drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

Nel misterioso mondo di Vargas

di Teresa Megale
  Oracoli
Data di pubblicazione su web 28/09/2011  

Le domande si portano con sé, si piantano in un terreno fertile, si innaffiano, si coltivano. Non si lasciano seccare, non si lasciano neppure marcire. Soprattutto, si formulano. Perché la domanda è un seme prezioso, da curare e da accudire. Come la vita e come il teatro conosce un suo, inconfondibile e inesauribile, ciclo. Il seme-scrigno di domanda e di vita si trasforma: il grano dorato in cui ci si immerge come un dolce naugrafare si raccoglie e si macina con le proprie mani, si dona come cibo, si muta, fragrante, nella pasta lievitata, si modella, diventa nutrimento. Il contenuto poetico di Oracoli, spettacolo storico della compagnia Teatro de Los Sentidos, rinnovato e riallestito al Centro Culturale Il Funaro di Pistoia (in scena fino al 1° ottobre dalle ore 18.00 alle 22.00) è trasferito in pochi, simbolici elementi: un seme all’inizio, una pianticella esile, eppure tenace, durante il percorso, un pugno di farina a metà del labirintico cammino, un rassicurante boccone di pane caldo alla fine.

 


 

Per incidere nel profondo della coscienza i fili del labirinto vargasiano sono essenziali. Come è essenziale lo schema del gioco della scoperta del sé compiuto a piedi nudi, in compagnia a tratti del fruscio delle foglie e della voce tenue e lontana dell’acqua, nel buio di un incerto procedere da uno stadio emotivo ad un altro. Il percorso generativo del senso (il grado di consapevolezza della propria domanda, coincidente con l’imprevedibile e individualissimo grado di inquietudine interiore) passa attraverso la reattività personale degli spettatori-viaggiatori: ha impronta catartica ed affida alla semioscurità – uno dei dogmi della sensorialità vargasiana – la condizione ricercata e aprioristica contro il dominio imperioso delle immagini. Nel misterioso perimetro scenico, che ognuno singolarmente si illude di descrivere e di percepire con i sensi del corpo e della mente, lo spazio è delimitato da impressionanti, per varietà tipologica e disposizione, apparati di stoffe.

 


 

Dappertutto tele tendaggi abiti, dappertutto trame canapa merletti abilmente drappeggiati, intrecciati, uniti, sospesi, trattenuti come pareti, ingressi, volta del cielo scenico vargasiano. Un concentrato metaforico di tessuti, elemento principe della messinscena dello spazio del Teatro de Los Sentidos, abilmente presentato e camuffato a fini sensoriali: tessuti scuri, pesanti nelle curve e nel pavimento del labirinto, chiari, naturali, leggeri nel fresco ambiente, governato con perizia da Patrizia Menichelli, nel quale ciascuno è invitato a ricercare l’equilibrio tramite una bilancia-giocattolo su cui si può disporre una scelta pressoché infinita di piccoli infinitesimi oggetti.

 


 

Oracoli, imperdibile spettacolo-manifesto del teatro sensoriale di Vargas, facente parte della trilogia comprendente El hilo de Ariadna e La memoria del vino, ricorre in modo dichiarato alle figure dei tarocchi per inseguire il destino sconosciuto dei singoli spettatori. In realtà sintetizza e richiama vari “pretesti” culturali per confermare l’assioma che la grandezza del mondo è rinchiusa nelle piccole cose e che le grandi risposte hanno alle spalle domande semplici. Un uomo ha bisogno di fare la sua provvista di sogni, sosteneva José Saramago. Vargas direbbe che ha bisogno di fare la sua provvista di domande.



Oracoli
cast cast & credits
 






 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013