"e d'accanto mi passano femmine" 

di Carmelo Alberti

Data di pubblicazione su web 12/12/2002

"E daccanto mi passano femmine"
Uno spettacolo intenso e delicato insieme, che combina danza, musica e racconto, risulta "e d'accanto mi passano femmine": l'universo femminile in Pavese, realizzato per il 50° anniversario della morte dello scrittore dalla Casa degli Alfieri e dal Teatro Giacosa di Ivrea. Artefici dell'evento sono l'attore-narratore Marco Baliani, che è autore del testo, il coreografo-danzatore Giorgio Rossi, con le danzatrici Aline Nari e Ambra Senatore, un terzetto di apprezzabili musicisti composto da Gabriele Fioretti (violoncello), Michele Marelli (clarinetto), Luca Veraldo (pianoforte e arrangiatore), il regista Luciano Nattino.

La combinazione dei linguaggi definisce una trama alterna, sottile e inquietante a un tempo, che visita l'universo letterario di Cesare Pavese, soffermandosi sul suo difficile rapporto con la natura delle donne. La voce narrante di Baliani, che sedimenta in modo misurato segmenti di discorso, sospesi tra il privato dello scrittore e la visione dell'uomo comune, tende a stabilire un nesso fra la memoria dell'autore e l'immaginario dello spettatore, evidenziando pensieri e immagini tratte dai romanzi, oppure figure femminili che i corpi dei ballerini definiscono in un'aura di carnalità raggiante e sofferta. La via della danza, infatti, è contrassegnata dalle pulsioni di un eros che restituisce la diversità fra la forza delle "femmine", le uniche in grado di creare alla stregua del dio, e l'incertezza del maschile, che scivola verso le forme della distruzione, forse nel tentativo di compensare la propria debolezza.

Mediante una linearità simbolica i bravi danzatori esaltano, poi, la musicalità racchiusa nelle canzoni d'autore (da Luigi Tenco a Paolo Conte, a Fabrizio De André): è davvero incredibile quanto siano espressivi quei suoni senza parole che riecheggiano grandi riflessioni d'amore. La presenza della donna, l'animale ragionevole, sembra rimanere inalterata oltre il tempo: il mito la racconta bella e splendente come Artemide o come la balena Moby Dick, divinità e belva che sospingono sempre il loro cacciatore nelle spire di una morte per auto-annientamento, come è accaduto a Pavese. E quando i maschi riescono a liberarsi dal fascino insidioso dell'abito femminile, sono costretti a incenerire la femmina, a dissolverla nella terra e nell'aria, come avviene nel romanzo La luna e i falò, in cui una donna misteriosa, Santina, è bruciata fra le stoppie, dopo essere stata falciata dalle pallottole. La rappresentazione, che alterna tensione e giocosità, amore e morte, coralità e solitudine, è stata salutata con lunghi applausi.


Cast & credits

Titolo 
"e d'accanto mi passano femmine"
Data rappresentazione 
07/12/2001
Città rappresentazione 
Monfalcone
Luogo rappresentazione 
Teatro Comunale
Evento 
Nel 50° anniversario della morte, l'universo femminile in Pavese
Autori 
Marco Baliani
Regia 
Luciano Nattino
Interpreti 
Marco Baliani (attore)
Gabriele Fioritti (violoncello)
Michele Marelli (clarinetto)
Aline Nari (danzatrice)
Giorgio Rossi (danzatore)
Ambra Senatore (danzatrice)
Luca Verardo (pianoforte)
Produzione 
Casa degli Alfieri e Teatro Giacosa di Ivrea, con il contributo del Comune di Santo Stefano Belbo/Centro Studi Cesare Pavese
Scenografia 
Maurizio Agostinetto
Costumi 
Elena Gaudio, Roberta Vacchetta
Coreografia 
Giorgio Rossi (Ass. Sosta Palmizi)
Musiche 
Luigi Tenco, Paolo Conte, Gian Maria Testa, Fabrizio De André rielaborate da Luca Verardo