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Afa

di Roberto Fedi
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Data di pubblicazione su web 17/06/2003  
Secondo il modesto parere di chi scrive, peggio del caldo ci sono solo le trasmissioni dedicate al caldo. Che rappresentano un notevole esempio di quella che potremmo definire la tautologia televisiva: che va da battute tipo "Sanremo è Sanremo" fino al cronista che, mentre inquadrata dalle telecamere sfila per esempio una serie di barche, dice tutto serio "sfilano le barche".

Col caldo i telegiornali e le trasmissioni di intrattenimento, specie del mattino, ci sono andati a nozze. La questione viene di solito profondamente sviscerata in tre modi. Che passiamo ad elencare in dettaglio.

Il modo A è la notizia pura e semplice. Con faccia ispirata all'occasione (che veramente dovrebbe essere un po' sudata, e che invece è bella fresca per il condizionatore in studio sparato a zero) il giornalista o la giornalista del Tg apre più o meno così: "Il caldo non dà tregua". Ecco allora una serie di immagini nuove come il cucco: turisti a piedi scalzi nelle fontane, gentaglia più o meno in mutande che circola a Roma bevendo a canna acqua minerale, orde di randagi in strada a mezzogiorno con fazzoletti bagnati in testa. Segue regolare intervista: "È caldo?" chiede il giornalista a un bestione semidisfatto in canottiera e i piedi in una fontana del Seicento. "Sì". Fine dell'intervista. Invece di chiamare un vigile per impedire che costui inquini definitivamente l'acqua delle fontane di Roma, il comportamento di questo produttore di sudore e sterminatore di pesci rossi viene elevato a modello. Da qui, crediamo, l'infittirsi di piedoni puzzolenti nelle fontane d'Italia, ormai quasi una calamità naturale da giugno a settembre: il primo che ha ripreso per la Tv questo spettacolo immondo senza telefonare al 113 andrebbe affogato (in quella fontana).

Il modo B è quello 'scientifico'. Parla il colonnello dell'Aeronautica che fa le previsioni del tempo. E si vede lontano un miglio che è raggiante: è costui infatti il disgraziato (ne facciamo una sola 'persona' al posto delle tante) che non ne imbiffa mai una, e di cui ci siamo già doverosamente occupati (Piove, governo ladro). Da un mese e mezzo le azzecca tutte: basta dire "sole" e "temperature sopra la media stagionale", e ha fatto tombola. Mai stato così felice.

Il modo C è quello dell' "esperto" del caldo. Che è una figura finora rimasta nell'ombra - appunto - nelle nostre Tv, e che da un po' prima timidamente, e poi senza remore, quasi impazza. Nelle trasmissioni del mattino o del pomeriggio, quelle per intendersi dove si insegna a infilarsi le scarpe, a un certo punto la conduttrice o il conduttore se ne escono con l'obbligatorio "il caldo non dà tregua". Faccina del caso, un po' mesta come a dire "ragazzi, è un bel casino" - ma anche con un guizzo negli occhi: "noi qui, a Saxa Rubra, aria condizionata a tutto spiano: peggio per voi". E, guardando il foglio degli appunti: "come difendersi dal caldo?". Si introduce allora questo nuovo idolo delle masse e massaie Tv: che di solito è un signore in giacca e cravatta, serio, magari coi baffi, e con un bel disegno alle spalle. Questa non è una 'persona' come il colonnello di cui sopra. L'abbiamo visto davvero un paio di giorni fa, e possiamo dire sotto giuramento che ci ha salvato la vita.

Con l'aria compresa di chi sta parlando della scoperta che gli ha procurato il Nobel, l'esperto ci comunica varie cose senza le quali a quest'ora saremmo appunto già stecchiti e disidratati. È quindi un benemerito. Per esempio che il caldo fa caldo. Caspita. E che perciò nelle ore più calde della giornata (il primo pomeriggio: e chi l'avrebbe detto?) non bisogna spalancare le finestre come se dovesse entrare il fresco: per la strepitosa e inaudita ragione che fuori è caldo. Ammirati - e chi ci aveva mai pensato? - lo ascoltiamo come se fosse padre Pio. Conscio della pesantezza di ciò che dice, serio come se annunciasse un'entrata in guerra, lo Zeus della temperatura aggiunge altre cose sconvolgenti. Per esempio che le finestre e le persiane, chiuse nel pomeriggio (prendete nota), è meglio aprirle la notte, quando è più fresco. Questa poi è clamorosa.

Appena riavuti dalla sorpresa, e già quasi rinfrescati, ecco che Giove Pluvio dà la botta finale. In casa bisogna creare delle correnti d'aria. Si capisce allora l'importanza del misterioso grafico alle spalle, che scopriamo essere una ipotetica pianta di un appartamento (cucina, bagno…), con le finestrine aperte (di notte, si suppone) e tante belle freccine che indicano l'itinerario delle correnti fra le pareti domestiche. Stremato, a quel punto il novello Eolo si tace. Si è dimenticato di dirci che è meglio non accendere i termosifoni. Chissà quanti italiani li hanno tenuti accesi a stecca, visto che la televisione non li aveva avvertiti.




 
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