Lo hanno definito “lOscar della danza” per prestigio e rinomanza internazionali ma il Premio Benois de la Danse assurge addirittura alle vette del Premio Nobel per la rilevanza culturale che lo contraddistingue. Ambitissimo riconoscimento istituito a Mosca nel 1991, il Benois nasce su iniziativa dellInternational Dance Association per celebrare con il patrocinio dellUnesco la nascita di Alexander Benois, famoso pittore e scenografo dei Balletti Russi di Diaghilev, e “laureare” il primo ballerino e la prima ballerina dellanno, il coreografo, il compositore e lo scenografo dellanno, e consegnare un premio alla carriera. Una rosa di nominativi individuati da una “super giuria” presieduta da Yuri Grigorovich, direttore artistico del Teatro Bolshoi, e composta da celebri étoiles, indiscussi maestri della coreografia e illustri docenti.
Ogni anno questo impareggiabile gotha accademico stila lelenco delle nominations e poi nel mese di maggio procede alla assegnazione del Benois in una megacerimonia che prevede la premiazione e un Gran Galà nel quale si esibiscono i vincitori dellanno e quelli delle passate edizioni. Di casa a Mosca, il Premio solo in rari ed eccezionali casi espatria e per questa edizione del 2009 lItalia e in particolare Vicenza hanno avuto lonore di ospitare il Grand Galà al Teatro Comunale cittadino grazie ad una partnership che ha coinvolto lo stesso Prix Benois de la Danse, la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, la Regione Veneto, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Confindustra Vicenza e Arteven, organizzatrice della serata.
Una serata che dimostra la volontà e la capacità di convogliare nel “bel paese” la cosiddetta “eccellenza” che apporta lennesimo valore aggiunto a un patrimonio coreutico dinestimabile pregio e per una sera trasforma la città del Palladio in un tempio di Tersicore. Un tempio, purtroppo, non illuminato dai riflettori dei media televisivi nazionali che inspiegabilmente hanno trascurato leccezionalità dellevento e la sua risonanza europea. Ma come si dice “ubi maior minor cessat” e forse la sera del 23 maggio e i giorni successivi ci sarà stato senza dubbio qualcosa di più importante e una parata di stelle con i controfiocchi è passata sotto silenzio ma, per fortuna, chi scrive era presente e può lasciarne traccia.
Regale madrina delledizione vicentina del Premio moscovita è stata Alessandra Ferri, Premio Benois de la Danse nel 2000 e membro della giuria nel 2008, che ha introdotto il Gala e accompagnato sul palco il maestro Yuri Grigorovich, a capo del Bolshoi dal 1964 e simbolo di tutta la monumentale tradizione russa del balletto. E questa vera e propria leggenda vivente dopo i doverosi saluti ha dato inizio ai “giri di valzer” e premiato insieme alla Ferri il cubano Carlos Acosta del Royal Ballet di Londra, che ha ritirato in questa occasione italiana il premio Benois assegnatogli come “miglior ballerino del 2008”. Una scultura in argento con due stilizzati danzatori che con le braccia “alla seconda” si aprono al mondo e portano in alto il vessillo della musa apollinea. Una fortuna per i presenti che con la premiazione di Acosta hanno potuto farsi unidea di quelle dei vincitori del Benois 2009, rese note successivamente e assegnate per la categoria “miglior ballerina dellanno” a Kirsty Martin dellAustralian Ballet, ex aequo con Natalia Ossipova del Bolshoi, che vedremo a febbraio alla Scala in Don Chisciotte, per il “miglior ballerino dellanno” a Joaquin de Luz del New York City Ballet, ex aequo con Ivan Vassiliev del Bolshoi, e per il “miglior coreografo dellanno” a José Martinez dellOpéra di Parigi, ex aequo con Wayne McGregor del Royal Ballet, di scena al prossimo Festival Spoleto.
Vicenza, roccaforte di Tersicore per una notte, regala emozioni a non finire con un palinsesto in cui il classico ‘strizza locchio al moderno e al contemporaneo e i protagonisti, tutti a livello stratosferico, lasciano negli occhi e nel cuore degli spettatori la consapevolezza di assistere a qualcosa che resterà negli “annali” della danza mondiale.
Ben nove “passi a due” e quattro “soli” da ascrivere ai suindicati codici espressivi si sono avvicendati tracciando un excursus sulla storia della danza e del balletto fra Ottocento e Novecento e presentando dei veri e propri campioni. Fra i “soli”, intercalati ai passi a due e posizionati secondo lo ‘schema metrico ABBA con un assolo femminile (A) seguito da due maschili (BB) e di nuovo da uno femminile (A), arduo e perfino superfluo stabilire a chi dare la palma in quanto tutti e quattro restano impressi sia per la coreografia che per linterpretazione.
Fra quelli maschili Arepo di Béjart, Premio Benois de la Danse, presentato da Alessio Carbone, Primo Ballerino del Ballet National de lOpéra di Parigi, incanta per la bravura di questo formidabile italiano ‘rapitoci dalla “Maison” parigina. Un danzatore che esalta al massimo le briosa eleganza del moderno pezzo ‘bejartiano sulle gradevoli e sincopate note di Le Bars. Un altro eccellente ‘prodotto della storica “Maison”, Manuel Legris, étoile dellOpéra di Parigi e Premio Benois de la Danse, lascia senza parole in The Portrait of
, di De Bana su musica di Purcell, un suggestivo “pas seul” moderno-contemporaneo in cui traspare tutta la maestria interpretativa di un fuoriclasse in procinto di lasciare le scene per passare alla direzione del Balletto dellOpera di Vienna.
Per quanto riguarda i “soli” muliebri due Premi Benois de la Danse, uno parigino rappresentato dallétoile dellOpéra, la possente Marie-Agnèse Gillot e laltro russo, rappresentato dalla Prima Ballerina del Teatro Marijinsky di San Pietroburgo, la meravigliosa Uljana Lopatkina, mostrano al meglio la bellezza femminile in base a criteri estetici precisi. Quello contemporaneo di Diva, una coreografia di C. Carlson, Premio Benois de la Danse, su musica di Giordano e voce di Maria Callas, e quello accademico de La morte del cigno di Fokine su musica di Saint-Saëns. Due creazioni che mettono in luce le enormi potenzialità di queste prime donne. La prima in abito nero, statuaria ed elegante, dà spessore alla coreografia della Carlson ‘duettando con “lugola doro” di Maria, la seconda in tutù bianco, ‘alata e liricissima, regala un momento di grande danza al femminile e ammalia.
La ricca sezione dei pas de deux e duetti distinguendo con questa doppia dicitura il passo a due classico o neoclassico dal “duo” moderno e/o contemporaneo si apre con il pas de deux tratto da La Sylphide di Bournonville su musica di Lǿvenskjold. Un ‘tuffo nel balletto romantico rigorosamente riproposto con grazia ottocentesca dai Primi Ballerini del Bolshoi, Nadezhda Gracheva, Premio Benois de la Danse, e Ruslan Skvortsov, che hanno aperto la prima parte del Grand Gala e si sono poi ripresentati allinizio della seconda con il pas de deux da La Bella Addormentata di Petipa-Ciaikovsky, confermandosi maturi interpreti della tradizione. Con il neoclassico Adagio da Diamonds- Jewels di Balanchine su musica di Ciaikovsky si tocca lapice grazie a Uljana Lopatkina e Yevgheny Ivanchenko, anche lui Primo Ballerino del Marijinsky, che consente a Uljana di mostrare in questo magistrale pezzo ‘balanchiniano le sue incredibili doti tersicoree.
Formidabili sono stati anche i passi a due tratti dal “balletto narrativo” novecentesco a cominciare dal primo estrapolato da Manon di MacMillan su musica di Massenet con Tamara Rojo e Carlos Acosta, Primi Ballerini del Royal Ballet e Premi Benois. Una formidabile coppia inglese a cui fa eco laltra tutta parigina formata da Agnèse Letestu e Hervé Moreau, étoiles dellOpéra di Parigi e Premi Benois, nel pas de duex da La dame aux camelias di Neumeier, Premio Benois de la Danse. Uno struggente passo a due su musica di Chopin a cui risponde quello sensualissimo dalla Carmen di Petit, Premio Benois de la Danse, con laffascinante Tamara Roco, questa volta in coppia con Lienz Chang, Primo Ballerino Ospite Internazionale, che sulla musica di Bizet sfodera tutto il suo charme iberico.
Ultimo della sezione classica il passo a due tratto da Les Enfants du paradise di José Martinez, Premio Benois de la Danse 2009, su musica di Scarlatti con la graziosa Aurélia Bellet dellOpéra di Parigi e il brillante Alessio Carbone.
La sezione moderna e contemporanea riserva delle vere e proprie ‘perle con il duetto lirico e al tempo stesso ‘materico Voorbijgegaan di Van Dantzig, Premio Benois de la Danse, su musica di Chopin con Igone de Jongh, nomination Premio Benois de la Danse, e Casey Herd, Primi Ballerini dellHet National Ballet, e lemozionante Intimate distance. Una coreografia di Jiři Bubenicek, Premio Benois de la Danse, su musica del fratello Otto Bubenicek, con Marie-Agnèse Gillot e lo stesso Jiři, Primo ballerino dellOpera di Dresda e Premio Benois de la Danse.
Fasci di fiori e sentiti applausi hanno messo la parola fine ad una indimenticabile notte stellare.
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