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Silenzio...in scena!

di Assunta Petrosillo
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Data di pubblicazione su web 18/06/2009  

Lo spettacolo, che ha debuttato in Scozia il 3 aprile al Traverse Theatre di Edimburgo, è andato in scena al Teatro Sannazaro, nell’ambito del Napoli Teatro Festival Italia, con la regia di Mattew Lenton.

Il regista per la preparazione della scrittura scenica ha utilizzato quale riferimento la pièce simbolista de l’Intérieur di Maurice Maeterlinck che si colloca sul confine di una identificabile quotidianità e un tenebroso altrove.

Nel dramma di Maeterlinck, un anziano signore e uno sconosciuto, in piedi davanti ad una casa isolata, guardano i membri di una famiglia seduti insieme in salotto. L’anziano osserva la famiglia attraverso una finestra, prima di recapitare una terribile notizia: il ritrovamento del cadavere della figlia. L’anziano più resta a guardare più trova difficile bussare alla porta per dare quella notizia.  Da un lato si assiste alla titubanza dell’anziano e dall’altro alla spensieratezza della famiglia che ancora non conosce l’accaduto.  Intanto gli abitanti del paesino − dopo aver portato il corpo della bambina morta fino alla casa dei genitori − si mettono a guardare dalla finestra l’anziano signore che tenta di parlare con la famiglia. Maeterlinck  voleva che i personaggi seduti nel salotto fossero rappresentati da marionette  − il sottotitolo dell’opera è Tre piccoli testi per marionette − suggerendo l’idea che le vite e le azioni dei personaggi fossero governate da forze esterne.                                


 

La compagnia − mista di attori britannici e italiani − ha regalato al pubblico presente in sala il primo vero spettacolo della seconda edizione di questo Festival. Dalle note di regia sappiamo che Lenton ha sviluppato la sua scrittura scenica ‹‹dopo aver intrapreso un viaggio alle isole Shetland per assaporarne l’atmosfera e la luce, letto La gelosia di Alain Robbe-Grillet e gli articoli su Longyearbyen nelle isole Svalbard, osservato la gente parlare senza sentire ciò che stavano dicendo, osservato alcuni dipinti di Edward Hopper, visto The mist, scattato fotografie di finestre illuminate di notte, parlato del reality-show Grande fratello, passeggiato per i vicoli di Napoli e le strade di Glasgow catturando momenti di vita reale››.

Lenton sostituisce  le marionette di Maeterlinck con il silenzio e la gestualità di attori in carne ed ossa. Il giovane regista sviluppa tutte le idee e le sensazioni provate mettendo in scena un racconto voyeuristico. Nell’allestimento inserisce la figura di una giovane donna morta – vestita di bianco – che fa da voce narrante e da collante tra il pubblico e gli attori.

L’esito è uno spettacolo dal forte impatto visivo, che trova corrispondenze con le pellicole del cinema muto. Il regista sposta l’azione del paesaggio innevato di Maeterlinck  alle isole Svalbard (gruppo di isole norvegesi del mar glaciale artico). La casa in cui si svolge l’azione, lambita da onde proiettate sulla finestra – che separa il pubblico dagli attori − è a sua volta un’isola, una nave di uomini che cercano di salvarsi da sé e dagli altri. Il pubblico diviene il vero protagonista che scruta in silenzio (nel silenzio degli attori) una scena di vita quotidiana, sospesa tra il reale e l’irreale. L’interno è racchiuso in una sorta di acquario, di bolla d’acqua che s’infrange contro la realtà quando la voce narrante – la fanciulla di bianco vestita – anticipa la sorte tragica dei partecipanti alla cena.                   



 

Pregevole la recitazione –  ben calibrata tra momenti tragici e comici − di tutti gli attori Elicia Daly, Sara Lazzaro, Myra Mcfadyen, Andrei Melville, Aurora Perese, Davide Pini Carenzi, Barnaby Power, Damir Todorovic. Molto apprezzabile la scelta musicale con le musiche di The Hustle di Van McCoy e  Go West dei Village People e il disegno luci di Kai Fischer.

Un ritmo incalzante, una narrazione fluida, uno spettacolo semplicemente avvincente.



 

Interiors
cast cast & credits
 



 
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