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Una biblioteca e un liceo per la danza italiana

di Gabriella Gori
  La Biblioteca Nazionale di Danza (Foto di Luciano Usai)
Data di pubblicazione su web 10/02/2010  

È successo tutto in un botto e la danza italiana, a distanza di una sola settimana, annuncia la nascita della prima Biblioteca Nazionale di Danza, inaugurata il 28 gennaio 2010 a Roma, e il Liceo coreutico, previsto dalla Riforma Gelmini approvata giovedì 4 febbraio. Due notizie che cambiano il ‘volto’ di questa forma d’arte, non più tanto “minore”, e confermano il ruolo di primo piano della danza nel settore degli studi dello spettacolo, anche dal vivo, e nell’ambito formativo ed educativo istituzionale. A parlarci di queste due tappe fondamentali, e a chiarire alcune questioni scottanti, è Margherita Parrilla, nominata Direttore dell’Accademia Nazionale di Danza di Roma nel 1996 dopo una luminosa carriera di ballerina al Teatro dell’Opera di Roma e di étoile ospite al Bolscioi e al Marijnsky.

 

Direttore, come si è arrivati alla nascita della Biblioteca Nazionale di Danza?

 

La Fondazione dell’Accademia aveva una biblioteca interna accessibile ai nostri studenti ma era tenuta così male che ho deciso di chiuderla per due anni. Grazie ad un progetto che ha visto coinvolti l’Accademia Nazionale di Danza, la Fondazione dell’Accademia e ARCUS, la società che promuove lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo, è nata l’idea di riaprirla come sezione distaccata della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Una nostra pianista, Manuela Canali, esperta bibliotecaria, ci è stata di grande aiuto e adesso siamo collegati con tutte le biblioteche.

 

Come è organizzata la Prima Biblioteca Nazionale di Danza?

 

La Biblioteca, che si trova nel villino liberty del parco dell’AND, è suddivisa in vari settori. Il patrimonio librario è di valore inestimabile e comprende più di 3000 volumi di storia della danza dal 1600 fino ai nostri giorni. Inoltre sono presenti enciclopedie, testi critici, materiali didattici, un’emeroteca con riviste italiane e internazionali, una ricca collezione di dvd e di video, come quella della “George Balanchine Foundation”, e una sezione musicale di cd e vinili con incisioni d’epoca. Senza contare le collezioni e le donazioni fra cui quella di Jia Ruskaya, fondatrice dell’AND, e di grandi studiosi e maître de ballet. In una sala ci sono sei postazioni computer, è attivo un sistema di digitalizzazione di molti testi e stiamo preparando il catalogo per mandarlo anche in rete. L’obiettivo è quello di rendere la BND un polo di studio, di ricerca e divulgazione, per promuovere la cultura della danza e coinvolgere specialisti, studenti, danzatori e appassionati.  

 

Il taglio del nastro è avvenuto una settimana prima del ‘varo’ della Riforma Gelmini con il liceo musicale e coreutico. Non è incredibile questa coincidenza?  

 

Apparentemente sì ma in realtà no perché fin dall’epoca del Ministero Moratti l’AND ha lottato per ottenere il Liceo coreutico. Siamo felicissimi e possiamo dire di aver raggiunto l’ambito traguardo. Un traguardo che è stato preparato in collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione per un’offerta formativa di alto livello e l’AND ha già laureate che possono insegnare in questi licei. Docenti preparatissime che porteranno la professionalità nella didattica coreutica italiana.

 

Chi saranno gli abilitati ad insegnare le cosiddette materie teoriche e pratiche?

 

Su questo punto è necessario fare chiarezza e colgo l’occasione per spiegare che Storia della Danza, una materia teorica, sarà insegnata con la Laurea di II livello in lettere indirizzo danza o Lauree di II livello in lettere o musicologia, purché il piano di studi abbia compreso almeno 12 crediti nello specifico settore danza. Tecniche della danza classica e contemporanea e laboratorio coreutico le insegneranno i laureati dell’Accademia Nazionale di Danza di Roma con la Laurea di II livello in danza classica e la Laurea di II livello in danza contemporanea. L’Accademia contribuirà alla stesura delle graduatorie dei professori secondo le direttive del Ministero e della legge. Come i licei musicali dovranno appoggiarsi ai conservatori di zona, così l’Accademia svolgerà analoga funzione per le dieci sezioni di licei coreutici previsti dalla Riforma Gelmini.

 

Una questione spinosa è quella relativa a ballerini che vantano un curriculum professionale di tutto rispetto ma non sono laureati all’AND. Cosa è previsto per casi del genere?

 

Anche qui è necessario fare chiarezza. Per i professionisti che desiderano prendere la laurea e insegnare nei licei coreutici è previsto un biennio specialistico in cui studieranno materie teoriche come psicologia dell’età evolutiva, pedagogia, anatomia, musica, storia della danza, e avranno la possibilità di ottenere un credito alto in virtù dei meriti acquisiti con la loro carriera. Bisogna rendersi conto che ballare è una cosa e insegnare un’altra e poi la Riforma Gelmini, inserendo il liceo coreutico nel sistema scolastico italiano, richiede una laurea come per le altre materie curricolari e la danza e la musica non fanno eccezione. Certo una grande ètoile non avrà bisogno, se non per sua libera scelta, di laurearsi ma farà lezione all’AND come docente ospite per ampliare il bagaglio culturale e la preparazione dei nostri studenti. Un’istituzione di alta formazione artistica come l’Accademia può chiamare un artista di chiara fama anche se non ha un diploma o una laurea, cosa che non è possibile nel liceo. Con questo non voglio dire che in Italia i bravi insegnanti sono solo quelli usciti dall’AND, ma purtroppo nel nostro paese impera il dilettantismo e la superficialità. Per fortuna con la Riforma Gelmini le cose cambieranno e di sicuro in meglio.





La Biblioteca (Foto di Luciano Usai)




 
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