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Uguali e più uguali

di Roberto Fedi
  Scippo a Molfetta
Data di pubblicazione su web 19/10/2009  

Qualche giorno fa, a Molfetta, una signora di novanta anni è stata scippata da due delinquenti in moto mentre camminava sul marciapiedi. È caduta per strada, sfiorando con la testa una macchina di passaggio. È caduta scompostamente, anche se non senza una qual grazia da persona educata, ma come si può immaginare e come sarebbe accaduto a chiunque di noi, rovinosamente. È stata portata in ospedale, e lì è deceduta. I due assassini (perché di questo si tratta) sono stati presi, e si spera che abbiano la pena che si meritano, lunghissima e senza sconti.

Come facciamo a conoscere tutti i particolari dell’episodio? Li sappiamo in ogni dettaglio (come era vestita la signora, che soprabito aveva, di che colore, che scarpe calzava, come cade, dove, come batte la testa, eccetera) perché lì puntata c’era una telecamera di sorveglianza, di quelle che ormai ci sono in tutte le strade d’Italia e che ci sorvegliano (appunto) minuto per minuto come in 1984 di Orwell. Grazie al filmato sono stati presi subito i due assassini.

Bene, cioè, ahimè male. Come facciamo noi a conoscere i dettagli, ripetiamo? Perché il filmato è disponibile a tutti, sui siti dei vari giornali italiani. Voi cliccate, e vedete una signora che muore. Il filmato è lì da giorni, e nessuno ne ha chiesto la rimozione.

Perché diciamo queste cose? Perché in questi giorni l’Italia tutta è scossa dalla vicenda del giudice Mesiano. Che è il magistrato del cosiddetto Lodo Mondadori. Che, come sanno tutti, è stato filmato mentre passeggia, va dal barbiere, e fuma una sigaretta. Il filmato è stato trasmesso in un programma bruttissimo e inutile di Canale 5. Si è scatenata una bufera che sta investendo anche il Csm (Consiglio Superiore della Magistratura), il Garante della Privacy (un Istituto che si spera almeno che costi poco perché non serve a nulla, ci pare), il sindacato dei Magistrati, e le parti politiche tutte.

Noi siamo d’accordo con Antonio Ricci, che ha definito “demenziale” il filmato. Ma ci chiediamo.

E alla povera signora di Molfetta chi ha pensato, di tutti questi Signori & Signore della Magistratura, della Politica, della Garanzia? E il suo filmato in cui si vede morire (anche se la morte reale è accaduta poco dopo), e che è dovunque nei siti dei quotidiani italiani e altrove, e che avranno visto in centinaia di migliaia di persone,  non lede la privacy? Oppure una signora novantenne che muore non ha diritti, e un magistrato che si fa la barba sì? O ne ha di più? Anzi, li ha tutti?

Il filmato del magistrato è demenziale. Quello della povera signora invece è criminale.              

Il Garante su questo tace, naturalmente.    




 
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