«Perchè il disegno, padre delle tre arti nostre, architettura, scultura e pittura, procedendo dall'intelletto, cava di molte cose un giudizio universale, simile a una forma o vero idea di tutte le cose della natura, la quale è singolarissima nelle sue misure, di qui è che non solo nei corpi umani e degl'animali, ma nelle piante ancora, e nelle fabriche e sculture e pitture cognosce la proporzione che ha il tutto con le parti, e che hanno le parti fra loro e col tutto insieme». Così Giorgio Vasari, nel suo celebre compendio biografico (Le vite de più eccellenti architetti, pittori et scultori italiani), si esprimeva a proposito del disegno. È un privilegio scoprire l'arte e la maestrìa degli artisti italiani del Rinascimento nei disegni appartenuti a Edmond de Rothschild, la cui collezione è in mostra dal 27 maggio al 14 settembre a Casa Buonarroti a Firenze, curata da Catherine Loisel e Pascal Torres Guardiola.
Veduta prospettica di città (penna e inchiostro bruno) mm 293-224
Il barone Edmond de Rothschild (Parigi, 19 agosto 1845-Boulogne, 2 novembre 1934) è ricordato come un collezionista rigoroso e meticoloso, attento all'autenticità dei singoli pezzi della raccolta; dopo la sua morte, il nucleo di pergamene fu donato dagli eredi al Louvre nel 1935; per la prima volta, i disegni escono dalle stanze del celebre museo parigino e riprendono la strada verso Firenze, la "patria" del disegno, in un eccezionale e, speriamo, ripetibile collaborazione tra istituzioni museali francesi e italiane. I disegni, vere e proprie perle di fine cesellatura, catturati e contornati dal bianco e dal trasparente dell'allestimento, sono accolti in un'ala a pian terreno della casa del Buonarroti, spazio minuto, riservato, quasi intimo, ben illuminato da una luce chiara, suadente ma mai eccessiva; la mostra riunisce disegni di vari artisti italiani, scuole ed epoche differenti, collocabili tra fine '300 e tardo '500. Il tratto caratteristico dell'allestimento è il valore attribuito ad ogni singolo disegno, non solo perché prepara un altro intendimento artistico (affresco, etc.), ma anche e soprattutto perché è una moderna forma d'arte autonoma.
Splendidi gli edifici gotici, le cui composte architetture, le corti interne e le scalinate sono ritratte in una serie di pergamene preparate verde-azzurre, tinteggiate di inchiostri colorati e tempera, delineati con punta metallica. A ben guardare, in alcuni disegni compaiono animali che lottano sul selciato di abitazioni, fino a comparire come soggetti a sé stanti, inseriti in modo estemporaneo accanto alle architetture: l'interesse naturalistico per la resa delle pose dell'animale si unisce a quello per la riproduzione di oggetti (frutta, in questo caso), precoce e singolare per la pittura di fine '300; la tentazione di vedere gli albori della "natura morta" rimane molto forte. A Pisanello e bottega si deve un foglio di studi di rara compiutezza e delicatezza: sul recto sono rappresentate donne di profilo, in abito di corte, un evangelista e due putti; sul verso San Francesco d'Assisi e un ritratto virile. Il chiaroscuro del panneggio si stempera in una garbata linea che avvolge la figura; il delicato profilo della donna, dal lungo collo, dal proporzionato viso, ricorda molti studi di testa rinascimentali.
Mirabile il libro di modelli che ha come soggetto gli animali: lo studio della natura, del paesaggio e la resa delle espressioni ferine ed animalesche (si veda il ruggito della lince) si accompagna alla precisione del tratto (si veda il particolare degli aculei dell'istrice). Senso di "movimento" appare nello studio di testa, ruotata di tre quarti, di Benozzo Gozzoli, nel Ritratto d'uomo con berretto (penna e inchiostro bruno, acquerellature brune e tinteggiature di bianco), probabile studio destinato ad essere successivamente tradotto in pittura; volume e movimento prendono forma nell'ondeggiare dei riccioli, mentre l'acuto senso di osservazione dell'artista fiorentino traspare nel particolare delle rughe d'espressione attorno alla bocca e agli occhi. Le prove di niello su carta di Maso Finiguerra collocano il disegno nel pieno '400: la Circoncisione e Il Giudizio di Paride, con la collaborazione di Antonio Pollaiolo, dimostrano l'abilità del tratto nell'«intagliar di niello», come riconosceva Benvenuto Cellini all'artista fiorentino. Seguono nell'esposizione i disegni di area bolognese, emiliana e padovana, tra cui un bellissimo fregio e lo studio di capitelli e trabeazione di edifici antichi, testimonianza di quel gusto per l'architettura classica che si ritrova oltre la metà del XV secolo.
Bottega fiorentina del XV secolo,
Cane con museruola e istrice (recto); scimmia e lupo (verso) mm 196-140
Il foglio di Leonardo da Vinci (raffigurante una lotta col dragone, vari studi di cavalli e cavalieri) quasi certamente faceva parte di un manoscritto (come rivelano i buchi di cucitura sul bordo del recto). Si tratta di disegni preparatori, pare, per l'Adorazione dei Magi degli Uffizi, in cui traspare lo studio del movimento e dell'anatomia del cavallo (da notare lo studio della testa dell'animale, colto nell'attimo del nitrito), unito all'esigenza di rendere visivamente unitario l'insieme concitato dei cavalieri che lottano contro il dragone. Il "farsi dell'azione", il momento culminante viene magistralmente tradotto in rapidi schizzi.
Accanto ai ritratti d'uomo e di donna di Bernardino de' Conti, disposti simmetricamente nell'esposizione, quasi ad evocare un modello ben più famoso, spiccano due carte di Raffaello, l'una raffigurante un ritratto di giovane, l'altra Santa Caterina d'Alessandria o Sant'Apollonia. Il ritratto del giovane, affidato esclusivamente alla matita nera, delicatamente tratteggiato, con estrema precisione di contorni, dal cappello ai boccoli che ricadono sulle spalle, probabilmente era un ritratto preparatorio per un affresco. Il cartone di Santa Caterina/Sant'Apollonia (acquerellature brune su natita nera, lumeggiature di biacca di mano posteriore) appartiene ai primi anni di carriera di Raffaello; un peccato che antichi restauri abbiano alterato il tratto originale.
La mostra ospita numerose vedute di rovine, archi di tronfo, tombe antiche, vedute prospettiche di città (databili attorno al 1510-1515), che ricordano alcuni bozzetti di scenografie prospettiche di epoca successiva. Affascinante il foglio attribuito a Rosso Fiorentino che raffigura due studi di gambe: la precisione del contorno si unisce alla sapiente ombreggiatura nel raffigurare due gambe scorticate, l'una dritta, l'altra piegata, con in evidenza i fasci muscolari, i tendini e le ossa. Altro nucleo consistente di disegni sono le Grottesche e Studi di decorazione per una volta di Perino del Vaga; accanto a vertiginose linee verticali raffiguranti architetture classiche, si trovano figure umane fregi, animali ed elementi floreali "intagliati" da una penna nervosa, precisa ma attenta al movimento, evocativa ma estremamente incline ad una sintesi compositiva. Questi disegni testimoniano l'esperienza che Perino aveva avuto in età giovanile nel cantiere delle Logge Vaticane.
Dal tratto concitato di Battista Franco detto il Semolei (ieratica e imponente la sua Sacra Famiglia), che ricorda elementi parmigianineschi, attraverso opere di artisti di area settentrionale di fine '500, si passa al Progetto per una fontana a forma di tritone del Cavalier d'Arpino (Giuseppe Cesari): il carattere naturalistico di alcuni particolari (come l'acqua che esce dalla bocca del pesce, lo straordinario studio dei muscoli in tensione) si unisce ad una incisività del tratto che sa molto di classico, o se si vuole, già di classicistico. Il catalogo, curato da Catherine Loisel ed edito da Mandragora, oltre ad una sintetica ricostruzione dell'attività e degli interessi del collezionista Edmond de Rothschild, riporta puntualmente ed esaustivamente tutte le opere in mostra, corredando ognuna di un agile apparato informativo. |
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