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Danza, cooperazione e sviluppo

di Fabiana Campanella
  una scena dello spettacolo
Data di pubblicazione su web 11/01/2010  

Dall’estate 2008 un gruppo di operatori e artisti italiani ha disegnato una linea rossa verso la città di Sarajevo e verso gli artisti dei Balcani confluiti nel progetto CRVENA LINIJA (Linea rossa, appunto). Una rete, più che una linea, che unisce i nuovi paesi dell’ex Jugoslavia e dell’ex Unione Sovietica nell’idea che la danza e l’arte contemporanea possano agire come volano di sviluppo e cooperazione. La due giorni di spettacoli il 27 e 28 novembre scorsi al Teatro Fondamenta Nuove di Venezia tradisce però le aspettative internazionali e propone una rassegna di coreografi nostrani che hanno respirato l’odore della danza dell’immediato Oriente in una breve residenza estiva.

In netta minoranza nel programma di sala i nomi in -j, -ev, -ic: ci spiegano che molti non sono riusciti a venire in Italia per difficoltà nell’ottenere il visto o i permessi dalle ambasciate. Solo dal 1 gennaio 2010 i cittadini di Croazia e Macedonia possono entrare in Italia con il solo documento di identità, avendo avviato il processo di adesione all’Unione Europea. Prima, come tutti gli altri non Europei, dovevano richiedere un visto, giustificare il motivo del soggiorno e fornire alla dogana una lettera di invito da un’istituzione o datore di lavoro, a meno che non si ovviasse col visto turistico. Invece che pensare al più cinematografico complotto internazionale, per spiegare l’assenza dei colleghi dell’est non resta che ipotizzare un difetto organizzativo, qualche difficoltà a stare nei tempi delle richieste di visto, per il solito problema italiano della scarsezza di risorse economiche e - di conseguenza - umane, nei settori della ricerca teatrale e artistica. Per motivi simili, nella stagione di prosa 2007, il regista bolognese Andrea Battistini non riuscì a portare sulle scene italiane la compagnia russa con cui aveva creato il suo Maestro e Margherita. I “sostituti”, tutti nostri connazionali, riuscirono comunque a restituire l’ispirazione magica e stravagante di quello che doveva essere lo spettacolo originale.

Nelle performance dei gruppi legati alla O.N.G. Tanzelarija cerchiamo, con indomita ingenuità, il sapore di un immaginario balcanico, i suoni delle fanfare o il dramma della guerra civile. Quello che arriva è la sensazione che i giovani artisti cresciuti nei paesi in guerra appena 10 anni fa, cerchino di assomigliare il più possibile agli occidentali, a volte imitando, a volte raggiungendo le stesse soluzioni, ma con forti limiti formali che infieriscono sull’espressione creativa. Come in Latino Drive, di Lejla Muhic (Bosnia Herzegovina, classe 1983), che si sdoppia insieme a Ruta Nordmane (Lettonia) sui tagli di luce diagonali, prendendosi tutto il tempo necessario per attorcigliarsi lentamente dietro l’ombra lunga di due scarpette rosse da ballo latinoamericano. Il duo lettone-bosniaco è svantaggiato anche dall'accostamento col delizioso e più strutturato brano Passo di Ambra Senatore, che aveva aperto la serata. La bionda performer e studiosa torinese, 33 anni, è qui mascherata con malizioso caschetto nero e tubino verde. Anche le sue scarpe rimangono in un angolo del proscenio, dove via via si affastellano appendici e protesi umane che si affacciano con qualche tranello ai margini della scena, ad evocare la presenza del doppio. La Senatore gioca e si diverte con inaspettate deviazioni di senso e non facili sospensioni tra slanci e cadute. Lo sdoppiamento è compiuto, le due figure in verde si snodano elastiche in sincrono; nel divertissement finale dell’intervento dal pubblico si svela una delle linee di sviluppo dello spettacolo, germinazione esponenziale di danzatrici sorridenti da una a 2, da 2 a 4, e magari anche da 4 a 8...

Come ci spiega la stessa coreografa, «questa non è l'unica modalità con cui compaiono nuove persone in scena». Forse confluiranno in Passo anche alcuni frammenti di Ja Sam Ovdje (trad.: Io sono qui), altro pezzo della serata, progetto a cura di Ambra Senatore in collaborazione con Tanzelarija: un’improvvisazione a tracce, frutto del laboratorio tenuto quest’estate a Sarajevo. «Il progetto J.S.O. - spiega la curatrice - è parallelo a Passo. Alcune modalità improvvisative sono affiorate durante il lavoro preliminare alle prove di Passo. Ma esiti e modalità di trattare i materiali emersi sono molto differenti nei due progetti, che avranno ognuno vita propria. Il primo sarà scritto. J.S.O. resterà un progetto di improvvisazione. con un gruppo allargatissimo, uno spazio per condividere la ricerca e la scena con tutti coloro che hanno incontrato i primi passi di Passo che per una ragione o l’altra non vi sono rientrati, ma che sento vicini».

In scena a Venezia vediamo Joao Fernando Cabral, Elisa Ferrari, Olimpia Fortuni, Caterina Basso, Tommaso Monza, tutti italiani tranne un brasiliano. Tra loro intercettiamo inoltre lo sguardo luminoso di Matteo Ceccarelli, che rivela qui inedita abilità di performer e danzatore: «un percorso - racconta - avviato un paio d’anni fa parallelamente al viaggio del Teatro Sotterraneo». I 6 attori e performer di Ja Sam Ovdje si fronteggiano sul palco quasi a squadre, rompendo le righe e il ritmo nei molti stop da cui ripartono evidentemente le tracce disegnate a Sarajevo. Nelle simpatiche derive dell’improvvisazione, gli interpreti arrivano a scambiarsi i vestiti e a lanciarsi in arditi assoli per esporsi al plauso dei compagni. Ma in chiusura le loro voci sussurrano in italiano i commenti alle proprie azioni (“mi sono fatto male”, “è meglio se lo faccio da questo lato”, ecc.), deludendo l’illusione cosmopolita. È la Nomad Dance Academy – programma annuale di ricerca e formazione del Balkan Dance Network – a introdurci nell’internazionale masochista di Aleksandar Georgiev. Folletto macedone basso e buffo, di anni 24, si diverte a tormentare i suoi 3 colleghi Martina Nevestic (Croazia), Igor Koruga (Serbia) e Ruta Nordmane con pizzicotti e solletico ai piedi, per esplorare la soglia del dolore e usarla come sorgente di movimento. Con la lentezza scientifica di un esperimento, Aleksandar stesso si fa afferrare per le pieghe della pelle più generose usandole come maniglie per roteare e cadere, in una contact dance ancora rudimentale e di inesorabile effetto comico.

Il giorno dopo ritroviamo il nome di Aleksandar tra i 3 performer di Volta, concept by Pathosformel, gruppo veneziano che lavora sul corpo e le immagini in un mix curioso tra contemporary art e illusione da lanterna magica. Spente persino le luci di emergenza in sala, le pupille cominciano a percepire forme umane muoversi in lontananza nel buio assoluto. Brandelli di corpi lustrati di cera e visibili come in un’allucinazione ingigantiscono le figure antropomorfe, a ricordarci con qualche furbizia quanto sia suscettibile e ingannabile il nostro sistema percettivo. Post-modern come lo scrittore da cui trae ispirazione, il milanese Giuseppe Genna (già nel collettivo Luther Blissett) di Italia De Profundis, la visione della danza di Paola Bianchi, torinese, che riflette sull’identità e la molteplicità di Uno ma con poca dialettica, schermata com’è da maschere, cambi d’abito, parrucche, elementi dinamici in una performance piuttosto statica. Post-atomico il finale con Chiara Frigo, sommersa di polvere e sassi tra architetture sonore firmate Random.Inc e Aphex Twin. POST. Lavoro in divenire, indaga la leggerezza e la visibilità, sulla scia delle Lezioni americane di Calvino, mentre lo spazio lentamente si pietrifica. POST, già ospitato da BassanOperaFestival 2009, continuerà il suo percorso all'interno di Choreoroam, progetto europeo di residenze coreografiche in Italia, Inghilterra, Spagna, Olanda, Danimarca, tra le frontiere della vecchia Europa. La coreografa di Verona scuote violentemente i capelli esplodendo in una nuvola di polvere, che spiazza e dà senso compiuto al pezzo. Ancora da sciogliere invece i nodi di quella Linea Rossa, graziosamente (e pazientemente) cucita sui fogli di sala: un lungo lavoro che si affaccia fiduciosamente su questa nuova decade.

Tanzelarija
cast cast & credits
 

 

Passo di Ambra Senatore
Passo di Ambra Senatore




 
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