Gatto nero (senza gatto bianco)
Danis Tanovic è quello che potrebbe essere definito un ex ragazzo prodigio: nel
La storia si svolge nel
Tanovic è evidentemente convinto che i tempi sono maturi per affrontare la “sua” guerra con i toni netti e semplici della commedia; probabilmente se il film non fosse stato realizzato da un bosniaco e non avesse ricevuto il premio del pubblico al Festival cinematografico di Sarajevo, il dubbio che questa semplificazione linguistico-formale del problema possa sconfinare nella banalizzazione sarebbe molto forte, ma evidentemente si tratta di un eccesso di scrupoli, dovuto anche alla sensazione che non si sia raggiunta una vera e propria pacificazione di quella zona, come sembrano evidenziare i recenti fatti dovuti al riconoscimento dell'indipendenza del Montenegro dalla Serbia. Cirkus Columbia, tratto dall'omonimo romanzo di Ivica Djikic, è in tutto e per tutto una commedia; Tanovic, tranne che nell'ultima inquietante inquadratura, rinuncia a qualsiasi cifra stilistica o virtuosismo, proprio per adeguarsi in toto ai canoni minimi di questo genere, fatto di battute (“Il muro di Berlino è caduto dalla parte sbagliata”) o gag visive (l'acqua bollente gettata sulla testa dei poliziotti dalla moglie di Divko durante lo sfratto) che necessitano di inquadrature semplici, chiare e di un montaggio impercettibile. Certo non mancano momenti di tensione come quando la moglie di Divko viene portata via con la forza dalla sua casa o quando il figlio viene prelevato dagli irregolari, ma i modi in cui ci vengono presentate queste scene non fanno assolutamente pensare che vi possano essere sviluppi tragici, così come sono subito chiari i possibili snodi del racconto e l'incrocio dei destini di alcuni personaggi (fin dal loro primo sguardo si capisce che il figlio e la giovane amante di Divko finiranno per mettersi insieme).
Protagonista assoluto è un ottimo Miki Manojlovic, perfettamente a suo agio in un ruolo cinico e straniato alla Walter Matthau, al quale finisce per somigliare anche fisicamente, così come la bella Jelena Stupljanin richiama il fascino di Julienne Moore in Vanya sulla 42ª strada di Louis Malle; ma vi sono almeno altri due insoliti protagonisti: l'inafferrabile gatto nero Bonny, che con la sua presenza sottolinea i punti cruciali del racconto, e la giostra del paese il cui nome dà il titolo al film. Felliniano elemento di ricordo la giostra “Cirkus Columbia” finisce, infatti, per simboleggiare la circolarità della storia e dei suoi personaggi, costretti a ritornare sempre sui loro passi come se gli errori commessi in gioventù non fossero serviti a niente.
Se No Man's Land era un'esplicita denuncia dell'insensatezza di una guerra fratricida, dove gli antagonisti parlano la stessa lingua, Cirkus Columbia ne vuole evidenziare la futilità dei motivi che l'hanno fatta esplodere: vecchi rancori, piccole questioni personali, esagerate pretese di riscatto sociale, disegnano un quadro di meschine tensioni private che esemplifica l'assoluta pretestuosità di quell'inaudita violenza che ha dilaniato quei luoghi per quasi dieci anni.
Cirkus Columbia
Cast & credits
Titolo
Cirkus Columbia |
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Origine
Bosnia Herzegovina, Francia, UK, Germania, Slovenia, Belgio, Serbia |
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Anno
2010 |
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Colore | |
Interpreti
Miki Manojlovic (Divko Buntic) Boris Ler (Martin Buntic) Mira Furlan ( Lucija) Jelena Stupljanin ( Azra) Mario Knezovic (Pivac) Milan Strljic (Ranko Ivanda) Svetislav Goncic ( Savo) Almir Mehic ( Bili) Ermin Bravo (Fra Ante Gudelj) Mirza Tanovic (Antisa) Miralem Zupcevic (Leon Dilber) Mirsad Tuka (Dragan) Slaven Knezovic (Miro) Jasna Beri (Marija Ivanda) Adnan Besirovic (Zeljko) Izudin Bajrovic (Major Kostelic) Vesna Masic (Jelena Dilber) Sead Bejtovic (Staklar) |
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Produttori
Amra Baksic Camo Marc Baschet Cédomir Kolar Mirsad Purivatra |
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Scenografia
Dusko Milavec Sanda Popovac |
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Costumi
Jasna Hadzimehmedovic-Bekric |
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Sceneggiatura
Ivica Djikic romanzo Danis Tanovic |
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Montaggio
Petar Markovic |
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Fotografia
Walther van den Ende |
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Suono
Alen Alisah, Dirk Bombey |