drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

Banale Parlamento

di Roberto Fedi
  la camera dei deputati
Data di pubblicazione su web 22/05/2003  
Che la Rai ogni tanto trasmetta in diretta le sedute del Parlamento è un fatto a dir poco positivo. Anzi, in un futuro ideale dovrebbe addirittura esserci una Rete dedicata: è un segno di democrazia vera che i cittadini possano rendersi conto di ciò che si dice o si legifera nel centro istituzionale della vita civile.

Per esempio, su Rai Tre, mercoledì 21 maggio circa alle 9.30, ecco Speciale Parlamento. Si fa vedere in diretta il dibattito alla Camera sulla questione di fiducia a proposito del problema delle quote latte, su cui non ci soffermeremo, rinviando per competenza alla mucca Carolina, se c'è ancora.

La trasmissione dura un'oretta. Si tratta delle dichiarazioni di voto sulla richiesta di fiducia. Parlano a turno, ovviamente, i portavoce dei vari e numerosi gruppi. Li ascoltiamo attentamente, così come fanno gli ospiti sulle tribune saltuariamente inquadrati, silenziosissimi come d'obbligo nonostante che siano classi scolastiche. Ogni tanto - di rado - quando la telecamera fa un giro panoramico sull'emiciclo, si nota che è semideserto.

I relatori si succedono. Uno, di cui non riveliamo il nome, parla a braccio, ed è così sbracato da sembrare altrove: con una giacca cadente, e una maglietta giallina, quindi senza camicia né cravatta. Restiamo sbalorditi, anche perché se in quel Palazzo un ospite entrasse senza cravatta anche d'agosto, lo butterebbero fuori.
Si continua. Tutti parlano, a parte lo sbracato e qualche volenteroso, leggendo un compitino. La telecamera è fissa, con qualche panoramica desolante. Negli interventi si capisce poco, anche a starli a sentire attentamente, perché sono piccoli comizi quasi tutti senza nessun riferimento all'oggetto del contendere, e soprattutto perché sono scritti male e letti peggio. A seconda del parlante si va dal catastrofismo all'arcadico. Vi si dà sfogo a tutta la strumentazione retorica (modesta, mediocre, stravecchia) di cui un tempo si 'abbellivano' gli avvocatucci di provincia, e che qualche volta è messa alla berlina in qualche filmetto all'italiana: si dice "vulnus", si dice "urge" per dire che qualcosa 'è urgente', si usano metafore tipo "caduto nel Limbo", si dice "sproniano a dare accelerazione" (che è un notevole caso di metafora al quadrato), si dice "porre in atto" invece di attuare, si dice "alveo" non si capisce bene a quale proposito, ci si rivolge ai presenti dicendo "esimio collega", fingendo sorpresa si afferma che "mi fa specie", si citano tanto per cambiare i "probblemi" definendoli - chi l'avrebbe detto? - "annosi".

L'interesse maggiore è per chi si occupi di lingua, e soprattutto di dialetti italici e della loro sopravvivenza. In questo, effettivamente, il Parlamento è un luogo notevole di studio. Difficile sentire, anche per strada o in treno, un coacervo simile di 's' e 'z' sorde e sonore senza risparmio, in un caos di sibilanti da zanzariera; difficile ascoltare un festival di consonanti così assortito e tutto sgangherato, in un "Barlamendo" che è "gabace" di "rigombrendere" non si sa bene cosa, anzi "goza", ma "zembre" nell'ambito della "Gosdiduzione". Il vertice si tocca quando uno afferma che non bisogna restare "zilendi" - cioè, come abbiamo capito dopo un po', 'in silenzio', quindi 'silenti'.

Stendiamo un velo sulla pronuncia delle parole straniere, che sfiora il comico quando l'esponente della Lega (riveliamo la provenienza perché la questione è tutta di loro pertinenza) dice "devoluziòn" a proposito di devolution. L'impressione generale è triste. Nessuno, neanche lì dentro, sembra che ascolti, preferendo leggere il giornale, chiacchierare, sgranchirsi le gambe o farsi i fatti propri.
Su nelle tribune le scolaresche guardano, sbalordite.




Speciale parlamento

cast cast & credits
 

la camera dei deputati

La camera dei deputati
 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013