Si sa com'è il giorno di Natale: si deve essere buoni. Alla Tv di solito prendono l'invito alla lettera, e ci rifilano bambini, circo equestre, cartoni animati, film ottimisti (a proposito: protestiamo vivamente per la sparizione di Frank Capra e del suo La vita è meravigliosa, splendido e agrodolce bianco e nero del 1946, che ha giustamente accompagnato tutti o quasi i Natali televisivi della nostra vita: qualcuno pensa che sia meglio un film di Terence Hill?): e poi messe, papa, e telegiornali dolci come il miele, in cui non manca mai la rubrica "come hanno passato il Natale nel mondo" - che sospettiamo fortemente essere sempre la stessa anno dopo anno: tanto, cos'è che distingue l'albero illuminato del 2002 da quello del 2001, del 2000, del 1999 o via retrocedendo? O almeno, chi si ricorda più com'era?
In questa melassa una citazione di merito va a Blob, per la sua consueta, non innocente amarezza, che qualche volta ultimamente aveva altalenato tra facili cadute nell'esibizionismo semi-partitico e più tranquilla gestione di un universo televisivo a pezzetti un po' simile a Paperissima. Ma il giorno di Natale, su Rai Tre alle 20.00, Blob come al solito è uscito dal coro (Blobbuono). La sequenza senza commento, per mezz'ora, ci ha riportato agli occhi un 2002 che si vorrebbe dimenticare, e che invece è lì negli archivi e nelle cineteche anche della nostra memoria: presente anche perché nella successione indistinta dell'informazione (o della disinformazione) niente ci è stato risparmiato, nessun velo è stato posato.
Rivedere il giorno di Natale, nella solita sequenza senza ordine apparente, i brani delle trasmissioni, troppe, dedicate al delitto di Novi Ligure o all'omicidio brutale della piccola Desirée, l'intervista agghiacciante della madre di Cogne al Costanzo Show, e poi ancora le ricostruzioni, puntuali come se si fosse trattato di un film, delle coltellate e degli infanticidi, o brani di Tv del dolore, non è solo una esercitazione retorica questa volta dispiegata sul male invece che sul bene. Serve a riflettere, crediamo, sulla violenza e il cinismo del medium, oltre che - più banalmente - sulla esecrabile ma inestinguibile cattiveria del mondo. Se la Tv è una sorta di specchio, e in quell'apparecchio che fissiamo in realtà vediamo noi stessi, rivedere un 'come eravamo in Tv' - solo pochi mesi fa - a freddo, e quindi senza l'avallo dell'emozione e dell'affanno sentimentale, ci dà una salutare forma di inquietudine, un poco natalizio senso di disagio. Quella serie di inquadrature diviene, è divenuta, una specie di mediatico flusso di coscienza. Invece che genericamente più buoni ci ha fatto sentire come, molto più probabilmente, in realtà siamo, o siamo stati, o ci hanno rappresentati. Molto, molto cattivi.
Buon Natale.
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Blob
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il sito della trasmissione, in cui si possono rivedere le puntate d'archivio
www.blob.rai.it/
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