempito del suo Tg: per questo viene così male quando fa le 'ospitate' in qualche altro programma, dove deborda proprio per cercare un suo spazio che lo metta a suo agio. Ed è uno dei pochi che indossa con disinvoltura la giacca, la camicia e la cravatta: e quindi dia retta, non esageri con la fedeltà. Lasci perdere i golfini pari-collo 'alla Silvio'. Almeno lui, è perfetto così.

Postilla Vorrei aggiungere un complemento di elogio. Emilio Fede non è solo un grande attore dell'avanspettacolo, capace di improvvisare. Anche nella rappresentazione dei testi scritti è (nomina sunt consequentia rerum) un attore assolutamente affidabile. Non tradisce mai la volontà dell'autore né quella del regista che hanno scritto i copioni. Non aggiunge mai niente di suo. (s.f.)


 
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