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Invidia

di Mariagiovanna Grifi
  La scena
Data di pubblicazione su web 16/04/2010  

Artista eclettico, dedito alla pittura, alla poesia, alla prosa e alla produzione teatrale, Federico García Lorca fa parte di quel movimento di intellettuali spagnoli definito “Generazione del ‘27” che si lasciano attrarre dalle nuove linee moderniste ed espressioniste. Il 1936, anno della sua morte (a soli 38 anni), è decisivo per le vicende della Repubblica spagnola: Lorca fonda, insieme ad altri poeti, l’Associazione degli intellettuali antifascisti e redige il manifesto d’appoggio al Fronte Popolare; scoppia la guerra civile spagnola che si concluderà nel 1939 con la presa di potere di Franco. Molti intellettuali vengono esiliati, altri uccisi: sorte che spetta a Lorca, uno dei più impegnati politicamente. Nello stesso anno Federico García Lorca scrive il testo teatrale La casa di Bernarda Alba, in cui si respira il clima soffocante e cupo di quello che a breve diverrà il periodo dittatoriale. Al centro dell’opera, tutta al femminile, una “madre padrona” che tiranneggia sulla vita delle sue cinque figlie, isolate dal mondo civile e soprattutto da quello maschile, soggette a regole morali primordiali tra cui vigono l’obbligo della castità e della dignità. Un’imposizione che segna indelebilmente i rapporti tra le sorelle pronte a distruggersi a vicenda piuttosto che vedere una sola di loro poter realizzare i propri desideri. Rancore e invidia sono i sentimenti prevalenti di fronte alla presenza di una madre disamorata che “passa sul cadavere” delle proprie figlie pur di mostrare all’esterno la purezza della sua prole.

 


Una scena dello spettacolo

 

L’atmosfera tragica e tenebrosa è ben resa nella messinscena di Paolo Biribò e Marco Toloni. L’azione si apre con l’immagine del funerale del padre: una decina di donne vestite a lutto “che osservano” la salma, pronte a spettegolare appena uscite dalla chiesa, così come afferma la vedova Bernarda, una volta che le ha congedate. La scena è costruita solo da sedie bianche, come bianco è il fondale e bianche le quinte, ad indicare l’innocenza delle fanciulle, a nascondere sotto tale parvenza il fuoco e l’ira che divampano in ognuna di loro. Interpretata da Rosetta Ranaudo, Bernarda Alba è rigida e austera, ma molto più forte scenicamente risulta la domestica Poncia, resa con vivacità e sottile sarcasmo da Sabrina Tinalli, affiancata da Anna Collazzo nei panni della serva. Remissive e riservate le due figlie Magdalena (Marta Martini) e Amelia (Marilena Manfredi), impulsiva e sicura di sé la più piccola, Adela (Chiara Rossi). Degne di nota Rossella Magnolfi nei panni della nervosa e cupa Angustias e Dhemetra Di Bartolomeo, il cui bel visino poco ci mostra della “brutta e gobba” Martirio, ma bene ne interpreta la passionalità repressa.

 

Anche in questo lavoro il regista Biribò, di cui si ricordano gli ultimi spettacoli Aperto sul nulla (2007) e Gallina vecchia (2008), si sofferma, affiancato da Marco Toloni, sulla recitazione dei singoli attori: non risalta un personaggio principale, ma un bilanciato rapporto tra essi. Molta cura viene data alla creazione del contesto, con musiche spagnoleggianti e l’aria greve, definita anche dagli altri personaggi che compaiono in scena, come la nonna Maria Josefa (Cristina Di Sciullo), incarcerata in una stanza dalla perfida figlia e divenuta pazza.

La casa di Bernarda Alba
cast cast & credits
 
 
 
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