Passione di regista e d'attore
Cosa fa un autore a corto di idee? Fa un'opera sulla sua crisi creativa. Dobbiamo quindi pensare che quando un regista fa un film sulla storia di un regista in crisi il film sia autobiografico e quindi il medesimo sia in crisi? Quando poi il titolo è La Passione dobbiamo pensare che più che alla Sacra Rappresentazione, che in qualche modo offre al protagonista la via d'uscita, vada in scena in realtà la Passione, cioè la sofferenza del regista in crisi? A giudicare dall'ultima opera di Mazzacurati si potrebbe pensare di sì, o, per lo meno, se non di una crisi, di una pausa, di un momento introspettivo rispetto al senso del proprio lavoro.
La forza di questa piccola opera sta però nell'energia della reazione, nella scelta del genere che meno sembra prestarsi alla confessione di una crisi e cioè la commedia. E' infatti una passione decisamente divertente quella che vede protagonista Silvio Orlando, come sempre eccellente nei mezzi toni e nella rappresentazione di sfigati dignitosi. Sono cinque anni che Gianni Dubois, regista di apprezzato impegno, non riesce a fare un film e ora che la divetta della tv Flaminia Sbarbato (Cristiana Capotondi) per fare un salto di qualità l'ha scelto come suo Pigmalione, a lui non viene manco un'idea e per giunta proprio quando deve incontrarsi con lei è costretto a precipitarsi in Toscana, nel suo appartamento da turista che ha avuto una perdita d'acqua che ha gravemente danneggiato un meraviglioso affresco cinquecentesco della chiesa sottostante. Il danno sarebbe gravissimo se non gli venisse incontro la proposta degli amministratori locali (una Sandrelli perfidamente sindachessa e un Marco Messeri che la spalleggia egregiamente) che gli offrono una via di salvezza nell'allestimento di una sacra rappresentazione popolare, quella della Passione di Cristo che da anni ormai langue dopo la morte del suo storico mecenate, un nobiluomo del paese tuttora rimpianto. Il disgraziato ovviamente non può che accettare, sotto la minaccia di una denuncia alla sovrintendenza alle Belle Arti.
Lo schema è dunque costruito e il film incrocerà le due linee narrative, con garbo e molte trovate divertenti: la sceneggiatura è infatti scintillante sia nella descrizione dell'affannato mondo romano dell'agente del regista, sia in quella del mondo semplice e conservatore del villaggio toscano, inclinando sempre più su questo versante, dando spazio ai molti personaggi di questo microcosmo polemico e in fondo affettuoso. E' un susseguirsi di situazioni e battute godibilissime, ottimamente rese dai molti solidi interpreti, tra i quali spicca Giuseppe Battiston, il demiurgo della scalcagnata azione sacra, personaggio a tutto tondo (è il caso di dirlo data la mole) in un panorama un po' troppo macchiettistico. Il difetto di fondo del film è infatti quello di una toscanità molto accentuata, che fa perdere nel gusto del bozzetto i più seri intendimenti di fondo. Comunque un'ottima commedia, forse non da festival ma forse proprio per questo goduta e applaudita con una certa riconoscenza.
La passione
Cast & credits
Titolo
La passione |
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Origine
Italia |
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Anno
2010 |
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Durata
106' |
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Colore | |
Regia
Carlo Mazzacurati |
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Interpreti
Giuseppe Battiston Cristiana Capotondi Corrado Guzzanti Djibril Kébé Marco Messeri Silvio Orlando Stefania Sandrelli Kasia Smutniak |
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Produttori
Ivan Fiorini Domenico Procacci |
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Scenografia
Giancarlo Basili |
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Costumi
Francesca Sartori |
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Sceneggiatura
Umberto Contarello Doriana Leondeff Carlo Mazzacurati Marco Pettenello |
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Montaggio
Clelio Benevento Paolo Cottignola |
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Fotografia
Luca Bigazzi |