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Amore in frantumi

di Roberta Balduzzi
  Sara Bertelà e Jurij Ferrini
Data di pubblicazione su web 23/03/2010  

«Né con te, né senza di te» è una frase di matrice catulliana resa celebre dal film La signora della porta accanto di François Truffaut, che descrive bene le dinamiche che s’instaurano all’interno di una coppia, qualora il desiderio di allontanarsi e l’incapacità di fare a meno l’uno dell’altro siano i due poli intorno ai quali due amanti vivono la propria relazione. Questo tema si ripropone nella pièce teatrale La commedia dell’amore- Jack e Jill (1998) di Jane Martin, pseudonimo femminile dietro cui si cela un drammaturgo americano contemporaneo dall'identità misteriosa. Nella commedia l’attrito tra i due protagonisti si risolve in un rapporto che sconfina nell’incomunicabilità e, quindi, nell’inevitabile, ma non definitiva, rottura.

I momenti della parabola dell’amore tra Jack e Jill vengono rappresentati cronologicamente e alternati a monologhi dei due personaggi che, nella messinscena diretta da Beppe Rosso, si rivolgono al pubblico, personificato sul palco da dieci giovani che siedono ai lati dello spazio scenico. Abbattere la quarta parete significa, per i protagonisti, trovare un punto di sfogo per riordinare le proprie idee sull’altro, sull’amore o sulla vita in genere. Un quadrato delimita il raggio di azione degli interpreti, che mettono in scena la storia di Jack e Jill fin dal loro primo incontro in biblioteca: due libri e due sedie sono quanto basta per contestualizzare l’azione. Tutta la rappresentazione è caratterizzata dalla presenza di pochi ed essenziali oggetti (introdotti, di volta in volta, da due servi di scena), che marcano i colloqui tra i due amanti. Si può affermare che lo spettacolo si componga, in tutte le sue parti, direttamente sul palco, dove, a ogni scena, gli attori indossano nuovi costumi ed elementi della scenografia vengono calati dall'alto. La neutralità geometrica delle scene di Paolo Baroni risulta in contrasto con l'irrazionalità che regola il rapporto tra i due protagonisti, coinvolti in una continua ed esasperata ricerca dell'amore.
 

Sara Bertelà e Jurij Ferrini in una scena
 

Il pubblico assiste al loro fidanzamento, al matrimonio, a momenti di convivenza, al divorzio e agli incontri successivi. Durante i primi approcci fanno sorridere l'imbarazzo e il nervosismo insiti nel carattere di Jill, interpretata con sensibilità da Sara Bertelà, a cui si contrappongono la semplicità dei modi e dei sentimenti di Jack, ben rappresentati dalla naturalezza nella recitazione di Jurij Ferrini. Cresce la carica comica quando, al primo appuntamento, i protagonisti iniziano a parlare di sesso e perdono il controllo dopo avere fumato erba; qui la recitazione della Bertelà diventa addirittura frenetica e Ferrini ricopre al meglio il ruolo dell’uomo che è investito dalla sensualità femminile, cui non riesce a resistere. Si susseguono veloci le scene che conducono, infine, al matrimonio tra i due protagonisti: gli attori posano all’interno di una cornice per immortalare il lieto evento. Tuttavia la gradevole ironia delle prime scene e la serenità delle nozze lasciano spazio all'amara constatazione di Jill che la vita coniugale non può funzionare: la situazione degenera come le discussioni tra i due. Cambia così anche il registro interpretativo degli attori, con la Bertelà che impersona una Jill sempre più tesa mentre constata che il proprio desiderio d'indipendenza è troppo forte per sopportare lo schermo protettivo e rassicurante che Jack le impone. La storia va in frantumi, come i piatti che l’attrice distrugge e i cui cocci vengono disposti con meticolosità ai confini dell'area scenica. Si rende necessaria una ricostruzione, ma ai due amanti è impossibile realizzarla in solitudine. 
 

Sara Bertelà e Jurij Ferrini in una scena
 

Un pannello viene calato dall’alto sulla scena: è il letto in cui i protagonisti fanno l'amore, dopo essersi incontrati di nuovo. Nel giro di poche scene la Bertelà interpreta i differenti stati d’animo di Jill, che, in primo tempo, ostenta la presunta consapevolezza di avere superato “la fase dell'amore romantico” e rifiuta l’ex marito, poi è pervasa dalla debolezza e, alla fine, cede. Queste fasi si delineano, in particolar modo, nei monologhi, in cui l’attrice esterna le emozioni e le riflessioni di Jill. Juri Ferrini mette la sua professionalità a servizio dell’interprete femminile, il cui personaggio, estremamente più complesso, ha in mano le sorti della coppia: la sua recitazione è pertanto più posata, benché alla fine il suo Jack appaia stremato e disilluso. Proprio a questo punto, però, riemerge in Jill quel sentimento cui si era asservita in passato, rappresentato emblematicamente da un nuovo incontro in biblioteca. Qui è Jack che ostenta apparente sicurezza e cerca con convinzione di negarsi all’ex moglie; tuttavia cede lentamente alla volontà della donna, che, alla fine, ottiene da lui un «Forse». La commedia di Jack e Jill si chiude, pertanto, con la speranza nella ricostruzione: i cocci, che erano stati disposti sulla scena dopo la separazione, cadono, quasi a rinnegare la precedente rottura.

Jurij Ferrini, attore e regista di scuola genovese, si limita qui al ruolo d'interprete, in una commedia che gli permette di confermare le sue indubbie doti espressive; Sara Bertelà, anch’essa formatasi presso la scuola del Teatro Stabile di Genova, si dimostra attenta alle più intime sfumature del suo personaggio, cui è capace d’imprimere durezza e, al contempo, fragilità.

 

La commedia dell'amore - Jack e Jill
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