Il romanzo dalle tinte noir di Mario Soldati Lattore (vincitore nel 1970 del premio Campiello) - di matrice autobiografica - delinea un cupo ritratto sul mondo dello spettacolo in una trama complessa e tortuosa. La versione teatrale ridotta da Tullio Kezich e Alessandra Levantesi è in scena con la regia di Giulio Bosetti, che realizza il progetto in occasione del decennale della morte del celebre scrittore, giornalista e cineasta. Divenuto popolare nel 1941 con la versione cinematografica di Piccolo mondo antico interpretato da una giovanissima Alida Valli nel suo primo ruolo drammatico, Mario Soldati è scomparso nel 1999 dopo una lunga carriera come cineasta, autore di romanzi e documentarista televisivo. Nel testo qui presentato ritrae una realtà a lui molto vicina, quella dellattore teatrale e cinematografico sempre più “schiacciato” dallaffermarsi della televisione e affranto dalla sua vita di vizi e ipocrisie. E' la triste storia di un anziano attore a riposo, costretto a riprendere l'attività perché implicato in una serie di ricatti, delitti e debiti di gioco: per questo si rivolge ad un vecchio amico regista sperando che possa trovargli un lavoro. La trama si infittisce di intrighi amorosi tra luomo e la sua cameriera francese, la quale sembra avere una relazione anche con un vecchio collega.
Alice Redini e Antonio Salines in una scena
Al centro della scena il narratore e regista Mario (Virginio Gazzolo) si muove in un ambiente scarno composto da poche sedie e una scrivania, avvolto da una nuvola di fumo che racchiude spettri e ricordi passati. Diversamente da come accade di solito, la figura di un personaggio che racconta i fatti collegando tra loro le brevi “scene-ricordo” qui assume un ruolo tuttaltro che esterno rispetto alle vicende, riuscendo a non appesantire con lunghe affabulazioni lo scorrere degli eventi. Merito di Gazzolo che interpreta lalter ego del Soldati – romanziere (ma anche del reale Soldati – regista): riesce a far rivivere, così come il regista Mario ne è stato pian piano coinvolto, gli intrighi del suo amico/attore Enzo Melchiorri (Antonio Salines), della moglie Licia (Nora Fuser), della domestica Giovanna (Alice Redini) e dellaltro attore Nicky Argenta (Elio Aldrighetti). Il narratore evoca lentamente le vicende passate rese visibili attraverso linserimento di una pedana – collocata al centro del palco - parzialmente celata da un secondo sipario adibito a luogo della memoria. E come su uno schermo televisivo, i ricordi prendono forma, diventano corpi (quelli dei personaggi) e i luoghi colori (quelli del fondale): rosso per il festival di Cannes (richiamando il tappeto sul quale sfilano le star), verde per il casinò di Montecarlo, azzurro per la villa di Bordighera, rosso intenso per la camera da letto della cameriera francese. Il tutto enfatizzato dalla scelta di musiche da noir anni Settanta. Ben giocata allinterno della storia la poesia Laude dei pacifici lapponi e dellolio di merluzzo di Ernesto Ragazzoni recitata da Antonio Salines, che dona allo spettacolo momenti di forte ilarità. Risulta interessante anche lalternarsi alla lingua italiana di frasi in dialetto veneto e lingua francese.
I personaggi sono stereotipi: mentre il regista assume unaria di sicurezza e falsa modestia, lattore spiantato si sforza di essere brillante e allegro anche quando è sullorlo della crisi; a lui si oppone laltro modello di attore (più “hollywoodiano”) spaccone e altezzoso (Nicky Argenta). Accanto a loro, due clichés di donne: da un lato la moglie anziana, donna buona e gentile, la cui ironia amara deriva da uno stato di pura rassegnazione ai tradimenti subiti, dallaltro la giovane e affascinante ragazza straniera, ammaliatrice e approfittatrice, che riesce a sedurre tutti i personaggi maschili. La regia di Bosetti è molto precisa e fulminea in un continuo alternarsi di immagini sceniche e narrazioni monologanti, con una direzione e caratterizzazione degli attori (tutti bravi interpreti) ben congegnata. Sebbene la trama in sé non abbia nulla di particolarmente travolgente e originale, lo spettacolo si avvale di una vera squadra di professionisti, come se ne vedono poche oggigiorno.
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