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Amadeus, il compagno di classe

di Paola Valentini
  Amadeus
Data di pubblicazione su web 15/09/2002  
Fossero o meno le giacche piene di lustrini troppo stile tv privata anni Ottanta o l'effetto clone della trasmissione Quiz Show rispetto a Chi vuol essere milionario, fatto sta che dopo alterne vicende e fughe di notizie che davano ormai per certo il suo approdo in Mediaset, Amadeus ha stupito tutti "riempiendo" - è il caso di dirlo - la povera stagione estiva.

Saltando ogni forma di vacanza dal piccolo schermo, è infatti dall'autunno del 2001 che il presentatore occupa quasi senza soluzione di continuità la fascia pre-serale, con lo scopo di conquistare durante la pausa estiva almeno un drappello di fedeli telespettatori prima del rientro in grande stile del temuto Gerry Scotti (e soprattutto delle sue ben note sei letterine) e con il compito arduo di fare "da traino" nei confronti di un Tg nazionale sempre più minacciato dalla concorrenza. Il pubblico sembra premiarlo; i dati d'ascolto lo danno leggermente vincente su Scotti e lasciano presagire anche per quest'autunno una battaglia all'ultimo colpo (il 17 settembre scorso L'eredità ha registrato secondo l'auditel 3 milioni 233 mila spettatori con un ascolto medio del 23,33%, contro 2 milioni 886 mila spettatori di Passa parola e un ascolto medio del 21,50%).

Che un ex disk-jockey (giornalmente in radio dal 1978 al 1996 e poi in tv attraverso Deejay Televisione, la trasmissione che, complice Claudio Cecchetto, ha lanciato come lui molti altri personaggi radiofonici) sia diventato il volto "affidabile" della tv nazionale, è indubbiamente paradossale. Del resto i primi passi televisivi non lasciavano presagire tanto: Festivalbar, Look of the year, o Notte delle matricole o il clamoroso fiasco di Domenica in nell'edizione del 1999 in cui era affiancato da Romina Mondello. In più, a differenza di tante voci note che lo hanno preceduto, da Mirabella a Scotti stesso, da Arbore a Fiorello, di radiofonico certo nella televisione ha portato poco.

Dotato di una voce inconfondibile e una risata da compagno di scuola, questo è vero, Amadeus si è in compenso reso celebre per una coscienza dei tempi e dei ritmi televisivi - per fortuna leggermente migliorata negli ultimi programmi rispetto alla soporifera dizione scandita e le lunghe e vuote pause di silenzio di Quiz Show - quanto meno paradossale per le abitudini sincopate e i tempi rutilanti cui la radiofonia dovrebbe averlo abituato. Eppure, come ha messo in luce l'ultima puntata della fortunata trasmissione di Fiorello, Stasera pago io, in cui Amadeus appariva travestito da donna in una gag a fianco dell'amico, il presentatore è uno dei pochi a potersi permettere iniziative di questo genere senza che ne venga incrinata la credibilità. Perché?

Perché il potere gli deriva da medium; egli non ha quasi personalità, è il vero e puro mediatore nei confronti del pubblico, e riporta alla concezione iniziale del presentatore italiano (opposto all'anchorman, l'ammaliatore all'americana). Se Fiorello è un po' il Pippo Baudo di domani, Amadeus non è escluso ne possa essere il Mike Bongiorno, anche a partire da una certa funambolica estraneità ai programmi e i suoi contenuti. Ripropone la medietas del conduttore, la mediocrità già valorizzata a suo tempo da Umberto Eco, di contro alla brillantezza e la super-personalità di Scotti, di Papi e in generale della più vivace conduzione tipica della televisione commerciale. Come un compagno di classe, che ciascuno non si sceglie ma che accompagna appunto alcuni momenti felici divenendo il volto familiare di un'istituzione. Amadeus All'anagrafe Amedeo Sebastiani. Attualmente impegnato su Rai 1.



L'eredità

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