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Feste barocche, cerimonie e spettacoli alla corte dei Savoia tra Cinque e Settecento

di Sara Mamone
  La Primavera trionfante
Data di pubblicazione su web 23/06/2009  
A cura di Clelia Arnaldi di Balme  e Franca Varallo la bella mostra in corso a Torino a Palazzo Madama mantiene ciò che il titolo, un po’ privo di charme e modestamente esplicativo, promette: un excursus chiaro e documentato sulle feste di corte in area sabauda in antico regime. Detto così è ancora più pedantesco del titolo ma la competenza delle curatrici (l’una conservatrice del museo e l’altra oggi massima esperta nel campo della spettacolarità barocca piemontese per la quale ha raccolto l’eredità della pionieristica Mercedes Viale Ferrero) ci liberano da ogni timore di noia. In particolare per due motivi: la lodevole misura dell’esposizione (non monstre ma selettiva) e la conseguente possibilità di scelta di oggetti al tempo stesso significativi e di qualità eccelsa.

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La Primavera Trionfante, 1657, Biblioteca Nazionale di Torino

Tutto infatti è bello e significativo nelle sezioni, quattro  in ordine più o meno cronologico più tre tematiche (feste navali, strumenti musicali, trattati) e i pezzi di altissima fattura confermano come la corte sabauda, se non potè competere per precocità con le grandi realizzazioni politico culturali delle grandi dinastie europee (Medici e Gonzaga per primi), certo si mise al passo nel XVII secolo. E certo molto dovette, nell’acquisizione della magnificenza spettacolare come  metafora di quella politica, al lungo regno vicario delle sovrane Cristina di Francia e Maria Giovanna Battista di Nemours. Figlia di Maria de’ Medici e di Enrico IV di Francia  Cristina aveva assorbito dalla madre il senso del valore politico della spettacolarità di corte e aveva a lungo potuto esercitare questa visione a Torino, sposa di Vittorio Emanuele I dal 1619 e successivamente nella lunga reggenza in nome del figlio Carlo Emanuele I (37-75). Stessa benevola sorte, benché più breve, toccò alla nuora Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours prima che (con un procedimento ben noto nella storia delle reggenze più invadenti) la fragile sottomissione filiale la portasse ad un sano esautoramento. Dunque all’insegna dell’autorità femminile delle due Madame Reali e dell’influenza francese si svolse la fase più gloriosa della spettacolarità sabauda di cui la mostra, opportunamente ospitata nelle sale di quel palazzo (Madama appunto) che fu residenza di entrambe prima di divenire simbolo della città, è eloquente e fascinoso specimen.


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L'Oriente guerriero, 1645, Biblioteca Nazionale di Torino

Non resta che suggerire di aggirarsi per le sale con la doppia curiosità di un percorso culturale assai ben disteso ma, direi soprattutto, con la curiosità nei confronti di oggetti di fattura sublime (oltre alle ricchissime collezioni interne esteso l’elenco dei prestatori): dai giubboni da parata alle borse, agli stupefacenti strumenti musicali, ai ventagli, alle stoviglie, ai libri di preghiere, ai ritratti, alle armature da parata etc. Ma soprattutto (e valgono la mostra da sole) le miniature di Tommaso Borgonio: non abbiamo nessun timore a considerarle il più bel lascito dell’intera civiltà spettacolare di corte, non sabauda, universale.

Nota.

Durata consigliata della visita: da una a due ore. La variabilità è determinata dal fatto che passiate indenni dalla pedana della vetrina 10: Catafalco nel Duomo di Torino per il funerale di madama Cristina d’Orléans. Se non foste tra i fortunati, è bene mettere nel conto un’oretta nella splendida caffetteria del palazzo, con la squisita gentilezza del personale che vi fornirà senza scomporsi una opportuna borsa per il ghiaccio, a conferma della ben nota cortesia piemontese.   





Feste Barocche. Cerimonie e spettacoli alla corte dei Savoia tra Cinque e Settecento, Torino, Palazzo Madama, 07 aprile-05 luglio 2009



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Manifesto della mostra





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Il Tabacco, 1650, Biblioteca Nazionale di Torino




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Arciliuto, 1639, Bologna, Museo della musica




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Lo scalone di Palazzo Madama, Torino









 
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