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Canaglie shakespeariane

di Roberta Balduzzi
  Steven Berkoff in una scena
Data di pubblicazione su web 17/11/2009  

Prima che iniziasse lo spettacolo, il direttore del Teatro della Tosse Massimiliano Civica aveva avvertito gli spettatori che i sovratitoli utilizzati per rendere più fruibile al pubblico italiano lo spettacolo di Steven Berkoff sarebbero serviti a ben poco: l’attore inglese ne ha dato pienamente conferma. Durante lo spettacolo, infatti, l’interprete ha eluso continuamente il testo, che è diventato così poco più che un canovaccio, da cui ha preso l’avvio per poi deviare continuamente, guadagnandosi con arguzia l’attenzione della platea. Diversamente, una lezione sui cattivi nelle tragedie di Shakespeare si sarebbe rivelata materia ostica e difficilmente avrebbe accattivato gli spettatori; Berkoff, però, si è dimostrato capace di raccontare alcuni dei drammi più tragicamente intensi del repertorio di Shakespeare, senza annoiare nemmeno per un attimo gli astanti. La disamina sui villains shakespeariani ha preso avvio da Iago, il cattivo dell’Otello, per poi passare a Riccardo III (definito ironicamente da Berkoff il predecessore di tiranni del calibro di Saddam Hussein, ma anche dei critici del Sunday Times), quindi a Macbeth, all’ebreo Shylock del Mercante di Venezia, ad Amleto, a Coriolano, per concludere con Oberon del Sogno di una notte di mezza estate.

 

Oltre a recitare passi dalle relative tragedie, Berkoff ha intrattenuto il pubblico facendo sfoggio del suo geniale e, talvolta, dissacrante humor, ma ha anche svolto un’indagine attenta sui personaggi, riconducendoli al prototipo umano di «canaglia» e sviscerando cause e caratteristiche dell’astio che li conduce ad agire in modo negativo. Così l’attore ha classificato i cattivi in canaglie mediocri, come Iago, o geniali, come Riccardo III, che reagisce alla mancanza di amore determinata dalla menomazione fisica, attuando dittatoriali e spietati piani di potere; ci sono poi malvagi manipolati da altri, come Macbeth, che viene spinto dalla crudele moglie ad uccidere il Re Duncan. Un personaggio come Shylock è, invece, vittima di una discriminazione religiosa che ne ha inasprito l’animo, ma, nella tragicommedia del drammaturgo inglese, ha anche l’obiettivo prettamente letterario di mettere in risalto le virtù degli eroi (quindi, in questo caso, la benevolente Porzia). Lo «studente» Amleto (che, come ha fatto presente l’attore con tono sarcastico, generalmente non viene considerato un cattivo perché «biondo») architetta nei dettagli un piano per vendicare il padre defunto; infine ci sono i tiranni, come Coriolano dell’omonima tragedia, e gli intrallazzatori, come Oberon di Sogno di una notte di mezza estate.

 

Berkoff vive il palcoscenico, che, pur nella più totale (e shakespeariana) assenza di scene e costumi, si anima, grazie alle capacità interpretative e mimiche dell’attore, che stimolano lo spettatore a riflettere e, nel medesimo tempo, a ridere di cuore alle sue battute, che spaziano agevolmente dall’attualità alle tecniche attoriali, dai versi giambici delle tragedie di Shakespeare al comportamento di alcuni colleghi assurti al rango di «cavallieri».

 

Steven Berkoff, dunque, benché la sua fama sia prevalentemente legata all’interpretazione di diversi ruoli da cattivo al cinema, mette in mostra tutte le sue indiscutibili doti da virtuoso teatrante, dando vita ad un’ora e mezza di autentico e intelligente divertimento.




Shakespeare’s villains. A masterclass in evil
cast cast & credits
 

Steven Berkoff in una scena
 
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