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Alieni domenicali

di Roberto Fedi
  Gaia De Laurentiis
Data di pubblicazione su web 18/11/2002  
Una storiella di ordinaria follia 'sportiva'. Sembra che domenica 10 novembre, alla Domenica sportiva (Rai2, ore 22.30), l'attrice Gaia De Laurentiis, lì presente per promuovere la giornata contro il cancro, si sia un po' lasciata andare nell'esibizione del tifo. Lei romanista, ha detto (così dai giornali: non eravamo sintonizzati) che avrebbe voluto vedere la Lazio in serie C2, come la Fiorentina, o qualcosa del genere. Insomma, un'esagerazione come se ne sentono a decine su tutte le reti Tv ogni giorno.

Ma, da quella sera, la De Laurentiis non vive più. Minacce, telefonate anonime, offese inaudite via radio in una trasmissione regionale autogestita dai tifosi laziali, messaggi SMS sul cellulare con minacce di morte, e addirittura la rivelazione per radio del suo indirizzo privato, quasi a istigare azioni contro di lei. Al punto che la polizia la invita, seriamente, a lasciare Roma per località sconosciuta per una decina di giorni, oppure a non uscire più di casa per un po' di tempo, per evitare guai peggiori.

La domenica successiva, 17 novembre, il presentatore Massimo Caputi apre la trasmissione della Domenica sportiva riprendendo, senza fare nomi, questo episodio. E chiede ripetutamente scusa. Uno si immaginerebbe che le scuse fossero per Gaia De Laurentiis, e magari che qualcuno in quello studio esprimesse la sua solidarietà alla signora. Neanche per idea. Il Caputi chiede scusa ai tifosi laziali, chiarendo che la persona in causa (non citata per nome: evidentemente il Caputi non la ritiene degna) era lì solo in quanto testimonial della giornata anti-cancro, e non per altro. Senza dire nemmeno una parola - inaudito - su quanto la poveretta sta subendo in questi giorni: minacce, insulti, offese, assalti di tutti i tipi, compreso il rischio per la propria incolumità.

Ora, la Domenica sportiva è una trasmissione noiosa, logorroica, mal condotta e mal diretta; e pazienza. Ma che su una Rete pubblica un presentatore, pagato con il denaro pubblico, potesse arrivare a questo, cioè a chiedere scusa ai violenti o presunti tali, indirettamente incolpando la vittima di turno (una donna), non si era ancora visto. Domanda: non esiste una Commissione di vigilanza Tv per lo sport (chiamiamolo così per intendersi)? oppure in questo settore, come negli stadi, è permesso di tutto?

PS. Per ironia della sorte, la trasmissione 'delle scuse', quella del 17 novembre, era dedicata in gran parte alla violenza nel calcio. Ovviamente stigmatizzata da calciatori, allenatori, giornalisti e bla-blaisti di turno. No comment.



La domenica sportiva

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