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L'ispettore

di Roberto Fedi
  Lucia Annunziata, Silvio Berlusconi, il direttore tg3 Di Bella
Data di pubblicazione su web 11/05/2003  
Come sanno benissimo i nostri piccoli lettori, noi non ci occupiamo mai della cosiddetta "politica Rai". Anche se ci interessa, se non altro perché trattasi di un'azienda i cui azionisti sono, si direbbe se fosse un'azienda vera, i cittadini italiani, visto che la suddetta è alimentata con il canone e le tasse dei soprascritti - ci esprimiamo così per entrare nello "spirito Rai", che come vedremo è criptico, burocratico, allusivo e prevalentemente caratterizzato dal "Raiese", neologismo che inventiamo adesso e su cui vantiamo il copyright.
Per esempio, niente abbiamo detto in questi giorni sullo scontro fra Lucia Annunziata, fresca Presidentessa di nomina politica (come tutti i presidenti Rai), e Flavio Cattaneo, Direttore Generale. La vicenda è nota, per chi si interessa a queste cosette: cioè per qualche centinaio di italiani, ivi compresi i giornalisti Rai (ci correggiamo: per svariate migliaia), i loro parenti, i politici di ogni ordine e grado, e i frequentatori dei salotti romani. Si tratta del Tg3: che giorni fa ha mandato in onda, con una certa enfasi, le offese a Berlusconi di un becero giovanotto presente non casualmente al processo di Milano. Da cui, sollecitata chissà da chi (frase ironica, se non si fosse capito), un'ispezione ordinata dal Dg (Direttore generale) a quel Tg (Telegionale), definita nel gergo di questi miracolati parvenus nientemeno che IA (Internal Auditing): contestata dai giornalisti e dalle loro sigle sindacali (che sono più dei Tg), che si sono rivolti addirittura a Ciampi (ormai divenuto peggio di Padre Pio: suppliche da tutte le parti) e che naturalmente hanno messo in croce la Presidentessa del CdA (Consiglio di Amministrazione).
Il lettore avrà capito perché non ci occupiamo di "politica Rai". Perché solo per uscire vivi dalle sigle e dai riferimenti anglofoni o pseudo tali ci vorrebbe un centinaio di parentesi, che a noi piacciono poco e che qualsiasi giornalista vero non dovrebbe usare praticamente mai - prima lezione di giornalismo d'una volta.
Non esprimiamo giudizi sul Tg3 né sui giornalisti che lì operano, e nemmeno su quelli del Tg2 e Tg1, a scalare. Se sono lì, una ragione ci sarà. Sappiamo solo che l'Ispezione si è risolta come quella degli Ispettori a Saddam, che qualcuno ricorderà: in un nulla di fatto. Ma almeno quelli cercavano qualcosa di concreto: missili, testate, gas nervini. Questi qua onestamente non si è capito che cosa cercassero nei cassetti delle redazioni: dove avranno trovato, pensiamo, sì e no qualche brioscia, un po' di sigarette, Settimane Enigmistiche e la foto de su' moije e der pupo.
Ma è più interessante il comunicato stampa (Adnkronos) che l'Annunziata (non la Madonna, ma la Lucia) ha rilasciato, dopo che il Dg (vedi sopra) ha ritirato gli occhiuti Ispettori dell'IA (idem). Che riportiamo qui sotto in un brano significativo:
''La mancanza continua di informazione è il segno di una gestione solitaria e autoreferenziale che la presidenza considera all'origine dei molti problemi editoriali di queste ore. I primi risultati delle verifiche sul 'complotto' di Milano provano, ad esempio, che non c'è stato dolo. Il che a posteriori dimostra la necessità di una gestione aziendale che non punti agli strappi e al braccio di ferro. Consideriamo la disponibilità del direttore generale a ritirare gli ispettori come un ripensamento di fatto sui metodi applicati. C'è una differenza sostanziale tra una richiesta di chiarimento (chiarimento rivelatosi poi utile) e l'invio degli ispettori. Detto tutto questo, se il dottor Cattaneo ci farà conoscere ufficialmente la sua disponibilità a revocare le ispezioni sulla base di una nostra richiesta, non abbiamo nessun dubbio ad effettuarla. Nello spirito di quel rispetto aziendale che dovrebbe prevalere tutti i santi giorni e non in pochi momenti''.
Così a occhio, una giornalista (l'Annunziata lo è, si dice) avrebbe il dovere della chiarezza. Se abbiamo capito qualcosa nell'elaborata prosa presidenziale e nel suo "Raiese", le cose stanno così: fra lei e il Dg (vedi sopra) non c'è comunicazione, i due non si parlano, ognuno si fa i fatti propri dandosi a vizi solitari e autoreferenziali, e insomma sono separati in casa. Ma forse tutto potrebbe ancora finir bene se uno fa la prima mossa - forse a tarallucci e vino, magari autoreferenziali anche questi (potremmo aver saltato qualcosa, ma questo secondo noi è il senso, in sintesi, di tutta la presidenzialmente laboriosa dichiarazione).
A questo punto molti avranno ancora più chiaro perché preferiamo non occuparci di "politica Rai". Meglio Stranamore.
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