Non luccica il Brillante di Mendoza
Se il film più bello pensiamo che debba ancora venire per il più brutto ci stiamo attrezzando fin da ora e vi pronostichiamo che difficilmente sarà scalzato. E quindi leviamocelo subito: è Captive (prigioniero ma in questo caso pensiamo vada letto al femminile e si riferisca alla protagonista, una Isabelle Huppert qui in uno dei rarissimi scivoloni della sua sublime carriera). Il film è diretto dal pluridecorato regista filippino Brillante Mendoza ed è ispirato ad una storia incredibile come solo la realtà sa inventarle e cioè la storia della cattura da parte di una banda di pirati filippini seguaci di Bin Laden, di un gruppo eterogeneo di ospiti in un resort filippino.
Alla cattura, di per sé banale nella lucrosa pratica piratesca dei rapimenti a scopo di estorsione, si aggiunge il tragico vagare per mari e per foreste del consistente gruppetto di ostaggi costretti al terrore dalla brutalità degli aguzzini che però ogni tanto li portano a mangiare in qualche missione e pure (nella lunghissima peregrinazione che dura più di un anno) in un ospedale dove assistiamo alla cruenta nascita di un bambino. E poi a rotta di collo. Diminuito di qualche defunto ma rimpolpato dai nuovi ostaggi ospedalieri, tra piogge tropicali, pipistrelli appesi all'ingiù e pure un matrimonio un po' forzato tra un‘infermiera cattolica e un voglioso islamico dell'esercito di Allah (dopo la non evitabile conversione della sposa) il drappello si incontra con non ben chiari trafficanti d'armi. Poi arriva pure una troupe televisiva alla quale alcuni ostaggi confidano la loro pena e poi, quando abbiamo perso totalmente il filo del racconto e dopo un inevitabile intenerimento tra Huppert e il più giovane guerrigliero, ci pare che la signora si salvi.
Speriamo che almeno lei riesca a levarsi dalle orecchie il martellante grido di «Allah Akbar» che i guerriglieri innalzano ad ogni piè sospinto, insieme ai Kalashnikov di ordinanza come nella parodie dei matrimoni palestinesi. Se abbiamo provato qualche sensazione in questo film è stato il fastidio dall'inizio alla fine; l'insegnamento invece quello di non andare nei resort delle filippine. Ma probabilmente il film è molto meno ruspante di quanto ci sia apparso e, insomma, non abbiamo capito nulla. Se è così ce ne scusiamo immediatamente.
Captive
La locandina
Cast & credits
Titolo
Captive |
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Origine
Francia / Filippine / Germania / Regno Unito |
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Anno
2011 |
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Durata
120 min |
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Evento
Berlinale 2012 |
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Formato
1,85 : 1 |
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Colore | |
Altri titoli
Captured |
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Autori
Boots Agbayani Pastor, Patrick Bancarel, Arlyn dela Cruz, Brillante Mendoza |
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Regia
Brillante Mendoza |
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Interpreti
Isabelle Huppert (Thérèse Bourgoine) Joel Torre Maria Isabel Lopez (Marianne Agudo Pineda) Mercedes Cabral (Fiancée) Kristoffer King Ronnie Lazaro Sid Lucero Madeleine Nicolas Raymond Bagatsing Baron Geisler Mon Confiado Rustica Carpio (Soledad) Bernard Palanca Perry Dizon Evelyn Vargas Bianca Zialcita Katherine Mulville (Sophie Bernstein) Timothy Mabalot (Ahmed) Catherine Cornell Marc Zanetta (John Bernstein) Chanel Latorre |
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Produttori
Produttori: Larry Castillo, Didier Costet, Brillante Mendoza; coproduttori: Alex Brown, Jamie Brown, Antonio Exacoustos; produttore esecutivo: Didier Costet |
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Produzione
Swift Productions, Arte France, Centerstage Productions, B.A. Produktion, Studio Eight Productions |
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Scenografia
Simon Legré, Benjamin Padero; architetto scenografo, Carlo Tabije |
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Costumi
Deans Habal |
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Montaggio
Yves Dechamps, Kats Serraon |
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Fotografia
Odyssey Flores |
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Suono
Laurent Chassaigne, Albert Michael Idioma, Addiss Tabong |
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Musiche
Teresa Barrozo |
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Lingue disponibili
Tagalog, Inglese |
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Note
Dipartimento artistico: assistente direttore artistico, Patrick James Arboleda arredatore set, Jerico de Leon e Ramon Recana oggetti di scena, Jesus Galindez Riprese e attrezzature elettriche: operatore Steadicam, Joel San Juan Costume e guardaroba: guardaroba, Hedjie Calagui e Xivkatrina Napigkit Dipartimento editoriale: colorista, Elie Akoka assistente al montaggio, Zaghini Flora |