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Lo spreco, l'inutile, il dannoso

di Roberto Fedi
  Più realisti del re
Data di pubblicazione su web 22/11/2009  

La cosa non è di particolare importanza, lo ammettiamo. Ma fa comunque parte del calderone Rai. Vediamo come.

 

Il 18 novembre, Rai Uno, ecco la partita inutile e amichevole fra Italia e Svezia. Superfluo vederla. Ma, a detta di tutti i giornalisti presenti (di tutte le principali testate nazionali), ci sono stati fischi per Marcello Lippi, commissario tecnico della nazionale azzurra. La ragione è il solito Antonio Cassano, giocatore talentuoso (come suol dirsi) che il CT si ostina non si capisce perché a non convocare. Lo stesso Lippi il giorno dopo, con il solito fair play che lo contraddistingue, ha detto che dei fischi non gliene importa nulla, e della gente anche. Fin qui, solo malcostume calcistico, da parte di Lippi si vuol dire. Ma il bello è stato che il trio Civoli-Bagni-Paris, cioè l’esiziale gruppetto di telecronisti al seguito, durante la partita ha commentato all’unisono: “Noi non abbiamo sentito  nulla”. Ora, va bene essere più realisti del re, ma qui si esagera.

 

Perché fra qualche mese la Nazionale azzurra sarà in Sudafrica per i mondiali di calcio.  Grande evento, a cui la Rai andrà con il suo gruppone di telecronisti. Qui già andiamo meno bene. E non parliamo delle trasmissioni notturne come la “Domenica sportiva”, a dir poco soporifera e sempre con la solita compagnia di giro a parlarsi addosso, che sembra ideata da un amante del basket per allontanare la gente dagli stadi. No: proprio delle telecronache. Che sono l’anima della partita in televisione.

 

Per la nazionale italiana, come dicevamo, il duo fisso dei commentatori è quello Marco Civoli - Salvatore Bagni. Quest’ultimo, a suo tempo modesto giocatore, è un ancor più modesto commentatore “tecnico”. È capace di snocciolarvi – in un italiano tutto suo – la serie completa dei gol di un centravanti a partire dalle elementari, e magari anche il cognome di sua madre da nubile, ma quanto al commento “tecnico” complessivo vi lascia a bocca asciutta. Più che altro fa il tifo per i “nostri” o ride o ridacchia, generalmente su battute sue che capisce solo lui dato che più che parlare bofonchia, e si lascia andare a elucubrazioni sui moduli che sembrano numeri al lotto. Per capire come si fa un commento “tecnico”, si rinvia a Ilario Castagner su Mediaset Premium, bravissimo e misurato.  

 

Il Civoli, lì accanto, divaga, o chiacchiera con la sua “spalla”,  producendo un incerto minestrone comunicativo. Perché, guarda caso,  i protagonisti sono i giocatori, non i commentatori. Quando poi, da “bordo campo”, interviene il terzo fra cotanto senno, di solito tale Carlo Paris, siamo al  grottesco: sappiamo quindi tutto e “in diretta” sulle smorfie che fa l’allenatore, oppure se urla o sta zitto, se è in piedi o seduto, se ha o no le mani in tasca, se si gratta la pera o no. Roba da Pulitzer, non c’è che dire. Regge il tutto, da un altro luogo misterioso dello stadio, l’anchor man Fabrizio Failla, di cui non sappiamo che dire perché si mangia le parole in una specie di antologia di difetti di pronuncia ed è quindi un mistero nel mistero, che ha con sé un altro commentatore “tecnico”, immobile come una statua e banale come una minestrina calda. La funzione di questi due è, appunto, misteriosa.

 

Ogni partita di calcio vede quindi questo schieramento: due commentatori più due commentatori “tecnici”, un inviato a “bordo campo”, e un altro, di solito tal Varriale,  per le interviste in ginocchio a Marcello Lippi, allenatore sgarbato e insopportabile come pochi. In epoca di risparmi, e visti i risultati che si sentono, non vi sembrano un po’ troppi?



 

 


 

Marcello Lippi
Marcello Lippi

 

 

 

 


 

Antonio Cassano
Antonio Cassano






 

 
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