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Al supermercato dei prodigi

di Roberto Fedi
  Michele Cucuzza
Data di pubblicazione su web 30/05/2003  
Si può anche capire perché Michele Cucuzza, di cui qua e là ci siamo anche occupati, ha ormai un sorriso che, specialmente a vederlo in primissimo piano, assomiglia sempre di più a un ghigno. Basta guardare il suo programma La vita in diretta, Rai Uno dalle 16.15 alle 18.45.

Dove, seduto su uno sgabello, intervista ogni tanto qualche bellona su argomenti scottanti e di cocente attualità (del tipo: "Luana, ci puoi dire quando hai scoperto per la prima volta di essere bella?"), presenta servizi eccezionali su personaggi di primissimo piano nella cultura e nella vita civile (per esempio: La vera storia di Nancy Brilli), oppure special su Natalia Estrada e il suo compagno Paolo Berlusconi (domanda della curatrice del servizio alla Estrada: ma come ha fatto a innamorarsi del suo compagno? risposta: anche nell'uomo più brutto ci può essere qualcosa di bello, di charmant, di interessante… Ho imparato a non interessarmi dell'involucro, e ad apprezzare il prodotto" - no comment); e altre news da prima pagina.

Insomma, roba grossa. Ma ogni tanto questo pur solido involucro, come direbbe la Estrada, si apre per momenti di vera eccezionalità. Per esempio, ci si collega con inviate che sono in casa di famiglie dove, magari, c'è stato un lutto recente: un figlio morto, una malattia inguaribile. È il momento serio: dopo seguirà senza interruzione un'intervista del tipo Angelo. Come ti invento una diva (sul truccatore delle dive), con discussioni sul capello biondo-platino del sunnominato signore e collegamento con Milly Carlucci; ma intanto qui si piange, mica si scherza. E non chiedetevi per piacere come servizi così si incastrino nel resto: la vita, anche quella in diretta, è bella perché è varia, come dice anche il proverbio. Oggi qui, domani là. Non siate provinciali.

Oppure si va in un paesetto in provincia di Cagliari dove, in una casa, piangono le madonne. Qui la cosa si fa seria. L'inviata, anche lei sempre in procinto di piangere o così sembra, presenta la famiglia schierata, più vari parenti e forse anche vicini di casa (saranno stati una trentina), sull'attenti. Per tutta la casa sono sparse, su tavoli tavolini tavoloni e ripiani vari, madonne di tutti i tipi, fattezze e misure: ma ovviamente tutte brutte (pardon: è solo un giudizio estetico, non una bestemmia), insomma di quelle che si comprano al mercato - non sapremmo dove, ma da qualche parte si compreranno - per qualche euro. Con veste bianca e celeste d'ordinanza. Con le braccia aperte. Con il sorriso benevolo. Magari con l'aureola. Ma soprattutto con la faccina (di plastica, di gesso, di chissacché) sporca di sangue.

Qui ragazzi c'è poco da fare, il fatto è da record: perché una cosa è sapere che in qualche posto sperduto c'è una madonna che piange; e una cosa è vederne una decina, lì in diretta, lì a Cagliari (provincia), lì con tutta la famiglia, parenti e affini. Altro che miracolo: qui siamo all'outlet, al supermercato dei prodigi all'ingrosso. Si viene così a sapere dall'inviata, compresa ed emozionata come se facesse la diretta delle nozze di Cana, che in quella casa, piena di madonne oltre ogni dire, un bel giorno le belle statuine si sono messe a piangere. Sangue. Un miracolo, sentenzia l'inviata, inspiegabile dalla scienza medica. Si intervistano la miracolata e un paio di vecchiette, che testimoniano che loro sono guarite da qualche malanno perché hanno pregato la madonna. Che piange. Sangue.

Non basta. In un quadretto che viene mostrato come una reliquia c'è un tovagliolo bianco. Sul quale la madonna ha scritto col sangue "Viva Maria", in un incerto stampatello, più o meno lo stesso con cui si scrive, chi lo scrive, "Viva la Juve" sui muri. Un miracolo, non c'è che dire: del resto non ci sono santi che tengano, l'evidenza non si può smentire. L'atmosfera è satura di vibrazioni, sospesa. L'inviata quasi stramazza a terra ginocchioni. Fine del collegamento miracolistico e sanguinario.

Cucuzza non aggiunge verbo. Passa a presentare la bellona di turno, a cui magari chiederà come va la sua storia con l'attuale compagno. Ma si vede che il sorriso è ormai un ghigno. E pensare che una volta, al Tg2, dava le notizie sulle guerre, i capi di stato, il papa; e si collegava con Londra, Washington, Mosca. Ora, al massimo, qualche paio di tette e un po' di madonne che piangono. In provincia di Cagliari. Una vitaccia.




La vita in diretta

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