drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

Un cupo dramma libico

di Mariagiovanna Grifi
  Anissa Daoud
Data di pubblicazione su web 07/06/2010  

Dopo l’ottima anteprima con Lipsynch di Robert Lepage, il Napoli Teatro Festival Italia debutta con la propria produzione di Romeo and Juliet messo in scena dalla Compagnia Teatrale Europea, costituita nel 2008 per la sua prima edizione e formata da attori provenienti da paesi dell’Unione Europea. Quest’anno è affidata al giovane regista anglo-russo Alexander Zeldin e composta da attori nordafricani e mediorientali immigrati in Italia. Insieme con il drammaturgo Hussein Omar propongono una versione multiculturale della tragedia shakesperiana che, riportata ai giorni nostri, mostra il conflitto tra due proprietari terrieri libici ormai in rovina, costretti a vivere in degrado nel quartiere degli immigrati di Verona.

 


Una scena dello spettacolo


Viene evidenziato il conflitto genitori-figli, reso più verosimile trattandosi di famiglie di origine araba. Poche frasi in lingua originale, pronunciate solo dagli adulti, unici portatori di una tradizione, ed esclusivamente in momenti di rabbia o disperazione. I due amanti risultano quindi vittime di un regime familiare autoritario, delle circostanze avverse e dell’emarginazione del proprio popolo in una nazione straniera. Già nel 2006 Zeldin e Omar avevano affrontato il tema dello scontro generazionale, tra mondo antico e nuovo, ne Il principe Costante di Calderón de la Barca, andato in scena in Egitto.

 


Evelyn El Garby Klay, Enzo Curcurù e Alessandro Sampaoli


L’esigenza di riproporre versioni moderne di Romeo e Giulietta deriva proprio dal carattere universale dell’opera: i due amanti possono essere calati in qualsiasi contesto e realtà per divenire nuovamente attuali. Ma quello che lascia perplessi è l’operazione che a volte sembra forzata (poco audace ed incisiva nelle scelte compiute) e sacrifica il portato della parola, non riducendola, ma svilendone l’impeto e la poesia in favore della critica sociale. Per cui l’amore di Romeo e Giulietta sembra perdere di intensità. Nulla di male, se non fosse che la prima parte dello spettacolo è lenta e poco coinvolgente, fatta eccezione per il monologo sulla regina Mab di Mercuzio (energicamente interpretato da Alessandro Sampaoli).

 


Alessandro Sampaoli


Il ritmo si rialza dopo la morte di Tebaldo, nel dialogo incrociato tra Romeo e Fra' Lorenzo e tra Giulietta e la Balia. Convincente Salvo Lombardo, nei panni del frate, che sembra assumere il ruolo di mediatore culturale e rispondere ad una legge civile più che a quella divina (ed infatti alcune battute sono state modificate in questo senso). Recitazione poco emotiva quella di Giulietta (Anissa Daoud) e poco efficace anche quella della Balia di Evelyn El Garby Klay, meno ironica e più nervosa. Non dispiace invece Romeo (Enzo Curcurù), ragazzo di oggi irascibile e tutt’altro che delicato. Come gli altri personaggi si abbandona spesso ad atti di violenza gratuita, tipici degli ambienti di disagio sociale.

 


Enzo Curcurù e Anissa Daoud

 

L’atmosfera complessiva è resa cupa dalle scene dello scultore, architetto e scenografo americano George Tsypin, famoso per il suo building in the black void: il quartiere malfamato (con rottami, rifiuti e barboni sdraiati su tappeti) si presenta totalmente in grigio, tranne nella scena finale dove un grande lenzuolo bianco copre ogni cosa divenendo il mausoleo dove giaceranno gli amanti. Come se la morte fosse chiamata a purificare una vita di miseria.

 

 

Romeo and Juliet
cast cast & credits
 



 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013