"Maestro, si può fare sesso senza amore?" La domanda, di quelle proprio ma proprio profonde e soprattutto nuove, è sbocciata come un fiore improvviso su Rai Uno, domenica 28 dicembre, esattamente alle 17 e 35. Eravamo a Domenica In. A porgerla una bella figliola senza storia, uguale alle mille che schizzano fuori dal televisore a tutte le ore e non soltanto alle 17 e 35 di domenica.
Ha' detto gnente! direbbe Verdone. Si allarga l'inquadratura, e appaiono altre belle-figliole-senza-storia sedute in semicerchio, che a loro volta porgeranno, in un italiano romanescheggiante, altre domande altrettanto stimolanti, come suol dirsi. Nel mezzo Paolo Bonolis, compunto; e accanto il Maestro; anzi, come dirà ancora il Compunto di cui sopra, uno dei maggiori Letterati d'Italia. "Narratore, prego", preciserà il Maestro, serio ma generoso.
Il Maestro, anzi il Letterato, anzi il Narratore, è Alberto Bevilacqua, che è lì indovinate a fare cosa, oltre che a rispondere alle domande intelligenti delle belle-figliole-senza-storia? A presentare il suo ultimo libro avete detto? Risposta esatta. Lo sappiamo che non vi ricordate il titolo (veramente, siamo pronti a giurare che non vi ricordate neanche un titolo del Maestro, anzi Letterato, anzi Narratore). Ma non lo riveliamo, sorry: intanto perché non ci piace fare pubblicità gratis, soprattutto se è ingannevole; e poi perché nonostante che il Suddetto ne abbia parlato per venti minuti non ce lo ricordiamo neanche noi. Quando si dice le pietre miliari della Narrazione.
Il Maestro, già mille volte ospite dell'altro grande pensatoio nazionale del Maurizio Costanzo Show, si liscia le mani. È pensieroso. Sospira. Suspense in studio. La bella-figliola-senza-storia cerca disperatamente un'altra inquadratura, consapevole che sarà l'ultima di una vita concentrata in mezzo minuto. Zitti, ecco il Verbo: no. Il problema non è il sesso, che di per sé è banale. Ciò che conta è l'eros. Stare accanto a una donna o a un uomo, magari a letto, a parlare. Quello è l'eros. Quello è ciò che conta. Sfinito, il Maestro si tace. Le belle-fanciulle-senza-storia sorridono per l'inquadratura successiva.
"Maestro, una mia amica tradisce il compagno. Ma questo giova o no al rapporto?". Il Narratore, anzi il Letterato, si vede che sta cercando in secoli di Saggistica amorosa, in ponderosi volumi sull'Amor platonico, in enciclopedie sul Piacere, in biblioteche sulla Psiche, la risposta che sia rivelatrice. Il Tradimento, sentenzia con sforzo visibile, è una cosa brutta. Meglio di no.
Un brivido percorre le schiene (niente male) delle belle-figliole-senza-storia. Un altro paio di domande così, pensa il compunto Bonolis, e questo dallo sforzo non esce vivo. E quindi si appresta, ovviamente con compunzione, a congedare il Maestro, anzi Letterato, anzi Narratore. Che però ha un ultimo guizzo: io, dice, vi esorto a guardare oltre. Sopra di noi c'è il Cosmo, che ho non poco studiato. Abbiate una Fede, magari anche laica, ma una Fede. Ieratico, esce con passo grave. Entrano quasi senza soluzione di continuità i Cugini di Campagna, che strillano in falsetto una canzonetta dedicata a Dio. Applausi, commozione. Chissà se qualche distratto si sarà accorto del cambio di scena.
Tutto ciò domenica 28 dicembre a Domenica In, trasmissione salutata quest'anno da osanna di felicitazioni, vera 'ammiraglia' della Rete. Vorremmo fare anche noi una domanda al Maestro, anzi Letterato, anzi Narratore. Maestro, ma si può? O, come direbbe il Compunto-a-comando: ahó, ma sssse po'?
|
 |
|
|
Domenica In
|
|
|
| |
Alberto Bevilacqua
|
| |
|
|
