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Un'energia che conquista

di Gabriella Gori
  Sleepless
Data di pubblicazione su web 04/05/2010  

Che dire di uno spettacolo cha ha dalla sua l’invidiabile energia del Nederlands Dans Theater II e l’azzeccato abbinamento di Said and done di Paul Lightfoot/Sol León,  Sleepless di Jiří Kylián e Minus 16 di Ohad Naharin? Tutto il bene possibile, a cominciare dalla formula vincente di concepire una compagnia “under 22” come espressione e “biglietto da visita” della “compagnia madre”, il prestigioso Nederlands Dans Theater I.

 

Fondato nel 1985 da Jiří Kylian con giovanissimi ballerini di formazione classica provenienti da tutto il mondo, il NDT II all’epoca nacque come vivaio del NDT I di Kylián ma con il tempo è diventato una realtà professionale ospite nei teatri europei e americani e con un repertorio firmato da magistrali “penne” della coreografia internazionale come lo stesso Kylián, Ohad Naharin, Hans van Manen, Paul Lightfoot/Sol León, Johan Inger. In sostanza, un modo di concepire l’apprendistato artistico che ha fatto scuola diventando un modello per la Compagnia di Danza Nacho Duato II, l’American Ballet Theater Ensemble, lo Junior Balletto di Toscana e a breve la formazione junior dell’Hamburg Ballet di John Neumeier, che sarà composta da ragazzi dell’ultimo anno della scuola del Balletto di Amburgo.

 

Minus 16
 

In prima toscana al Teatro del Giglio di Lucca per la stagione di danza, il NDT II ha presentato un interessante trittico, mostrando la versatilità del gruppo nell’interpretare stili e tecniche di danza che se sono di indubbia matrice contemporanea, sono anche diversi per le rispettive poetiche dei tre autori.  Said and done, proposto in apertura, è un lavoro della coppia Paul Lightfoot e Sol León, già ballerini del NDT I e ora apprezzati coreografi, che rendono omaggio a Hans van Manen, una delle figure più rappresentative del balletto contemporaneo europeo. Van Manen, tra i fondatori del NDT che ha diretto dal 1961 al 1971 e per il quale ha firmato la maggior parte delle sue creazioni, ha saputo rinverdire il linguaggio della danza classica mantenendone il rigore formale e puntando sull’astrattezza e su dinamiche morbide in cui i corpi danno vita ad immagini plastiche, capaci di esprimere la conflittualità del rapporto di coppia.

 

Paul e Sol, memori di questa lezione e al tempo stesso dalla scuola ‘kyliána’, creano sulla Toccata e Fuga di Bach, a cui si aggiunge sempre di Bach il The Friends’ Lament dal Capriccio, un pezzo articolato in soli, duetti, terzetti, quartetti, sestetti, settetti, che a canone animano il palcoscenico privo di arredi. E come l’organo si sovrappone e ritorna nella Fuga così i protagonisti, con indosso semplici costumi firmati da Lightfoot e León, ripresentano dinamici enchaînements e nel fluire di passi, figure, linee e intrecci classico-contemporanei, danno sostanza fisica e materica al rapporto a due. Altro omaggio, anche se di spirito diverso, possiamo considerare Sleepless di Jiří Kylián che il NDT II colloca in posizione centrale nel palinsesto della serata per ribadire il profondo legame con il maestro e fondatore.

 

Said and done
 

Su musica originale di Dirk Haubrich ispirata all’Adagio in do minore KV 617 di W. A. Mozart, la struttura del lavoro prende le mosse da una parete ideata da Kylián che attraversa diagonalmente la scena consentendo a tre coppie, vestite da Joke Visser, di  mostrare un braccio, una gamba, la testa, fino al corpo intero in una continua esplorazione dello spazio consentito al movimento. Nella coreografia sono riconoscibili gli stilemi “kyliáni” nel numero esiguo dei protagonisti, nei legati classicheggianti eppure visibilmente contemporanei, nelle piazzate posizioni à la seconde, nelle improvvise torsioni dei busti. I corpi, morbidi eppure forti, con estrema facilità si flettono, si attorcigliano, si riallungano, fanno capolino entrando e uscendo dalla parete, in un gioco fra apparenza e realtà che riflette ed esalta la magia del palcoscenico.

 

Di genere e respiro diversi è Minus 16 dell’israeliano Ohad Naharin, una «ricostruzione» con inserti di creazioni preesistenti riassemblate per organici diversi, in questo caso il NDT II, che diventa il pretesto per un balletto piacevolissimo. Un lusus (gioco intellettuale) e ludus (divertimento puro) che sonda l’adattabilità coreografica dei pezzi di Ohad Naharin e in cui alla fine – come sostiene il “danzautore” – il risultato è «coerente tanto quanto» gli originali a cui si ispira, «se non di più».

 

Minus 16 piace a cominciare dal prologo, un solo eseguito durante l’intervallo sulle note di Sway di Dean Martin da un bravissimo performer in pantaloni e giacchetta scura, per continuare con la coinvolgente sequenza delle sedie, in cui i protagonisti a turno si esibiscono, fino all’emozionante finale. Un finale anticipato dal coup de théâtre del ballo con gli spettatori coinvolti dagli stessi danzatori che, individuati in platea i potenziali partners, li portano sul palcoscenico per esibirsi a metà strada fra il ballo da sala e il ballo da discoteca in un happening che è gioia per chi lo vive e chi lo guarda. Una trovata di sicuro effetto che riesce a colmare la distanza tra palcoscenico e platea,  recupera quella ancestrale ritualità collettiva della danza e diverte il pubblico. Un pubblico entusiasta e generoso nella risposta spontanea al gentile invito e nei reiterati e lunghissimi applausi con cui saluta l’ottimo NDT II.

 

Nederlands Dans Theater II


Said and Done (dedicato a Hans van Manen)
cast cast & credits
 


Sleepless
cast cast & credits
 


Minus 16
cast cast & credits
 


Sito internet del NDT II


 
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