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Andreotteide

di Roberto Fedi
  sen. Giulio Andreotti
Data di pubblicazione su web 18/11/2002  
Domenica 17 novembre (e poi dicono che il 17 non porta male), in serata, arriva la notizia. Il senatore a vita Giulio Andreotti è stato condannato dalla Corte d'Assise d'Appello di Perugia a 24 anni di carcere come mandante dell'omicidio di Mino Pecorelli. A memoria d'uomo è la prima volta che questo accade: un uomo politico di quella portata condannato per un reato comune così infamante come l'omicidio. Ovviamente ci sarà sempre il ricorso in Cassazione, ma è un bel colpo.

A noi qui interessa solo il modo in cui le Tv hanno affrontato la notizia, a caldo, la stessa sera. Il Tg di Italia1, nel tardo pomeriggio, l'ha quasi strillata; Fede l'ha riferita pensoso, collegandosi poi con un giornalista umbro e con un avvocato del collegio di difesa. Il Tg di La7 l'ha data in modo oggettivo, con un servizio filmato d'agenzia, ma ha lasciato poi la parola a Giuliano Ferrara, innocentista totale e fortemente avverso ai giudici (Ferrara non era in studio e parlava al telefono: evidentemente una sentenza così non se l'aspettava neanche lui). Si passa poi ai Tg della sera, quelli più 'pensati'. Ed è qui che si notano alcune cose curiose.

Il Tg5 è quello che dedica alla vicenda più spazio. Dopo alcuni servizi di informazione (e soprattutto dopo un 'lancio' di Costanzo nella trasmissione precedente), lascia il commento al suo direttore Enrico Mentana. Il quale affronta la cosa così (riassumiamo con parole nostre): la sentenza è sconcertante, l'amministrazione della Giustizia è discutibile, e in questi giorni ne abbiamo avuti due esempi: l'arresto dei no-global sotto accuse pesanti ma che a molti sembrano reati d'opinione, e appunto la sentenza Andreotti. E quindi il giudizio, neanche troppo sfumato, è che siamo in mano a giudici anch'essi sconcertanti. I casi sono due, continua Mentana: o noi siamo stati governati per anni da una specie di incarnazione del demonio, che mentre presiedeva il Consiglio dei Ministri stringeva patti con i boss della mafia; oppure la Giustizia in questo paese è ormai fuori da ogni logica. E lui, dichiaratamente, è per questa seconda ipotesi: anzi, aggiunge, questa sentenza avvelenerà ancora di più il clima politico.

Il Tg2 è innocentista in modi più sfumati. Dedica la copertina al fatto, fornisce le informazioni, e poi riferisce le dichiarazioni di Andreotti - che sono, ovviamente, di parte. I servizi che seguono sono poco più che sbrigativi, senza un reale 'stare sulla notizia' che dovrebbe essere, in un caso come questo, a dir poco obbligatorio.
Il Tg1 più o meno segue la stessa linea. Servizi stringati e rapidissimi, dichiarazioni di Andreotti. Poi una serie di parole in libertà di politici (tanti, ma riassunti dal giornalista), che esprimono tutti il loro sconcerto per la sentenza, con aggettivi ad hoc (scandalosa, clamorosa, irreale, e così via). Nel complesso un'informazione a dire poco svelta, di pochi minuti (circa tre).

E le cose curiose? La prima è che sono tutti innocentisti. In un paese di litiganti perenni come questo è un miracolo. Poi, il ricorso a frasi fatte in puro politichese. Le più citate sono che 'abbiamo comunque grande fiducia nella Giustizia' e che 'bisognerà attendere le motivazioni della sentenza': troppo giusto. Ma allora perché lanciarsi subito dopo in tirate sdegnose e in giudizi senza remore sui giudici, l'innocenza violata eccetera? (In altri casi, non è difficile capire che si tratta solo di un modo per togliersi dall'imbarazzo e prender tempo). Segue subito dopo, ed è già un'interpretazione, quella secondo cui i giudici starebbero riscrivendo a modo loro la storia, che si ricostruisce nei libri e non nelle aule dei Tribunali. Ancora più giusto. Ma questo dovrebbe valere sempre, e non solo per i senatori a vita. Legata a questa, la teoria di 'teoremi', che si potrebbe definire il 'teorema dei teoremi', e che non è facile capire cosa significhi. Infine, la quasi generale opinione che questo contribuirà a movimentare la lotta politica eccetera eccetera, come se tutto, sempre, si dovesse ricondurre lì, alle sedi dei partiti.

Nel complesso, un'informazione imbarazzata, a parte il caso del Tg5, più abbondante nei servizi e più schierato, con addirittura l'intervento in video del direttore (caso unico). Per il resto notizie rapide, che potrebbero sembrare sbrigative, quasi a volersela cavare più in fretta possibile. Se si pensa quanto spazio i vari Tg di solito dedicano, la domenica sera, al calcio, si resta stupefatti. Si capisce che nessuno forse si aspettava la sentenza-choc. Ma un Tg come può farsi sorprendere così? e perché non può fare a meno (a parte forse il Tg5) di rifilarci la solita serie di giaculatorie di Berlusconi, Mastella, Casini, Buttiglione, Finocchiaro, Castagnetti, D'Antoni e compagnia bella? (si fa per dire). Le dichiarazioni degli uomini politici in questi casi, e forse non solo in questi, sono del tutto automatiche, di parte, e inutilissime per capire.

E invece non c'è dubbio che si tratti di una sentenza storica: nel senso che ci costringe a riaprire, volenti o nolenti, i libri del nostro recente passato, più ingarbugliato che mai. Potrebbero venirne sorprese sconvolgenti. Appunto per questo, così come non si può lasciare la gestione della Storia ai giudici o agli avvocati, non è possibile nemmeno delegarla ai giornalisti. Scendano, subito, in campo gli storici: è il loro mestiere, in fin dei conti.





 
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