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Al posto tuo!? (neanche per idea)

di Roberto Fedi
  Al posto tuo - Ada D'Eusanio
Data di pubblicazione su web 26/10/2002  
Ada D'Eusanio è uno di quei personaggi televisivi con cui non andremmo neanche in tram. A occhio e croce non sembra neanche una star della Tv. Eppure imperversa da parecchio, resistendo anche alle rivelazioni (ad esempio di Striscia la notizia) secondo le quali molte delle storie ospitate nelle sue trasmissioni erano inventate o manipolate. A proposito, anche qui, di Tv-verità.

Quest'anno è tornata, implacabile, con l'unica differenza che la trasmissione (Al posto tuo) è registrata, onde evitare sorprese. La sceneggiata è la solita: gente in studio (il pubblico) che partecipa; una o più persone che parlano dei fatti loro e possibilmente litigano coram populo; la D'Eusanio, a cui tutti si rivolgono chiamandola "Ada" come se fosse una di famiglia, che gironzola, interviene, guarda assorta, quasi sempre in primissimo piano e truccata come in un serial americano tipo Beautiful.

Inutile dire che i problemi in discussione sono risibili quasi tutti, e comunque privati e semmai da risolvere fra le quattro mura, e che chi viene ad esporli è un esibizionista, che ci va solo per farsi vedere e, se è una bella figliola o un giovanotto prestante, per farsi conoscere e magari strappare una particina in qualche trasmissionaccia del pomeriggio, anche come comparsa. Da qui il fastidio che ne deriva per qualsiasi persona con la testa sulle spalle, con un minimo di giudizio, e con un anche modesto senso della dignità dell'intelligenza. Naturalmente, verrebbe fatto di ignorare la trasmissione. E invece no. Perché è vero che a quell'ora (il primissimo pomeriggio) la gente normale lavora o è in viaggio o comunque ha qualcosa di meglio da fare, fosse anche la dormitina pomeridiana; ma esistono anche i nullafacenti, i disoccupati, gli studenti che hanno marinato la scuola, i malati, i deficienti che stanno tutto il giorno davanti al televisore, e quelli che hanno preso un giorno di ferie per andare al mare e invece pioveva. Perché approfittarsi di loro? e poi: visto che la signora è nel bilancio della Rai (rete pubblica), con cui ha un contratto, perché passare sotto silenzio il fatto che una parte, speriamo piccolissima, del canone va a finire sul suo conto corrente?

Lasciando perdere la D'Eusanio, la cui simpatia è pari a un calcio negli stinchi, la trasmissione (come tutte quelle di questo tipo) è interessante, ma solo dal punto di vista antropologico e linguistico. Non siamo antropologi, quindi passiamo alla linguistica. Per esempio, chi si occupa di dialettologia oggi dove va a pescare i parlanti dialettali? Anni fa era più facile: si prendeva un registratore, si andava in un paesotto anche appena fuori porta, ci si sedeva all'osteria, e si tiravano fuori dal questionario-standard domande del tipo "come dite voi figlio?" "Fijo!" (mettiamo che la scenetta fosse dalle parti di Roma). Ora, imbarbariti i dialetti dal basic italian di Pippo Baudo e assimilabili, bisogna - chi volesse documentarsi - guardare trasmissioni come questa. Dove va regolarmente in scena un'Italia profonda, impermeabile al ridicolo e alla razionalità ma corrotta dalla Tv, che discute con animazione di questioncelle di "fiji" e "fije" come se si trattasse della pace con Saddam, e dove si sentono grida di dolore del tipo "c'ho er diritto de parla' perché so' mamma!" (applausi scroscianti), "ma perché vo' anna' a Nuyòrk, sta' qui" (ancora applausi), e così via dialettando e applaudendo (non stiamo furbescamente inventando: è un brano del 23 ottobre).

Insomma, che l'Italia non esistesse come 'media mentalità condivisa' si sapeva da un pezzo. Ma che le Italie lontane, dialettofone, sommerse, popolate di mamme e "fije", si dessero tutte convegno su Rai2 alle 14.05 del pomeriggio, invece di starsene a casa a digerire l'amatriciana o il minestrone; e ci mostrassero come in uno specchio iperrealistico chi siamo, anzi chi "semo", ed emergessero per parlare di "probblemi" di una orrenda quotidianità e a discuterne e magari strillarne, inquadrate in primissimo piano senza pietà, dovevamo vedere la D'Eusanio per capirlo. Cosa che consigliamo di fare a tutti, specialmente agli intellettuali, ai professori, agli stilisti, agli scrittori, ai poeti, ai giornalisti e ai presuntuosi in genere. È un notevole esercizio di contrizione, visto che ci stiamo avvicinando al 2 novembre.


Al posto tuo

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